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Attualità

Bari | Cambiamento al vertice della Sezione Operativa Navale di Brindisi

GdF Bari

Il Capitano Leonardo Mossa ha ufficialmente ceduto il comando della Sezione Operativa Navale di Brindisi, dopo quattro anni caratterizzati da un’intensa attività operativa e risultati significativi nel campo della polizia economico-finanziaria e nel contrasto ai traffici illeciti. Durante la sua leadership, Mossa ha portato avanti numerose operazioni di successo, contribuendo a garantire la sicurezza lungo la costa adriatica.

Ora, il Capitano Mossa si appresta ad affrontare una nuova sfida professionale, assumendo un prestigioso incarico presso la Stazione Navale della Guardia di Finanza di Bari. In un commovente saluto ai suoi collaboratori, ha voluto esprimere la sua gratitudine per il supporto e l’impegno dimostrati nel corso degli anni.

Il testimone passa al Tenente Gaetano Barbera, originario di Gela e proveniente da Crotone, dove ha ricoperto il ruolo di Comandante della Sezione Operativa Navale. Barbera vanta un’ottima reputazione per la sua dedizione e le sue azioni efficaci nel contrastare i traffici illeciti via mare.

Il Generale B. Armando Franza, Comandante del Reparto Operativo Aeronavale, ha riconosciuto il lavoro straordinario svolto dal Capitano Mossa, augurando al nuovo comandante Barbera un buon lavoro nel suo nuovo incarico. Questo passaggio di consegne segna una nuova era per la Sezione Operativa Navale di Brindisi, con la continuità dell’impegno per la sicurezza e la legalità.

Attualità

Serbia, Palalic “Noi unici candidati Ue che hanno rating d’investimento”

“La situazione economica in Serbia è molto favorevole. Una notizia che ci dà ottimismo. La Serbia ha avuto un rating di investimento per la prima volta, ed è l’unico Paese tra i candidati per l’UE ad averlo ricevuto. Questo conferma una stabilità macro economica ma anche una politica che è molto avanzata e dedicata alla gestione del debito pubblico per poter essere attraente per gli investimenti. Infatti, il nostro debito ora è meno del 60%”. Così Jovan Palavic, deputato del Parlamento serbo e Presidente del Gruppo di Amicizia con l’Italia e con la Santa Sede intervistato da Italpress. A proposito dei rapporti con l’Italia, Palalic ha ricordato che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata in Serbia un anno fa, ma che il presidente Vucic ha annunciato la nuova visita nei prossimi mesi. “Sicuramente ci sarà nuovo slancio per quanto riguarda i nostri rapporti economici – ha commentato -.

Siamo molto soddisfatti per come si realizzano tutti i progetti che sono stati stabiliti durante il primo incontro tra il presidente Meloni e il presidente Vucic. Assolutamente si può sentire un allargamento in tutti gli spazi dei nostri rapporti economici, culturali e anche politici. E posso dire, in veste di persona che si occupa di rapporti tra Serbia e Italia da oltre dieci anni, che stiamo vivendo un’epoca tra le migliori dell’ultimo secolo. Vedo tantissime opportunità per il rafforzamento dei nostri rapporti in futuro. “Possiamo evidenziare un cambiamento per quanto riguarda settori dove si realizzano nostri rapporti. Sicuramente siamo passati dalla produzione solo nel settore tessile, a nuovi settori più avanzati come tecnologia verde.

Per esempio, oggi a Belgrado ci sarà un evento dove Mind (Expo) firma un accordo con il nostro Ministero delle scienze e tecnologie. Ieri ho incontrato Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, e abbiamo ribadito la nostra disponibilità di avanzare e di andare avanti per quanto riguarda i rapporti tra Serbia e Lombardia. Specialmente perchè anche Fontana è stato a Belgrado a un business forum italo serbo dedicato a innovazione. E ne abbiamo parlato anche ieri di organizzare lo stesso evento a Milano a Palazzo Lombardia”. Un evento che sarà una sorta di crocevia per il futuro della Serbia è Expo 2027, che si svolgerà a Belgrado.

