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Economia

Generali Valore Cultura supporta la mostra “OltreCittà”

La città è protagonista di un viaggio intenso e mai tentato con una così vasta molteplicità di rappresentazioni artistiche, che narra di centri urbani desiderati, di metropoli e di paesaggi umani immaginati da artisti dei secoli XX e XXI. Dal 26 settembre 2024 al 19 gennaio 2025, a Firenze, a Villa Bardini, l’inedita mostra OltreCittà. Utopie e realtà. Da Le Corbusier a Gerhard Richter.
Fondazione CR Firenze e Generali Valore Cultura lanciano così una riflessione sul macro-tema delle città che non propone una visione ideale e futura dei centri urbani ma restituisce un ampio spazio per poterla concepire ancora a misura umana.

Nell’esposizione, curata da Lucia Fiaschi, Bruno Corà, Silvia Mantovani e Claudia Bucelli, viene esposta per la prima volta in una mostra l’opera Firenze III/XII di Gerhard Richter, oggi fra gli artisti più influenti in ambito internazionale, che traduce l’idea del movimento e del dinamismo di una città – Firenze – che si smaterializza sotto i nostri occhi, come se la osservassimo dal finestrino di un treno, per divenire altro.
Con questa esposizione, Generali Valore Cultura torna a Firenze, insieme a Fondazione CR Firenze, in collaborazione con Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, per raccontare le città attraverso gli occhi di grandi artisti del passato e del presente.

In qualità di primo assicuratore in Italia Generali ha il compito di proteggere: protegge le opere d’arte, con soluzioni assicurative progettate, e protegge le emozioni, con Valore Cultura, il progetto di Generali che si impegna a sostenere l’arte e la cultura per renderle accessibili a un pubblico sempre più ampio e per valorizzare il territorio.
Riccardo Acquaviva, Responsabile Country Communication di Generali Italia ha dichiarato: “Come Generali Italia, riconosciamo nel patrimonio culturale e artistico italiano un immenso valore, come elemento fondante dell’identità del Paese, come motore che genera emozioni capaci di unire le persone e come risorsa decisiva e strategica per i giovani e per le generazioni future.

Per questo siamo felici di tornare a Villa Bardini per sostenere un’esposizione corale che, tra passato e presente, unisce tutte le generazioni dando una prospettiva inedita sui complessi sistemi che sono le città moderne”.
Sono 126 le opere presenti, “visioni” che si rivelano agli occhi dei visitatori attraverso lo sguardo sulle molte e talvolta discordi identità urbane, sempre e comunque protese al superamento dei limiti connaturati all’organismo città. Il visitatore è dunque proiettato in un viaggio esperienziale affidato ad opere di varia declinazione diventando egli protagonista e spettatore al tempo medesimo di visioni di artisti, un dentro fuori coinvolgente che lo porta ad interrogarsi sul tema umanissimo della città, stimolato dalla sede della mostra, Villa Bardini, che offre una veduta straordinaria su Firenze, ancora oggi emblema della città ideale.
Alcune citazioni letterarie – di Ernest Hemingway, Italo Calvino, Dino Buzzati, Jorge Luis Borges, Christa Wolf, Jules Verne, Marguerite Yourcenar, Pier Paolo Pasolini, Fosco Maraini, Libero Altomare, Jean Paul Sartre – fanno da guida alla mostra suddivisa in 12 sezioni tematiche.

Inevitabile punto di partenza Case in costruzione di Umberto Boccioni, figura fondamentale di riferimento per l’ambito futurista che ha influenzato profondamente l’evoluzione delle arti europee della prima metà del XX secolo. Il viaggio prosegue con la città in divenire, che viene declinata “in desideri e paure”, o in memorie, come nella Piazza d’Italia di Giorgio de Chirico esposta in mostra, o nella Firenze III/XII di Richter del 2000, sovrapposizione di istantanea fotografica e pittura secondo la tecnica elaborata dal pittore.
La pittura è affiancata da scultura, architettura, fotografia. Tra gli scultori troviamo lo statunitense Sol LeWitt, esponente della Minimal Art, costruttore di strutture tridimensionali basate su un rigido sistema logico di procedura concettuale, del quale in mostra è esposta una Irregular Tower per la sezione Elementi di città. E’ presente anche Michelangelo Pistoletto con il suo Terzo Paradiso, un alluminio di utopica eco per la sezione introdotta dal testo di Oscar Wilde, affiancato da un’opera di Dani Karavan, Partition del 1973 e dal Cretto bianco di Alberto Burri, presente anche con il modello per il Cretto di Gibellina.

