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Amici Animali

Gli Elefanti: Giganti Gentili della Savana e della Foresta

Gli elefanti sono tra gli animali più affascinanti e maestosi del pianeta. Con la loro imponenza, intelligenza e sensibilità, hanno conquistato l’immaginario collettivo di molte culture e continuano a suscitare meraviglia in chiunque li incontri. Appartenenti alla famiglia degli Elephantidae, esistono tre specie principali: l’elefante africano della savana, l’elefante africano della foresta e l’elefante asiatico. Ognuna di queste specie ha caratteristiche uniche che li rendono protagonisti indiscussi dell’ecosistema in cui vivono.

Caratteristiche Fisiche e Comportamentali

Gli elefanti sono i più grandi mammiferi terrestri. L’elefante africano della savana, la specie più grande, può pesare fino a 6.000-7.500 kg e raggiungere un’altezza di 3-4 metri alla spalla. Gli elefanti asiatici sono leggermente più piccoli, con un peso massimo di circa 5.000 kg e un’altezza di 2,7 metri. Una delle caratteristiche più distintive degli elefanti è la loro proboscide, un’estensione del naso e del labbro superiore che è incredibilmente versatile e potente. La proboscide è utilizzata per respirare, annusare, toccare, emettere suoni, bere e afferrare oggetti.

Gli elefanti sono anche noti per le loro grandi orecchie, particolarmente prominenti nelle specie africane. Le orecchie non servono solo per l’udito, ma sono anche essenziali per la termoregolazione: agitandole, gli elefanti possono dissipare il calore e raffreddarsi.

Dal punto di vista comportamentale, gli elefanti sono animali altamente sociali e vivono in gruppi matriarcali guidati dalla femmina più anziana. Questi gruppi sono composti principalmente da femmine e dai loro piccoli, mentre i maschi tendono a vivere da soli o in piccoli gruppi di scapoli una volta raggiunta la maturità.

Curiosità Sugli Elefanti

  1. Memoria Straordinaria: Gli elefanti sono celebri per la loro eccezionale memoria. Sono in grado di ricordare percorsi migratori, fonti d’acqua e luoghi di nutrimento anche dopo molti anni. La memoria è particolarmente utile in periodi di siccità, quando trovare acqua può fare la differenza tra la vita e la morte.
  2. Comunicazione Complessa: Gli elefanti comunicano attraverso una vasta gamma di suoni, dai potenti barriti a rumori più sottili che possono essere infrasuoni, impercettibili per l’orecchio umano ma udibili a chilometri di distanza dagli altri elefanti. Oltre alla comunicazione vocale, gli elefanti utilizzano anche il linguaggio del corpo, come il tocco della proboscide e il movimento delle orecchie, per interagire tra loro.
  3. Intelligenza e Uso di Strumenti: Gli elefanti sono riconosciuti come animali estremamente intelligenti, con un cervello di dimensioni notevoli rispetto al corpo. Sono in grado di risolvere problemi complessi, utilizzare strumenti (come rami per scacciare insetti) e persino dimostrare comportamenti altruistici. Ad esempio, sono noti per aiutare membri feriti del loro branco e per “piangere” i loro morti, mostrando segni di lutto.
  4. La Pelle Rugosa: La pelle degli elefanti, spesso spessa e rugosa, non è solo una caratteristica estetica ma ha anche una funzione pratica. Le rughe aiutano a trattenere l’acqua e il fango, che gli elefanti utilizzano per proteggersi dal sole e dai parassiti. Inoltre, la pelle è sorprendentemente sensibile: gli elefanti possono percepire vibrazioni attraverso la terra, un meccanismo che usano per rilevare minacce o comunicare con altri elefanti a distanza.
  5. Dieta Enorme: Gli elefanti sono erbivori e trascorrono la maggior parte del loro tempo a mangiare. Possono consumare fino a 150 kg di cibo al giorno, che consiste principalmente in erba, foglie, frutta, corteccia e radici. A causa delle loro dimensioni, gli elefanti hanno bisogno di vaste aree per nutrirsi e possono essere dei veri e propri “ingegneri dell’ecosistema”, modellando l’ambiente in cui vivono abbattendo alberi, creando radure e scavando pozze d’acqua.

Conservazione e Sfide

Nonostante la loro imponenza, gli elefanti sono oggi tra le specie più minacciate del pianeta. Il bracconaggio, alimentato dalla domanda di avorio, rappresenta una delle principali minacce, specialmente per gli elefanti africani. Inoltre, la perdita di habitat a causa della deforestazione e dell’espansione agricola sta riducendo le aree in cui questi animali possono vivere e nutrirsi.

Sono in atto numerosi sforzi di conservazione per proteggere gli elefanti, tra cui il rafforzamento delle leggi contro il commercio di avorio, la creazione di riserve naturali e la promozione della coesistenza pacifica tra elefanti e comunità umane.

