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PROVA HONDA CBR600RR E FIREBLADE SP: DOPPIO COLPO A PORTIMAO

Sono le 6.50 del mattino e sono ancora nel letto della mia camera all’Algarve Race Resort. Prendo il cellulare dal comodino e apro l’app del meteo, con lo stesso stato d’animo con cui si guarda la pallina girare nella roulette. Ansia, aspettativa, speranza. Io però non bramo un numero specifico per vincere una cospicua somma di denaro, bensì la previsione di un meteo clemente.

Come nel gioco d’azzardo, tuttavia, le probabilità sono contro di me: è dalla scorsa settimana che per oggi è prevista pioggia. E come nel gioco d’azzardo, puntualmente, l’aspettativa s’infrange contro la realtà: potrà esserci qualche sprazzo di sereno durante la giornata, ma pioverà. Mi alzo, vado verso la finestra e tiro la tenda. Lì in fondo vedo lo scollino più celebre dello spettacolare circuito di Portimao e c’è il sole! Peccato che contemporaneamente stia piovendo… la madre di tutte le beffe.

Dopo questo turbinio di emozioni vissuto in pochi minuti dal suono della sveglia, decido di mettere da parte quelle negative e concentrarmi sui lati positivi. Primo fra tutti, la consapevolezza che l’organizzazione Honda non è certo impreparata all’eventualità della pista bagnata, perciò hanno già equipaggiato tutte le moto con delle morbidissime e superscanalate gomme rain. Ciò significa che oggi, la prova di due delle sportive più attese e interessanti del 2024, si farà. Mi riferisco ovviamente alla CBR600RR e all’ammiraglia CBR1000RR-R Fireblade SP, per gli amici ’Blade.

IL RITORNO DELLA CBR600RR

La prima è un ritorno dal passato che molti smanettoni, me compreso, aspettavano da tempo – il segno che forse, in questo mondo, può tornare a esserci spazio anche per le 600 Supersport. Non si tratta di un modello radicalmente nuovo, ma di un aggiornamento della moto che sparì dai listini europei nel 2017: elettronica al passo coi tempi, compresa la piattaforma inerziale a sei assi, leggeri ritocchi alla ciclistica e un’estetica tutta nuova, ma che tradisce le origini per via dell’iconico scarico sottosella.

L’AMMIRAGLIA: FIREBLADE SP

La Fireblade è in un certo senso l’opposto: l’estetica è cambiata solo marginalmente rispetto al modello lanciato nel 2020, mentre da un punto di vista tecnico gli aggiornamenti sono stati pesantissimi. Nuove sospensionitelaio e motore rivisti, un inedito sistema che divide a coppie la gestione dei corpi farfallati, ABS completato con una terza modalità “Race” e nuove pinze freno Brembo Stylema R. A tutto ciò si aggiungono l’ergonomia modificata e l’attesissima, totale revisione dei rapporti. In pratica, se è vero che non si tratta di un modello completamente nuovo, si può dire che non ci vada nemmeno troppo lontano.

PROVA HONDA CBR600RR E FIREBLADE SP: WARM UP IN SUPERSPORT

Il primo approccio con Portimao in versione fradicia avviene sulla 600RR, che con i suoi “soli” 121cv rende la prospettiva un po’ più rassicurante per il mio cervello di smanettone. Ma come scopro non appena salgo in sella, non è solo questione di cavalleria.

Saranno anche passati diversi anni dall’ultima volta che ho guidato una supersport Honda, eppure mi sento quasi immediatamente a casa, con un’impostazione di guida ovviamente estrema, ma anche abbastanza spaziosa per i miei 174cm. Solo i semimanubri li avrei preferiti un poco più larghi e ancora più aperti, ma non è comunque un dettaglio sufficiente a sporcare il feeling immediato con la moto.

