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Sport

Furlani “Oggi l’era Tentoglou, spero arrivi la mia”

Sorridente e soprattutto riposato (“ho dormito parecchio, ieri avevo dato talmente tanto che ero distrutto, avevo il cervello a pezzi”), Mattia Furlani sta iniziando a realizzare: un bronzo olimpico nel salto in lungo a 19 anni è tanta roba. “E’ successo qualcosa di assurdo – confessa quasi timidamente a Casa Italia, dove è stato celebrato per il grande risultato ottenuto – Sono anche entrato nei social per rivedermi milioni e milioni di volte, è un’emozione vedere quello che è successo ieri, il momento più bello della mia vita”. Tanti i messaggi di supporto e congratulazioni (“mi fa molto piacere, sono riuscito a trasmettere quello che volevo”) per il Miles Morales italiano, figlio d’arte: papà Marcello ha un passato nel salto in alto, la mamma Kathy Seck è un ex velocista e oggi gli fa da allenatrice. “Il potenziale genetico ce l’ha, però accompagnato a quello ci vuole allenamento e determinazione – ammette quest’ultima – Mattia è sempre stato un ragazzo determinato e il suo percorso è stato studiato, è stato progettato e poi anno dopo anno con la crescita sta ottenendo questi risultati. E’ stata veramente una stagione intensa, la ciliegina sulla torta l’abbiamo messa ieri alle Olimpiadi”.
“Ho avuto la fortuna di essere costruito in modo tale che ero indirizzato per volare grazie alla mia famiglia – conferma Mattia – E piano piano, esperienza dopo esperienza, siamo arrivati fino a qua”. Vicecampione del mondo indoor e vicecampione europeo, con i suoi 19 anni sa che il futuro può essere suo. “Sono consapevole di quanto margine c’è di miglioramento e della crescita biologica effettiva che ci sarà da qui a 24 anni, cambieranno tre miliardi di cose, ci sarà una crescita importantissima ma ora preferisco parlare di presente”. Un presente che però appartiene ancora a Miltiadis Tentoglou, che ha rifiutato di fare il portabandiera della Grecia per non perdere due giorni di allenamento e che ieri ha bissato l’oro olimpico di Tokyo. Il greco, che è anche campione mondiale ed europeo in carica, si è però complimentato con Furlani. “E’ impressionante – ammette – Ritengo che questa sia la sua epoca, sta vincendo tutto, far parte di un’epoca del genere è qualcosa di bellissimo, spero che a mano a mano riesca a creare la mia di epoca”. Infine un pensiero per Tamberi, che l’ha definito un fenomeno. “Una bella responsabilità – sorride ancora il neo bronzo olimpico – L’ho sempre visto come un idolo, non abbiamo ancora avuto modo di sentirci direttamente ma sono sicuro che lo faremo”.
– foto Ipa Agency –

Sport

Il Torino batte il Verona e vola in vetta

Prosegue il grande avvio di stagione del Torino, che resta imbattuto nella gestione griffata Paolo Vanoli: 3-2 all’Hellas Verona, in dieci dal 21′, e vetta solitaria per una notte in una Serie A tinta (anche) di granata. Una vittoria che regala nuove certezze al tecnico, costretto a rinunciare dall’inizio all’acciaccato Saul Coco: il suo attacco gira alla perfezione, con tutti e tre i centravanti schierati (Zapata, Sanabria e Adams) in gol. L’inizio è molto equilibrato al Bentegodi e serve una giocata individuale per sfondare, col vantaggio del Toro: tacco di Duvan Zapata e Sanabria non sbaglia a tu per tu per Montipò.

Siamo al 10′ e bastano due minuti per lo spettacolare pari di Kastanos che, su azione da corner, riceve da Lazovic e scaglia un imparabile sinistro per l’1-1. La gara prosegue a ritmi altissimi e vive la sua svolta definitiva al 21′, quando Dawidowicz sgomita su Sanabria e viene espulso. C’è anche un rigore per il Toro, ma il paraguaiano prima calcia sul palo e poi prova il tap-in, risultando ovviamente in fuorigioco e vanificando il tutto. Da qui in poi è un dominio del Toro, che tocca l’80% di possesso palla e sfiora a più riprese il vantaggio.

