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Cronaca

Omicidio Giulia Cecchettin: la relazione ossessiva di Filippo Turetta

Filippo Turetta aveva, tra le altre cose, un’ossessiva pretesa di laurearsi insieme a Giulia Cecchettin. “Mettiti in testa… che o ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi,” scriveva in un messaggio WhatsApp nel febbraio 2023. Questo messaggio è ora agli atti dell’inchiesta contro il 22enne di Torreglia (Padova), accusato di omicidio volontario premeditato della sua ex fidanzata. Turetta non si era rassegnato alla fine della relazione e, secondo le testimonianze di amici e familiari di Giulia, “agiva come se fosse sicuro di riconquistarla.” Così come agli atti ci sono anche altri messaggi scambiati tra i due.

“Sei ossessionato, sei uno psicopatico. Mi stai facendo paura,” scriveva Giulia Cecchettin in un messaggio a Filippo Turetta. La 22enne, uccisa a novembre dall’ex fidanzato, aveva deciso di interrompere la relazione con lo studente e gli chiedeva spazio e privacy. In esclusiva a “Pomeriggio Cinque News,” le conversazioni tra i due mettono in luce l’insistenza di Turetta nel voler sapere se la giovane frequentasse un nuovo ragazzo e la volontà di Giulia Cecchettin di mettere una distanza tra lei e l’ex fidanzato.

“Dai, per favore, almeno puoi dirmi se hai iniziato a scriverti con qualche tipo? Siamo migliori amici, Giulia, per favore. Non hai negato neanche, quindi vuol dire che è vero? È un sì?”, chiedeva con insistenza Filippo Turetta. “Pippo, sinceramente col co vengo a dire a una persona che mi stalkera cosa sto facendo con il mio co di WhatsApp, finché mi controlli,” replicava seccata la giovane, ammettendo poi di sentire un nuovo amico. A quel punto, Turetta voleva sapere di più su questa persona e chiedeva chi fosse e se la conoscesse.

“Giulia, sto malissimo, ti prego, mi stai distruggendo. Non puoi più scrivermi la buonanotte perché la stai scrivendo a lui?” insisteva Turetta, aggiungendo: “Sono uno stecco, Giulia, non mangio da due giorni. Come puoi pensare di iniziare a frequentare un altro tipo? Mi sembra una cosa violentissima nei miei confronti.” A quel punto, la 22enne rispondeva: “Ma non ti senti ridicolo? Sei ossessionato, sei uno psicopatico. Mi stai cominciando a fare paura.” “Ma guarda come mi tratti, come un criminale,” accusava Turetta. “La fiducia me l’hai fatta perdere tu. Tutti questi meccanismi di controllo su di me, che guardi quando vado a dormire, quanto tempo sto online e mi chiedi se sto scrivendo a qualcuno. Sono tutti metodi ossessivi che tu metti in pratica per controllarmi e mi fanno paura, Pippo, mi fanno paura,” concludeva Cecchettin.

Calabria

Lorica | Donna morta in incidente il 25 agosto scorso, indagato 44enne in auto con lei

La Procura di Cosenza ha iscritto Mario Molinari, un uomo di 44 anni, nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio stradale. Molinari era alla guida del veicolo il 25 agosto scorso quando si è verificato un tragico incidente stradale sulla statale 108 bis, nei pressi di Lorica, in Sila, che ha causato la morte di Ilaria Mirabelli, una donna di 39 anni originaria di Cosenza.

L’inchiesta sulla morte di Ilaria Mirabelli è attualmente coordinata dalla pubblica accusa, con i pm Donatella Donato e Mariangela Farro al timone. L’iscrizione di Molinari nel registro degli indagati è avvenuta in seguito a una querela presentata dall’avvocato Guido Siciliano, legale della famiglia della vittima. Siciliano aveva richiesto che fossero esaminate le ipotesi di reato di omicidio volontario e omicidio stradale, a causa delle numerose incongruenze e dubbi emersi riguardo alla dinamica dell’incidente.

L’iscrizione di Molinari nel registro degli indagati è anche una fase preliminare necessaria per condurre una serie di accertamenti tecnici non ripetibili, che sono fondamentali per chiarire le circostanze del sinistro.

