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Motori

IN MOTO CON IL VENTO, LE DRITTE PER GUIDARE IN SICUREZZA

Le moto sono progettate per la minore resistenza aerodinamica possibile – o meglio, lo sono le loro sezioni frontali. Quando si è in moto con il vento, come ci si difende dalle improvvise raffiche laterali? La fisica elementare (cioè quella che anche noi negati siamo in grado di comprendere) ci dice che una palla è molto più aerodinamica di un mattone. Il vento è essenzialmente molto pigro, e preferisce di gran lunga scivolare dolcemente attorno a oggetti lisci e regolari. Le moto, però, tendono a non avere una superficie liscia e regolare. La sezione frontale, più stretta e affusolata, riduce in parte il problema grazie all’utilizzo di cupolini particolarmente aerodinamici. Ma la questione si ripresenta quando si tratta di opporre minor resistenza possibile a un vento trasversale.

Passando su un ponte o su un viadotto autostradale, avrete sicuramente provato cosa voglia dire trovarsi a subire improvvise folate di vento, che vi spostano via dalla traiettoria impostata – nei casi peggiori, fino a farvi invadere la corsia opposta. Come vi comportate, in questi casi? Vi siete fatti prendere dal panico e vi siete irrigiditi sul manubrio? Oppure avete lasciato correre come se nulla fosse?

La guida durante le giornate di vento forte, magari, per voi non rappresenta una situazione di pericolo, ma è comunque un’eventualità improvvisa, da cui non bisogna farsi cogliere impreparati. Non c’è motivo, infatti, di non sapere come comportarsi. Bisogna imparare ad aspettarsi l’inaspettato, a valutare le condizioni della strada, e a capire che è molto probabile che, durante la guida, ci capiterà qualcosa di imprevisto, a cui dovremo reagire senza farci innervosire. Fa tutto parte dell’essere un motociclista.

TECNICHE PER FARE PRATICA

Se vivete in zone particolarmente soggette a repentini cambi di pressione atmosferica – come in prossimità del mare, o in alcune zone vicino alle montagne – saprete bene come possa arrivare all’improvviso una raffica di vento molto violento, capace di spostarvi letteralmente dall’altra parte della strada. La chiave, in questi casi, sta nel posizionarsi all’interno della carreggiata in modo tale da evitare che un eventuale spostamento vi faccia finire nella corsia accanto (soprattutto quando la strada ha una sola corsia per senso di marcia). Questo, di norma, significa guidare seguendo più o meno la traccia delle ruote di destra di un’auto. Occhio a non finire nel fosso però!

1.  TRAIETTORIE DA VENTO

Nelle giornate di vento, fate uno strappo alla regola, e spostatevi sul lato della corsia che è più vicino alla direzione da cui soffia il vento – quindi, se il vento proviene da destra, marciate sulla parte destra della corsia (o viceversa). In questo modo, non rischierete che le raffiche vi facciano finire fuori strada o nell’altro senso di marcia.

2. NON FATEVI FREGARE

Non tutte le raffiche sono imprevedibili: molti oggetti di grosse dimensioni possono causare le turbolenze più violente. Autotreni, grosse siepi, edifici, muri – fondamentalmente, qualsiasi oggetto di grandi dimensioni – funzionano da schermo al vento, ma quando si esce dalla loro zona di protezione (alla fine del muro, della siepe, del muso dell’autotreno), si verrà investiti da un vero e proprio muro d’aria. Imparate a “leggere” l’ambiente circostante, in modo da riuscire a prevedere le zone di turbolenza.

3. RIFLESSI PRONTI

Dal punto di vista di “cosa si può fare per controbattere”, non bisogna fare nulla di anormale. Quando siete in moto con il vento, irrigidirsi e appallottolarsi, come in preparazione ad uno scontro fisico, non serve a nulla. Basta essere pronti, e imparare a reagire alla svelta. Impratichitevi a contrastare le folate di vento, ponendo l’accento sulla rapidità ed efficacia del movimento del corpo, piuttosto che sulla sua intensità.

4. NIENTE PANICO!

In generale, ma soprattutto in questi frangenti, sulla moto bisogna stare rilassati e “fluidi”. Non concentratevi solo sulla raffica in sé, dimenticandovi di tutto il resto. Per reagire, applicate un leggero controsterzo (ovvero spingere, invece che tirare, sul semimanubrio del lato in cui si vuole curvare la moto), e premete leggermente sulla pedana interna (quella più vicina alla direzione del vento).

