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Curiosità

SAI CHE… Elon Musk promette massima trasparenza su eventuali scoperte aliene? “Sarò il primo a dirvelo”

Elon Musk, imprenditore visionario e fondatore di SpaceX, ha ribadito il suo impegno a condividere immediatamente con il pubblico eventuali prove di vita extraterrestre, se mai dovesse incontrarle. Durante un’intervista con Tucker Carlson, noto ex conduttore di Fox News, Musk ha dichiarato che, nel momento in cui dovesse trovare tracce di civiltà aliene, sarà il primo a informare il mondo, utilizzando X (precedentemente Twitter) come canale di comunicazione.

Nonostante il suo interesse per il cosmo, Musk ha sottolineato di non aver mai riscontrato nulla di convincente riguardo all’esistenza di alieni. Tuttavia, ha spiegato che non esiterebbe a pubblicare qualsiasi evidenza nel caso in cui emergessero novità. “Se mai trovassi qualcosa, lo saprete subito,” ha affermato con convinzione.

Pur non negando la possibilità che forme di vita extraterrestri esistano, Musk mantiene una posizione scettica, suggerendo che molti avvistamenti di oggetti volanti non identificati (UFO) siano legati a tecnologie militari segrete piuttosto che a visite aliene. Ha osservato come ci siano “molti programmi classificati” che potrebbero spiegare la maggior parte dei fenomeni osservati.

Durante una conferenza tenutasi al Milken Institute, Musk ha anche speculato sulla possibilità che missioni future possano rilevare tracce di antiche civiltà aliene, ormai estinte, nelle profondità dello spazio. In questo contesto, ha ribadito che nessuno dei suoi satelliti Starlink ha mai riportato incontri con UFO.

In conclusione, Musk ha assicurato che, a differenza di altre istituzioni che mantengono segrete certe informazioni, se ci saranno mai prove concrete di vita extraterrestre, lui sarà pronto a rivelarle senza alcun ritardo.

Curiosità

SAI CHE… Cosa accadrebbe a eventuali pianeti abitati?

Le nane rosse, stelle piccole e longeve della classe M, hanno da sempre catturato l’attenzione degli astronomi per il loro potenziale di ospitare pianeti abitabili. Data la loro abbondanza nella Via Lattea e la lunga stabilità, queste stelle sono state considerate ottime candidate nella ricerca di mondi con condizioni favorevoli alla vita. Tuttavia, nuove scoperte stanno sollevando dubbi sul loro effettivo ruolo nella ricerca di vita extraterrestre.

Recenti studi hanno rivelato che le nane rosse, nonostante la loro apparente tranquillità, sono soggette a potenti esplosioni di radiazioni ultraviolette (UV) note come flare stellari. Questi eventi, finora sottostimati, possono avere conseguenze devastanti per i pianeti che orbitano intorno a esse. Un team di ricercatori ha analizzato oltre dieci anni di dati raccolti dal telescopio GALEX, concentrandosi su quasi 200 flare emessi da nane rosse, scoprendo che l’intensità delle radiazioni UV generate è molto superiore a quanto previsto in passato.

Sebbene una certa esposizione ai raggi UV possa favorire la formazione di molecole organiche necessarie alla vita, una dose eccessiva rischia di distruggere completamente l’atmosfera di un pianeta, privandolo della protezione dai raggi cosmici e riducendo le possibilità di ospitare forme di vita. I dati suggeriscono che i modelli precedenti avevano gravemente sottovalutato questo rischio, mostrando che la maggior parte dei flare delle nane rosse non segue le leggi termodinamiche tradizionalmente applicate.

Questa nuova comprensione potrebbe cambiare il modo in cui gli scienziati valutano l’abitabilità dei pianeti che orbitano attorno a queste stelle. Anche se un pianeta si trova nella cosiddetta “zona abitabile”, il continuo bombardamento di radiazioni potrebbe eroderne lentamente l’atmosfera, creando condizioni estremamente ostili. Lo studio, pubblicato di recente, mette in dubbio l’idea che le nane rosse siano ambienti ideali per la vita, complicando ulteriormente la ricerca di mondi extraterrestri abitabili.

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Curiosità

SAI CHE… Ogni nuovo pianeta scoperto c’è chi decide i nomi e perchè?

Ogni volta che viene scoperto un nuovo pianeta o corpo celeste, il processo per attribuirgli un nome segue regole precise e tradizioni secolari, gestite dalla International Astronomical Union (IAU). Questa organizzazione internazionale, attiva dal 1919, è responsabile di tutte le decisioni riguardanti la nomenclatura astronomica. Riunendo i maggiori esperti di astronomia e astrofisica, l’IAU non solo coordina le ricerche astronomiche a livello globale, ma decide anche i nomi ufficiali di pianeti, satelliti, asteroidi e altri oggetti spaziali.

Le regole seguite dall’IAU sono ancorate alle tradizioni culturali e mitologiche, come nel caso dei pianeti del sistema solare che portano nomi di divinità greche o romane. Anche altre mitologie, come quella dell’Isola di Pasqua, sono state occasionalmente utilizzate, come dimostra il caso del pianeta nano Makemake. Per i satelliti naturali, i nomi vengono solitamente associati a figure legate mitologicamente al pianeta che orbitano.

Nel caso dei pianeti extrasolari, invece, il metodo di denominazione è diverso. Di solito, si usa una lettera minuscola per indicare la sequenza dei pianeti scoperti intorno a una stella, iniziando dalla lettera “b”. Ad esempio, nel sistema stellare di 16 Cygni, il pianeta 16 Cygni Bb è il primo scoperto intorno alla stella 16 Cygni B.

In questo modo, la IAU assicura che la denominazione degli oggetti celesti sia sistematica, rispettosa delle tradizioni culturali e uniforme su scala internazionale.

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SAI CHE… Un imperatore Romano vietò i giochi al Colosseo?

Settimio Severo, uno degli imperatori più influenti della storia di Roma, è noto per molte riforme e per la sua decisa politica militare. Tuttavia, un episodio curioso e significativo del suo regno fu la decisione di vietare i giochi gladiatori femminili, una scelta dettata da motivazioni particolarmente insolite per l’epoca.

Nato in un contesto di austerità e rigore, Severo nutriva un profondo rispetto per le tradizioni romane. Malgrado fosse impegnato in campagne militari e in lotte politiche per il controllo dell’Impero, non trascurava l’importanza delle norme sociali. Una delle sue decisioni più straordinarie fu quella di proibire la partecipazione delle donne nei combattimenti gladiatori, un evento che fino ad allora faceva parte della cultura dell’intrattenimento romano.

Le gladiatrici, spesso appartenenti a famiglie ricche e nobili, combattevano non per uccidersi, ma per dimostrare le loro abilità marziali. Tuttavia, le competizioni femminili, benché meno cruente di quelle maschili, scatenavano spesso reazioni eccessive tra il pubblico, con abusi verbali e insulti rivolti alle partecipanti. Settimio Severo, notando la crescente mancanza di rispetto verso le donne durante questi eventi, decise di intervenire.

Preoccupato che tali manifestazioni potessero contribuire a una più ampia erosione del rispetto per le donne romane, Severo vietò ogni forma di partecipazione femminile nei giochi. Questo non solo per proteggere le gladiatrici dagli abusi del pubblico, ma anche per promuovere un ideale di dignità femminile che fosse condiviso in tutto l’Impero.

La sua decisione, sebbene impopolare tra una parte del pubblico romano, segnò una svolta nella storia dei giochi gladiatori.

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