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La Terribile Storia di “Amara Chianca”: Il Massacro di Vieste

L’eco di antiche gesta piratesche torna a risuonare nelle acque di Vieste, in Puglia, dove si è consumato uno degli episodi più drammatici del passato. Un massacro che porta con sé il marchio del temuto Dragut Rais, un corsaro saraceno la cui fama di spietatezza ha attraversato i secoli.

Nel 1554, in un contesto di mare tempestoso e conflitti, Dragut Rais si trovò di fronte a una scelta cruciale: affrontare una tempesta in arrivo o cercare rifugio. Decise di non tirarsi indietro e, giunto sulla costa pugliese, scatenò l’inferno su Vieste. Con circa 1000 cannonate, l’assalto alla città segnò l’inizio di un’assedio che avrebbe portato a conseguenze disastrose.

Dopo due giorni di bombardamenti, la città si arrese. La violenza esplose in un bagno di sangue, con migliaia di cittadini, tra cui donne e anziani, giustiziati in modo brutale. Le pietre bianche della cattedrale, testimoni silenziosi di quel tragico evento, si tingevano di rosso. Molti furono catturati e venduti come schiavi, segnando un capitolo oscuro della storia locale.

La denominazione “Amara Chianca” racchiude il dramma di quel momento: una pietra tipica della regione, simbolo di bellezza e vita, si trasformò in un luogo di morte e desolazione. Questo episodio non solo rappresenta la brutalità di un’epoca, ma anche il terrore che i pirati incutevano nei cuori delle popolazioni costiere, il cui ricordo continua a vivere nel folklore e nella memoria collettiva.

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