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Cronaca

Palermo |  Morte Samuele Fuschi: si indaga per omicidio colposo, ipotesi cedimento strada

La Procura ha avviato un’inchiesta per omicidio colposo, al momento a carico di persone sconosciute, in seguito al tragico incidente che ha causato la morte di Samuele Fuschi, 38 anni, padre di quattro figli, l’ultimo dei quali ha solo quattro mesi, mentre viaggiava lungo viale Regione Siciliana sul suo scooter. Nonostante molte affermazioni fatte dalle autorità, i dettagli da chiarire sono ancora numerosi.

Il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Ludovica D’Alessio hanno ordinato il sequestro dell’area dell’incidente, il che avrà inevitabili ripercussioni sul traffico, e stanno raccogliendo le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. Inoltre, la protezione civile è incaricata di eseguire accertamenti sulla grande voragine che potrebbe aver causato l’incidente. È essenziale stabilire se la voragine si è formata prima o dopo l’incidente, e se ci fossero veicoli pesanti nella zona che potrebbero aver contribuito al cedimento strutturale della strada.

Altri dettagli fondamentali emergeranno dagli esami medico-legali, inclusa la verifica se la vittima indossasse il casco, sebbene questo possa avere un impatto limitato sulle responsabilità di chi è responsabile della manutenzione stradale. Si stanno anche esaminando le segnalazioni precedenti riguardanti la presenza della voragine.

Secondo la ricostruzione della polizia municipale, attualmente responsabile delle indagini, la voragine non era presente al momento del loro intervento, suggerendo che si sia aperta successivamente. Tuttavia, la Procura ritiene che sia ancora troppo presto per confermare questa ipotesi con certezza.

Cronaca

Pordenone | Patente falsa scoperta durante controllo: denunciato autista

Nel corso di un controllo stradale di routine, la Guardia di Finanza di Pordenone ha fermato un furgone con a bordo alcuni lavoratori e ha identificato un’autorizzazione di guida contraffatta. Gli agenti, grazie a un accurato esame del documento presentato dal conducente, hanno riscontrato irregolarità rispetto ai modelli originali rilasciati dalle autorità competenti estere. La patente è stata immediatamente sequestrata e l’autista denunciato per guida senza regolare permesso, con l’avvio del procedimento presso la Procura della Repubblica di Pordenone.

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Cronaca

Brescia | Arresti per truffa finanziaria e autoriciclaggio

Un’importante operazione della Guardia di Finanza di Brescia ha portato all’arresto di un individuo e alla sospensione temporanea dall’esercizio della professione di un avvocato, entrambi coinvolti in un vasto giro di truffe finanziarie. L’indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia sotto la direzione della Procura, ha svelato una complessa attività illecita legata all’intermediazione finanziaria abusiva.

L’indagato, che operava come sedicente broker, avrebbe approfittato della difficile situazione economica di vari imprenditori locali, promettendo loro di mediare con i creditori per risolvere ingenti debiti. Tuttavia, in cambio di cospicue somme di denaro, il soggetto non avrebbe fornito alcuna prestazione reale, ma anzi, in alcuni casi, avrebbe usato minacce per ottenere ulteriori pagamenti.

Le indagini hanno inoltre rivelato un’operazione di autoriciclaggio dei proventi illeciti, per un totale di circa un milione di euro. Le somme sottratte sono state spostate su conti esteri e impiegate nell’acquisto di beni di lusso, come orologi e automobili, allo scopo di nascondere i profitti derivanti dalle truffe.

Il giudice ha disposto gli arresti domiciliari per l’indagato e il sequestro di beni per un valore di 435.000 euro. Inoltre, l’avvocato coinvolto, che avrebbe agevolato l’attività truffaldina, è stato temporaneamente interdetto dalla professione. Tra i beni sequestrati durante le perquisizioni figurano automobili di lusso, orologi, borse di marca, lingotti d’oro e denaro contante.

L’operazione rappresenta un colpo significativo contro le attività illecite nel settore finanziario, con un provvedimento che, sebbene ancora in fase cautelare, getta luce su un sistema organizzato di truffe e riciclaggio.

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Cronaca

Padova | Scoperti 30 lavoratori non regolari in diversi settori


Durante una serie di controlli condotti dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Padova, sono emersi numerosi casi di irregolarità lavorative in diverse attività commerciali della provincia. Gli ispettori hanno identificato 15 lavoratori completamente in nero e 15 lavoratori irregolari, impiegati in modo non conforme alla normativa vigente. Questi controlli, intensificati soprattutto durante la stagione estiva, hanno riguardato diverse zone della provincia e hanno coinvolto attività operanti nei settori della ristorazione, dell’intrattenimento e dell’ospitalità

I casi di irregolarità sono stati riscontrati in diversi comuni, tra cui Piove di Sacco, Este e Cittadella. In queste località, i finanzieri hanno scoperto personale privo di regolare contratto di lavoro o con contratti non conformi, in alcuni casi senza la necessaria comunicazione preventiva. In particolare, un dipendente di un’attività di ristorazione lavorava da oltre due anni senza un contratto, percependo lo stipendio in contanti.

Le violazioni rilevate sono state segnalate all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, che potrà comminare pesanti sanzioni ai datori di lavoro coinvolti, con multe che potrebbero superare i 320 mila euro per ciascuna azienda. In alcuni casi, le attività rischiano anche la sospensione, soprattutto quando il personale irregolare supera il 10% della forza lavoro totale.

L’operazione evidenzia l’impegno costante della Guardia di Finanza nella lotta all’abusivismo e nella tutela dei diritti dei lavoratori, proteggendo così sia i dipendenti che gli imprenditori onesti che rispettano la legge.

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