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Cronaca

BAT | Operazione “OLTREMARE”: 47 Arresti per detenzione e spaccio di droga

Questa mattina, 250 Carabinieri della Compagnia di Trani, supportati dal personale del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani, dai Comandi Provinciali di Bari e Foggia, dal 6° Nucleo Elicotteri, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia e dal Nucleo Cinofili di Modugno, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Trani su richiesta della Procura della Repubblica. L’operazione ha interessato le città di Trani, Bisceglie, Andria, Barletta, Ruvo di Puglia, Corato e Altamura. Sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza nei confronti di 47 soggetti indagati per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

Il provvedimento cautelare è il risultato di un’attività investigativa condotta dalla Compagnia Carabinieri di Trani, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trani, da maggio 2022 a giugno 2023. Le indagini sono scaturite dal sequestro di un ingente quantitativo di marijuana proveniente dalla Spagna, che ha permesso di ricostruire una filiera di vendita di sostanze stupefacenti.

In particolare, il personale della Sezione Operativa di Trani, insieme ai militari della locale Stazione, ha sviluppato indagini che hanno portato alla luce un’attività di vendita all’ingrosso e al dettaglio di stupefacenti, che coinvolgeva numerosi soggetti residenti nell’hinterland della provincia Barletta-Andria-Trani. Numerosi acquirenti si rivolgevano a questi per ottenere marijuana, hashish e cocaina.

L’approfondimento investigativo, disposto dalla Procura di Trani e condotto dall’Arma dei Carabinieri, ha permesso di formulare la richiesta di misura cautelare. Secondo l’accusa, le indagini hanno rivelato una fiorente attività di vendita di cocaina, concentrata principalmente nella zona di Via Andria-Largo G. Francia, principale piazza di spaccio della città.

Le investigazioni hanno appurato che, oltre alla vendita al dettaglio, i correi rifornivano anche altre piazze di spaccio nei comuni vicini. In quattro distinte operazioni, sono stati sequestrati pacchi contenenti sostanze stupefacenti di varia natura, per un peso complessivo di circa 9 kg.

Dei 47 soggetti colpiti dalla misura cautelare:

  • 31 sono stati posti in custodia in carcere per il loro ruolo attivo nella gestione della droga e dei contatti con gli acquirenti;
  • 8 sono stati posti agli arresti domiciliari;
  • 8 hanno ricevuto il divieto di dimora nel comune di residenza.

Le investigazioni, supportate da intercettazioni telefoniche, acquisizione di tabulati, riprese video, monitoraggio dei veicoli, attività di osservazione, controllo, pedinamento, acquisizione documentale, escussioni testimoniali, perquisizioni e sequestri, hanno registrato numerose cessioni di stupefacenti, richieste sia direttamente in loco sia tramite contatto telefonico criptico. Gli scambi avvenivano nei pressi delle abitazioni degli spacciatori o in zone periferiche della città per eludere i controlli delle Forze dell’Ordine.

Nel corso dell’attività sono stati arrestati in flagranza 11 persone, deferite in stato di libertà altre 5 per detenzione ai fini di spaccio, eseguite 29 segnalazioni per illeciti amministrativi, sequestrati 41.750 euro, ritenuti provento dell’attività illecita, sequestrati significativi quantitativi di cocaina, hashish e marijuana, e rinvenuto materiale per il taglio e il confezionamento della droga, schede telefoniche e telefoni cellulari utilizzati per la commissione dei reati.