“Ci stiamo preparando a renderlo un grande evento mondiale. Possiamo dare uno slancio per sviluppo economico dappertutto nel Paese. Il nostro Governo lavora quotidianamente per costruire più velocemente tutti i necessari padiglioni e ricoprire tutto lo spazio per quanto riguarda infrastrutture, appartamenti, che possono avere un ruolo per il dopo Expo. Un pò come è successo a Milano con Mind, che diventi il quartiere più avanzato di Belgrado”. “Vucic vuole che Belgrado diventi una capitale per tutta la regione Balcanica, che possa attrarre investimenti dappertutto. Poco fa Serbia ha firmato un accordo di libero scambio con gli Emirati Arabi, che ci aprirà nuove possibilità con l’estero.

Abbiamo simili accordi con Cina, Turchia, con il mercato euro-asiatico, e in Serbia vengono investimenti da ogni Paese del mondo. Siamo ottimisti che dopo l’Expo potremo allargare e sviluppare ulteriormente la nostra economia. Italia ha una posizione di guida per noi, siamo molto grati per il sostegno alla nostra ambizione di essere nuovo membro e posso dire primo membro dell’Unione Europea” dice ancora il parlamentare serbo. Infine, a proposito della nomina di Papa Francesco, del primo cardinale serbo, Làszlò Nèmet, arcivescovo di Belgrado, Palalic ha commentato: “La nomina testimonia un’apertura di entrambe le parti, quella cattolica e quella ortodossa, rappresenta l’apertura di un dialogo e una di una comprensione delle nostre posizioni. Per esempio, 3 settimane fa a Belgrado c’è stato segretario di stato della Santa Sede, Pietro Parolin.

Un messaggio molto importante per la Serbia e per il nostro popolo. Sicuramente la Santa Sede vuole stabilire buoni rapporti con il mondo ortodosso e con la nostra chiesa serba. La Santa Sede può essere una piattaforma di allargamento con altre chiese ortodosse. Ora è molto complicato con la guerra in Ucraina, ed è ancor più importante che tutte le chiese cristiane possano dialogare e trovare un punto comune”.

Foto: Italpress

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Attualità

Salvini “No allo Ius Italie, sì a linea dura sui migranti”

“Io non amo perdere tempo nel dibattito su come dare più cittadinanze. E’ un dibattito surreale. Noi dobbiamo impegnarci solamente sugli stipendi, sulle pensioni e su come aiutare le imprese: siamo il paese europeo che oggi concede più cittadinanze. Il problema non si pone. Io mi rifiuto anche solo di prendere in esame qualsiasi proposta in questo senso anzi aggiungo la proposta della Lega su cui chiederemo alla maggioranza cosa ne pensa è di togliere la cittadinanza agli immigrati che delinquono”. Lo dice il vicepremier e ministro delle Intrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini in una intervista a “Il Giornale” sulla proposta di Antonio Tajani di uno Ius Italie per ottenere la cittadinanza italiana. “Io quando ti do la cittadinanza è come se ti dessi il duplicato delle chiavi di casa mia; se poi tu mi fai il festino a base di droga sesso e mi sfasci casa io te le tolgo le chiavi. Non mi stupisce se queste cose della cittadinanza facile le dice la sinistra che non sa di che cosa occuparsi. Sono cose che con noi non c’entrano niente. Con gli alleati mi trovo d’amore e d’accordo e governeremo insieme per altri tre anni” conclude il leader del Carroccio.

foto: Agenzia Fotogramma

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Malattie Rare, accelerare la diagnosi e la cura per un futuro più equo

Si è tenuto oggi a Roma il convegno “Malattie rare: una priorità internazionale”, a ventiquattro ore dalla partenza del G7 Salute, che riunirà i Ministri della Salute e le relative delegazioni per discutere delle principali sfide in ambito sanitario. Parallelamente, rappresentanti del Parlamento, dell’Istituto Superiore di Sanità, clinici, aziende e associazioni di pazienti, hanno fatto il punto sulle sfide legate alle malattie rare, evidenziando l’importanza di effettuare diagnosi precoci, anche con riferimento alla medicina d’urgenza, e di consentire un equo accesso alle cure.

