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Economia

Regione Lazio, al via a Viterbo il Festival dell’Economia della Cultura

Al via a Viterbo la prima edizione del Festival dell’Economia della Cultura, la manifestazione che promuove il ruolo centrale della produzione culturale e creativa come volàno di crescita economica e sociale dei territori, realizzata da Lazio Innova, con il patrocinio del Ministero della Cultura, del Comune di Viterbo, del Comune di Zagarolo e dell’Università degli Studi della Tuscia, con la media partnership di RAI e del Sole 24 Ore. “Abbiamo voluto realizzare questo Festival che unisce economia e cultura, due dimensioni strettamente interconnesse della nostra società che possono arricchirsi reciprocamente se gestite in modo sinergico e sostenibile. Per questo abbiamo voluto coinvolgere tutti gli attori che concorrono insieme alla crescita del settore culturale, una risorsa strategica in termini di crescita per occupazione, ricchezza diffusa, innovazione e competitività. E’ una sinergia che favorisce anche l’attrazione turistica e che valorizza l’identità regionale, contribuendo al rafforzamento del posizionamento del nostro territorio a livello nazionale e internazionale.

Il Festival dell’Economia della Cultura ci offre un’occasione straordinaria per promuovere nel Lazio la filiera delle imprese culturali, creando nuove professioni e nuovi posti di lavoro”, ha spiegato la vicepresidente della Regione Lazio e assessore allo Sviluppo economico, Roberta Angelilli. In videocollegamento, Angelini ha evidenziato che il Festival è “un evento davvero importante, nelle nostre intenzioni deve essere memorabile. L’economia della cultura nel Lazio parte proprio da Viterbo, una città straordinaria da valorizzare”, la cui scelta “non è stata casuale. E’ un segnale forte per l’industria culturale del Lazio, che vale 15 miliardi di euro, occupa oltre 200mila addetti e 35mile imprese”. “Obiettivo del Festival è sviluppare una nuova progettualità nel settore della cultura che deve agganciarsi alle strategie territoriali, che devono essere un volàno di sviluppo”.

Per il presidente di Lazio Innova, Francesco Marcolini, “cultura ed economia devono essere un binomio di successo. Se ne parla da anni, è stata fatta tanta strada, ma con questo Festival vogliamo fare un passo avanti, tutti insieme, in modo veloce. La cultura deve cominciare a creare più posti di lavoro, rivitalizzare territori storici oggi un pò dimenticati, creare turismo culturale di alto profilo e aiutare anche le persone a crescere nella loro preparazione”.
In videocollegamento l’assessora alla Cultura della Regione Lazio, Simona Renata Baldassarre, ha sottolineato che “la cultura è identità, ma anche lavoro, soprattutto per giovani e donne” e “il futuro del nostro Paese è nell’economia della conoscenza: la Regione Lazio è un gigante dell’economia della cultura, contribuisce per il 15% alla filiera nazionale, ma ci sono ampi margini di miglioramento”. Nell’anno del Giubileo, “la grande bellezza di Roma non deve offuscare il resto della Regione”: è necessario rilanciare “un turismo antropologico che valorizzi i nostri cammini, le dimore storiche, i saperi e le eccellenze enogastronomiche del nostro territorio”.

Il rettore dell’Università degli Studi della Tuscia, Stefano Ubertini, ha ricordato che “i territori come il nostro sono aree da valorizzare ed è proprio l’economia della cultura il mezzo per farlo. Come università parliamo di economia della cultura anche legata alla formazione. Non possiamo continuare a vivere basandoci soltanto sulla storia, dobbiamo valorizzarla e valorizzare i territori come i nostri”.
In conclusione la vicepresidente del Parlamento Europeo, Antonella Sberna, ha sottolineato l’importanza di aver organizzato “un festival di caratura nazionale che prende le mosse dalla città di Viterbo: già questo per noi è un orgoglio. L’ambizione di questo festival è dare uno spaccato di come economia e cultura siano un motore di sviluppo, specialmente in un Paese come l’Italia che della cultura e della storia ha fatto la sua più grande ricchezza: è il momento di raccontarla e di metterla a frutto”.

Nella giornata di apertura è stato presentato uno studio realizzato in collaborazione con l’Università della Tuscia sulle criticità e le potenzialità dell’Economia della Cultura. Nel corso del Festival saranno presentate nuove strategie di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale, evidenziandone i casi di successo e le potenzialità ancora inespresse dalla rete italiana delle Città d’Arte. Con lo svolgimento delle tre giornate del Festival la Città di Viterbo si qualifica come centro del dibattito e del confronto sul futuro delle strategie culturali. La sindaca Chiara Frontini ha ricordato che “la città candidata a Capitale Europea della Cultura 2033, ha deciso di fare del turismo della cultura un perno del proprio sviluppo economico, della propria crescita e delle proprie fonti occupazionali, quindi questo festival ci dà una grande opportunità di poter raccontare tutto ciò”.

Dopo la tappa di Viterbo, il Festival proseguirà con le due giornate conclusive presso lo Spazio Attivo di Zagarolo, il 18 e 19 ottobre, che proporrà una serie di appuntamenti all’insegna delle tecnologie per la cultura, con la presentazione di prodotti multimediali e incontri B2B tra le imprese culturali e i potenziali buyer come le reti museali, le amministrazioni e le grandi aziende.

