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Attualità

Federbeton, “Porte Aperte” alla scoperta di come nasce il cemento

Dopo la pausa estiva è ripartita l’iniziativa “Porte Aperte” di Federbeton. L’obiettivo della Federazione che rappresenta le aziende della filiera del cemento, del calcestruzzo e della prefabbricazione è portare cittadini, studenti e addetti ai lavori all’interno degli stabilimenti produttivi per far conoscere i materiali Made in Italy che stanno alla base delle costruzioni e l’impegno dell’industria per la sostenibilità. A dare il via a questa seconda fase, nel fine settimana scorso, sono state le cementerie di Rezzato-Mazzano (Heidelberg Materials), in provincia di Brescia, e quella di Trino (Buzzi Unicem), in provincia di Vercelli.

Nel pomeriggio di sabato 21 settembre tremila persone – tra autorità locali, dipendenti ed ex dipendenti con i loro familiari, clienti e fornitori e molti cittadini della zona – hanno visitato la cementeria di Rezzato (BS) e preso parte alle attività organizzate per l’occasione, tra cui molte per i più piccoli.
“Il Porte Aperte è per la nostra filiera un appuntamento chiave per creare una connessione con i territori di cui siamo parte integrante. Visitando i nostri stabilimenti, i cittadini possono vedere da vicino dove vengono prodotti i materiali fondamentali per la vita quotidiana. Prodotti il cui valore non è sempre compreso. Porte Aperte è, dunque, l’occasione per conoscere il cemento e il calcestruzzo, i processi produttivi, ma anche le persone che ogni giorno lavorano nei nostri impianti.

Durante gli eventi si parla di innovazione, sostenibilità e sicurezza, ma anche di impegno per la decarbonizzazione e di futuro”, ha dichiarato Stefano Gallini, Presidente di Federbeton, presente all’evento di Rezzato.
Il 22 settembre è stata la volta dello stabilimento Buzzi Unicem di Trino con la partecipazione di 850 visitatori. La cittadinanza, oltre a scoprire il processo produttivo del cemento, ha preso parte alle visite guidate all’interno di “AREA907”, un inedito percorso storico ed educativo realizzato grazie alla collaborazione con l’artista Giuseppe Stampone.
Il 28 settembre Porte Aperte si sposta in Molise, con l’apertura della cementeria di Sesto Campano (Colacem), in provincia di Isernia.
– Foto ufficio stampa Federbeton –

Attualità

Amazon abilita la donazione di prodotti per 10 mln a enti di beneficenza

Dall’inizio del 2023 a oggi, Amazon ha aiutato i suoi partner di vendita a donare prodotti per un valore di oltre 10 milioni di euro a organizzazioni benefiche in tutta Italia. Queste donazioni hanno dato una seconda vita agli articoli invenduti mantenendoli in uso, contribuendo a creare un’economia sempre più circolare e fornendo agli enti di beneficenza e ai loro assistiti prodotti di vario genere, dai beni di prima necessità agli articoli supplementari funzionali.
Amazon consente ai venditori terzi di donare i prodotti invenduti attraverso il programma Donazioni di Logistica di Amazon. Attraverso il programma, Amazon riesce ad eliminare le principali barriere che ostacolano la donazione da parte dei venditori, identificando gli enti di beneficenza in base ai differenti bisogni e gestendo i costi e la logistica della spedizione dei prodotti agli stessi enti.

Dal suo lancio nel 2021, Donazioni di Logistica di Amazon ha fornito supporto a 11 enti di beneficenza in Italia che aiutano persone bisognose e comunità locali in tutto il Paese. Nel 2023, Amazon ha perfezionato il programma automatizzandone ulteriormente i processi, rendendo quindi ancora più semplice e veloce per i venditori la gestione dell’inventario e la donazione su larga scala, nonchè per gli enti di beneficenza la ricezione di un maggior numero di articoli in base alla loro capacità logistica e distributiva.
“Le donazioni sono una parte fondamentale dell’impegno di Amazon a sostegno delle comunità in cui operiamo, e questo include anche la donazione di prodotti invenduti che possono essere essenziali per le persone in difficoltà”, ha commentato Mariangela Marseglia, VP e Country Manager di Amazon Italia e Amazon Spagna. “Negli ultimi anni, anche a causa dell’inflazione che ha ridotto il potere d’acquisto degli italiani, gli enti caritatevoli hanno ricevuto un numero crescente di richieste di beni di prima necessità. Siamo orgogliosi di contribuire a queste necessità promuovendo azioni che mantengono anche i prodotti in uso e riducono gli sprechi”.