I saluti istituzionali sono stati aperti dal senatore Raoul Russo, Membro della 10ª Commissione, che ha dichiarato che “nel caso delle malattie rare, non è accettabile che a livello nazionale si stabilisca una linea standard, mentre a livello regionale ciascuno agisca per conto proprio. Il nostro Sistema Sanitario Nazionale deve essere universale, equo e sostenibile. Inoltre, per far sì che avvenga un cambiamento, non è sufficiente la sola azione delle Istituzioni ma è necessario il coinvolgimento della società civile”.

L’incontro, organizzato con il contributo non condizionante di Sanofi e Roche, ha offerto l’opportunità di una discussione sugli obiettivi da raggiungere, evidenziando la necessità di un sostegno alle famiglie e ai caregiver, di promuovere la ricerca scientifica e di implementare urgentemente lo screening neonatale. Sebbene il Gruppo di Lavoro sullo SNE abbia approvato nove nuove patologie – tra cui le patologie lisosomiali come Fabry, Gaucher, MPS1 e Pompe, e le neuromuscolari, come l’atrofia muscolare spinale – le regioni continuano a muoversi in modo disomogeneo, creando un divario nel diritto alla salute dei neonati, che vengono screenati per un numero diverso di patologie a seconda della regione.

Tra gli esperti clinici, Marta De Santis, delegata del Centro nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità, ha sottolineato: “Le malattie rare presentano un quadro sintomatico complesso e altamente invalidante, per cui la diagnosi precoce è fondamentale. Prima si iniziano le terapie, maggiori sono le probabilità di migliorare la gestione della patologia, lo stato di salute della persona e la sua qualità di vita. Grazie all’approvazione della Legge 167 sullo screening neonatale esteso, in Italia sono oltre 40 le patologie rare individuabili alla nascita, e il numero è destinato ad aumentare”.

“Stiamo vivendo – afferma il professor Giacomo Comi, Professore Ordinario di Neurologia dell’Università degli Studi di Milano – due importanti cambiamenti: la diagnostica genetica di ultima generazione, che ha svelato le basi molecolari di molte malattie rare, e l’innovazione terapeutica che sta modificando la storia naturale di alcune di esse, soprattutto in ambito neurologico. In questo contesto, lo screening neonatale esteso è un intervento preventivo cruciale, che consente diagnosi precoci di patologie con interventi terapeutici specifici, garantendo benefici individuali e sociali, oltre a una ripartizione equa delle risorse”.

Le associazioni di pazienti, rappresentate da Tiziana Nicoletti, Responsabile Coordinamento nazionale Associazioni dei Malati Cronici e rari – Cnamc – di Cittadinanzattiva, e Fabio Amanti, Responsabile relazioni istituzionali Parent Project Aps, sono intervenute per ribadire la reale necessità di rimettere al centro della discussione politica il ruolo fondamentale svolto dalla ricerca scientifica per migliorare la qualità di vita delle persone. Senza un adeguato investimento in ricerca non sarà possibile accorciare i tempi delle diagnosi nè sviluppare terapie sempre più efficaci. Le Organizzazioni civiche hanno inoltre espresso la necessità di un impegno concreto da parte delle Istituzioni per garantire un accesso universale a cure e trattamenti, superando, finalmente, le disuguaglianze regionali e internazionali. Proprio con riferimento allo scenario globale, infatti, sono troppe le differenze nelle procedure di approvazioni dei trattamenti tra le agenzie regolatorie, provocando così differenze nell’accesso ai trattamenti dei pazienti affetti da una stessa Malattia Rara a seconda del loro paese di origine.

– foto ufficio stampa Esperia Advocacy –

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