Prova Honda cbr600rr e Fireblade SP

I primi giri servono soprattutto come ricognizione, per scovare i tratti più insidiosi della pista, dove si formano autentici ruscelli e ampie pozzanghere, oltre che per prendere confidenza con il grip dell’asfalto. Sono già nella mappatura più aggressiva del motore, e a questi ritmi molto blandi noto un leggero effetto on-off, che prontamente appunto nel mio taccuino immaginario.

IL CARATTERE DELLA 600RR

Le altre sensazioni in arrivo dal propulsore che catturano la mia attenzione, riguardano erogazione e spinta ai medi. La prima è piuttosto pulita e lineare, salvo una leggera flessione in zona 9.500-10.000 giri, mentre la seconda è decisamente più presente di quanto avrei pensato. Forse dipenderà anche dalle bassissime aspettative che nutrivo, e di certo non voglio che pensiate che qui ci sia un’autentica e gustosa castagna ai medi, ma tra i 6 e i 9.000 giri la CBR riesce a tirarti fuori dalle curve senza mostrare un elettroencefalogramma completamente piatto.

Prova Honda cbr600rr e Fireblade SP

Una volta preso il ritmo e iniziato a ruotare il gas con più convinzione, l’on-off di cui sopra sparisce nel nulla – un chiaro segno che si tratta di un problema limitato. Segno che tra l’altro colgo inconsciamente al volo per aumentare ulteriormente il passo. In questo modo inizio veramente a godere della classica guida da 600, col motore costantemente oltre i 10.000 e un urlo di scarico che, nonostante l’Euro 5+, è ancora bello presente ed esaltante quando si tiene il gas spalancato verso la zona rossa.

Un plauso, poi, va fatto senza dubbio al cambio elettronico, con un funzionamento rapido e preciso sia in salita, sia in scalata, aiutando sia l’efficacia della guida, sia il puro e semplice piacere di tirare il collo alla moto.

PROVA HONDA CBR600RR E FIREBLADE SP: BELLA (RI)SCOPERTA

Per il secondo turno sulla 600RR entro più deciso e determinato, con l’intenzione di cogliere qualche spunto in più anche dalla ciclistica. I primi a darmi un buon riscontro sono i freni, soprattutto in termini di regolazione del nuovo ABS cornering. Ovviamente in queste condizioni le staccate non sono furiose come sull’asciutto, ma di sicuro modulabilità e potenza ci sono, mentre l’antibloccaggio non entra mai a sproposito, anche quando all’avantreno la rain inizia a muoversi come una slick non farebbe. Bisognerà riprovare a metterlo alla frusta sull’asciutto, ma trattandosi di un sistema non regolabile, già questo primo risultato è degno di essere segnalato.

Dal punto di vista della guida, non sorprende ritrovare sostanzialmente le sensazioni del precedente modello, ed è sicuramente una buona notizia. Maneggevole in pieno stile Supersport, la CBR non è mai stata e continua a non essere rapida in maniera fulminea, facendosi apprezzare più per il senso di sicurezza e stabilità che infonde in qualsiasi frangente, a prescindere dai ritmi che le si danno in pasto e da quanto siete irruenti con gli input al motore o alla ciclistica.

L’ELETTRONICA SULLA CBR600RR

In questo contesto, l’avanzato pacchetto di aiuti alla guida di cui ora dispone non fa che regalare tranquillità extra mentre le si tira il collo, anche se di certo, specie su pista asciutta, non si tratta di dotazioni essenziali su una 600 da poco più di 100cv alla ruota. Ma d’altro canto, proporla senza traction control, mappe motore e anti impennata nel 2024 sarebbe risultato quantomeno anacronistico.

Prova Honda cbr600rr e Fireblade SP

Dunque, oltre all’accenno di on-off citato all’inizio, e che probabilmente sarà percepibile più che altro nella guida stradale non troppo aggressiva, ci sono altre cose che non mi sono piaciute di questa CBR600RR?