Cronaca

Scoperto a Palermo laboratorio per la produzione di droga, due arrestati

La Polizia di Stato ha scoperto a Palermo un vero e proprio laboratorio per la produzione ed il confezionamento di sostanza stupefacente. In manette sono finiti due cittadini di nazionalità nigeriana, O.U. 39enne e U.N.F. 49enne, responsabili del reato di produzione e spaccio di stupefacenti. La profonda conoscenza delle dinamiche criminali del territorio cittadino ha consentito ai “Falchi” della sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” della Squadra Mobile, di individuare l’appartamento e sequestrare circa 4 chili e mezzo di eroina e cocaina purissime che, se immesse sul mercato delle piazze di spaccio, avrebbero fruttato, al dettaglio, cifre non distanti dai seicentomila euro. Gli agenti in “abiti civili” ed a bordo di motociclo, sempre attenti a mischiarsi ai numerosi frequentatori delle vie del centro città, hanno notato a Ballarò, la presenza a bordo di monopattino di un cittadino nigeriano in passato sottoposto a controllo e sospettato di spacciare droga. Con “discrezione”, i poliziotti lo hanno seguito e sono giunti fin sulle soglie di un edificio dove lo straniero ha fatto ingresso per poi riuscirne a breve distanza di tempo. I poliziotti hanno intimato l’”Alt Polizia” allo straniero che non ha aderito e si è lanciato in una disperata fuga sempre a bordo di monopattino. Prima di venire bloccato da altre pattuglie nel frattempo giunte in ausilio, lo straniero ha fatto in tempo ad ingoiare qualcosa, così come distintamente notato dal personale presente in zona. Addosso gli è stato rinvenuto un mazzo di chiavi una delle quali è risultata collegata allo stabile in questione. Con quella chiave, gli agenti, immaginando di trovare complici dell’uomo e ritenendo di sfruttare l’effetto sorpresa, hanno fatto accesso nell’appartamento, sorprendendo in effetti un connazionale del fermato, all’opera all’interno di un vero e proprio laboratorio per la lavorazione ed il confezionamento di cocaina ed eroina.
Sono stati rinvenuti e posti in sequestro circa 3,5 chilogrammi di eroina ed un chilogrammo di cocaina, purissimi. Parte dello stupefacente era già confezionato e racchiuso in centinaia di ovuli dal peso diversificato. Rinvenuto e sequestrato, inoltre, tutto l’occorrente per la lavorazione come sacchetti in cellophane, frullatori, coltelli, cucchiai piatti e bilancini di precisione, nonchè la somma di quasi sessantamila euro e ben 12 telefoni cellulari. Contestualmente all’accesso nell’appartamento, ritenendo probabile che uno dei due fermati, il nigeriano sorpreso, inseguito e bloccato su strada, avesse ingerito ovuli di stupefacente, si è ritenuto di sottoporlo ad opportuni esami diagnostici che hanno riscontrato il sospetto.
In regime di ricovero ospedaliero, l’uomo, nelle ore successive al fermo dei poliziotti, avrebbe espulso oltre 70 ovuli di eroina. In considerazione del cospicuo numero di ovuli espulsi, è poco probabile che lo straniero li avesse ingeriti tutti all’atto dell’inseguimento degli agenti e per paura di essere scoperto. Più plausibile che al “trasporto intracorporeo”, tecnica per altro già ampiamente sperimentata dalla criminalità straniera e modalità ad alto indice di rischio connesso alla potenziale perdita di impermeabilità degli involucri ed al loro conseguente assorbimento, avesse già fatto ricorso per effettuare il trasporto in sicurezza ed aggirare eventuali controlli di polizia. Gli arresti sono stati convalidati dall’Autorità Giudiziaria.

foto: ufficio stampa Polizia di Stato

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Abruzzo

Teramo | Arrestati un uomo di 74 anni e il figlio per violenza e maltrattamenti contro l’ex compagna

