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Tv e Spettacolo

Rai, Sergio “Fiorello? Forse andrà in radio”

NAPOLI (ITALPRESS) – Con una conferenza stampa lunga oltre due ore e mezza la Rai ha presentato questa mattina nel Centro di Produzione Rai di Napoli i palinsesti per la prossima stagione 2024 -2025. Dopo il saluto del sindaco Gaetano Manfredi e quello del governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca (che ha chiesto ai giornalisti presenti “uno sforzo di verità nel nostro Paese che oscilla fra ignavia e abuso di potere” e di “avvicinare i cittadini al mondo reale rispetto a quello virtuale pieno di frottole in cui viviamo”, ha preso la parola l’ad Rai Roberto Sergio il quale è entrato sì nel merito dell’offerta ma ha utilizzato il tempo a sua disposizione soprattutto per rivendicare i risultati del lavoro suo e degli altri dirigenti dell’attuale gestione. Partiamo, però, dai programmi. Anzi, dai personaggi. Fiorello, in primis: “Adesso è in vacanza, sul divano con la tv accesa su sport e serie tv. Quando tornerà dalla Sardegna cominceremo a ragionare” ha detto. E ha aggiunto: “Qualche timore che finisca da Simona Sala (la direttrice di Rai Radio 2, ndr) ce l’ho”, alludendo a un possibile ritorno in Rai dello showman siciliano. Poi ha osservato: “Lui fa sempre così. Fa due anni, poi si ferma e questo gli consente di ricostruire nuove idee e nuove storie”. In ogni caso “non ha intenzione di andare altrove”.
E già che si allude al Nove: “Non mi pongo il problema, non lo vedo come un concorrente della Rai”. Capitolo Stefano De Martino, chiamato a sostituire Amadeus alla conduzione di “Affari tuoi”: “Nel 2025 tornerà a condurre “Stasera tutto è possibile” e poi ci sono altri progetti su Rai 1 negli anni successivi. Ed è vero che c’è una disponibilità da parte dell’azienda a valutare, dal terzo anno di contrato, la possibilità di condurre il Festival di Sanremo” conferma. Mentre con Alessandro Cattelan la situazione è “work in progress”. Si parla, poi, di Serena Bortone: “Non c’è mai stata censura – sostiene Sergio – Le sono state fatte due proposte, una su Rai3 ed una su Rai1 che lei non ha ritenuto idonee per la sua idea di televisione. Ora ha accettato la richiesta di Simona Sala per un programma quotidiano su Rai Radio2, da settembre. E, siccome Rai Radio2 è anche visual radio, sarà anche in video”.
Ed ora i risultati di questi mesi di lavoro, quattordici dal suo incarico: “Sono stati 14 mesi intensi, difficili, straordinari dove, insieme a un gruppo di colleghi straordinari, siamo riusciti a realizzare tante cose. La Rai è un’azienda in salute, ricca di voci e di talenti, pronta ad affrontare nuove sfide. E’ stata un’esperienza complessa perchè io sono da vent’anni in Rai e prima avevo avuto altre esperienze manageriali altrove e non mi era mai capitato di vivere un assedio quotidiano come quello di questi mesi. Ho cercato di metterci sempre la faccia a difesa anche dei talent, soprattutto quelli che venivano attaccati di più. E sono soddisfatto anche se forse qualche esternazione poteva essere più cauta”. Anche i conti, assicura, sono in salute: “Siamo in linea con le previsioni e abbiamo scelto di investire di più nel prodotto. Oggi presentiamo oltre 300 titoli in soli quattro mesi”.