In realtà solo una, che tra l’altro non ho nemmeno potuto provare. Mi riferisco alle gomme scelte come primo equipaggiamento, le Dunlop RoadSport 2. Più volte le abbiamo criticate per le loro scarse attitudini sportive: di sicuro dureranno più a lungo di alternative più aggressive, ma il ritorno della supersport Honda avrebbe meritato qualcosa di più indicato a esaltarne le doti ciclistiche. La buona notizia è che, trattandosi di gomme, farete sempre in tempo a cambiarle.

HONDA CBR1000RR-R FIREBLADE SP 2024: SI FA SUL SERIO

Prova Honda cbr600rr e Fireblade SP

Terminato il gustoso antipasto a base di 600RR, gli uomini Honda servono la portata principale alzando la saracinesca del box accanto. È la Fireblade SP, naturalmente anche lei equipaggiata con gomme rain.

Infilo nuovamente casco e guanti, salto in sella e mi avvio verso l’uscita dei box. Mi basta mezzo giro per apprezzare la nuova posizione di guida. Personalmente ero tra i pochissimi che non disdegnavano la postura molto bassa, distesa e caricata sull’anteriore della ’Blade 2020, ma di sicuro ora l’ergonomia è più naturale e vicina a quella delle altre supersportive, con le gambe meno raccolte e un carico sui polsi meno estremo.

Mentre resetto i riferimenti presi con la 600, cercando di sovrascriverli con quelli necessari a gestire le ben diverse velocità raggiunte dalla 1000, l’altra cosa che noto immediatamente è la grandissima maneggevolezza.

LA ‘BLADE ORA È PIÙ RAPIDA IN INSERIMENTO

Anche rispetto alla 600RR, la Fireblade è più svelta nella prima fase di inserimento in curva, quando si imposta la piega a partire dalla moto eretta. Con l’aumentare dell’angolo di piega, poi, la discesa si fa più progressiva, meno repentina, ma non in maniera tale da rallentare la manovra, quanto più che altro da renderla più precisa. Nel complesso, non credo che la RR-R 2024 diventerà improvvisamente il riferimento in termini di agilità nel campo delle race replica, ma la sensazione è che le modifiche al telaio abbiano colto nel segno per renderla più rapida.

Prova Honda cbr600rr e Fireblade SP

Tra tutte le sensazioni di fino che mi impegno a raccogliere ed elaborare, mentre alzo il ritmo fino a far scivolare costantemente il ginocchio a terra sull’asfalto bagnato, ce n’è una che è tutt’altro che fine. È un cambiamento gigantesco, radicale, impossibile da non notare: le marce sembrano avere finalmente una spaziatura sensata.

CAMBIO: MIGLIORATI I RAPPORTI

Nei rampini più stretti si arriva ancora a usare la prima, ma non è una necessità assoluta, e di certo non capita più che persino questa sia troppo lunga. Il risultato è che la CBR sale di giri con più convinzione, divora le marce con più cattiveria e, in generale, è più semplice da mantenere nella parte alta del contagiri, là dove il suo quattro in linea esprime tutta l’inebriante furia di cui è capace.

Prova Honda cbr600rr e Fireblade SP

Persino tenendomi un ampio margine di sicurezza sull’ultimo curvone prima del rettilineo, e poi giocando con le impennate che si innescano sul cambio di pendenza all’inizio dello stesso, arrivo costantemente a toccare i 299 indicati dalla strumentazione, a oltre 14.000 giri in quinta marcia. Sulla ’Blade 2020, tanto per capirci, mi sarebbe bastata la quarta.

IL RINGHIO DEL TORQUE SPLIT

Potenza e allungo di questo quattro in linea restano dunque tra i migliori in assoluto nel campo delle superbike replica. Così come l’urlo di scarico agli alti regimi, nonostante questo risulti meno sguaiato e penetrante di prima per via del nuovo silenziatore. Tuttavia, pure al netto dei rapporti più corti, il 4 in linea Honda sembra aver recuperato qualcosa anche in termini di pienezza di erogazione e spinta ai medi regimi.

