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Cronaca

Ancona | Denuncia e sequestro armi a due guardie giurate in servizio all’aeroporto di Falconara

Questa mattina, la Divisione Polizia Amministrativa e di Sicurezza, insieme alla Squadra Mobile di Ancona, ha effettuato il sequestro delle armi in dotazione a due guardie giurate di 37 e 50 anni, entrambe italiane, che prestavano servizio presso l’Aeroporto di Falconara. L’operazione si è resa necessaria a seguito di una querela presentata da una collega, che ha accusato una delle due guardie di minacce gravi, incluse minacce di morte.

Le indagini condotte nei giorni scorsi dalla Squadra Amministrativa e di Sicurezza della Questura di Ancona hanno confermato la situazione di tensione e il clima di lavoro insostenibile che si era venuto a creare presso l’aeroporto. Le altre guardie giurate, ascoltate dagli inquirenti, hanno confermato le minacce proferite dalla collega denunciata.

Durante l’ispezione di questa mattina, la Polizia ha rinvenuto nella disponibilità di una delle due guardie giurate tre coltelli vietati, di cui due nascosti in una sorta di chiave e uno camuffato come una scheda telefonica. Per questo motivo, oltre al sequestro della pistola d’ordinanza e del titolo di servizio, la guardia è stata denunciata per violazione dell’articolo 4 della legge 110/75, poiché portava con sé armi bianche il cui possesso è vietato fuori dall’abitazione.

L’altra guardia giurata è stata invece deferita all’Autorità Giudiziaria per la mancata denuncia di detenzione, obbligatoria secondo l’articolo 38 del TULPS, poiché la sua arma è stata rinvenuta non presso il suo domicilio, ma nell’abitazione della collega con cui conviveva. Anche in questo caso, le forze dell’ordine hanno proceduto al sequestro dell’arma di servizio e alla revoca del titolo abilitante la qualifica di Guardia Particolare Giurata.

Ora sarà la Prefettura di Roma, in coordinamento con quella di Ancona, a decidere se imporre alle due guardie giurate il divieto di detenzione di armi e munizioni, visto che l’istituto di vigilanza per cui lavorano è titolato con licenza prefettizia ex art. 134 TULPS, rilasciata nella capitale.

Cronaca

Marsala (TP) | Ragazzi aggrediti e rapinati da 2 nordafricani in centro

Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha intensificato le attività di prevenzione e controllo a Marsala, su disposizione del Questore di Trapani. L’azione si è resa necessaria a seguito di un aumento degli episodi di criminalità predatoria e di aggressioni avvenute nel centro storico della città.

In collaborazione con i militari dell’Esercito Italiano, impegnati nell’operazione “Strade Sicure”, le forze dell’ordine hanno identificato circa 300 persone e 120 veicoli, elevando 15 sanzioni per violazioni al Codice della Strada.

Intervento per Rapina al Lungomare Boeo

Uno degli episodi più gravi si è verificato la notte di venerdì 13 settembre, intorno alle 00:30, quando gli agenti del Commissariato di Polizia di Marsala sono intervenuti nei pressi del lungomare Boeo in seguito a una segnalazione di rapina. Una giovane, in compagnia di due amici, è stata avvicinata da due uomini di origine nordafricana, uno dei quali ha minacciato la vittima puntandole un coltello al collo e rubandole il cellulare.

Durante la colluttazione, la ragazza ha riportato lievi ferite alle mani, causate dal coltello dell’aggressore. Grazie all’intervento rapido della Polizia e dei militari, i due responsabili sono stati individuati e denunciati per rapina aggravata.

Controlli Continuativi

Le attività di controllo sul territorio proseguiranno nelle prossime settimane, per garantire la sicurezza dei cittadini e prevenire ulteriori episodi di criminalità.

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Cronaca

Parma | Arrestate Madre e Figlia per Tentato Furto in Abitazione

Nella tarda mattinata, il personale della Polizia di Stato di Parma ha arrestato due donne, madre e figlia, sorprese mentre cercavano di introdursi in un’abitazione nel quartiere Cittadella, presumibilmente con l’intento di commettere furti o truffe ai danni di anziani. La segnalazione è giunta al 113 da un cittadino che aveva notato il comportamento sospetto delle due donne, che suonavano ai campanelli di diversi condomini senza ricevere risposta.

Una volante della polizia è intervenuta prontamente, trovando le due sospette all’interno dell’abitazione di un’anziana. Quest’ultima ha riferito che le donne avevano chiesto dei vestiti da riutilizzare come pretesto per entrare in casa, nonostante il suo rifiuto. Le sospette sono state fermate dalla polizia sul posto e, dopo aver raccolto la querela dell’anziana, sono state identificate come due cittadine italiane residenti fuori provincia, con precedenti penali per reati contro il patrimonio. Una delle due era già destinataria di fogli di via e divieti di ritorno nel comune di Parma.

Le donne sono state arrestate per violazione di domicilio e portate in Questura. Il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto l’obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza. Inoltre, il Questore di Parma ha emesso un foglio di via obbligatorio, con l’ordine di lasciare il comune di Parma e il divieto di farvi ritorno per quattro anni.

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Cronaca

Messina | Confisca di Beni per 12 Milioni di Euro ad un noto imprenditore

Negli ultimi quindici giorni, il Tribunale di Messina, su richiesta della Procura, ha disposto due provvedimenti di confisca di beni per un valore complessivo di oltre 12 milioni di euro, destinati alle casse dello Stato. L’operazione rientra nelle azioni volte a colpire i patrimoni accumulati illegalmente, uno degli obiettivi principali della Procura, che ha istituito il “Gruppo Misure di Prevenzione” per trattare queste misure, incluse quelle patrimoniali.

Primo Caso: Confisca di 12 Milioni di Euro

Nel primo caso, la Direzione Investigativa Antimafia ha confiscato i beni di un noto professionista dell’area nebroidea, coinvolto in vari procedimenti per truffa, reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio. Questo individuo, già sottoposto alla sorveglianza speciale, ha usato la sua attività professionale per costruire un sistema truffaldino basato su schemi societari falsi, ottenendo cospicui contributi pubblici, tra cui incentivi per le aree depresse. La confisca ha riguardato:

  • 9 imprese nei settori dell’assistenza fiscale, assistenza agli anziani e immobiliare
  • 7 appartamenti
  • 1 fabbricato
  • 17 terreni nelle province di Messina e Palermo
  • Decine di rapporti finanziari

Il valore complessivo dei beni confiscati è di circa 12 milioni di euro.

Secondo Caso: Confisca di 350.000 Euro

Nel secondo caso, sono stati confiscati i beni di un pregiudicato messinese, attualmente detenuto, coinvolto in numerose vicende giudiziarie dal 1992 al 2018, tra cui associazione per traffico di stupefacenti, rapina e detenzione illegale di armi. L’uomo era stato arrestato nel 2021 per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini hanno dimostrato come il suo patrimonio fosse sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. La confisca ha riguardato:

  • 6 abitazioni
  • 1 terreno agricolo
  • 5 veicoli

Il valore complessivo dei beni sequestrati è di circa 350.000 euro.

Entrambi i provvedimenti possono essere impugnati attraverso i mezzi ordinari di ricorso, e le responsabilità degli indagati saranno confermate o escluse solo al termine dei successivi gradi di giudizio.

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