Allo stesso modo, assicura, procedono sia il piano industriale (“sta marciando velocemente”) sia quello immobiliare che chiuderà temporaneamente la sede Rai di viale Mazzini: “Ho firmato il contratto d’affitto per il nuovo immobile dove ci sposteremo e in tre o quattro anni viale Mazzini tornerà a nuova vita, in maniera green e sostenibile”. In particolare, nel periodo previsto la parte editoriale dell’azienda si sposterà a via Teulada, quella amministrativa all’Eur e la governance a via Asiago. Ultimo, ma non ultimo, “è stato approvato il contratto di servizio, un elemento fondante del servizio pubblico”. Insomma, Roberto Sergio respinge al mittente tutte le critiche piovute sulla Rai negli ultimi mesi, compresa quella di mancanza di pluralismo rilevata da una ricerca sostenuta dalla Commissione Europea: “Il racconto e le polemiche di chi quotidianamente cerca di azzoppare l’azienda non coincide con la realtà. Quattro stimatissimi professori universitari compilano un documento, lo portano all’Europa che ce lo rimanda dicendo ‘questa è la situazionè? Non ci sto. Noi guardiamo al sentiment del pubblico attraverso i numeri degli ascolti e attraverso il Qualitel che ci dà medie superiori all’8%. Credo si tratti più che altro della percezione di singoli giornalisti o politici e non del pubblico italiano”.
Come lui, il direttore generale Giampaolo Rossi: “Difficile, dopo l’offerta che abbiamo visto questa mattina, tra le più rare per grandezza e qualità, accettare la narrazione costruita in quest’anno. Esiste una Rai vera, con i suoi talent e 12 mila lavoratori, che è attenta alla pluralità dei racconti e firma a tempo di record il rinnovo contrattuale per i suoi dipendenti con tutte le sigle sindacali. E poi – aggiunge – esiste la Rai raccontata dai professori della Bicocca e da alcuni giornali che non corrisponde alla realtà. Quello di una Rai ideologica che censura è un racconto falso”. Rossi è in predicato, con le prossime nomine, di prendere il posto di Sergio come Ad: “Non mi sento sulla graticola per il ritardo che, però, spero venga risolto perchè la Rai ha bisogno di avere il prima possibile i nuovi vertici. Affronto la questione con grande serenità – assicura – quest’anno con Roberto abbiamo affrontato la sfida dura di mettere in sicurezza un’azienda che cominciava a scricchiolare. Chi verrà dopo non lo sappiamo, la legge prevede che siano il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Commissione di Vigilanza a decidere i nuovi vertici”.
Una parola è per la divisione per generi che finora non ha funzionato come sperato. Sia Sergio sia Rossi si dicono attendisti: “Io sono un amante delle reti e avrei immaginato anche di ritornarci ma credo valga la pensa provare a fare correttivi necessari per vedere se la riforma può funzionare» dice Sergio. Rossi concorda: “L’organizzazione per generi sta cercando di allineare la Rai sui modelli dei principali broadcaster europei. Ci sono correttivi che possono essere inseriti, ci siamo dati un anno per capire se può funzionare”.
Un commento, infine, sulle parole pronunciare da Pier Silvio Berlusconi alla presentazione dei palinsesti Mediaset lo scorso 16 luglio che per Sergio sono “a difesa degli interessi legittimi del servizio pubblico. Al di là del canone, è importante l’attenzione a quello che è il valore di un’industria che è un mercato importantissimo e tiene in piedi il sistema audiovisivo italiano. Rai e Mediaset sono due competitor ma due pilastri che giocano due partite differenti. Mediaset è un’azienda commerciale, la Rai continua a essere uno dei broadcaster pubblici in Europa. Entrambe sostengono l’intera filiera e ci vuole attenzione quando si interviene sugli aspetti normativi. Nessuno può avere interesse a indebolire Rai o Mediaset perchè sarebbe un indebolimento di tutta la filiera”.