Nulla di eclatante o in grado di cambiare il carattere di questo motore, ma prima di esplodere oltre i 10.000 come già faceva prima, ora prende giri con più convinzione e risponde meglio al gas anche a partire dai 6-7.000.

Prova Honda cbr600rr e Fireblade SP

A proposito di erogazione, un capitolo a parte lo merita il sistema Torque Split Control, di cui vale la pena parlare cominciando con la parte più inutile, ma anche più arrapante, del suo funzionamento: il sound. In pratica alle piccole aperture del gas, i corpi farfallati vengono azionati a coppie in maniera differenziata, con il propulsore che funziona un po’ come se fosse l’unione di due diversi bicilindrici, anziché un singolo quattro in linea.

TORQUE SPLIT CONTROL: EFFICACE IN USCITA DI CURVA

Ciò che ne risulta, in particolare quando si piega a destra e il sound di scarico si riflette sull’asfalto, è un ringhio gutturale, animalesco, che ogni singola volta mi solleva un angolo della bocca per stamparmi in faccia un ghigno compiaciuto.

Il funzionamento è apprezzabile pure in termini di guida, con una risposta dolcissima del gas a moto piegata, che permette di essere precisissimi in percorrenza e nella prima fase di uscita di curva, anche e soprattutto con la mappatura più aggressiva impostata – in cui non a caso il sistema lavora in maniera più ampia e avvertibile. Poi, quando il gas viene ruotato più a fondo, i corpi farfallati tornano a lavorare all’unisono e così il motore può esprimere tutta la sua potenza.

PROVA HONDA CBR600RR E FIREBLADE SP 2024: IN LOTTA CONTRO IL VENTO

Negli ultimi due turni, la situazione della pista migliora, con alcuni tratti che vanno asciugandosi, permettendo di spingere di più. Soggettivamente, però, è persino più difficile guidare, con curve asciutte che si alternano ad altre quasi del tutto bagnate, alcuni rigagnoli ancora ben presenti in traiettoria e qualche breve scroscio di pioggia che ogni tanto si riversa solo su parte del tracciato. Per non parlare del vento da tempesta in arrivo dall’Atlantico, che trasforma in un gioco pericoloso persino le impennate sul dritto.

Prova Honda cbr600rr e Fireblade SP

In queste condizioni mi torna molto comodo il fenomenale avantreno della Fireblade, che si conferma spettacolare per il feeling e la sicurezza che trasmette. Non posso spingermi a dire che sia effettivamente migliorato rispetto a prima grazie alle nuove Öhlins Smart EC 3.0, dato che di sicuro non l’ho sollecitato a sufficienza, ma senza dubbio non teme il confronto con nessuno.

Un discorso simile per i freni, che erano al top (nonostante i tubi in gomma) e lì restano. Il loro vero limite era l’ABS, troppo invasivo per la guida al limite in pista, e ci vorrà una prova asciutta per capire se davvero la nuova regolazione Race abbia eliminato il problema.

QUINDI, COME SONO?

È vero, il meteo portoghese è stato abbastanza una schifezza, ma nonostante questo sono sicuro di poter dire che Honda abbia fatto centro col suo doppio colpo al mondo delle supersportive per il 2024. La CBR600RR è un ritorno graditissimo, di cui io personalmente sentivo la mancanza.

E oltre a guidarsi ancora alla grande, spero che i suoi meriti si spingano anche più in là, al mercato in generale, convincendo altri costruttori (assieme a Kawasaki, che per il 2024 ha aggiornato la 636) a tornare con delle supersportive di media cilindrata, da affiancare alla recente ondata di sportive entry level.

Permettetemi poi di fare i complimenti a Honda per il prezzo super aggressivo con cui ha voluto riportare la 600 a listino: sarà anche basata su un modello di diversi anni fa, non avrà gomme di primo equipaggiamento al livello della ciclistica, ma anche così, 11.990 euro per il massimo della sportività applicata alla classe media, con in più dotazioni tecnologiche perfettamente moderne, al giorno d’oggi appaiono un vero affare.