È possibile che lo spostamento d’aria sia così violento da causare una perdita d’aderenza delle ruote, ma anche qui è fondamentale reagire con dolcezza e rapidità, piuttosto che farsi prendere dal panico e dare uno strattone improvviso al manubrio (che potrebbe causare l’effetto opposto a quello desiderato, facendo scartare la moto di lato). Attenzione, dunque, a non strafare, perché si rischia di finire nella corsia opposta.

LE DRITTE PER GUIDARE LA MOTO COL VENTO

1. REGOLA NUMERO UNO

Per molti di noi, “rallentare” è un verbo che non esiste nel vocabolario, ma in questi casi è la soluzione più sicura, e anche quella più ovvia. Meno velocità significa meno spazio percorso lateralmente quando la raffica vi colpisce.

2. ATTENZIONE A 360 GRADI

In autostrada, in teoria, si dovrebbe avere un po’ più di margine, ma quando vi pesca la raffica maligna, bisogna guardarsi non solo dai veicoli a sinistra, ma anche da quelli a destra, davanti e dietro. Occhio anche se viaggiate in gruppo con altre moto.

3. STRADE VENTOSE

Certe strade sono tradizionalmente più ventose di altre, quindi siate preparati. Quelle di alta montagna, quelle esposte (come i viadotti) hanno pochissima protezione dal vento, e quindi aumentano le possibilità di essere colpiti. Per capirci, questo articolo è stato ispirato proprio dall’e-mail di un lettore che regolarmente viene investito dal vento forte durante l’attraversamento delle sopraelevate di Genova.

FONTE: www.superbikeitalia.it

Food

Il 5 novembre a Modena sarà svelata la 70^ edizione della Guida Michelin

Continua l’avvicinamento alla presentazione della settantesima edizione della guida Michelin Italia che si terrà il 5 novembre al Teatro Luciano Pavarotti di Modena. L’annuncio ufficiale è stato dato in occasione dell’evento “Road to 70” organizzato dalla Michelin alla Nuvola Lavazza di Torino, una cena di gala con alcuni piatti ideati e preparati dagli chef italiani premiati con le 3 stelle della celebre guida gastronomica. “Questa sera – ha dichiarato Marco Do, direttore Comunicazione e Relazioni esterne Michelin Italia – abbiamo voluto organizzare una festa speciale, una cena che non esiste in natura, con tutti i 13 chef italiani con 3 stelle che hanno cucinato 26 piatti: praticamente una cena con 29 stelle”.

Dalla star televisiva Antonino Cannavacciuolo al decano Massimo Bottura, passando per la giovane promessa Fabrizio Mellino, che ha riportato le tre stelle al sud Italia nel suo ristorante “Quattro Passi”, i cuochi hanno dato vita a un viaggio tra i sapori che celebra l’importanza che la guida Michelin rappresenta per tutto il movimento della ristorazione di qualità in Italia e nel mondo. “In occasione dei 70 anni della guida Michelin – ha continuato Marco Do – abbiamo voluto approfondire l’argomento del taste tourism, cioè il turismo enogastronomico. Parliamo di un flusso di denaro che, nel 2023, ammonta a 438 milioni di euro e si stima che per quest’anno arrivi a mezzo miliardo”.

La serata è stata, infatti, anche l’occasione per presentare alcuni risultati dello studio che Michelin ha realizzato con JFC, società che si occupa di marketing territoriale, per capire quale sia l’impatto dei flussi turistici generati dalla presenza dei ristoranti stellati. Ogni ristorante con una stella genera benefici diretti sul territorio per oltre 800mila euro che diventano oltre due milioni di euro in presenza di un ristorante con due stelle. I ristoranti che vantano le tre stelle, invece, generano un risultato pari a 6,5 milioni di euro ciascuno. Quasi il 70 percento dei gestori di hotel di qualità localizzati nei pressi di un’insegna stellata Michelin, inoltre, dichiara di avere clienti giunti in albergo proprio per recarsi in uno specifico ristorante. Lombardia, Campania e Piemonte sono le regioni che beneficiano maggiormente della presenza dei ristoranti stellati, mentre a livello provinciale Napoli precede Roma e Milano.