foto: ufficio stampa Rai

(ITALPRESS).

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Sophia Loren, i 90 anni di una diva

Buon compleanno, Sophia! Parliamo naturalmente della Loren che il 20 settembre compie 90 anni. Una carriera lunga e fortunata la sua che annovera due Premi Oscar, cinque Golden Globe, un Leone d’Oro, un Grammy Award, una Coppa Volpi al Festival di Venezia, un Prix al Festival di Cannes, un Orso d’Oro alla carriera al Festival di Berlino e una stella sulla Hollywood Walk of Fame. E sì che la partenza per Sofia Costanza Brigida – questo il suo nome completo – non era stata delle migliori visto che suo padre Riccardo Mario Claudio Scicolone, pur riconoscendola, non aveva voluto sposare la madre Romilda Villani costringendola a lasciare la capitale a causa delle precarie condizioni economiche.

Sofia trascorre così l’infanzia e i primi anni dell’adolescenza a Pozzuoli finchè, grazie al denaro vinto a un concorso di bellezza cui partecipa, riesce a tornare a Roma con la madre. Ha 15 anni e quello è solo il primo di una serie di concorsi cui prenderà parte, tra cui quello di Miss Italia dove conquista la fascia di Miss Eleganza. E’ proprio in uno di questi concorsi, dov’è ospite, che nel 1951 viene notata dal produttore Carlo Ponti che le offre subito un contratto di sette anni. Sofia diventa prima Sofia Lazzaro e, poi, Sophia Loren. Inizia qui la sua lunga e fortunata filmografia.

Uno dei primi ruoli importanti è quello di Cleopatra al fianco di Alberto Sordi; seguono “Ci vediamo in galleria” e, dopo una serie di ruoli secondari, “L’oro di Napoli” di Vittorio De Sica, “Peccato che sia una canaglia” di Alessandro Blasetti (nel quale incontra per la prima volta Marcello Mastroianni) e “Miseria e nobiltà” di Mario Mattioli con Totò.
Dopo “La bella mugnaia” di Mario Camerini (con Mastroianni e De Sica), “Il segno di Venere” di Dino Risi (con Franca Valeri) e “Pane, amore e…” di Dino Risi, arriva il primo ruolo drammatico con “La donna del fiume” di Mario Soldati.

Nella seconda metà degli anni Cinquanta prende il via anche la carriera internazionale con molti film girati a Hollywood: “Orgoglio e passione” di Stanley Kramer (con Frank Sinatra e Cary Grant), “Timbuctù” di Henry Hathaway con John Wayne, il western “Il diavolo in calzoncini rosa” di George Cukor, con Anthony Quinn, “Un marito per Cinzia (1958) di Melville Shavelson, ancora con Cary Grant, solo per citarne alcuni. Divisa tra Italia e Hollywood e diretta dai più grandi registi, la Loren inizia ad affermarsi come icona del cinema italiano, ottenendo la consacrazione con “La ciociara” di Vittorio De Sica, tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia. Quando De Sica le propone il ruolo di Cesira (e non quello della figlia Rosetta al quale si era pensato inizialmente) ha solo 25 anni e, grazie ad esso, vince l’Oscar, la Palma d’Oro a Cannes, il BAFTA, il David di Donatello e il Nastro d’Argento.

Seguono altri film come “El Cid” (con Charlton Heston), “La miliardaria” (con Peter Sellers), La baia di Napoli (con Clark Gable), “Lady L” (con Paul Newman), “La contessa di Hong Kong” (con Marlon Brando e Charlie Chaplin), “Ieri, oggi, domani” (con Marcello Mastroianni), “Matrimonio all’italiana” (tratto dalla commedia “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo e sempre con Mastroianni, le regala la candidatura all’Oscar come migliore attrice protagonista), “I girasoli”, l’ultimo film con Mastroianni e la regia di De Sica, per il quale riceve il David di Donatello come migliore attrice protagonista.

Nel frattempo diventa madre: dall’unione con il produttore Carlo Ponti (che ha sposato in Messico dove lui è stato accusato di bigamia nonostante il divorzio dalla prima moglie)
nel 1968 nasce Carlo jr. che, nel 1973, è seguito da Edoardo.
La carriera della Loren prosegue senza sosta. Ricordiamo “La moglie del prete” di Dino Risi (ancora una volta con Mastroianni), “Bianco, rosso e…” di Alberto Lattuada con Adriano Celentano. “Il viaggio”, l’ultimo film in cui (con Richard Burton) è diretta da De Sica le vale un altro David di Donatello. Il sesto arriva nel 1977 con “Una giornata particolare” di Ettore Scola, al fianco di Mastroianni.