Maria Chiara Gadda, Membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana, la cui campagna per il recupero e la donazione delle eccedenze è confluita nella legge 166/2016, nota come “Legge Gadda”, ha dichiarato: “Apprezzo molto l’impegno di Amazon sul fronte dell’attuazione della legge antispreco. La legge 166 è conosciuta per le donazioni alimentari, e l’esempio di Amazon è fondamentale per dimostrare che è invece applicabile ad un paniere molto più vasto di beni. Donare le eccedenze per una azienda così grande è tutt’altro che semplice, in termini di numero di referenze e di modello organizzativo. I primi risultati del programma dimostrano che ormai il percorso è avviato, grazie alla positiva rete di collaborazione che Amazon ha costruito con i suoi partner di vendita e con le associazioni benefiche”.

Il primo destinatario delle Donazioni di Logistica di Amazon è stata la sezione Monza e Brianza della LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori), alla quale i partner di vendita hanno donato prodotti per un valore di 295.000 euro tra il 2021 e il 2022 per sostenere il suo programma Child Care, che fornisce supporto alle famiglie colpite da tumori infantili.
Nel 2023, grazie all’introduzione di nuovi processi automatizzati che hanno permesso di scalare il programma, la lista dei beneficiari si è allargata a Progetto Arca, Fondazione ANT, ENPA, Hope for Ukraine, Centro Five e Banco Alimentare Piemonte. Nel 2024 si sono aggiunti anche Anteas, Cooperativa Mirafiori e Cooperativa Si Può Fare. Gli enti di beneficenza hanno ricevuto articoli che vanno da libri, giocattoli, mobili ed elettronica a prodotti tessili, abbigliamento, prodotti per l’igiene personale e integratori alimentari.

Grazie alle donazioni, gli enti di beneficenza hanno potuto rafforzare i loro progetti e sostenere meglio le persone bisognose nelle comunità locali in cui operano.
“La partecipazione al programma di donazione di Amazon ci ha permesso di ricevere articoli utili, che abbiamo accuratamente selezionato e messo a disposizione dei pazienti per l’assistenza domiciliare. E’ stato un grande aiuto per le iniziative di ANT legate alla prevenzione dei tumori e alla sensibilizzazione nelle scuole e nelle aziende. Come presidente della Fondazione ANT non posso che ringraziare Amazon, che ha scelto di essere vicino a noi e, attraverso noi, ai nostri pazienti. Peraltro evitando inutili sprechi e contribuendo all’avvio di una di quelle collaborazioni virtuose all’insegna dell’economia circolare che la nostra Fondazione si impegna da anni a promuovere nei territori in cui opera”, ha commentato Raffaella Pannuti, presidente Fondazione ANT Italia ONLUS.

“Gli articoli ricevuti hanno aiutato 293.900 beneficiari. I prodotti sono stati spediti nelle regioni più colpite dell’Ucraina – Kharkiv, Donetsk, Kherson e Mykolaiv – e sono stati utilizzati in ospedali, rifugi per sfollati, comunità locali e piccoli villaggi. La distribuzione è stata pianificata in modo strategico per raggiungere coloro che ne avevano più bisogno. Desideriamo esprimere la nostra profonda gratitudine per il sostegno ricevuto da Amazon Italia: le donazioni effettuate attraverso il programma Donazioni di Logistica di Amazon hanno avuto un impatto significativo sulle comunità colpite e stanno contribuendo a migliorare la situazione di chi si trova in condizioni difficili”, ha commentato Igor Kruglyk, referente per Hope for Ukraine del Club dei 600 sindaci ucraini.