I granata lo trovano al 34′, con l’incornata di Duvan Zapata che non lascia scampo al suo marcatore Magnani e a Montipò.
I granata vanno anche vicini al tris con Duvan e Walukiewicz, rischiando solo su un tiro dalla distanza di Kastanos. Nella ripresa il Verona si copre e mette in mostra le qualità di Belahyane. Acquistato per soli 500mila euro dal Nizza, il mediano si conferma perfetto in interdizione e mostra anche un piede educato: splendida la sua palla per Livramento, che calcia (a giro) a lato di un soffio. La ripresa è però tutta a favore del Torino, che domina e spinge andando a caccia del tris.

Vanoli gestisce le energie dei suoi, togliendo Ilic, ed esulta al 78′: Magnani perde un pallone pericoloso e il subentrante Che Adams ne approfitta, con un destro che non lascia scampo a Montipò. Una rete, la seconda dello scozzese in Serie A, che non chiude i giochi. L’Hellas fa debuttare il classe 2006 Lambourde, nuovo gioiellino scovato da Sogliano, e accorcia a sorpresa al 92′: Masina sbaglia tutto, Belahyane ruba palla e serve l’assist per il 3-2 di Mosquera. Non c’è tempo per altre reti ed esulta comunque il Torino, che scavalca l’Udinese: con 11 punti, per una notte i granata svetteranno su tutti in Serie A. Si ferma a quota 6 il Verona, tradito da uno dei suoi veterani. Dopo l’espulsione di Dawidowicz, non c’è stata partita fino alla reazione d’orgoglio nel recupero.
– Foto Ipa Agency –

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Sicilia

Amici e tifosi in Cattedrale per l’ultimo saluto a Schillaci

Bambini e adulti, tifosi e comuni cittadini (e perfino qualche turista), amici e compagni di una vita, calciatori di ieri e calciatori di oggi: alla Cattedrale di Palermo non c’è uno spazio libero, dentro e fuori, perchè tutti hanno voluto rendere omaggio a Totò Schillaci, porgendo l’ultimo saluto a un simbolo sportivo della città, non solo in Italia, ma nel mondo intero.
Sulla bara posta dinanzi all’altare si ergono fiori, sciarpe, gagliardetti e quell’indimenticabile maglia numero 19 azzurra che vide Totò protagonista a Italia ’90.

L’arrivo del feretro è accolto con commozione, accompagnata da una bandiera rosanero che si staglia nel giardino della Cattedrale: il nome Totò Schillaci viene scandito a gran voce al passaggio della bara, anticipando un clima rovente che domani accompagnerà il Barbera in occasione di Palermo-Cesena, prima gara in cui la città sarà un pò più vuota senza il suo simbolo calcistico più rappresentativo. Alla celebrazione, chiusa con la benedizione delle esequie da parte dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, hanno preso parte tra gli altri il presidente della Figc Gabriele Gravina, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e il presidente del Palermo Dario Mirri, mentre tra i calciatori rosanero figurano Francesco Di Mariano (nipote di Schillaci), Matteo Brunori e Jacopo Segre insieme al direttore sportivo Morgan De Sanctis e al suo vice Giulio Migliaccio.

“Oggi è festa per il nostro fratello Totò, perchè è il giorno della nascita nuova nel mistero di Dio – sottolinea nell’omelia monsignor Filippo Sarullo, – E in questo sentirci ancora amati da lui, voi suoi cari familiari ricordate Totò per tutte le volte che lui è stato luce per voi. Ricordate la luce che vi ha trasmesso, anche attraverso i suoi occhi vivi ed eloquenti, amandovi come figlio, marito, papà, fratello, familiare, parente, amico. Ma in tanti oggi sono qui per ricordarlo come il calciatore delle notti magiche, perchè ha fatto sognare l’Italia.

In questi giorni tanti i messaggi, tanti i pensieri, tante le parole, tanto l’affetto dimostrato da parte del mondo del calcio e dello sport, delle istituzioni e del popolo”. “E’ stato un coro unanime di dispiacere, dolore, lacrime, ricordi, che attestano le qualità umane e professionali di un talento, di un fuoriclasse, di un grande della storia umana e calcistica che nasce e muore qui a Palermo, tra gente comune, e vive e si distingue nella scena internazionale, anzi mondiale, come campione prodigioso, una leggenda del calcio”.

“Grazie – continua Sarullo – Perchè da lassù continuerai a guardare alla tua Palermo e continuerai ad ispirare tanti giovani di oggi e di domani a seguire il tuo esempio per aderire alla via del bene, a seguire i sogni che possono diventare realtà, a vivere ancora notti magiche di amore e di bene, guardando a quella porta alla quale indirizzare il pallone e l’essenza della vita, facendo tesoro di quanto Totò ci ha trasmesso, per continuare a vivere, come da lui fatto, i valori dello sport e della maturità umana, attenendosi ai confini del campo della vita, oltre i quali nella vita non si può andare oltre.