Poi c’è lei, sua maestà Fireblade. È quasi un peccato che a Tokyo, aerodinamica a parte, abbiano scelto di non cambiarne minimamente l’estetica o quantomeno di non variare più significativamente la livrea, perché la quantità di modifiche apportate avrebbe meritato di essere più evidente sin dal primo colpo d’occhio. In pratica gli ingegneri Honda hanno preso ogni singola critica rivolta alla CBR1000RR-R dal 2020 in poi, e l’hanno affrontata di petto, introducendo tutte le novità necessarie a perfezionarla.

Abbastanza da metterla davanti a tutte le agguerritissime avversarie? Impossibile dirlo dopo averla guidata da sola per alcuni turni bagnati, ma non mi stupirebbe vederla giocarsi la vittoria sino all’ultima curva della prossima comparativa.

Prova Honda cbr600rr e Fireblade SP

Fonte:www.superbikeitalia.it

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Nuovo Tram Assist Suite di Bosch, il prossimo passo verso l’automazione

I moderni mezzi di trasporto pubblico sono sempre più importanti nelle nostre città, rendendo così più necessari che mai la loro disponibilità e, soprattutto, la loro sicurezza. Le strade dei centri urbani possono essere molto trafficate, complicando il lavoro dei conducenti dei tram. Gli incidenti che coinvolgono altri utenti della strada comportano elevati costi di riparazione per gli operatori del tram, mentre i disservizi causano insoddisfazione tra i passeggeri. A InnoTrans, fiera internazionale della tecnologia dei trasporti, Bosch Engineering presenterà i suoi nuovi sistemi di assistenza per tram che garantiscono una protezione completa e una maggiore affidabilità nel traffico urbano. L’azienda ha sviluppato un sistema di avviso di collisione frontale completamente nuovo.

A questo si aggiungono le funzioni di assistenza alla distanza, ai fianchi e alla messa a fuoco, che contribuiranno a ridurre al minimo o addirittura a prevenire gli incidenti in futuro. “Con il Tram Assist Suite, stiamo compiendo un passo in avanti. I singoli sistemi di assistenza aumentano notevolmente l’affidabilità operativa e riducono il rischio di incidenti. Forniscono un supporto fondamentale e un sollievo al personale in numerose situazioni critiche, sia alle fermate del tram sia su strade trafficate e incroci con scarsa visibilità con traffico in svolta a sinistra. I danni da incidente e i conseguenti guasti o deviazioni possono così essere significativamente ridotti”, ha dichiarato Heiko Mangold, responsabile della tecnologia ferroviaria di Bosch Engineering. Dal 2017, l’attuale sistema di avviso di collisione di Bosch Engineering supporta efficacemente i conducenti di tram di tutto il mondo nello svolgimento del loro lavoro.

Con il nuovo Tram Assist Suite, Bosch Engineering amplia la propria gamma di sistemi di assistenza per tram. Il pacchetto di assistenza modulare consente agli operatori di treni e tram urbani e ai costruttori di veicoli di scegliere le funzioni più adatte alle loro esigenze specifiche.
Il pacchetto comprende il tram forward assist system, che avverte dell’imminente collisione frontale e rileva sia i segnali sia i cartelli. Il sistema è disponibile anche in due versioni avanzate: “plus” e “extended range”. Il sistema di assistenza alla guida in prossimità del tram monitora anche la distanza ravvicinata. Il sistema emette avvisi alle fermate del tram, per esempio se i bambini attraversano davanti al tram o se ci sono persone nell’area di raccordo tra due vetture del tram (per esempio, i “coupling surfers”). Inoltre, il sistema impedisce l’apertura delle porte dal lato sbagliato e supporta il personale ferroviario fornendo misurazioni della distanza durante l’aggancio di sezioni di tram nei depositi.