Amazon, si legge in una nota, “ha progettato i suoi sistemi per massimizzare l’uso e il riutilizzo dei prodotti, compresi gli articoli resi e invenduti, e ridurre al minimo i rifiuti. Il principio guida è semplice e ha un impatto positivo sia dal punto di vista ambientale sia da quello economico: se un prodotto può avere uno scopo utile, Amazon mira a riutilizzarlo”.
Amazon “desidera che i suoi clienti siano completamente soddisfatti dei loro acquisti. Per questo motivo l’azienda fornisce informazioni complete sui prodotti, tra cui foto, video e recensioni dei clienti, per aiutare i clienti a prendere decisioni di acquisto più consapevoli. Tuttavia, se un cliente non è soddisfatto del suo acquisto, Amazon offre un processo di restituzione agile e veloce”.

Gli articoli restituiti vengono sottoposti a un processo di ispezione dettagliato e, se il prodotto soddisfa gli standard di alta qualità di Amazon, viene etichettato come “nuovo” e rimesso in vendita. La maggior parte dei prodotti restituiti soddisfa questo requisito e viene quindi riposizionata sugli scaffali digitali a disposizione degli altri clienti. Se un prodotto non soddisfa gli standard per essere etichettato come “nuovo”, viene sottoposto a ulteriori controlli e, a seconda delle sue condizioni, può essere rivenduto come usato attraverso Amazon Seconda Mano, oppure potrebbe essere venduto a liquidatori, restituito al fornitore o donato in beneficenza.

Le donazioni sono uno strumento importante per dare una seconda vita ai prodotti. Amazon collabora in tutta Europa con i banchi alimentari locali e altre organizzazioni no-profit che distribuiscono i prodotti donati a chi ne ha bisogno. Nel 2023 Amazon e i suoi partner di vendita hanno donato più di 160 milioni di articoli a livello globale, tra cui prodotti tecnologici, elettrodomestici e capi di abbigliamento, a enti di beneficenza in Europa e negli Stati Uniti con l’obiettivo di aiutare le persone in difficoltà.
– foto ufficio stampa Create PR –

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Siccità, Utilitalia chiede lo stanziamento di 1 mld all’anno in manovra

Nell’ultimo anno idrologico (da maggio del 2023 a maggio del 2024) la capacità idrica degli invasi principali del distretto Appennino Meridionale ha subìto una contrazione compresa tra -17% e -45% a seconda delle zone. In Sicilia, la regione più colpita dalla siccità dell’estate appena trascorsa, il volume di acqua invasato è crollato del 40%. La siccità che nel 2022 aveva colpito il Nord Italia – con un calo del 24% delle precipitazioni, a livello nazionale, rispetto alla media 1991-2020 e una disponibilità idrica scesa del 50% rispetto alla media del lungo periodo 1951-2022 – negli ultimi mesi ha interessato in particolar modo il Sud, territorio nel quale le infrastrutture sono più vulnerabili, la percentuale media di perdite di rete è più alta e la frammentazione gestionale più marcata. Il tema è al centro del Festival dell’Acqua di Utilitalia, uno fra i principali appuntamenti nazionali incentrati sui temi del servizio idrico, che prende il via oggi a Firenze.

Dal 2012 al 2022 gli investimenti nel settore sono aumentati del 227%, raggiungendo i 4 miliardi annui e i 63 euro per abitante, dato che dovrebbe salire quest’anno fino a 70 euro.
Ma il gap con la media europea – pari a 82 euro annui per abitante, che incrementa fino a 100 euro nei Paesi più virtuosi – resta ampio, soprattutto in quei territori dove non operano soggetti industriali: nelle gestioni in economia, che interessano ancora 1.465 Comuni e 7,6 milioni di cittadini (di cui il 93% al Sud), si continuano a investire mediamente appena 11 euro l’anno.

