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Cronaca

Palermo | Omicidio allo Sperone per un debito da 2.500 euro per scommesse clandestine, 3 arresti

La Direzione distrettuale antimafia ha fermato tre persone poche ore dopo la sparatoria avvenuta nel quartiere Sperone, sulla costa sud di Palermo, che ha causato la morte di Giancarlo Romano, 37 anni, e il ferimento di Alessio Caruso, 29 anni. Dai primi riscontri delle indagini svolte durante la notte, sembra che i primi colpi siano stati sparati da due uomini, padre (Camillo Mira, 55 anni) e figlio (Antonio), che vivono nello stesso palazzo in cui è avvenuta la sparatoria, nella zona di via XXVII maggio.

Prima dell’omicidio di Romano, Caruso aveva avuto una violenta discussione, culminata in una sparatoria, con Camillo Mira di fronte a una sala scommesse in corso dei Mille. Durante lo scontro, sia un cliente che lo stesso Mira erano rimasti feriti. Successivamente, Romano e Caruso avrebbero atteso i rivali sotto casa di Mira e suo figlio, dove si sarebbe scatenato un inseguimento armato che ha portato ai colpi fatali. Caruso è stato gravemente ferito e ora è ricoverato all’ospedale Buccheri La Ferla, in pericolo di vita a causa delle lesioni all’addome e alla testa.

Tuttavia, sembra che altri soggetti siano stati presenti sulla scena, e non è ancora chiaro se il padre e il figlio fermati siano stati responsabili del ferimento di Caruso e dell’uccisione di Romano. Gli investigatori hanno recuperato sei bossoli sul luogo del crimine, quattro dello stesso calibro e due di un altro, suggerendo l’uso di due pistole diverse.

Nel corso della notte, la polizia ha perquisito le case di Camillo Mira e del figlio, trovando il primo con una ferita da arma da fuoco alla gamba. Attualmente, i tre soggetti sono in stato di fermo e sono accusati di omicidio, tentato omicidio, porto abusivo d’arma da fuoco e tentata estorsione, reati aggravati dal coinvolgimento mafioso.

Le indagini sono ancora in corso per determinare chi abbia sparato e il coinvolgimento di altri soggetti presenti sulla scena del crimine. I motivi alla base della lite sembrano essere legati alla richiesta di saldare un debito di circa 2.500 euro da parte dei Mira nei confronti di Caruso, legato all’attività di raccolta scommesse abusive gestita dal figlio di Camillo Mira. La situazione è degenerata quando Caruso è intervenuto personalmente per richiedere il pagamento del debito, dando il via a una serie di eventi che hanno portato alla tragica sparatoria.

Cronaca

Pesaro | Celebra il 250° anniversario della Guardia di Finanza con un concerto commemorativo

GdF Pesaro

Il 27 settembre 2024, l’Auditorium “Scavolini” di Pesaro ospiterà un evento speciale per celebrare i 250 anni dalla fondazione della Guardia di Finanza. La storica ricorrenza verrà onorata con un concerto della Banda Musicale della Guardia di Finanza, che si esibirà a partire dalle ore 19:30. L’evento, che rappresenta un momento di grande importanza per la città e per il Corpo, vedrà la partecipazione di diverse autorità locali e nazionali. Gli accreditamenti stampa sono stati aperti per consentire la copertura mediatica di questa occasione che coniuga musica e tradizione in un omaggio solenne e artistico alla storia della Guardia di Finanza.

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Cronaca

Taranto | Cittadini stranieri irregolari, operazione della Polizia

Negli ultimi giorni, è stata portata avanti un’importante operazione della Polizia di Stato volta a contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina su tutto il territorio nazionale. L’iniziativa, parte di un’azione coordinata e capillare, ha avuto un impatto significativo anche nella provincia di Taranto, dove le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli per rintracciare cittadini stranieri non in regola con le normative vigenti.

L’operazione, denominata “Oscar 5”, ha coinvolto il personale dell’Ufficio Immigrazione e della Squadra Volante, che ha lavorato con particolare attenzione sull’analisi delle dichiarazioni di ospitalità presentate in Questura. L’azione investigativa si è concentrata anche sui provvedimenti di diniego per la concessione dei permessi di soggiorno e sull’inosservanza dei termini concessi per lasciare il Paese in caso di espulsione.

Nel corso dell’operazione, sono stati controllati 66 cittadini extracomunitari in tutta la provincia di Taranto. Tra i casi più rilevanti, si segnala quello di un uomo di nazionalità albanese, residente a Grottaglie, con un passato criminale, a cui era stato rifiutato il rilascio del permesso di soggiorno. L’uomo è stato accompagnato alla frontiera per essere rimpatriato.

Sono stati inoltre notificati ordini di lasciare il Paese a due giovani di nazionalità marocchina, ai quali era stato negato il rinnovo del permesso di soggiorno. Entrambi dovranno abbandonare l’Italia entro sette giorni. Un altro caso ha riguardato una cittadina ucraina, che ha ricevuto un decreto di espulsione per la scadenza del suo permesso di soggiorno. La donna ha ottemperato alla disposizione, tornando nel proprio Paese con un volo di linea.

Questa operazione dimostra l’impegno costante delle autorità italiane nel monitorare e regolare la presenza di cittadini stranieri, con l’obiettivo di garantire il rispetto delle leggi e preservare la sicurezza del territorio.

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Cronaca

Bolzano | Maxi operazione contro il lavoro nero e irregolare in Alto Adige

GdF Bolzano

La Guardia di Finanza di Bolzano ha condotto un’importante operazione contro il lavoro nero e irregolare, che ha portato all’individuazione di gravi violazioni in diversi settori dell’economia provinciale, con sanzioni per un totale di circa 190 mila euro. Tra le attività sanzionate, spicca un hotel dell’Alta Val Venosta, dove sono stati scoperti tre lavoratori completamente “in nero” e ventisette ulteriori dipendenti che ricevevano pagamenti non tracciati e fuori busta per le ore lavorative eccedenti, nascoste dietro una contabilità parallela. Durante i controlli, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto una somma di 7 mila euro in contanti, destinata ai pagamenti illegali.

Un’altra azienda bolzanina, operante nel settore delle consegne a domicilio, è stata multata per l’impiego irregolare di ben 31 lavoratori, 16 dei quali risultavano privi di qualsiasi contratto. Le indagini hanno rivelato pratiche fraudolente, tra cui l’utilizzo di contratti part-time per personale impiegato a tempo pieno e l’indicazione di permessi non retribuiti in periodi in cui i dipendenti erano invece attivi.

Il fenomeno del lavoro nero ha colpito anche i minori. In due controlli separati, un bar-ristorante di Ora e un’azienda agricola della zona sono stati sorpresi ad impiegare adolescenti non ancora in età lavorativa. Quest’ultima ha tentato di giustificare la presenza dei lavoratori non registrati sostenendo che fossero amici e familiari, ma le dichiarazioni dei dipendenti hanno smentito tale versione, affermando di aver lavorato con la promessa di una retribuzione.

L’operazione, che ha riguardato complessivamente 96 lavoratori “in nero” e 53 irregolari, rappresenta un duro colpo per le pratiche di sfruttamento lavorativo che danneggiano l’economia locale e i diritti dei dipendenti.

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