Connect with us

Attualità

Confapi, Camisa “Un fisco amico e semplificazioni per aiutare le Pmi”

“Dovremmo avere un sistema fiscale sempre più amico delle imprese, che le aiuti a produrre: molto spesso invece diventa molto più semplice tassare nel breve termine” e questo impedisce “alle nostre aziende di crescere. Anche la semplificazione è un problema atavico: bisognerebbe cominciare a premiare la storicità delle aziende serie, che sono sul mercato da tanto tempo e che quindi dovrebbero beneficiare di semplificazioni normative”. Lo ha detto Cristian Camisa, presidente di Confapi, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.

Per quanto riguarda la prossima manovra, “indubbiamente il buco di bilancio che è stato creato dal Superbonus ha creato una situazione estremamente difficile”, ma “non si può pensare solo di lavorare sul breve termine: abbiamo fatto delle proposte pragmatiche di vero aiuto al mondo delle PMI, che contribuisce per il 48% dell’export, il 65% del valore aggiunto e oltre il 70% della manodopera impiegata”, ha spiegato.
Per Confapi “la priorità vera è la manodopera: una nostra indagine congiunturale dice che il 62% delle nostre aziende non trovano personale qualificato, dobbiamo lavorare per dare una risposta a questa esigenza”. Le cause di questa mancanza sono dovute “all’inverno demografico, un dato strutturale”, ma anche al fatto che “i giovani non sono più disponibili a mediare il tempo libero con una tipologia di lavoro che non sia consono alle loro esigenze”, ha sottolineato. In primis, ha continuato Camisa, “dobbiamo fare in modo che i dipendenti che sono già all’interno delle aziende possano lavorare di più e, per incentivarli, dobbiamo detassare almeno una quota parte degli straordinari”.

Inoltre “abbiamo una percentuale tra il 5 e l’8% dei giovani laureati che va all’estero per guadagnare di più: dobbiamo fare in modo che i giovani capaci e preparati possano avere immediatamente ruoli di responsabilità, penso che questa debba diventare una strategia nazionale”.
Inoltre “pensiamo che l’immigrazione si possa vedere in modo anche differente: stiamo formando le persone direttamente in loco, partendo dalle specifiche esigenze delle nostre aziende”. Un altro tema fondamentale è quello dell’energia: “Come facciamo ad essere competitivi se abbiamo un gap iniziale così elevato? Le aziende energetiche italiane stanno facendo utili da capogiro, forse il sistema dei prezzi merita una modifica. Un’altra cosa immediata che potrebbe essere inserita in legge di bilancio è favorire i gruppi d’acquisto anche per le PMI che acquistano energia a lungo termine, per avviare una certa stabilità dei prezzi che non tenga solo conto della volatilità a breve termine”. A lungo termine, ha aggiunto, “nucleare senza sè e senza ma: oggi, per essere competitivi, è un tema da cui non si può prescindere”.

– Foto Italpress –

Attualità

Open Arms, Salvini “Conto di essere assolto”

“Sarò in aula a Palermo venerdì prossimo, conto di essere assolto perchè ritengo di aver fatto il mio dovere”. Così il vice premier e ministro, Matteo Salvini, a proposito del processo Open Arms, a margine di un evento a Genova. “Dovrei avere più carcere di un pedofilo: è estremamente curioso. Se fossi condannato – ha aggiunto – sarebbe un disastro non per me, che ho le spalle larghe, ma per l’Italia, perchè sarebbe un segnale agli scafisti di mezzo mondo: andate in Italia perchè lì anzichè i trafficanti puniscono i ministri che hanno bloccato gli sbarchi. Non ritengo di aver commesso nessun reato – ha risposto poi a una domanda sul motivo per cui non patteggia a differenza dell’ex presidente ligure Giovanni Toti -. Non commento le strategie difensive di altri, ogni avvocato fa bene il suo mestiere. Io ho un avvocato di cui mi strafido, ma non ho alcuna intenzione di riconoscere nessun errore perchè contrastare l’immigrazione clandestina continuo a ritenere che fosse un mio dovere, non un mio diritto”.

– foto: Agenzia Fotogramma –

Continua a leggere

Attualità

Libano, Tajani “I soldati italiani non si toccano”

“I soldati italiani non si toccano. Abbiamo protestato vivacemente con il governo israeliano, l’ho fatto io, l’ha fatto il ministro Crosetto. E’ inaccettabile quello che è accaduto. I soldati italiani non sono terroristi, non sono Hezbollah, sono donne e uomini che lavorano per la pace in Medio Oriente”. Lo dice al Tg1 il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in merito alla missione Unifil in Libano.
A Israele “ha già risposto l’Onu”, ha chiarito Tajani, la missione “non si sposta da lì”.
“Noi abbiamo una soluzione – ha detto ancora il ministro -: un primo cuscinetto governato dall’Unifil che occupi con lo spazio tra il confine con Israele e il fiume, dietro al fiume l’esercito regolare libanese e poi gli Hezbollah. Questo è il modo migliore per impedire che ci siano scontri tra esercito israeliano e Hezbollah”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

Continua a leggere

Attualità

Meloni “Confermiamo sostegno all’Ucraina fino a quando necessario”

“Vedersi con Zelensky ormai è una consuetudine, non si tratta di forma ma è per noi una continuità necessaria che non fa che confermare il sostegno all’Ucraina, una nazione che è stata brutalmente, ingiustificatamente aggredita”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine dell’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
“L’Italia è stata al fianco dell’Ucraina fin dal primo momento del conflitto e siamo pronti a continuare a farlo fino a quando sarà necessario. Lo facciamo perchè siamo convinti che questa sia la parte giusta della storia, ma è anche nel nostro interesse difendere le regole della convivenza internazionale che garantiscono a tutti un futuro di pace, se noi derogassimo a queste regole vivremo in un mondo di caos che non è in grado di difendere i più fragili. L’Ucraina non è sola, saremo accanto per tutto il tempo necessario”, ha aggiunto.

“Il popolo ucraino continua a resistere in modo eroico perchè vuole scegliere il proprio futuro e la comunità internazionale ha il dovere di aiutarlo. L’obiettivo del nostro sostegno è mettere l’Ucraina nelle migliori condizioni possibili per costruire un tavolo di pace che non può significare una resa che in tanti, troppi suggeriscono vigliaccamente. Questo presuppone anche il sostegno militare così come il settore energetico”, ha spiegato.
Meloni ha infine annunciato che “la Ukraine recovery conference si terrà a Roma il 10 e 11 luglio 2025. Un evento a cui teniamo molto e a cui lavoriamo da tempo”.

-Foto: Palazzo Chigi-

Continua a leggere

DI TENDENZA

Riproduzione Riservata - Copyright © Gruppo ADN Italia srl - P.Iva 02265930798 - redazione@adn24.it - PRIVACY