L’assistenza laterale del tram ha lo scopo di prevenire le collisioni causate dai veicoli che tagliano la traiettoria del tram. Il traffico trasversale, i cambi di corsia e i veicoli che svoltano a sinistra sono le cause principali degli incidenti del tram nel traffico misto.
“Il nostro sistema di assistenza laterale avverte tempestivamente il conducente del tram di un pericolo imminente, consentendogli di adattare la guida di conseguenza e, in molti casi, di evitare l’incidente”, ha spiegato Mangold. Il sistema estende il campo di rilevamento del tram forward assist system. Un’altra causa di incidenti è la stanchezza e la distrazione del conducente del tram. Questo sistema monitora la direzione dello sguardo, le espressioni facciali e la postura del conducente, consentendogli di rilevare eventuali segni di stanchezza o distrazione, avvertendo il conducente.

Il Tram Assist Suite si basa sulla tecnologia dei sensori Bosch di ultima generazione. Un gruppo di sensori che comprende telecamere, radar, LiDAR e tecnologia a ultrasuoni consente di monitorare l’intero ambiente esterno del tram e l’abitacolo del veicolo. I dati registrati vengono elaborati da una centralina di controllo ad alte prestazioni, ottimizzate per l’uso nei veicoli ferroviari. Le moderne soluzioni di connettività supportano gli aggiornamenti over-the-air (OTA) del software del sistema tramite un’interfaccia wireless e l’integrazione di concept di manutenzione predittiva.
In quanto soluzione indipendente dagli OEM, i produttori di tram o i fornitori terzi possono integrare il Tram Assist Suite di Bosch nei nuovi tram come primo equipaggiamento pronto per l’installazione o possono installare il sistema in un secondo momento in flotte esistenti di qualsiasi età. “Soprattutto nel caso di flotte miste, l’utilizzo di una piattaforma tecnologica uniforme per tutti i tram offre notevoli vantaggi agli operatori.

Da un lato, i costi per la logistica dei ricambi e la manutenzione si riducono grazie all’uso di parti condivise, mentre dall’altro, formazione e adattamento sono ridotti al minimo, poichè i conducenti devono imparare a utilizzare il sistema di un solo produttore, trovandosi di fronte agli stessi comandi quando passano a un nuovo tram”, ha spiegato Mangold. Su richiesta del cliente, Bosch Engineering può anche agire come integratore di sistema per il retrofit. I componenti software e hardware del pacchetto di Bosch sono conformi a tutti gli standard internazionali per tram e treni urbani. Sono stati progettati specificamente per le difficili condizioni operative che si incontrano nelle operazioni ferroviarie e sono stati concepiti per essere estremamente robusti, affidabili e durevoli.

Come prossimo passo innovativo dopo il lancio del Tram Assist Suite, Bosch Engineering sta già lavorando a concept per il trasporto ferroviario urbano automatizzato del futuro. Un esempio è l’automazione del traffico nei depositi. Ciò consentirà al conducente di parcheggiare semplicemente il tram nel deposito alla fine del turno, e la funzione di automazione assumerà il controllo prima di manovrare il tram fino alla sua posizione finale nel deposito, senza alcun intervento da parte del conducente.

foto: ufficio stampa Bosch

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Iveco Bus e ZF rafforzano collaborazione sulla mobilità elettrica

Iveco Bus e ZF, leader tecnologico globale che fornisce prodotti e sistemi avanzati di mobilità per autovetture, veicoli commerciali e per la tecnologia industriale, hanno scelto il palcoscenico internazionale dell’IAA Transportation di Hannover, Germania, per far progredire la propria collaborazione nell’applicazione di soluzioni di mobilità elettrica innovative per la decarbonizzazione del trasporto passeggeri. Iveco Bus e ZF condividono il medesimo impegno nel trasformare il settore dei trasporti e guidare il cambiamento verso un futuro più sostenibile, combinando una solida competenza tecnologica nelle soluzioni di propulsione a energia alternativa come l’elettrico. La collaborazione commerciale con ZF supporterà la strategia globale di elettrificazione di IVECO BUS e lo sviluppo di una nuova architettura nativa a zero emissioni per la prossima generazione di veicoli, complementando le capacità tecnologiche.