“Noi non vogliano appropriarci dei meriti che sono tutti dei ristoratori – spiega ancora Marco Do – ma è lecito pensare che la nostra guida, con il suo sistema delle stelle e con il suo linguaggio ormai di uso comune, influenzi buona parte di questi flussi turistici che si muovono per andare a provare ristoranti di livello grazie ai nostri consigli. Noi siamo dei fotografi: i nostri ispettori, tutti dipendenti di Michelin, provano i ristoranti in assoluto anonimato, pagano i conti e giudicano in assoluta indipendenza. La fotografia che viene fuori per il nostro Paese è estremamente interessante visto che la guida Michelin Italia ormai da anni è la seconda guida più stellata al mondo”. Oltre ai già citati chef, alla serata torinese erano presenti anche Massimiliano Alajmo, Chicco e Bobo Cerea, Mauro Uliassi, Nadia e Giovanni Santini, Heinz Beck, Riccardo Monco, Enrico Bartolini, Norbert Niederkofler, Enrico Crippa, Niko Romito.

foto: xb4/Italpress

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Motori

Arriva il Ford Ranger Plug-in Hybrid

Ford Pro fissa nuovi standard per i pickup ibridi plug-in, con la presentazione del Ranger PHEV all’IAA Transportation di Hannover. Il nuovo modello non scende a compromessi e offre le stesse caratteristiche in termini di capcità di carico, versatilità e prestazioni off road tipiche del Ranger. A queste si aggiunge ora la possibilità di guidare in modalità elettrica, rafforzando così la leadership di Ford Pro nel segmento dei pickup europei e ampliando ulteriormente la gamma di veicoli elettrici e ibridi plug-in. Con una coppia fino a 690 Nm, la più alta di qualsiasi altro Ranger attualmente in produzione, e un’autonomia in elettrico di oltre 45 km, l’ultimo modello dell’iconico pickup si arricchisce di nuovi elementi.

Il Ranger Plug-In Hybrid, inoltre, introduce una versione più potente di Pro Power Onboard, consentendo di alimentare o ricaricare dispositivi e attrezzi da lavoro, utilizzando fino a 6,9 kW direttamente dal veicolo, senza la necessità di un generatore esterno. Ford Pro presenta il nuovo modello all’IAA Transportation in un’edizione limitata, l’allestimento Stormtrak, esclusivo per il Plug-In Hybrid, in aggiunta al Wildtrak e all’XLT.
“Il nuovo Ranger PHEV offre i vantaggi dell’elettrificazione senza per questo rinunciare alla versatilità e alla capacità di carico che hanno reso il Ranger un’icona in Europa. Abbiamo ulteriormente migliorato il nostro primo pickup Plug-In Hybrid affinchè potesse continuare a essere adatto come strumento di lavoro, aggiungendo comfort, servizi connessi e la possibilità di guida in elettrico”, ha affermato Marco Buraglio, Direttore Veicoli Commerciali Ford Italia. Il Ranger PHEV sarà prodotto a Silverton, in Sudafrica, e le prime consegne sono previste dalla primavera del 2025.

Il nuovo modello si unisce all’attuale gamma Ranger a motore diesel disponibile in Europa, rendendo il pickup ancora più adatto alle diverse esigenze di chi lo utilizza. Il nuovo gruppo propulsore PHEV 2,3 combina il motore Ford EcoBoost a benzina da 2,3 litri e il cambio automatico a 10 marce con un motore elettrico da 75 kW e una batteria da 11,8 kWh (utilizzabili). I 690 Nm di coppia risultanti sono i più alti di qualsiasi altro Ranger di produzione e con 279 CV il modello PHEV produce più potenza di un Ranger 3.0-litri V6 turbodiesel. La batteria impiega meno di quattro ore per ricaricarsi, utilizzando una ricarica monofase da 16 amp che garantisce oltre 45 km di autonomia in modalità elettrica. Il Ranger PHEV offre le stesse prestazioni che hanno fatto appassionare ai Ranger con motore diesel e benzina. Chi sceglierà Ranger PHEV potrà continuare a trasportare un carico utile fino a una tonnellata, trainare fino a 3.500 kg beneficiare della sicurezza in fuoristrada offerta dall’avanzato sistema e-4WD.

Il motore elettrico consente al Ranger PHEV di utilizzare il veicolo in modalità zero emissioni, potendo scegliere quando e come utilizzare l’energia della batteria con le modalità Auto EV, EV Now, EV Later o EV Charge. Altri elementi caratteristici sono la frenata rigenerativa e la coppia aggiuntiva durante il traino, lo spostamento di carichi più pesanti o la possibilità di affrontare terreni impegnativi in fuoristrada. Ford ha anche rivisto la taratura delle sospensioni per ottenere un comfort ottimale e prestazioni sicure su strada e fuoristrada, tenendo conto del tipo di telaio e della distribuzione del peso del Ranger PHEV. Dove disponibili, le soluzioni Ford Pro Charging consentiranno di programmare la ricarica durante la notte per accedere a tariffe più economiche. In generale, Ford si aspetta che questa motorizzazione ibrida possa garantire una riduzione dei consumi di carburante rispetto al più potente motore diesel V6. La tecnologia Pro Power Onboard offre la possibilità di lavorare alimentando contemporaneamente strumenti e attrezzature ad alto assorbimento, per esempio in un cantiere, senza la necessità di un generatore. Il sistema prevede 2,3 kW di serie, che possono arrivare fino a 6,9 kW, ordinando un option specifico, con due prese da 15 amp nel cassone e 3,45 kW disponibili da ciascuna presa per soddisfare le necessità delle strumentazioni più complesse.