Gli elefanti sono molto più che semplici giganti della savana e della foresta; sono esseri complessi, sociali e dotati di una profonda intelligenza. La loro sopravvivenza è fondamentale non solo per l’equilibrio degli ecosistemi in cui vivono, ma anche per il patrimonio naturale e culturale del nostro pianeta. Proteggere questi magnifici animali è una responsabilità condivisa a livello globale, che richiede impegno, consapevolezza e azioni concrete.

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Orso Polare: Tutto quello che non sai sulla figura più iconica del Polo Nord

L’orso polare è una figura iconica del Polo Nord e del Mare Glaciale Artico, ma ci sono molte curiosità che potrebbero sorprendere.

Ecco alcune cose interessanti che potresti non sapere su questo magnifico predatore:

  1. Senza rivali nella catena alimentare: L’orso polare si trova in cima alla catena alimentare dell’Artico. Non ha predatori naturali e, quindi, non viene mangiato da nessun altro animale.
  2. Non è esattamente bianco: Anche se sembra bianco, il pelo dell’orso polare è trasparente. Ogni pelo contiene una tasca d’aria che riflette la luce solare, facendoli sembrare bianchi. In realtà, la pelle dell’orso, situata sotto il pelo, è nera e aiuta a trattenere il calore del sole.
  3. Il suo fegato è pericoloso: Il fegato dell’orso polare contiene così tanta vitamina A che può essere letale per gli esseri umani. Questo è il motivo per cui gli Inuit ed altri popoli indigeni evitano di mangiare il fegato dell’orso polare.
  4. Un nuotatore eccezionale: Grazie alle zampe palmate, l’orso polare può nuotare fino a 10 chilometri all’ora, superando la velocità di molti nuotatori umani. Inoltre, può resistere fino a nove giorni consecutivi di nuoto.
  5. Invisibile alle telecamere a infrarossi: L’orso polare può sembrare invisibile quando è visto attraverso telecamere a infrarossi. Questo avviene a causa delle proprietà radiative del suo pelo, che non permettono la perdita di calore e quindi non possono essere rilevate dai sensori infrarossi.

Queste curiosità svelano un lato affascinante e sorprendente di uno degli animali più iconici del mondo.

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Purina insieme a Fridàs Friends per la Pet Therapy al Fatebenefratelli

Purina, azienda leader in Europa nella cura dei pet, sostiene Fridàs Friends nello svolgimento delle attività di IAA (Interventi Assistiti con gli Animali), più comunemente conosciuti come Pet Therapy, presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, un polo di eccellenza nel panorama sanitario italiano e rinomato per la sua dedizione alla cura e al benessere dei pazienti.
Con l’obiettivo di concretizzare il suo impegno nel migliorare la vita delle persone in stato di vulnerabilità grazie ai benefici derivanti dal legame uomo-pet, Purina collabora al fianco di Fridàs Friends, che da quasi 10 anni offre supporto ai bambini in cura e alle loro famiglie, nello sviluppo del progetto “Quattro zampe in corsia” presso la Casa Pediatrica dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano.

Così Purina si affianca a due realtà che da anni si prendono cura delle persone fragili grazie agli Interventi Assistiti con gli Animali, con l’aiuto di cani, e ora anche gatti, in una città come Milano, che negli anni si è dimostrata particolarmente sensibile ai temi della promozione di spazi sempre più pet friendly e della valorizzazione del ruolo positivo che gli animali da compagnia hanno nella società.
A supporto degli Interventi Assistiti con gli Animali di Fridàs Friends, presso l’Ospedale Fatebenefratelli, per intrattenere i piccoli pazienti Purina ha sviluppato un opuscolo in cui i protagonisti sono proprio gli animali da compagnia. I contenuti si ricollegano alla campagna educativa A Scuola di Petcare di Purina e hanno un duplice obiettivo: fornire passatempi e attività divertenti che i bambini possono svolgere durante la degenza e al contempo informarli sul mondo degli animali da compagnia e su come essere un futuro pet owner responsabile.
La consapevolezza del ruolo positivo dei pet in situazioni di vulnerabilità e disagio psicofisico è ormai ampiamente diffusa.

Come emerso da un’indagine condotta da Bva Doxa per Purina, oltre 8 persone su 10 riconoscono l’importanza dei pet in queste situazioni, in quanto capaci di alleviare lo stress, di agire positivamente sull’umore, sulla capacità di sviluppare legami emotivi e di aiutare a superare traumi e situazioni difficili. Ma non è solo una percezione, perchè gli interventi assistiti con gli animali (IAA) sono una pratica sempre più riconosciuta anche a livello scientifico e per questo motivo regolamentate da Linee Guida Nazionali dal 2015.
Al fine di tutelare la salute dei pazienti e il benessere dei pet, le Linee Guida definiscono gli standard operativi per la corretta applicazione di questi interventi e danno indicazioni sui compiti e le responsabilità delle molteplici figure professionali e degli operatori coinvolti in questo tipo di iniziative, che devono avere una preparazione e una formazione specifiche.
Queste regole rispecchiano la necessità di costruire le attività su criteri scientifici e di applicare protocolli strutturati che verifichino la corretta somministrazione della pratica in tutte le sue fasi.