“Questa nuova partnership dimostra il nostro impegno a collaborare con attori innovativi che ambiscono a superare i confini dell’innovazione tecnologica a supporto della transizione energetica – ha commentato Domenico Nucera, President, Bus Business Unit, Iveco Group -. L’elettrificazione è un fattore abilitante essenziale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dell’industria degli autobus: rafforzando la nostra collaborazione con ZF, leader tecnologico globale nei prodotti e sistemi di mobilità avanzata, accelereremo lo sviluppo della prossima generazione delle nostre soluzioni di mobilità elettrica”.

“Questo ulteriore passo nella nostra relazione con IVECO BUS, focalizzato sulle nostre soluzioni innovative di mobilità elettrica, sottolinea come i nostri investimenti strategici nelle tecnologie di decarbonizzazione stiano dando i loro frutti – ha affermato Peter Laier, Membro del Consiglio di Amministrazione di ZF e responsabile della divisione Soluzioni per Veicoli Commerciali -. Siamo onorati della fiducia che IVECO BUS ha riposto in noi come partner strategico per lo sviluppo di soluzioni per la mobilità elettrica. Siamo impazienti di approfondire ulteriormente la nostra relazione mentre lavoriamo insieme per fornire un trasporto passeggeri più sostenibile”.

foto: ufficio stampa Iveco Group

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Ariya ancora più accessibile con gli ecoincentivi Nissan

Nissan fa un ulteriore passo avanti nella diffusione della mobilità sostenibile, offrendo a chi acquista Nissan Ariya ecoincentivi fino a un massimo di 11.000 euro in caso di rottamazione di un veicolo usato, secondo lo schema seguente. Gli ecoincentivi Nissan sono validi su tutta la gamma Nissan Ariya e rendono il crossover coupè 100% elettrico ancora più accessibile, con prezzi a partire da 31.500 euro. Ariya è una vettura premium, massima sintesi del design e della tecnologia Nissan, in grado di percorrere più di 530 km con una sola ricarica e di scattare da 0 a 100 km/h in poco più di 5 secondi. Disponibile con due opzioni per la batteria (63kWh o 87kWh) per andare incontro alle varie esigenze dei clienti, Ariya è dotata delle tecnologie esclusive Nissan e-Pedal Step e e-4ORCE 4WD, oltre a tecnologie innovative di assistenza alla guida e connettività che offrono ai clienti una soluzione di mobilità sostenibile senza compromessi.

La versione di ingresso Engage ha una ricca dotazione tecnologica ed è disponibile con trazione 2WD e due opzioni per la batteria: 63 kWh, con 160 kW di potenza e coppia pari a 300 Nm, che garantisce fino a 404 km di autonomia; 87 kWh, con 178 kW di potenza e coppia pari a 300 Nm, per la quale l’autonomia arriva fino a 536 km.
Gli esterni sono caratterizzati da fari LED, con controllo automatico degli abbaglianti, fendinebbia anteriori e fendinebbia posteriori LED, specchietti retrovisori riscaldati a ripiegamento automatico e i cerchi in lega da 19″. Come per tutte le versioni di Nissan Ariya, l’abitacolo, comodo e spazioso, coniuga design moderno e funzionalità. I sedili ricoperti in tessuto di alta qualità sono regolabili in sei posizioni, i due display TFT da 12,3″ per cruscotto digitale e infotainment permettono di tenere sotto controllo i principali parametri della vettura e i sistemi di bordo. Ricca dotazione di tecnologie di sicurezza e assistenza alla guida, tra cui: e-Pedal Step per accelerare e rallentare la vettura usando un solo pedale, telecamera posteriore, frenata di emergenza intelligente con il riconoscimento di pedoni e ciclisti e il cruise control intelligente. E’ possibile interagire da remoto con la vettura tramite l’app NissanConnect Services, per inviare la destinazione al navigatore, regolare la temperatura dell’abitacolo, monitorare lo stato della batteria.

