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Cronaca

Sicilia | Tangenti per appalti in più Comuni, 12 misure cautelari

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Una serie di funzionari pubblici di vari Comuni siciliani è stata coinvolta in un altro scandalo di corruzione, riguardante l’offerta di gioielli, denaro, olio, panettoni e promesse di assunzione per vincere gare d’appalto, ottenere rimborsi e accelerare pratiche amministrative.

L’inchiesta dei Carabinieri di Palermo ha identificato come epicentro di questo giro di tangenti il responsabile e alcuni dipendenti di una cooperativa sociale di Partinico, la quale gestisce servizi per anziani, disabili e minori, insieme a vari pubblici ufficiali corrotti. Coordinata dalla Procura di Palermo, sotto la guida di Maurizio de Lucia, l’indagine ha portato a 3 ordinanze di custodia in carcere, 6 misure di arresti domiciliari e 3 sospensioni dall’esercizio del pubblico ufficio.

Tra coloro colpiti dalle misure restrittive ci sono Giuseppe Gaglio, legale rappresentante e presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa Nido d’Argento, Massimiliano Terzo, un dipendente della cooperativa, e Gaetano Di Giovanni, dirigente del distretto socio sanitario di Agrigento nonché capo dei vigili urbani della Città dei Templi. Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Giuseppe Chiaramonte e Francesco Chiavello, dipendenti o ex dipendenti della Nido d’Argento, per l’ex sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo, per Maria Pia Falco, istruttore direttivo al Comune di Marsala, e per Aldo Raimondi, responsabile del settore Politiche Sociali e Culturali del Comune di S. Cataldo (Cl). Un sesto soggetto destinatario degli arresti domiciliari è attualmente in fuga. Inoltre, la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio è stata notificata a Maria Rita Milazzo, dirigente del Comune di Balestrate, a Michela Sclafani, funzionaria dell’ufficio direzione Politiche sociali della Città Metropolitana di Palermo, e ad Antonino Geraci, presidente della commissione aggiudicatrice della gara per l’affidamento della gestione e realizzazione “Azione A Rafforzamento dei Servizi Sociali”.

Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione, turbata libertà degli incanti e istigazione alla corruzione.

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