Connect with us

Curiosità

Una ricerca rivela che “l’iniziale del cognome può influenzare i voti a scuola”

È comune sentirsi ingiustamente trattati quando si riceve un voto basso. Spesso, però, questa sensazione non rispecchia la realtà ed è solo un modo per evitare di affrontare le vere cause dei nostri fallimenti. Tuttavia, in alcuni casi, esistono variabili esterne allo studio e all’impegno che possono influenzare i risultati di compiti ed esami. Ad esempio, l’iniziale del nostro cognome: una recente ricerca pubblicata sulla rivista Management Science ha rivelato che chi ha un cognome che inizia con le prime lettere dell’alfabeto tende sistematicamente a ottenere voti leggermente più alti, mentre chi ha un cognome che inizia con le ultime lettere tende a ottenere voti leggermente più bassi.

Lo studio, condotto da un team di ricercatori dell’Università del Michigan, ha utilizzato i dati di una piattaforma di e-learning impiegata per le valutazioni degli esami universitari. Analizzando i risultati di oltre 30 milioni di studenti, è emersa un’associazione tra i voti ricevuti, l’iniziale del cognome degli esaminandi e l’ordine di correzione dei compiti. Di solito, la piattaforma presenta i compiti ai revisori in ordine alfabetico e solo selezionando manualmente un ordine diverso, come quello casuale o quello alfabetico ascendente, il professore può cambiare l’opzione. Questo fa sì che la maggior parte delle valutazioni venga effettuata in ordine alfabetico discendente.

I risultati hanno mostrato che, con l’opzione di default attivata, gli studenti con un cognome che inizia con una delle prime cinque lettere dell’alfabeto ottengono in media un punteggio superiore di 0,3 punti rispetto alle valutazioni effettuate in ordine casuale. Al contrario, quelli con un cognome che inizia con le ultime tre lettere ottengono in media 0,3 punti in meno. Anche tra i revisori che preferiscono iniziare la correzione dai cognomi che iniziano con le ultime lettere, si è riscontrato lo stesso fenomeno, ma in direzione opposta: voti più alti per gli ultimi cognomi e più bassi per i primi. Questo fenomeno sembra essere indipendente dalla materia esaminata, anche se è più evidente nelle discipline umanistiche e meno nelle discipline scientifiche, probabilmente a causa della maggiore soggettività di valutazione nelle prime.

Gli autori dello studio suggeriscono che la causa di questo fenomeno potrebbe essere attribuita alla stanchezza dei revisori, che valutano numerosi compiti consecutivamente. La noia e la fatica potrebbero influenzare l’oggettività dei professori, che potrebbero diventare meno obiettivi verso la fine dell’alfabeto, sovrastimando gli errori degli studenti.

Curiosità

SAI PERCHE…Il cioccolato si scioglie in bocca?

Vi siete mai chiesti come si produce il cioccolato? Qual è il processo che gli conferisce quella consistenza liscia, morbida e compatta? E perché si scioglie in bocca?

La consistenza del cioccolato è dovuta a una tecnica antica ma mai del tutto compresa: il conching, inventato in Svizzera alla fine dell’800. Il termine deriva dalla parola inglese per conchiglie, poiché la scodella utilizzata per il processo ricordava la loro forma. Il conching è una lunga lavorazione in cui cioccolato e burro di cacao vengono riscaldati, agitati e sfregati contro l’interno della ciotola, mentre si aggiungono ingredienti in un ordine preciso. Prima del conching, il cioccolato era granuloso e ruvido, più adatto a essere sgranocchiato che fatto sciogliere. Grazie a questo processo, è diventato quello che conosciamo oggi.

Ma cosa fa esattamente il conching? Elena Blanco e i suoi colleghi dell’Università di Edimburgo lo hanno spiegato in uno studio. Il processo trasforma una miscela disomogenea di particelle solide (zucchero, polvere di latte, frammenti di fave di cacao) e grassi (burro di cacao) in una sospensione liquida omogenea. Ci riesce ritardando il momento in cui nell’impasto si verifica un fenomeno detto jamming: quando si raggiunge una densità critica, il materiale diventa improvvisamente viscoso e non scorre più. Posticipando questo momento, il conching permette di ottenere una composizione altrimenti impossibile.

