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LFA Reggio sconfitta in casa 2 a 1 dalla capolista Siracusa.

Davanti a 5000 spettatori, la LFA Reggio Calabria incontra la prima sconfitta stagionale in un Granillo che ha presentato il solito colpo d’occhio ed un pubblico che rimane di categoria superiore. La capolista ha messo in evidenza certamente il ritardo nella preparazione fisica ma il match è stato deciso da un clamoroso errore di Ricci che, in uscita, ha regalato il pallone agli avversari sul risultato di 1-1, consegnando il successo agli avversari. In casa amaranto si evidenziano insieme alla buona volontà, l’assenza evidente di un attaccante, vuoti in partita causati da una precaria condizione fisica e inconsistenza sul piano strutturale. L’entusiasmo della piazza andava alimentato con almeno un altro risultato positivo che invece non è arrivato, adesso il via al tour de force che vedrà la squadra in campo per otto volte in trenta giorni.

I primi minuti di gara sono tutti di marca amaranto, possesso palla e tentativi di incursione nell’area di rigore aretusea, comunque quest’ultima ben piazzata. Ma la prima grande occasione al decimo minuto è sui piedi di Maggio che, ben servito dalla corsia sinistra, anticipa Martinez mandando però la palla sopra la traversa. Immediata la reazione della LFA Reggio Calabria. Punizione pennellata di Mungoche trova Rosseti, assist pericoloso in mezzo, ma nessuno riesce ad intervenire. Gara aperta con ripetuti capovolgimenti di fronte.

Al minuto ventidue la migliore occasione per gli amaranto è sui piedi del giovane Zucco. Assist al bacio per lui di Mungo, solo nei pressi del dischetto colpisce debolmente di piatto ed il suo tiro viene facilmente parato dall’estremo difensore Lamberti. Sei minuti più tardi ci prova ancora Zucco, questa volta dal limite dell’area, palla colpita al volo e lontana dallo specchio. Ancora LFA Reggio Calabria, questa volta con Barillà. Il centrocampista ci prova con un tiro a giro, facile l’intervento di Lamberti. E nel momento di maggiore spinta per la squadra di Trocini, un colpo di testa quasi a botta sicura di Faella trova un grandissimo Martinez pronto a respingere in angolo. Rischio grossissimo. Cresce il Siracusa nel finale di tempo e con un bellissimo tiro a giro di Aliperta, sfiora il montante. In pieno recupero gli ospiti trovano il gol del vantaggio con Maggio, bravo a staccare meglio di tutti su angolo. La prima parte si chiude con la capolista in vantaggio.

Nel secondo tempo Reggio Calabria subito aggressiva. Da un cross che sembrava innocuo di Provazza, al settimo, ci crede Cham che anticipa Lamberti. Intervento scomposto del portiere, rigore. Sul dischetto il capitano Barillà, che spiazza l’estremo difensore siciliano, 1-1. Inizia la girandola di cambi, uno per Trocini è obbligato con l’infortunio di Rosseti dentro Coppola, l’altro vede fuori l’autore del gol Barillà ed al suo posto Ricci. Ed è proprio quest’ultimo a perdere una palla sanguinosa in uscita che favorisce la ripartenza del Siracusa. Due passaggi e palla per Alma che solo davanti a Martinez non sbaglia, Siracusa nuovamente in vantaggio al ventesimo. La squadra di casa ci prova e nonostante le buone trame, è evidente l’inconsistenza offensiva, quella che non manca è la buona volontà. In pieno recupero gli amaranto reclamano un calcio di rigore. Il Siracusa chiude in dieci uomini, sfiora il 3-1 e porta a casa un successo preziossimo mantenendo la vetta della classifica.

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Poche emozioni allo Stadium, Juve-Napoli finisce 0-0

E’ finita con un pareggio senza reti l’attesa sfida della quinta giornata della Serie A, all’Allianz Stadium di Torino, tra la Juventus di Thiago Motta e il Napoli dell’ex Antonio Conte. Terzo 0-0 di fila per i bianconeri che hanno il merito di aver mantenuto ancora una volta la porta inviolata ma che stentano in avanti. Quarto risultato utile di fila per gli azzurri che, grazie a una gara in cui sono stati a lunghi tratti asserragliati in difesa, sono rimasti una lunghezza davanti ai bianconeri in classifica. Prima del fischio d’inizio, la Juventus ha celebrato il suo ex portiere Szczesny con una targa e una maglia ricordo per le 252 presenze. Sugli spalti anche Tacconi.

Settore ospiti con poche presenze, vista la decisione del Prefetto di Torino di impedire ai tifosi ospiti la trasferta a Torino per precedenti scontri tra i supporters campani e quelli del Cagliari. Nonostante la successiva sospensione decretata del Tar del Piemonte poichè gli scontri erano avvenute tra “tifoserie contendenti diverse”, all’Allianz Stadium si sono presentati in pochi esponendo uno striscione sul quale era scritta la parola “vergogna”.