La declinazione architettonica è affidata, tra gli altri, a Le Corbusier (in mostra anche Ville contemporaine pour 3 millions d’habitants del 1922), Stefano Boeri, Rem Koolhaas, Pietro Porcinai, Giovanni Michelucci e Antonio Sant’Elia. Mentre per quanto riguarda la fotografia sono esposte opere di Mimmo Jodice, Luigi Ghirri, Olivo Barbieri. Si aggiungono presenze di video e musica contemporanea (Daniele Lombardi, Giuseppe Chiari, John Cage, Luciano Berio e Bruno Maderna) raccolte dal musicologo Gabriele Bonomo che intendono così documentare un percorso di forte valenza artistica proponendo chiavi interpretative della città declinata non soltanto come agglomerato urbanistico ma come espressione organica laddove i rumori della città ne divengono la voce. Al termine dell’evento espositivo è proiettato un filmato originale, realizzato dal regista Francesco Castellani, che consente la migliore comprensione del tema proposto, senz’altro tra i più significativi dell’odierno dibattito internazionale.
Il catalogo della mostra è realizzato in doppia lingua (ita/eng) da Sillabe.
La mostra ha il patrocinio del Comune di Firenze.
-foto ufficio stampa Generali –

Economia

L’Inps per la cultura previdenziale puntando sui giovani

Il quadro generale dei giovani non è confortante: il progressivo invecchiamento della popolazione, causato dall’incremento della speranza di vita e dalla riduzione del tasso di fecondità, le difficoltà o la rinuncia delle giovani generazioni a trovare un lavoro stabile e ben remunerato, la bassa percentuale di accesso alla formazione universitaria e le sfide connesse alla creazione di un nuovo nucleo familiare portano ad una vera e propria “questione giovanile”.

E’ quanto emerge dal XXIII rapporto annuale dell’Inps, presentato dal presidente, Gabriele Fava, alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella. “Da oltre un secolo, l’Istituto rappresenta un punto di riferimento per gli italiani. Nel corso degli anni, con l’incorporazione di altri enti previdenziali e il conseguente trasferimento di funzioni, l’Inps ha visto un costante ampliamento delle proprie competenze, in particolare nel settore assistenziale e nel sostegno alla famiglia. Questo processo ha progressivamente trasformato l’Inps nel principale pilastro del welfare italiano, consolidando il suo ruolo di ente di ‘protezione socialè e diventando il vero e proprio partner istituzionale che accompagna le persone lungo tutto il ciclo di vita”, ha sottolineato Fava.

Dal rapporto emerge che nel 2023 il numero di pensionati è rimasto sostanzialmente stabile, intorno ai 16 milioni, con una spesa di poco meno di 347 miliardi. Tuttavia, lo scenario demografico attuale, caratterizzato dall’aumento dell’età media della popolazione, dal calo della fecondità e dalla riduzione della popolazione in età lavorativa, non compensati dall’immigrazione, sta determinando un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti. Rispetto al 2022, l’importo lordo mensile medio delle pensioni è aumentato del 7,1%, in parte a causa della perequazione. “Uno degli obiettivi della nuova governance dell’Inps, in una prospettiva di educazione previdenziale, sarà di ‘ingaggiarè le giovani generazioni, anche chi è fuori dal mercato del lavoro o non ha un’occupazione stabile, sulla questione previdenziale, e aiutarle nella costruzione del proprio salvadanaio previdenziale, prima di tutto informando e formando meglio a partire dalle scuole e dalle università. Quella della promozione della cultura previdenziale – ha sottolineato Fava – è una delle sfide più importanti che ci siamo dati con il nuovo Cda, per accrescere nelle giovani generazioni la consapevolezza che la pensione di domani si costruisce con il lavoro di oggi”.

