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Cronaca

Pordenone | Operaio morto a 68 anni colpito da una gru: “A quell’età non si dovrebbe lavorare”

Nella giornata precedente alla Festa dei Lavoratori, una tragedia ha colpito la comunità di Fiume Veneto (Pordenone). Ivo Bellotto, autotrasportatore e operaio specializzato, aveva 68 anni, quasi 69, prossimo alla pensione. Il martedì 30 aprile, sul cantiere esterno di un allevamento di animali da cortile, in via Kennedy, ha perso la vita in un tragico incidente sul lavoro. Secondo le prime ricostruzioni, mentre operava con una gru, è stato colpito dal gancio e sbalzato dal mezzo, perdendo la vita sul colpo.

L’elisoccorso del Suem 118 è intervenuto, ma purtroppo ogni tentativo di soccorso è stato vano. Il medico legale ha confermato il decesso per arresto cardiaco traumatico. La zona è stata transennata e i familiari della vittima sono giunti sul luogo dell’incidente. Bellotto, residente a Lutrano, lascia la moglie, un figlio e una figlia. Lavorava per la ditta “Biemme costruzioni e scavi” di Fontanelle.

La procura di Pordenone ha aperto un’inchiesta, potenzialmente destinata a comprendere un’autopsia sul corpo della vittima per fare chiarezza sull’accaduto.

Questo non è stato l’unico incidente grave delle ultime ore. Lunedì 29 aprile, un operaio di 42 anni è morto colpito alla testa da un pezzo di ferro di una gru in un cantiere edile di Monza. Questi eventi hanno suscitato reazioni indignate dai sindacati, che hanno ribadito l’importanza di garantire la sicurezza sul lavoro.

Calabria

Calabria | ‘Ndrangheta: Operazione nel crotonese, 31 misure

I Carabinieri del Comando provinciale di Crotone, supportati da unità provenienti da altre province calabresi, hanno eseguito un’operazione di vasta portata che ha portato all’arresto di 31 individui legati a cosche mafiose del territorio. Il provvedimento, richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e convalidato dal Gip, prevede 15 custodie in carcere, 7 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora.

Le indagini sono iniziate dopo un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore di Cutro, rivelando una rete complessa di attività illegali tra cui estorsione, usura e traffico di stupefacenti. Questo scenario si è delineato dopo l’arresto del boss Nicolino Grande Aracri e ha messo in luce la rivalità tra la famiglia Martino, già legata a Grande Aracri, e un’altra cosca locale.

L’inchiesta, condotta attraverso intercettazioni e attività di osservazione, ha fatto emergere la capacità della famiglia Martino di esercitare il controllo sul territorio mediante intimidazioni, estorsioni e traffico di droga. Inoltre, i militari hanno documentato la disponibilità di armi da parte degli indagati, confermando l’operatività dell’associazione mafiosa in questione.

La scoperta di danneggiamenti a veicoli appartenenti a membri di spicco della famiglia Martino ha fornito ulteriori elementi per comprendere le dinamiche interne e le relazioni tra le varie cosche della provincia. Questo intervento dei Carabinieri rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.

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Cronaca

Barletta Andria Trani | Indagine “Raptor”, 6 misure cautelari

Questa mattina, un’operazione coordinata dai Carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani ha portato all’arresto di sei persone accusate di associazione a delinquere, rapina, furto e riciclaggio. L’intervento, che ha visto la partecipazione di 50 militari supportati da unità specializzate, è stato effettuato in diverse località, tra cui Andria, e ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Trani.

L’inchiesta, denominata “Raptor”, è stata avviata tra dicembre 2023 e marzo 2024, e si è concentrata su reati predatori che coinvolgevano beni di valore, come macchinari e attrezzature pesanti. Gli indagati, tutti residenti ad Andria, avrebbero operato come un’associazione ben strutturata, dotata di armi e mezzi per inibire le comunicazioni, e avrebbero messo a segno vari furti e rapine, estendendo le loro attività anche a Matera e San Benedetto del Tronto.

Le indagini hanno utilizzato una combinazione di tecniche, tra cui intercettazioni telefoniche e ambientali, monitoraggio di veicoli e osservazione diretta. Questa operazione ha permesso di documentare l’esistenza dell’associazione e di decifrare il linguaggio criptico utilizzato dai membri per comunicare. Terminologie specifiche erano impiegate per riferirsi a strumenti e azioni legate ai loro crimini, il che ha contribuito a delineare chiaramente le loro operazioni illecite.

Tra le accuse, si segnala una rapina in un’azienda di trasporti ad Andria, durante la quale gli arrestati avrebbero minacciato il custode per appropriarsi di denaro. Inoltre, sono stati effettuati furti in diverse località, con un valore complessivo di circa 400.000 euro in beni rubati, tutti recuperati e restituiti ai legittimi proprietari.

Questo intervento evidenzia l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrastare i reati predatori e garantire la sicurezza nelle comunità locali. Le indagini sono ancora in corso e i responsabili dovranno affrontare il processo per stabilire la loro colpevolezza in merito ai reati contestati, in un contesto di pieno rispetto del diritto alla difesa.

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Cronaca

Taranto | Sequestro di oltre 73.000 prodotti pericolosi per la salute

Castrovillari (CS): In auto con due chili di cocaina, arrestati

Proseguono senza sosta le attività del Gruppo di Taranto e della Compagnia di Manduria per contrastare la vendita di prodotti potenzialmente pericolosi per la salute pubblica. Recenti controlli hanno portato al sequestro di oltre 73.000 articoli in cinque esercizi commerciali situati a Taranto, Sava, San Pietro in Bevagna e Maruggio. Tra i prodotti confiscati figurano giocattoli, articoli per la pesca e bigiotteria, tutti privi delle informazioni obbligatorie previste dal “Codice del Consumo”.

Questo importante provvedimento sottolinea la necessità di garantire che i beni commercializzati sul territorio nazionale forniscano indicazioni chiare riguardanti la denominazione del prodotto, l’identità del produttore e la presenza di eventuali sostanze nocive. La mancanza di tali informazioni non solo viola le normative, ma mette anche a rischio la salute dei consumatori.

A conclusione delle indagini, i titolari delle attività interessate sono stati segnalati alle autorità competenti per le opportune azioni legali. Le indagini delle Fiamme Gialle si concentrano ora sulla disarticolazione della rete logistica e produttiva coinvolta nella distribuzione di questi beni non conformi, oltre che sul recupero dei proventi derivanti da tali attività illecite.

Il commercio di prodotti insicuri rappresenta una minaccia non solo per la salute pubblica, ma anche per il mercato legittimo, danneggiando le imprese che operano nel rispetto delle normative. Le azioni della Guardia di Finanza sono quindi fondamentali per tutelare sia i consumatori che le aziende oneste, garantendo un ambiente commerciale più sano e sicuro.

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