Dopo la morte di Ilaria Mirabelli, sono stati numerosi gli appelli e le richieste da parte della società civile cosentina per fare piena luce sull’accaduto. Questi appelli riflettono il forte interesse e la preoccupazione della comunità riguardo all’incidente e al suo impatto. Le indagini continuano, e le autorità sono impegnate a chiarire tutti gli aspetti del caso per garantire giustizia alla vittima e alle sue famiglie.

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Cronaca

Tortona | Spaccio di cocaina in città, tre arresti e due denunce

Le operazioni dei carabinieri di Tortona (Alessandria) hanno inflitto un duro colpo al traffico di cocaina nella città. Durante un’operazione mirata, i militari hanno osservato un’attività sospetta nella zona di corso Don Orione. Un uomo è stato notato vicino a un’auto parcheggiata in modo insolito davanti a un garage, mentre si comportava in modo sospetto, passeggiando avanti e indietro e guardandosi intorno.

Poco dopo, tre persone sono uscite da un cortile vicino: due di loro sono salite a bordo dell’auto, mentre la terza ha preso posto sul lato passeggero. L’auto è stata successivamente fermata dai carabinieri dopo pochi metri di marcia. A bordo del veicolo c’erano due uomini di 25 anni e due di 35 anni. Quando interrogati, hanno dichiarato che stavano andando in piscina, ma uno di loro era già noto alle forze dell’ordine.

Durante i controlli, è emerso che il conducente dell’auto aveva un coltello a serramanico e il passeggero accanto a lui aveva una dose di cocaina. L’indagine ha portato a scoprire che l’uomo con la droga era fuggito, ma è stato successivamente rintracciato. Nella sua abitazione, i carabinieri hanno trovato un 44enne e una notevole quantità di cocaina. In vari punti dell’appartamento, sono stati sequestrati più di 107 grammi di droga, divisa in diverse confezioni e nascosta in vari luoghi, inclusi comodini e sotto al letto. Inoltre, sono stati trovati un bilancino elettronico di precisione, materiale per il confezionamento e circa 2.500 euro in contanti.

L’operazione ha portato a tre arresti e due denunce. Questo intervento rappresenta un significativo successo per le forze dell’ordine nella lotta contro il traffico di stupefacenti, dimostrando l’efficacia delle operazioni di controllo e la determinazione a combattere la criminalità nella regione.

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Cronaca

Aosta | Soccorritori non riescono a raggiungere i due alpinisti italiani dispersi sul Monte Bianco

Sul Monte Bianco, la situazione meteo avversa sta complicando gravemente le operazioni di soccorso per due alpinisti italiani, Sara Stefanelli e Andrea Galimberti. I due, bloccati a circa 4.600 metri di quota, hanno lanciato un allarme sabato pomeriggio, segnalando di trovarsi in difficoltà e di rischiare l’ipotermia a causa delle condizioni estreme.

Le squadre di soccorso, tra cui il Peloton de gendarmerie de haute montagne di Chamonix e il Soccorso alpino valdostano, sono state costrette a interrompere le ricerche a causa del maltempo persistente. A Chamonix, le condizioni sono particolarmente difficili, con piogge che hanno iniziato a cadere dalla mattina. Anche se le condizioni sono leggermente migliori a Courmayeur, il maltempo sulla cima del Monte Bianco rende impossibile l’accesso sia via elicottero che via terra.

Le temperature sui 4.750 metri del colle Major sono scese a oltre -12 gradi durante la notte, secondo i dati della stazione meteo di Arpa Valle d’Aosta. Gli alpinisti italiani, insieme a due alpinisti coreani anch’essi dispersi, sono in una situazione critica. La speranza è che i due italiani abbiano trovato rifugio dal gelo e dalla bufera, magari scavando una buca nella neve o riparandosi in un crepaccio. Il rifugio più vicino è la Capanna Vallot, situata a 4.362 metri, ma i loro telefoni risultano spenti, rendendo le comunicazioni particolarmente difficili.

Le squadre di soccorso rimangono pronte a intervenire non appena le condizioni meteorologiche lo permetteranno, con elicotteri pronti a decollare da entrambi i versanti del Monte Bianco. Nel frattempo, il continuo maltempo continua a rendere estremamente pericolosa qualsiasi operazione di salvataggio.

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