Durante il viaggio, grazie a un sistema di comandi vocali, è possibile chiedere informazioni sul veicolo, gestire l’itinerario di viaggio, ricercare punti di interesse, regolare la temperatura dell’abitacolo e selezionare una playlist. Ariya è il primo modello Nissan con aggiornamenti software automatici via etere (Remote Software Upgrade) (es. aggiornamento software di gestione e controllo del sistema multimediale, architettura elettrica ed elettronica, telaio, sistema di climatizzazione, impostazioni del veicolo). La versione Advance, anche questa disponibile con batteria da 63 kWh o 87 kWh, in aggiunta ai contenuti di Engage offre (elenco non esaustivo): e-4ORCE: è il più avanzato sistema di trazione integrale Nissan, costituito da due motori elettrici, uno per ogni asse, e da un sofisticato sistema che regola forza motrice e azione del freno sulle quattro ruote. e-4ORCE reagisce ai cambi di aderenza in un decimillesimo (1/10.000) di secondo, molto più velocemente dei tradizionali 4WD meccanici. Questo, unito al bilanciamento perfetto dei pesi e al sistema di controllo del telaio garantiscono sicurezza e controllo anche in caso di pioggia o neve.

La frenata rigenerativa sui due motori, anteriore e posteriore, aumenta l’efficienza della batteria e riduce il beccheggio. Il risultato è maggiore autonomia e maggiore comfort anche in caso di brusca frenata.
ProPILOT con Navi-link: mantiene la vettura all’interno della corsia e alla distanza di sicurezza dal veicolo che precede. Legge i segnali stradali e adatta automaticamente la velocità ai limiti indicati; acquisisce i dati dal navigatore e regola la velocità nelle curve o sulle rampe delle uscite autostradali. Il sistema, inoltre, può intervenire sullo sterzo per aiutare a prevenire il cambio di corsia se è presente un altro veicolo nella zona di angolo cieco. In fase di manovra in retromarcia, può azionare i freni se rileva un ostacolo in movimento nelle vicinanze. Around View Monitor: offre una vista panoramica dall’alto a 360° intorno alla vettura, molto utile in fase di manovra. Sedili anteriori riscaldabili. Volante riscaldabile.

Vetri privacy. Portellone posteriore con apertura hands-free. La versione Evolve, già disponibile sul mercato e per la quale sono confermati tutti i contenuti di prodotto, si rivolge a clienti che in una vettura cercano stile, comfort e prestazioni brillanti. Due opzioni per la batteria, trazione 2WD o integrale e-4ORCE, con potenze da 160 kW a 225 kW e autonomia che raggiunge i 525 km con una sola ricarica (con batteria 87 kWh e 2WD). L’allestimento con batteria da 87 kWh e trazione integrale e-4ORCE vanta una potenza di 225 kW (306 CV) e una coppia pari a 600 Nm che spingono la vettura da 0 a 100 km/h in soli 5,7 secondi.
In aggiunta alla versione Advance, su Evolve sono disponibili cerchi in lega da 20″, tettuccio panoramico apribile, piantone sterzo e console centrale a regolazione elettrica, Head-Up Display, impianto stereo Bose con 10 diffusori, ProPILOT Park (sistema automatico di parcheggio).

Evolve+ è la versione di Nissan Ariya senza compromessi. Una vettura dall’anima sportiva, con trazione integrale e-4ORCE, 290 kW di potenza e coppia pari a 600 Nm che le permettono di accelerare da 0 a 100 km in 5,1 secondi. Oltre a tutti gli accessori e le dotazioni della versione Evolve, Evolve+ è anche dotata di cerchi in lega da 20″ con copricerchi aerodinamici e sedili rivestiti in una preziosa nappa blu.

foto: ufficio stampa Nissan Italia

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