L’edizione di lancio Stormtrak offre una ricca dotazione di serie, che comprende elementi di design unici Stormtrak con cerchi in lega da 18 pollici, griglia a nido d’ape, prese d’aria sui parafanghi e kit di decalcomanie. Fari a LED Matrix, sistema portapacchi flessibile, Pro Trailer Backup Assist e telecamera a 360 gradi. Nuovo colore esclusivo per lo Stormtrak, il Chill Grey, che si aggiunge all’Agate Black. Abitacolo lussuoso con sistema audio B&O a 10 altoparlanti e materiali interni esclusivi. Come ogni veicolo Ford Pro, anche Ranger PHEV è supportato da una suite completa di servizi di assistenza, ricarica, software e finanziamenti flessibili per semplificare l’esperienza utente, migliorare la produttività e ridurre i costi di esercizio. L’app FordPass permette di monitorare con facilità lo stato di salute del veicolo grazie all’invio di notifiche. Per le aziende con flotte più grandi e fleet manager dedicati, lo strumento adatto per ottimizzare la produttività e ridurre i tempi di fermo del veicolo è Ford Pro Telematics.

foto: ufficio stampa Ford Italia

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Attualità

Economia | Esenzione bollo auto storiche 2024, il veicolo deve avere almeno 20 anni

Chi possiede un’auto con almeno vent’anni di età potrebbe avere diritto a significativi vantaggi fiscali, come la riduzione o l’esenzione dal pagamento del bollo auto, a condizione che il veicolo sia riconosciuto come di interesse storico o collezionistico. Questi benefici sono regolati da norme specifiche che stabiliscono requisiti chiari per la classificazione di un’auto come storica.

Perché un’auto sia considerata storica, deve avere almeno 20 anni e risultare iscritta in uno dei registri storici previsti dall’articolo 60 del Codice della Strada. Tra questi vi sono l’ASI (Automotoclub Storico Italiano), il Registro Storico Fiat, Lancia e Alfa Romeo, oltre allo Storico FMI (per le moto). L’iscrizione certifica che l’auto ha mantenuto le sue caratteristiche originali, senza modifiche rilevanti, e che è in ottimo stato di conservazione. Solo così si apre la strada ai benefici fiscali.

Le auto storiche vengono suddivise in due categorie: auto d’epoca e veicoli di interesse storico. Le prime sono vetture che non possono più circolare normalmente poiché cancellate dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA), e possono essere utilizzate solo per partecipare a manifestazioni o eventi speciali. Le auto di interesse storico, invece, possono ancora circolare regolarmente e sono soggette a revisione periodica.

Per le auto immatricolate da almeno 30 anni, l’esenzione dal pagamento del bollo auto è automatica, indipendentemente dall’iscrizione in un registro storico. Tuttavia, se l’auto viene usata regolarmente, è prevista una tassa di circolazione ridotta, che varia da regione a regione, con un costo medio di circa 30 euro. Per le auto che hanno tra 20 e 29 anni, è possibile ottenere una riduzione del 50% sul bollo, a patto che il veicolo sia iscritto in un registro storico e che il Certificato di Rilevanza Storica (CRS) sia riportato sul libretto di circolazione.

Il CRS attesta che un veicolo ha mantenuto le sue caratteristiche originali. Questo certificato è fondamentale per accedere agli sconti sulla tassa automobilistica per le auto che hanno tra 20 e 29 anni. Inoltre, il CRS può anche dare accesso a condizioni assicurative più favorevoli, con premi ridotti.

Per il 2024, le auto con oltre 30 anni di vita continueranno a beneficiare dell’esenzione dal bollo, mentre quelle con un’età compresa tra 20 e 29 anni potranno ottenere una riduzione del 50% sulla tassa, a patto di soddisfare i requisiti necessari. In alcune regioni, come la Lombardia, l’esenzione dal bollo è estesa anche ai veicoli con meno di 30 anni, purché iscritti al Registro ACI Storico.

In sintesi, il possesso di un’auto storica offre non solo vantaggi economici, ma anche la possibilità di preservare un pezzo di storia dell’automobilismo, mantenendo viva la tradizione e il valore culturale dei veicoli d’epoca.

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