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Cronaca

Milano | Ricettazione e riciclaggio di auto di lusso: fermati 2 bielorussi a Sesto

A Sesto San Giovanni (MI), la Polizia di Stato ha fermato un cittadino bielorusso di 27 anni e una sua connazionale di 22, ritenuti responsabili di ricettazione e riciclaggio di autovetture.

Gli agenti del Commissariato di Sesto San Giovanni, nel corso di un’attività investigativa su un giro di ricettazione di auto di grossa cilindrata coinvolgente cittadini lituani, hanno notato una citycar compatta con targhe ucraine aggirarsi senza meta apparente. Sabato 13 luglio, intorno alle 19, i poliziotti hanno osservato i due individui parcheggiare l’auto in via Torino e scendere in un box sotterraneo trasportando un trolley. Dopo una decina di minuti, durante i quali i poliziotti hanno scorto un fuoristrada del valore di oltre 230mila euro nel box, i due sono tornati alla loro auto senza il trolley.

Lunedì 15 luglio, verso le 15, l’uomo è tornato in via Torino e ha tentato di entrare nel box, faticando con le chiavi. Subito bloccato dai poliziotti, ha tentato la fuga rompendo la chiave nella serratura, rendendo necessario l’intervento di un fabbro. All’interno del box, oltre alla valigia di grosse dimensioni lasciata il sabato precedente, è stato rinvenuto il fuoristrada con targa tedesca e altro materiale riconducibile alla ricettazione e riciclaggio di autovetture: 150 targhe di varie nazionalità, documenti con numeri di telaio, 15 documenti di identificazione di vari soggetti dell’Est Europa, chiavi di varie auto, tablet, strumenti di diagnostica, attrezzature laser e disturbatori di frequenza.

Il materiale è stato sequestrato e il veicolo trasportato al Commissariato per accertamenti tecnici approfonditi. Le verifiche hanno rivelato difformità tra i dati forniti dalla concessionaria e quelli identificativi del veicolo, specialmente il numero di telaio/targa e il colore dell’allestimento interno.

Con questi riscontri e valutato che i due non avevano dimora in Italia ed erano in procinto di partire con le valigie piene di vestiti, gli agenti li hanno sottoposti a fermo di indiziato di delitto. I due sono stati condotti rispettivamente presso la casa circondariale di Monza e presso la Sezione Femminile della casa circondariale “Cataldo” di Milano.

Cronaca

Padova | Scoperta frode sul Reddito di Cittadinanza

GdF Padova

Un’importante operazione della Guardia di Finanza di Padova ha portato alla luce un caso di indebita percezione del reddito di cittadinanza, con un ammontare di oltre 130.000 euro. I militari, in collaborazione con l’INPS, hanno avviato indagini su diversi residenti dell’Alta padovana che, tra il 2021 e il 2023, hanno usufruito di questo sostegno economico.

Le indagini hanno rivelato irregolarità significative, tra cui la mancata comunicazione di informazioni cruciali necessarie per la corretta erogazione del beneficio. In alcuni casi, è emerso il possesso di beni di valore, come autoveicoli di grossa cilindrata, che avrebbero dovuto essere dichiarati.

Di conseguenza, 17 individui sono stati segnalati alla Procura di Padova per possibili violazioni. L’operazione sottolinea l’impegno della Guardia di Finanza nel monitorare l’uso delle risorse pubbliche e combattere le frodi ai danni dei cittadini bisognosi. Si precisa che gli indagati sono presunti innocenti fino a eventuale condanna definitiva.

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Calabria

Calabria | ‘Ndrangheta: Operazione nel crotonese, 31 misure

I Carabinieri del Comando provinciale di Crotone, supportati da unità provenienti da altre province calabresi, hanno eseguito un’operazione di vasta portata che ha portato all’arresto di 31 individui legati a cosche mafiose del territorio. Il provvedimento, richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e convalidato dal Gip, prevede 15 custodie in carcere, 7 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora.

Le indagini sono iniziate dopo un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore di Cutro, rivelando una rete complessa di attività illegali tra cui estorsione, usura e traffico di stupefacenti. Questo scenario si è delineato dopo l’arresto del boss Nicolino Grande Aracri e ha messo in luce la rivalità tra la famiglia Martino, già legata a Grande Aracri, e un’altra cosca locale.

L’inchiesta, condotta attraverso intercettazioni e attività di osservazione, ha fatto emergere la capacità della famiglia Martino di esercitare il controllo sul territorio mediante intimidazioni, estorsioni e traffico di droga. Inoltre, i militari hanno documentato la disponibilità di armi da parte degli indagati, confermando l’operatività dell’associazione mafiosa in questione.

La scoperta di danneggiamenti a veicoli appartenenti a membri di spicco della famiglia Martino ha fornito ulteriori elementi per comprendere le dinamiche interne e le relazioni tra le varie cosche della provincia. Questo intervento dei Carabinieri rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.

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Cronaca

Barletta Andria Trani | Indagine “Raptor”, 6 misure cautelari

Questa mattina, un’operazione coordinata dai Carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani ha portato all’arresto di sei persone accusate di associazione a delinquere, rapina, furto e riciclaggio. L’intervento, che ha visto la partecipazione di 50 militari supportati da unità specializzate, è stato effettuato in diverse località, tra cui Andria, e ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Trani.

L’inchiesta, denominata “Raptor”, è stata avviata tra dicembre 2023 e marzo 2024, e si è concentrata su reati predatori che coinvolgevano beni di valore, come macchinari e attrezzature pesanti. Gli indagati, tutti residenti ad Andria, avrebbero operato come un’associazione ben strutturata, dotata di armi e mezzi per inibire le comunicazioni, e avrebbero messo a segno vari furti e rapine, estendendo le loro attività anche a Matera e San Benedetto del Tronto.

Le indagini hanno utilizzato una combinazione di tecniche, tra cui intercettazioni telefoniche e ambientali, monitoraggio di veicoli e osservazione diretta. Questa operazione ha permesso di documentare l’esistenza dell’associazione e di decifrare il linguaggio criptico utilizzato dai membri per comunicare. Terminologie specifiche erano impiegate per riferirsi a strumenti e azioni legate ai loro crimini, il che ha contribuito a delineare chiaramente le loro operazioni illecite.

Tra le accuse, si segnala una rapina in un’azienda di trasporti ad Andria, durante la quale gli arrestati avrebbero minacciato il custode per appropriarsi di denaro. Inoltre, sono stati effettuati furti in diverse località, con un valore complessivo di circa 400.000 euro in beni rubati, tutti recuperati e restituiti ai legittimi proprietari.

Questo intervento evidenzia l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrastare i reati predatori e garantire la sicurezza nelle comunità locali. Le indagini sono ancora in corso e i responsabili dovranno affrontare il processo per stabilire la loro colpevolezza in merito ai reati contestati, in un contesto di pieno rispetto del diritto alla difesa.

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