Negli anni Ottanta la Loren appare quasi esclusivamente in televisione, partecipando a diverse produzioni: “Sophia: Her Own Story” (tv movie per la tv americana tratto dal suo libro omonimo), “Madre coraggio”, “Mamma Lucia” e il remake de “La ciociara”. L’unica eccezione è il film “Qualcosa di biondo” in cui recita accanto al figlio Edoardo Ponti. Nello stesso decennio (nel 1982) un’inchiesta della Guardia di Finanza che la coinvolge insieme al marito la porta in carcere, a Caserta, per 17 giorni.
Il decennio successivo la vede con Luca De Filippo in “Sabato, domenica e lunedì”, tratto dall’omonimo lavoro di Eduardo De Filippo; in “Pret-a-Porter” di Robert Altman in cui replica l’indimenticato spogliarello di “Ieri, oggi, domani” davanti a Marcello Mastroianni; in “That’s Amore – Due improbabili seduttori” con Jack Lemmon e Walter Matthau. Gli anni Novanta si chiudono, nel 1999, con la memorabile consegna del Premio Oscar a Roberto Benigni con il regista che raggiunge il palco dell’Academy camminando sugli schienali delle poltrone.

Nel decennio successivo il successo arriva ancora dalla fiction: “Francesca e Nunziata” con Claudia Gerini e Raoul Bova e “La terra del ritorno” con Sabrina Ferilli. Nel 2002 il figlio Edoardo la dirige in “Cuori estranei”. Nel 2010 è ancora fiction con “La mia casa è piena di specchi”, ispirata al romanzo autobiografico della sorella Maria Scicolone: la Loren interpreta sua madre Romilda; e nel 2011 si affaccia per la prima volta al doppiaggio prestando la voce a Mamma Topolino nel film Disney-Pixar “Cars 2”. Nel 2020 interpreta il suo ultimo film, “La vita davanti a sè”, diretta ancora una volta dal figlio Edoardo. Per il film si aggiudica il David di Donatello per la Migliore attrice protagonista, diventando ufficialmente l’attrice più anziana ad averlo vinto: è l’11 maggio 2021 e la Loren ha 86 anni e 232 giorni.

foto: Agenzia Fotogramma

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Per i suoi 40 anni Belen si regala due programmi su Discovery

Belèn Rodriguez compie 40 anni (è nata a Buenos Aires il 20 settembre 1984) e, per l’occasione, si regala l’arrivo a nel gruppo Warner Bros e Discovery che le ha affidato due programmi: “Amore alla prova – La crisi del settimo anno” (su Real Time) e “Only Fun – Comico show” (sul Nove). “L’emozione è tanta” ha dichiarato la Rodriguez che aspettava di avere un programma tutto suo da quando, lo scorso anno, ha lasciato Mediaset. Del resto, la tv è la sua attività principale fin da quando, dopo avere lavorato come modella prima in Argentina e poi in Italia, nel 2006 esordisce come ospite nei programmi dell’emittente locale TeleBoario. L’anno dopo arriva su Rai3 con lo show comico “La tintoria” ma è solo grazie alla partecipazione alla 6° edizione de “L’isola dei famosi” che raggiunge la notorietà. Tanto che, nel 2009, Mediaset le affida la conduzione (con Claudio Amendola e Teo Mammucari) di “Scherzi a parte” e “Sarabanda” (con Mammucari).