Gli importi medi pensionistici più elevati si registrano al Nord e nel Lazio, mentre i più bassi in Calabria e nel resto del Mezzogiorno. Il 96% dei pensionati italiani riceve almeno una prestazione dall’Inps, con oltre la metà della spesa destinata a pensioni di anzianità o anticipate. Le prestazioni assistenziali rappresentano l’8% del totale. Nel 2023, le nuove prestazioni previdenziali sono diminuite del 4,7%, principalmente a causa della riduzione delle pensioni anticipate (-15,5%) legata all’inasprimento dei requisiti di Quota 100. Al contrario, le prestazioni assistenziali sono aumentate del 5,7%. Le regioni del Nord (esclusa la Liguria) e la Toscana hanno beneficiato della maggior parte delle nuove pensioni previdenziali. Le prestazioni assistenziali, come le invalidità civili, sono predominanti in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.

“Complessivamente, oggi, l’Inps serve oltre 52 milioni di utenti, attraverso l’erogazione di più di 400 prestazioni socioassistenziali e previdenziali, che ne fanno una delle più grandi e articolate infrastrutture pubbliche d’Europa: grazie all’impegno quotidiano di 26 mila dipendenti, che operano in oltre 600 uffici dislocati su tutto il territorio nazionale”, ha aggiunto Fava. “E’ nel mercato del lavoro che l’Istituto svolge un’altra funzione fondamentale: i lavoratori rappresentano, infatti, i suoi principali utenti, tanto che nel 2023 si è registrato il numero record di 26,6 milioni di assicurati. L’incremento degli assicurati, che continua anche nei primi mesi del 2024, è sostenuto soprattutto dall’aumento dei lavoratori dipendenti, che hanno raggiunto i 21,8 milioni (1,2 milioni in più rispetto al 2019).

Questo trend positivo rappresenta un chiaro segnale della crescita e della stabilizzazione dell’occupazione, che trova conferma anche nell’aumento dell’intensità occupazionale, misurata dal numero medio di settimane lavorate”. Grande attenzione nella relazione del Presidente anche alla questione demografica: nel 2050 i cittadini con 65 anni e più potrebbero rappresentare fino al 35% della popolazione nazionale e questo determina la necessità di ripensare l’attuale sistema di welfare. “Occorre essere consapevoli che gli anziani, i ‘diversamente giovanì, come preferisco chiamarli, rappresentano una grande risorsa della nostra società. Un esempio evidente è il ruolo svolto dai nonni che sostengono le famiglie e si prendono cura dei nipoti”, ha concluso.

-Foto: xc3/Italpress-

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Economia

Intesa Sanpaolo presenta programma da 10 mld agli industriali torinesi

Si chiama “Il tuo futuro è la nostra impresa” il nuovo programma di Intesa Sanpaolo per le Pmi, micro-aziende, terzo settore, filiere agroalimentari e del turismo. A livello nazionale il gruppo bancario ha previsto 120 miliardi di euro fino al 2026 per accompagnare la progettualità delle piccole e medie imprese e delle aziende di minori dimensioni. Sono previsti una serie di interventi per la realizzazione degli obiettivi fissati nel Pnrr per i quali sono stati stanziati complessivamente oltre 410 miliardi di euro come annunciato dal Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. Per il Piemonte sono stati messi a disposizione 10 miliardi di euro.

Presentando l’iniziativa ad una platea di invitati dell’Unione Industriali Torino presso il grattacielo della Banca, Stefano Cappellari, direttore regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo ha dichiarato: ” *Non solo abbiamo riservato al Piemonte 10 miliardi di euro, ma accompagniamo le imprese nell’individuare gli investimenti necessari, le aiutiamo a fare formazione e ad accedere a Transizione 5.0 beneficiando di importanti crediti d’imposta. Quest’ultima è un’opportunità unica e molto attesa, ma richiede rapidità ed efficacia nella presentazione di progetti. Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione la piattaforma gratuita Incent Now e attivato un accompagnamento mirato per le aziende interessate”.

Il programma punta ad accelerare i processi di trasformazione necessari per il rinnovamento industriale, transizione energetica e digitale delle imprese, facilitando l’accesso alle nuove misure del Pnrr e intervenendo su tre ambiti prioritari: Transizione 5.0 ed energia, sviluppo estero e nuovi mercati, progresso digitale e sicurezza. “Ci sono – prosegue Cappellari – i presupposti per una ripresa degli investimenti ed anche per alimentare ulteriormente la crescita della filiera. Il tuo futuro è la nostra impresa è infatti un’opportunità anche per le piccole imprese, in particolare per quelle che sosteniamo attraverso le 86 filiere clienti in Piemonte per un totale di 4.400 aziende fornitrici”.