“Il supporto agli Interventi Assistiti con gli Animali per Purina – si legge nella nota – è un tassello naturale all’interno dei propri impegni, in particolare nell’ambito dei programmi di sensibilizzazione e miglioramento della vita delle persone grazie al rapporto uomo-pet. Attraverso gli “impegni oltre la ciotola”, volti a promuovere una vita migliore per i pet, le persone e la salute del Pianeta, l’azienda concretizza il proprio commitment per fornire un’educazione sul possesso responsabile dei pet che aiuti gli animali da compagnia e le persone a condurre una vita felice insieme. Tra i progetti di sostenibilità sociale, “A scuola di PetCare” insegna ai più giovani come imparare a relazionarsi in maniera consapevole con i pet, mentre il progetto “Pets at Work” ha l’obiettivo di sensibilizzare sull’impatto positivo della relazione uomo-pet anche sul posto di lavoro”.

“Noi di Purina crediamo fortemente nei benefici e nell’importanza del rapporto uomo-pet per arricchire e migliorare la nostra vita – dice Rafael Lopez, Regional Director Italia e Sud Europa di Purina -. Per questo motivo abbiamo deciso di sostenere un progetto concreto che prevede l’integrazione degli animali da compagnia a beneficio dei pazienti più giovani in situazioni vulnerabili. In questo percorso siamo affiancati da partner di valore e strutture di eccellenza, che come noi credono fortemente che insieme ai pet la vita è migliore. Il supporto all’Ospedale Fatebenefratelli e al progetto di Fridàs Friends è solo l’inizio di un percorso molto più ampio che desideriamo e abbiamo l’obiettivo di intraprendere anche in altre città”.

“Gli interventi assistiti con gli animali sono una modalità di cura e attenzione al paziente moderna, attuale e riconosciuta, della quale abbiamo avuto l’opportunità di toccare con mano il valore in questi anni – sostiene Luca Bernardo, Direttore Dipartimento Medicina dell’Infanzia dell’Età evolutiva e della Medicina di Genere dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano -. E’ un potentissimo mezzo per aiutare le persone in stato di vulnerabilità a superare momenti difficili e anche spesso dolorosi, che ci permette di strutturare una terapia che va oltre al farmaco e che punta a raggiungere un migliore benessere psicofisico per i nostri pazienti. Da 10 anni, con il prezioso supporto di Fridàs Friends, crediamo nel valore e nell’importanza di associare alle cure farmacologiche un supporto al paziente più psicologico ed emozionale ed è per noi un grande onore accogliere Purina in questo percorso”.

“Da ormai 9 anni siamo presenti presso Casa Pediatrica a Milano e abbiamo il privilegio di aiutare tantissimi bambini e ragazzi con patologie diverse grazie ai nostri amici a quattro zampe. Dopo anni di pet therapy con i cani, di recente abbiamo accolto anche i gatti così da poter supportare e aiutare sempre più bambini e ragazzi mostrando l’impatto positivo che gli animali da compagnia possono avere sulle persone grazie alla relazione che si instaura”, sottolinea Mario Colombo, presidente della Onlus Fridàs Friends.

– foto ufficio stampa Havas PR –

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SAI CHE…1.500 anni fa la volpe era un animale da compagnia?

Sembra che 1.500 anni fa, in Argentina, la volpe potesse essere stata considerata un animale da compagnia tanto quanto il cane lo è oggi. Uno studio recente ha rianalizzato i resti di una volpe morta durante quel periodo, scoperta in una sepoltura vicino a resti umani in provincia di Buenos Aires. Questo suggerisce che le volpi potessero condividere la vita quotidiana con le società di cacciatori-raccoglitori locali.

La volpe in questione, una Dusicyon Avus, vissuta circa 600-800 anni prima che i cani domestici arrivassero in Patagonia, sembra non fosse un semplice predatore, ma un compagno per gli umani. Non ci sono segni che l’animale sia stato utilizzato come cibo; al contrario, il suo stato di conservazione indica che è stato sepolto volontariamente, forse insieme ai resti umani.

Analizzando gli isotopi nelle ossa della volpe, i ricercatori hanno scoperto che la sua dieta includeva cibi consumati dagli abitanti umani della zona, come il mais. Questo suggerisce che le volpi potessero essere state nutrite dagli umani o che si nutrissero dei loro rifiuti, indicando una convivenza ravvicinata.

Questo studio non è un caso isolato. In passato, sono stati trovati resti di volpi accanto a tombe di cacciatori-raccoglitori in altre parti della provincia di Buenos Aires, suggerendo che questa relazione tra uomo e volpe potesse essere una pratica comune in quei tempi antichi.

In un mondo in cui spesso consideriamo il cane come il miglior amico dell’uomo, questa ricerca ci offre uno sguardo affascinante su un’epoca in cui la volpe potrebbe aver svolto un ruolo simile nella vita delle persone.

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