Le regole del calcio, come di ogni altro sport, ci insegnano a saper vincere e a saper perdere. Imparare questo e attuarlo nella vita è il miglior insegnamento di vita che oggi Totò vuole consegnare a tutti noi perchè nella sua scuola calcio ha continuato ad educare attraverso lo sport. Ha certamente insegnato che la vera forza di uno sportivo, di una persona autentica e matura non è quella di sentirsi invincibili ma la capacità di rialzarsi”.
– foto xd8/Italpress –

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Sport

Basket italiano al via, Gandini “Siamo in crescita”

L’antipasto è la Supercoppa, poi fra una settimana tocca al campionato. E’ tempo di basket a Bologna, dove tutte le società della serie A si sono ritrovate per la presentazione della stagione 2024-25. Una stagione che sarà inaugurata dalla Supercoppa Italiana in programma nel weekend alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno, con “più di 12.000 biglietti venduti, l’80% di capienza”, le parole di Umberto Gandini, presidente della Lega Basket, che in apertura ha voluto esprimere la vicinanza di tutto il movimento alle popolazioni colpite nuovamente dall’alluvione. “Ma i grandi eventi sportivi che ospitiamo in questa settimana non ostacolano i soccorsi e quindi vogliamo concentrarci sullo sport – ha sottolineato Giammaria Manghi, capo della segreteria politica Regione Emilia Romagna -. Non c’è solo Bologna a nutrire amore per il basket, ospiteremo anche un raggruppamento dell’Europeo femminile e abbiamo una partnership con Virtus e Reggiana che portano il nostro nome in Europa. C’è la volontà di puntare sullo sport anche come fattore di Pil”. Parola poi alle squadre, a partire da quelle che si contenderanno il primo trofeo della stagione, con Milano che domani alle 18 sfiderà Venezia, mentre in serata toccherà a Napoli e Virtus.

“Abbiamo fatto una preparazione tutti insieme dopo molti anni – ha detto il gm dell’Olimpia, Christos Stavroupoulos -. Abbiamo otto giocatori nuovi e dobbiamo lavorare tanto. Daremo tutto per la Supercoppa, che è un titolo, ma che non incide sul resto della stagione”. “E’ una competizione importante, uno dei tre obiettivi nazionali – sottolinea sul fronte Virtus Luca Baraldi – Vincere lo scorso anno ci ha permesso di partire molto bene. Anche noi siamo riusciti a fare una preparazione più omogenea. Abbiamo come competitor squadre importanti come Milano, ma a livello aziendale abbiamo molte affinità. Il basket italiano sta crescendo e forse dovremmo fare una Final Eight anzichè una Final Four per la bellezza delle squadre. Questa Supercoppa sarà comunque un parametro per capire le griglie di partenza del campionato”. Campionato che ha ricevuto gli elogi del presidente della Fip, Gianni Petrucci: “Sono professionisti, ci sono ottime gestioni dei conti, squadre che si rinforzano sempre. Penso che il basket migliori ancora più del calcio. Andate avanti, anche perchè da queste squadre arrivano i giocatori della nazionale”. “Il campionato cresce perchè i dati ce lo dimostrano e sono in crescita”, sottolinea ancora Gandini.

Numeri come il +9% sull’affluenza (il più alto dagli anni Novanta) o il +50% di presenza sui social la dicono lunga. “Il prodotto piace perchè aumentano gli accessi ai social, alle app e i numeri aumentano anche rispetto alle presenze ai palazzetti – prosegue Gandini – Grazie a Dazn e Discovery gli spettatori hanno ampia scelta. Dal punto di vista sportivo torna Trapani dopo 32 anni, torna Trieste dopo un anno. Il duopolio Bologna-Milano continua, ma anche in altre parti d’Europa esiste, ma il numero di squadre che si presentano ai nastri di partenza con nuove ambizioni sono tante. E’ il quinto campionato di Unipol e abbiamo portato una nuova grafica del campionati”. “Sono stati quattro anni vissuti intensamente, ci aspettano risultati ancora più belli per il trend in crescita, anche per i nostri prodotti editoriali”, conferma Vittorio Verdone, direttore Corporate Communication e Media Relations Unipol.
– Foto Ipa Agency –

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