Secondo le stime di Utilitalia, di fronte alle nuove sfide poste dagli effetti dei cambiamenti climatici gli investimenti dovrebbero crescere ancora rispetto ai 4 miliardi annui attuali, per colmare il fabbisogno complessivo di settore stimato in circa 6 miliardi di euro l’anno. Oggi gran parte di questo fabbisogno è coperto dalla tariffa e il PNRR ha certamente dato un impulso su una finestra temporale che termina nel 2026 stimabile in circa 1,1 miliardi di euro l’anno: sono quindi necessarie risorse ulteriori – pari a circa 0,9 miliardi di euro l’anno – per raggiungere la quota di fabbisogno prevista per il nostro Paese. “Una volta terminati i fondi del PNRR – spiega Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia – sarà necessario un ulteriore sforzo da parte del Governo attraverso uno stanziamento strutturale in manovra di almeno 1 miliardo di euro l’anno per i prossimi 10 anni, perchè tutte le opere necessarie alla messa in sicurezza del sistema idrico nazionale non possono essere unicamente a carico delle tariffe. Parliamo di investimenti incentrati su serbatoi, invasi, riutilizzo delle acque reflue, interconnessioni tra acquedotti e riduzione delle dispersioni”.

“Sul fronte delle perdite di rete, sulle quali stiamo recuperando il lascito di tanti decenni di investimenti insufficienti, gli investimenti programmati si attestano al 27%, guidando le priorità nella pianificazione di settore rispetto a tutti gli altri indicatori monitorati da Arera. Ma ora, per uscire dalla logica emergenziale e rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico, serve un ulteriore cambio di passo”, aggiunge.

In questo quadro, Utilitalia si è fatta promotrice di una proposta di riforma del comparto idrico in quattro punti che punta alla riduzione della frammentazione, all’introduzione di parametri di verifica gestionale, al consolidamento industriale del settore e ad un approccio integrato tra i diversi usi dell’acqua. “Attraverso queste misure – continua Brandolini – siamo convinti di poter raggiungere ‘l’obiettivo 100’, arrivando a un centinaio di gestori industriali di media/grande dimensione rispetto ai circa 1.800 attuali e a un livello di investimenti di 100 euro l’anno per abitante, in linea con le migliori esperienze europee”. In definitiva “bisogna realizzare un piano straordinario di interventi volti ad assicurare la tutela della risorsa e a garantire l’approvvigionamento anche in periodi di stress climatici sempre più frequenti”.

– foto ufficio stampa Utilitalia –

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ReverseLab, i detenuti di San Vittore raccontano le emozioni con l’arte

Recuperare luoghi abbandonati e trasformarli in spazi artistici e culturali aperti al pubblico, favorendo così la relazione tra la città e il carcere. Con questa filosofia è stato inaugurato questa mattina nella Casa Circondariale di Milano San Vittore lo spazio “ReverseLab”. Inserito nell’ambito delle attività di Off Campus San Vittore, il progetto sfrutta uno spazio gestito dal Politecnico di Milano e aperto nel 2022 all’interno del carcere stesso. Così da un’ala dismessa del carcere in passato adibita a zona di isolamento del reparto di massima sicurezza è nato un laboratorio permanente di produzione artistica e culturale.

La mostra, realizzata grazie al contributo di Fondazione di Comunità Milano e in collaborazione con Forme Tentative e Philo – Pratiche Filosofiche, sarà visitabile dal 28 settembre al 28 ottobre il lunedì e il sabato in due turni, dalle 14 alle 15 e dalle 15 alle 16, dietro prenotazione.
La prima mostra presentata si intitola “Gli artisti sono quelli che fanno casino. Frammenti dal Carcere di San Vittore”.

L’installazione è stata concepita tra marzo e giugno di quest’anno nel corso di un workshop guidato dall’artista Maurice Pefura coinvolgendo circa 40 detenuti e anche agenti di polizia penitenziaria. L’opera si snoda in un lungo corridoio e si compone di centinaia di moduli di carta (in molti casi post-it) lavorati e assemblati dai detenuti. Ognuno di questi frammenti di carta crea un’immagine solo apparentemente astratta: in realtà il visitatore è accompagnato nella lettura dei pensieri e delle emozioni dei detenuti. Quindi anche messaggi semplici divengono tasselli di un mosaico dove anche una semplice silhouette dei detenuti racconta una storia vera.