Nel pomeriggio del 12 settembre 2024, la Squadra Mobile della Questura di Teramo ha eseguito due misure cautelari nei confronti di un uomo di 74 anni e di suo figlio di 50 anni, disposte dal G.I.P. presso il Tribunale di Teramo. Il 74enne è stato posto agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, mentre al figlio è stato imposto il divieto di avvicinamento, anche in questo caso con braccialetto elettronico. Le accuse comprendono reati gravi come maltrattamenti contro familiari, violenza sessuale, sequestro di persona e atti persecutori.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte dalla Squadra Mobile di Teramo, hanno fatto luce su una serie di comportamenti violenti e persecutori perpetrati dal 74enne nei confronti della sua ex compagna negli ultimi due anni. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe inflitto alla donna violenze fisiche e psicologiche quasi quotidianamente, picchiandola con un bastone, insultandola e controllando ogni suo movimento. In più occasioni, avrebbe costretto la vittima a subire rapporti sessuali, legandola con corde o cinture, e l’avrebbe sequestrata in casa, sottraendole le chiavi e il cellulare. In un episodio particolarmente grave, avrebbe ustionato la donna, afferrandole le mani e ponendole sui fornelli accesi.

Dopo la fine della relazione, l’uomo e suo figlio avrebbero iniziato a perseguitare la donna, minacciandola e molestandola ripetutamente, appostandosi presso il suo luogo di lavoro e sommergendola di telefonate intimidatorie.

Le indagini proseguono, e le misure cautelari adottate sono mirate a tutelare la vittima dalle continue minacce e violenze.

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Cronaca

Roma | L’arma dei Carabinieri commemora l’80° anniversario del sacrificio dei “martiri di fiesole”

Questa mattina, 13 settembre 2024, si è svolta a Fiesole una cerimonia solenne per commemorare l’80° anniversario del sacrificio dei Carabinieri Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, insigniti della Medaglia d’Oro al Valor Militare “alla memoria”. Alla cerimonia hanno partecipato il Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto, e il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi.

Dopo la Santa Messa celebrata da Mons. Stefano Manetti, Vescovo di Fiesole, la commemorazione si è spostata al Colle di San Francesco, presso il Parco della Rimembranza. Qui, un reparto in armi della Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze, accompagnato dalla Banda dell’Arma, ha reso gli onori militari. Il Vescovo ha poi benedetto la lapide dedicata ai tre Carabinieri, seguita da un momento di raccoglimento.

Durante la cerimonia, il Prof. Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini, ha ricostruito storicamente l’eroico sacrificio dei “Martiri di Fiesole”. Il gesto di La Rocca, Marandola e Sbarretti, che decisero di arrendersi ai nazisti per salvare la vita di dieci ostaggi, rappresenta un esempio di coraggio e dedizione ancora oggi ricordato con profonda ammirazione.

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Le autorità presenti, tra cui il Sindaco di Fiesole, Cristina Scaletti, il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e il Generale Luzi, hanno sottolineato l’importanza di preservare la memoria di questi eroi. La Dott.ssa Scaletti ha affermato che celebrare i Martiri significa trasmettere alle giovani generazioni il valore delle scelte quotidiane che contribuiscono a costruire la storia. Il Presidente Giani ha elogiato il sacrificio dei tre Carabinieri come uno dei pilastri fondanti della Repubblica Italiana. Il Generale Luzi ha ricordato il coraggio dei giovani Carabinieri che scelsero l’azione più giusta, nonostante il pericolo.

Il Ministro Crosetto ha concluso la cerimonia, sottolineando il legame tra l’eredità morale dei “Martiri di Fiesole” e i valori incarnati dall’Arma dei Carabinieri. Ha inoltre consegnato targhe commemorative a tre giovani alunni del territorio, distintisi per il loro impegno nei progetti per la Legalità, uno dei quali è pronipote di uno degli ostaggi salvati dai tre eroi.

Alla commemorazione erano presenti le massime autorità militari e civili, i familiari dei caduti e numerosi studenti. A conclusione della cerimonia, presso la Caserma “Baldissera”, Pasquale Sbarretti, fratello del Carabiniere Fulvio Sbarretti, ha donato all’Arma la decorazione ricevuta dal fratello, che sarà custodita presso il Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri a Roma.

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