Per la transizione energetica, Intesa Sanpaolo ha realizzato, insieme ai propri partner e a Sace, soluzioni di finanziamento dedicate e agevolate, consulenza per l’accesso alle agevolazioni fiscali e rilascio delle relative certificazioni e formazione con la finalità di integrare competitività e sostenibilità grazie a nuovi investimenti per lo sviluppo, il risparmio e la produzione energetica volti ad un consumo efficiente. Grazie alla radicata e capillare presenza internazionale, invece, il Gruppo bancario provvede all’individuazione dei migliori settori merceologici e dei nuovi potenziali mercati per accompagnare le imprese alle esportazioni. Per le aziende che guardano a nuovi business, Intesa Sanpaolo ha messo a punto strumenti di protezione e finanziari, tra cui il nuovo Cyber Loan.

Grazie ai propri partner e ai Laboratori Esg presenti in tutta Italia, la Banca coinvolge le imprese in percorsi di formazione digitale qualificata. Tra le novità de “Il tuo futuro è la nostra impresa” c’è anche Crescita Agri, la linea di finanziamenti con durata fino a 30 anni dedicata allo sviluppo della produzione modulabile sul ciclo produttivo della filiera agroalimentare. Per questo comparto, dal 2021, Intesa Sanpaolo ha dedicato una rete nazionale con oltre mille professionisti al servizio di 84mila imprese, che ha consentito di supportare il settore con erogazioni per circa 9 miliardi di euro e di sostenere oltre 170 filiere.

Il programma è stato presentato agli imprenditori torinesi in un evento che ha coinvolto l’Unione Industriali di Torino. “La twin transition – ha dichiarato Marco Gay, presidente Unione Industriali di Torino – è la sfida che il sistema industriale nazionale e piemontese hanno davanti nel prossimo futuro. Il fatto di non essere soli e poter contare su un partner come Intesa Sanpaolo con risorse importantissime vuol dire mettere fin da ora le basi per un solido futuro per la nostra industria”.
– foto Italpress –

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Attualità

Federbeton, “Porte Aperte” alla scoperta di come nasce il cemento

Dopo la pausa estiva è ripartita l’iniziativa “Porte Aperte” di Federbeton. L’obiettivo della Federazione che rappresenta le aziende della filiera del cemento, del calcestruzzo e della prefabbricazione è portare cittadini, studenti e addetti ai lavori all’interno degli stabilimenti produttivi per far conoscere i materiali Made in Italy che stanno alla base delle costruzioni e l’impegno dell’industria per la sostenibilità. A dare il via a questa seconda fase, nel fine settimana scorso, sono state le cementerie di Rezzato-Mazzano (Heidelberg Materials), in provincia di Brescia, e quella di Trino (Buzzi Unicem), in provincia di Vercelli.

Nel pomeriggio di sabato 21 settembre tremila persone – tra autorità locali, dipendenti ed ex dipendenti con i loro familiari, clienti e fornitori e molti cittadini della zona – hanno visitato la cementeria di Rezzato (BS) e preso parte alle attività organizzate per l’occasione, tra cui molte per i più piccoli.
“Il Porte Aperte è per la nostra filiera un appuntamento chiave per creare una connessione con i territori di cui siamo parte integrante. Visitando i nostri stabilimenti, i cittadini possono vedere da vicino dove vengono prodotti i materiali fondamentali per la vita quotidiana. Prodotti il cui valore non è sempre compreso. Porte Aperte è, dunque, l’occasione per conoscere il cemento e il calcestruzzo, i processi produttivi, ma anche le persone che ogni giorno lavorano nei nostri impianti.

Durante gli eventi si parla di innovazione, sostenibilità e sicurezza, ma anche di impegno per la decarbonizzazione e di futuro”, ha dichiarato Stefano Gallini, Presidente di Federbeton, presente all’evento di Rezzato.
Il 22 settembre è stata la volta dello stabilimento Buzzi Unicem di Trino con la partecipazione di 850 visitatori. La cittadinanza, oltre a scoprire il processo produttivo del cemento, ha preso parte alle visite guidate all’interno di “AREA907”, un inedito percorso storico ed educativo realizzato grazie alla collaborazione con l’artista Giuseppe Stampone.
Il 28 settembre Porte Aperte si sposta in Molise, con l’apertura della cementeria di Sesto Campano (Colacem), in provincia di Isernia.
– Foto ufficio stampa Federbeton –

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