Ad accompagnare il visitatore, ci sono 4 celle all’interno delle quali è possibile ascoltare le riflessioni fatte dai detenuti durante il workshop: la prima “Dèsolè maman” offre un ritratto intimo e personale dei detenuti; la seconda “Sole, dove sei?” fa scoprire cosa si prova arrivando in carcere e trascorrendovi la prima notte; la terza “Ho perso la luna” aiuta a comprendere come sia la vita nel carcere e la sensazione strana del tempo che pare non scorrere mai; la quarta “Non spegnere la luce” apre uno spaccato sul futuro, su cosa i detenuti vogliono fare una volta scontata la pena e cosa cambierebbero del carcere.

“L’ateneo nasce per rispondere ai bisogni di formazione e ricerca, ma anche di responsabilità sociale del territorio. Per i nostri docenti e i nostri studenti è quindi importante avere un’esperienza pragmatica di come si possano supportare attraverso formazione, ricerca, innovazione e attenzione al sociale comunità che sono tendenzialmente ai margini della società e del territorio urbano o in dimensioni costrette come a San Vittore”, ha affermato la rettrice del Politecnico di Milano Donatella Sciuto.

“L’arte è un mezzo molto potente, un linguaggio che consente a tutti di poter esprimere a modo proprio emozioni e sensazioni. E’ qualcosa di democratico perchè non richiede particolare formazione: ognuno di noi può esprimere se stesso – ha aggiunto – Gli stessi Off Campus sono un modo per noi del Politecnico per non restare chiusi al nostro interno andando a toccare con mano i problemi di prossimità e offrendo ai nostri studenti un’esperienza di vita”.

Il direttore della Casa Circondariale, Giacinto Siciliano, ha definito l’iniziativa “un passo importante perchè si prende uno spazio abbandonato, gli si dà un nuovo valore e significato e lo si fa coinvolgendo le persone che vivono in questa struttura”.
“Non penso che sia sufficiente perchè ci sia un vero percorso di rieducazione, però è importante che le persone si sentano protagoniste e si rendano conto di poter fare cose positive. Il nostro è un carcere di transito dove le persone stanno poco tempo: possiamo quindi dare solo degli stimoli, ma è importante farlo” , ha aggiunto sottolineando come “pur nella problematicità di una struttura sicuramente vecchia” far comprendere che se “puoi contribuire a migliorare l’ambiente, così puoi contribuire a migliorare te stesso”.

Tornado sulla relazione da mantenere viva tra Milano e il carcere, Siciliano ribadisce come sia “importante che chi sta dentro, detenuti e operatori, sentano la città come una parte vicina: è importante che la città e le persone entrino così che possano rendersi conto di cosa c’è qua dentro. Entrare in carcere vuol dire sentire i rumori, le chiavi, lasciare il telefono, passare i controlli…entrare quindi nella logica di cosa significa vivere il carcere e questo è importante altrimenti si parla di un posto senza sapere” .

“L’idea è stata quella di costruire uno spazio aperto alla relazione. Qui dentro si è lavorato sulla relazione con i detenuti per costruire l’opera d’arte arrivando ad un progetto di relazione con la città. Qui la città verrà ospitata stabilmente come spazio per l’arte contemporanea che qui ogni anno replicherà un nuovo episodio di questo lavoro artistico fatto con nuovi detenuti e un nuovo artista. E’ una rivoluzione perchè non esiste nessun carcere attivo e difficile come San Vittore che ospiti al suo interno uno spazio comunale aperto alla cittadinanza”, ha affermato Andrea di Franco del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano.

Partendo dai numerosi post-it utilizzati nell’opera (e definiti dall’artista Maurice Pefura “frammenti di vita”), Di Franco parla di un’idea “giusta per rendere diretta l’emozione e la comunicazione della stessa, una cosa complicata per le persone detenute e giovani che magari non parlano nemmeno l’italiano”. In questo modo tutti quei pezzi di carta “da voci sommesse divengono una voce potente e raccontano un’avventura corale di emozioni che si spera venga udita all’esterno”.

– foto ufficio stampa Politecnico di Milano –

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