E perché il cioccolato si scioglie così facilmente sulla nostra lingua? La risposta è ancora una volta chimica: il cioccolato è una delle poche sostanze commestibili a fondere a circa 34 °C, appena sotto la temperatura del corpo umano. Questo rende il cioccolato una delizia che si scioglie perfettamente in bocca, regalando un’esperienza sensoriale unica.

Continua a leggere

Curiosità

SAI PERCHE’… si sente il mare nelle conchiglie?

Fin dall’infanzia ci è stato insegnato che se mettiamo una conchiglia vicino all’orecchio possiamo sentire il suono rilassante delle onde del mare che si infrangono sulla riva. Questa immagine romantica della natura ha catturato l’immaginazione di molti, ma è davvero accurata?

Quando avviciniamo una conchiglia all’orecchio, non stiamo realmente ascoltando il mare. In realtà, ciò che percepiamo è una combinazione di suoni ambientali circostanti che vengono amplificati e modificati dalla struttura della conchiglia stessa.

Il fenomeno è spiegato dalla risonanza di Helmholtz: le onde sonore dell’ambiente investono la cavità della conchiglia, creando onde di risonanza che rimbalzano tra le pareti interne. Alcune onde vengono silenziate, altre amplificate, a seconda della forma e delle dimensioni della conchiglia. Questo processo produce un suono ovattato che può ricordare il costante movimento delle onde marine.

Non è solo la conchiglia a potenziare questi suoni: oggetti cavi come bottiglie o bicchieri possono creare effetti simili. La conchiglia agisce come una sorta di cassa di risonanza che modifica e amplifica i suoni ambientali, creando l’illusione del mare.

Quindi, se ascoltiamo il suono delle onde mentre siamo al mare e usiamo una conchiglia, in realtà stiamo udendo la risonanza del suono delle onde stesse. Tuttavia, lo stesso effetto non si verifica altrove, come in città o a casa.

In definitiva, il “suono dell’oceano” che percepiamo con una conchiglia non è tanto legato alla conchiglia in sé, ma piuttosto alla sua capacità di amplificare e modificare i suoni circostanti. È un fenomeno affascinante che ci ricorda la complessità e la bellezza delle onde sonore e della percezione sensoriale.

Quindi, se volete veramente godervi il suono delle onde, niente batte l’esperienza di essere sulla costa e lasciarsi avvolgere dalla magia del mare.

Continua a leggere

Curiosità

SAI QUANTA…Uva serve per fare una bottiglia di vino?

Una bottiglia di vino da 0,75 litri, la dimensione più comune, richiede in media 1,2 kg di uva. Ma perché proprio questa misura di bottiglia? Esistono varie teorie al riguardo. La prima spiega che tutto dipendeva dalla forza polmonare degli antichi soffiatori di vetro, che riuscivano a creare bottiglie di questa capacità con un singolo fiato.

La seconda teoria ha radici nel commercio. Gli inglesi, che utilizzavano i galloni come unità di misura del volume, consideravano che una cassa di vino potesse contenere al massimo 2 galloni. Poiché una cassa poteva ospitare 12 bottiglie, ciascuna da 0,75 litri, questa misura divenne standard per motivi di tasse portuali e costi di trasporto.

Un’altra teoria suggerisce che la misura di 0,75 litri fosse ideale perché una bottiglia contiene esattamente 6 bicchieri da 125 ml, comunemente utilizzati nelle osterie. Questo permetteva agli osti di calcolare facilmente quanti bicchieri sarebbero stati serviti ai clienti in base al numero di bottiglie. L’uso del vetro per la conservazione del vino risale al XVIII secolo, quando si comprese l’importanza di questo materiale per preservare il gusto del vino.

Continua a leggere

DI TENDENZA

Riproduzione Riservata - Copyright © Gruppo ADN Italia srl - P.Iva 02265930798 - redazione@adn24.it - PRIVACY