In campo, invece, primo tempo molto equilibrato e avaro di emozioni, partita chiusa a lunghi tratti e pochissime occasioni degne di nota. Le più pericolose di marca partenopea, la prima al 29′ figlia di una conclusione rasoterra dalla distanza di McTominay respinta da Di Gregorio e la seconda in pieno recupero con il portiere juventino ancora attento a deviare in corner una punizione insidiosa dalla destra di Politano sulla quale Lukaku aveva coperto la visuale del numero 29 bianconero. Al 10′ della ripresa ancora Politano pericoloso con una conclusione col mancino finita di poco alta sopra la traversa. Per vedere la prima (e ultima) vera conclusione della Juventus sono invece passati 26 minuti dall’inizio del secondo tempo: da un’incursione per vie centrali di Cambiaso la palla è finita sui piedi di Koopmeiners la cui conclusione a giro con il destro è finita fuori misura.
– foto Image –

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Juric “Roma la mia squadra più forte, grande occasione”

“Da 14 anni faccio questo lavoro e Roma è la squadra più grande che abbia mai allenato. Non mi nascondo, è una grandissima occasione e quando ti capita non pensi a che tipo di contratto ti viene offerto. Vuoi solo dimostrare di poter allenare una grandissima squadra”. Queste le parole di Ivan Juric alla sua prima conferenza stampa da allenatore della Roma, in vista del match contro l’Udinese. “Ho parlato con la proprietà, che è stata molto chiara e diretta; hanno preso giovani da sviluppare e crescere. C’è una buona base di giocatori di esperienza. Hanno chiesto risultati e sviluppo dei calciatori. L’obiettivo è rientrare in Champions e rimanere lì per anni”, ha aggiunto il nuovo tecnico giallorosso, subentrato all’esonerato De Rossi.

Il suo debutto contro un’Udinese che, sottolinea Juric “sta andando forte, ha cambiato mentalità, i giocatori mi piacciono, è una delle più forti della Serie A. Sarà durissima affrontarli, sanno fare gol in tanti modi e hanno una struttura fisica impressionante”. Per quel che riguarda la sua nuova squadra, l’ex allenatore granata dice: “L’anno scorso, durante la prima fase di De Rossi, era una Roma aggressiva, ha fatto partite di grande aggressività e mi sembrava che i giocatori lo potessero fare – ha spiegato il nuovo tecnico giallorosso -. Bisogna un pò riprendere questo discorso e lavorarci, più che la forza fisica e la corsa contano la posizione, le conoscenze. Anche a Torino c’erano giocatori ‘non adattì, ma poi riuscivano con la posizione. Ho notato in questi giorni che ci vorrà un pò di tempo, ma la squadra può farlo. Può fare pressing alto, magari non tutti i 90 minuti, ma può farlo”.

Dipenderà anche dagli uomini a disposizione e Juric spera di poter contare su Zalewski. “La vicenda si sta risolvendo nel modo giusto. Il giocatore mi piace e ha ripreso ad allenarsi con la squadra. Per me può essere davvero importante per lo sviluppo di tutta la stagione”. Spazio anche per il ruolo di Paulo Dybala: “Parliamo di un giocatore intelligente, conosciamo le sue qualità, fa un ottimo lavoro anche difensivo. Fa tutte e due le fasi benissimo, io vorrei farlo giocare a destra in modo da farlo rientrare sul sinistro. Non vedo nessun problema, ha tantissima qualità. Non ha giocato per varie vicende, ma può fare coppia con Soulè senza problemi”.
– Foto Ipa Agency –

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Prima vittoria per il Venezia, Genoa sconfitto 2-0

Il Venezia supera 2-0 il Genoa nel match dello stadio “Penzo”, valevole per la quinta giornata della Serie A: decidono i gol di Gianluca Busio e Joel Pohjanpalo, che regalano il primo successo in questo campionato al team lagunare, neopromosso. Decisamente meglio la squadra allenata da Eusebio Di Francesco; passo indietro invece per quella ligure, diretta da Alberto Gilardino. La formazione rossoblù prova a partire subito forte con una conclusione di Vitinha, che però calcia troppo debolmente, mancando il bersaglio.

All’11’ arriva la riposta dei padroni di casa con Oristanio che, su suggerimento di Ellertson, lascia partire un insidioso tiro sul quale Gollini compie un grande intervento. Cinque minuti più tardi c’è lavoro per il Var, che deve intervenire su un contatto in area tra Candela e Vitinha: dopo un lungo check viene confermato un precedente fuorigioco dell’attaccante (altrimenti c’erano gli estremi per concedere un penalty). Al 22′ Frendrup ruba palla a Pohjanpalo e innesca il contropiede servendo Vitinha, che va al rito ma pecca ancora di imprecisione. Anche i ragazzi di Eusebio Di Francesco si fanno vedere in zona offensiva e al 34′ vanno vicini al gol del vantaggio con Busio che, su assisti di Svoboda, spedisce di poco fuori il suo colpo di testa.

Al termine dei tre minuti di recupero, si torna negli spogliatoi sul parziale di 0-0. In apertura di ripresa Malinosvkyi resta vittima di un bruttissimo infortunio alla caviglia ed è costretto ad abbandonare il campo a Pinamonti: si teme un lungo stop per l’ucraino. Al 58′ Marchetti assegna un calcio di rigore al Venezia per un fallo di De Winter su Busio: dal dischetto si presenta Pohjanpalo ma Gollini ipnotizza il finlandese e para il penalty.

Il gol del vantaggio dei veneti, però, è soltanto rimandato e al 63′ Gianluca Busio, con un tiro-cross, beffa un disattento Gollini e realizza l’1-0. Il Genoa prova a reagire ma a colpire sono ancora gli arancioneroverdi che, a cinque minuti dal 90′, fissano il risultato sul definitivo 2-0 con Joel Pohjanpalo. In virtù di questo successo il Venezia sale a 4 punti e abbandona l’ultimo posto in classifica; mentre il Genoa resta fermo a quota 5.
– foto Ipa Agency –

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