Un passaggio in Rai per condurre con Gianni Morandi ed Elisabetta Canalis il Festival di Sanremo 2011 e Belèn torna a Mediaset dove conduce “Colorado”, “Italiàs Got Talent” e “Le Iene”. Fino, appunto, all’arrivo a Discovery.
Non solo conduttrice, però: nel 2010 la Rodriguez è nel cast di “Natale in Sudafrica” di Neri Parenti; recita, poi, in “Se sei così ti dico di sì” di Eugenio Cappuccio; e per la tv è coprotagonista dell’episodio “Il campo del vasaio” della serie “Il commissario Montalbano” e guest star della sit-com “Così fan tutte” e del primo episodio di “Don Matteo 10”. E’ anche stilista (costumi da bagno da donna), produttrice di profumi e cantante: ha pubblicato il singolo “Amarti è folle”. Sul fronte privato, Belèn è madre di due bambini: Santiago, avuto dall’ex marito Stefano De Martino, e Luna Marì, figlia dell’ex Antonino Spinalbese.

foto: IPA Agency

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Iva Zanicchi “Cantare fa molto bene e mantiene giovani”

“Sembrerà banale, ma la curiosità mi ha sempre spinto. L’amore per la gente e per il mio lavoro, la serietà inculcata dai miei genitori. Soprattutto però sono sempre stata onesta nel mio lavoro, non ho mai barato. La curiosità è insita in me e questo mi ha spinto anche a fare cose che non avrei pensato di fare, ho sperimentato tante cose oltre al canto”. Lo ha detto Iva Zanicchi, leggenda della musica italiana, intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress. L’aquila di Ligonchio, con tre trionfi la cantante donna ad aver vinto più volte il Festival di Sanremo e, tra le altre cose, prima artista italiana ad aver tenuto un concerto al Madison Square Garden, ha raccontato i retroscena di una carriera lunga e ricca di soddisfazioni, nella quale non è mancato l’impegno verso la tecnica e la forma fisica, fondamentali per garantire successo e longevità.

“Sono stata magrissima, mi tenevo in forma. Dopo aver fatto un concerto di due ore si consuma tantissimo, come fossi un atleta ero 2 kg in meno – ha sottolineato – Un possibile suggerimento è di fare ginnastica un quarto d’ora prima di cantare. Quando cantavo molto, cantavo anche sotto la doccia, in macchina, a casa mentre preparavo da mangiare. Cantare fa molto bene e mantiene giovani”, ha aggiunto.
Sul rapporto col pubblico: “E’ di amore reciproco. Ho fatto ‘Ok il prezzo è giustò, una trasmissione semplice e popolare che mi ha fatto entrare nelle case delle famiglie – ha ricordato la Zanicchi – So di essere molto amata, ma io ricambio questo amore. Sono molto disponibile, al supermercato incontro le persone e chiedo con tanta curiosità cosa fanno nella vita”. “Tendenzialmente sono pigra, voglio sforzarmi di fare le cose – ha ammesso – Rimarrei a contemplare una foglia aspettando che cada anche per delle ore. Però mi piace leggere, ascoltare musica, in questo momento quella classica, perchè mi fa tanto bene al cuore”.

E sul futuro: “Il canto mi dà sempre le maggiori soddisfazioni. Ogni tanto mi coinvolgono come opinionista, mi fanno qualche domanda, ma io sono una cantante – ha rivendicato la Zanicchi – Non posso ancora rivelare tutto, ma l’autunno e la primavera per me saranno molto appaganti”. Infine, sul suo più grande rimpianto e su un sogno da realizzare dopo una carriera eccezionale: “Il mio unico grande rimpianto è stato un’occasione persa in America. Lo staff di Dean Martin mi aveva fatto una proposta molto allettante, però volevano che imparassi l’inglese e che restassi a lungo lì, ma io avevo la bambina piccola – ha raccontato – Volevano lanciarmi sul mercato americano, quello è un rimpianto. Un sogno da realizzare? Vorrei che da un mio libro, che credo sia carino e lo hanno detto anche i critici, si potesse fare una fiction”, ha concluso l’aquila di Ligonchio.

– foto tratta da video Medicina Top –

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