– foto ufficio stampa Lazio Innova –

Economia

Manovra, Giorgetti “Nulla da temere per persone fisiche e imprese”

Nella prossima manovra economica “faremo dei tagli significativi, faremo fare dei sacrifici a ministeri ed enti pubblici, ci saranno dei ritocchi sulle entrate a chi, tra virgolette, se lo merita. Le persone fisiche e le imprese non hanno niente da temere. Sarà una manovra equa che metterà a tacere le polemiche”. Così il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, intervenendo in video collegamento all’evento “Far crescere insieme l’Italia” organizzato da Fratelli d’Italia a Milano.

Parlando della manovra “davanti a una platea di banchieri e finanzieri, ho detto che i sacrifici li dovevano fare anche loro, non mi sembra una bestemmia, non vedo cosa ci sia di male. Lo ripeterei”, ha detto ancora Giorgetti.
“Il Piano strutturale di bilancio porterà l’Italia a a navigare in acque sicure, rafforzando la credibilità che in questi due anni abbiamo cercato di costruire. E’ un tipo di approccio che noi abbiamo definito prudente: annunciamo dei risultati e poi, a consuntivo, facciamo molto meglio. Succederà anche questa volta – ha sottolineato il ministro -. Abbiamo una crescita che non sarà fantastica ma sta molto meglio di colossi economici come la Germania che sta in recessione da due anni. Penso che andando avanti su questa strada riusciremo a mettere a terra esattamente quello che abbiamo cominciato a compiere”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Crisi nel Settore Automotive: Le Dure Critiche di Salvini e Orsini a Stellantis

Il settore automotive italiano è al centro di polemiche e controversie, in particolare per la gestione di Stellantis, il gruppo che ha preso forma dalla fusione tra FCA e PSA. Durante l’inaugurazione della M4 a Milano, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha espresso un forte malcontento nei confronti dell’amministratore delegato della società, sostenendo che dovrebbe sentirsi in dovere di scusarsi per la cattiva amministrazione dell’azienda.

Salvini ha sottolineato che la dirigenza di Stellantis non è più in grado di avanzare richieste o pretese, dati i problemi che hanno colpito l’azienda e, di riflesso, l’intero settore automotive in Italia. Secondo il ministro, le scuse dovrebbero essere rivolte non solo agli operai e ai tecnici, ma anche a tutti gli italiani e alla lunga storia dell’industria automobilistica nazionale.

Le critiche di Salvini trovano eco anche in altre voci autorevoli. Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha espresso preoccupazione riguardo alla richiesta di ulteriori incentivi da parte di Stellantis per il mercato dell’auto. Orsini ha definito questa richiesta come una “pazzia” e ha ribadito l’importanza di mantenere le produzioni in Italia, evidenziando la necessità di una strategia più solida per il futuro del settore.

Queste dichiarazioni evidenziano un clima di crescente tensione e sfiducia nei confronti della leadership di Stellantis. La richiesta di incentivi, in un contesto di crisi, suscita interrogativi sulla sostenibilità e sul futuro dell’industria automobilistica italiana, tradizionalmente considerata un pilastro dell’economia nazionale. La situazione richiede una riflessione profonda e un’azione decisa per garantire la stabilità e la competitività del settore.

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Stellantis in Crisi: Landini Chiede Intervento del Governo per Salvaguardare l’Industria Automobilistica

La situazione di Stellantis è diventata critica, e il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha espresso la necessità di un intervento diretto del governo italiano. Durante un’intervista su Radio 24, Landini ha denunciato la mancanza di investimenti da parte dell’azienda negli ultimi anni, sottolineando che Stellantis non ha dedicato risorse significative a ricerca e sviluppo. Nel 2024, si prevede una produzione che scenderà sotto le 300.000 unità, un dato che non si registrava dal 1957.

Secondo Landini, l’azienda ha adottato una politica di riduzione dei costi, che ha comportato il taglio di oltre 12.000 posti di lavoro e la chiusura di programmi di ricerca e sviluppo. Inoltre, ha sottolineato che Stellantis sta valutando di spostare parte della produzione in Paesi come il Marocco, contribuendo a un’ulteriore erosione della base industriale italiana.

Landini ha evidenziato che la potenzialità produttiva degli stabilimenti italiani potrebbe arrivare fino a 2 milioni di auto, ma che la realtà attuale è ben diversa, con una produzione in calo e sotto le 300.000 unità. Ha anche menzionato il rinvio della giga factory di Termoli, sottolineando l’urgenza di una programmazione sistemica che coinvolga il governo e le parti interessate, inclusi sindacati e fornitori.

Criticando le scelte passate dell’azienda, Landini ha fatto riferimento a quando Stellantis era ancora conosciuta come Fiat e alla decisione di concentrarsi su modelli di alta gamma, sottovalutando il settore elettrico. Queste scelte, secondo lui, hanno avuto conseguenze pesanti, non solo per Stellantis, ma per l’intero panorama industriale europeo, che ora si trova a dover recuperare il terreno perso rispetto ai competitor globali, in particolare cinesi, americani e giapponesi, che hanno investito in modo più significativo in tecnologie avanzate.

Landini ha chiesto che il governo convochi Stellantis e i sindacati per avviare un dialogo concreto e trovare soluzioni per garantire un futuro sostenibile e competitivo per l’industria automobilistica italiana. La situazione attuale richiede una revisione delle strategie aziendali e una maggiore attenzione agli investimenti nella mobilità del futuro.

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