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Cronaca

Attimi di Paura Durante una Partita di Padel: Intervento Provvidenziale Salva un Uomo

Un episodio drammatico ha avuto luogo presso lo Skypadel di Rivoltella, un centro sportivo situato nella provincia di Brescia, dove un uomo di 57 anni ha avuto un malore mentre stava giocando a padel. La scena si è svolta davanti a numerosi spettatori, che hanno assistito impotenti al crollo improvviso dell’uomo sul campo.

Fortunatamente, tra i presenti si trovava Raul De Jesus, responsabile della struttura e volontario della Croce Rossa, insieme al suo amico Gianpiero Breda, membro dei vigili del fuoco. La loro presenza si è rivelata cruciale: i due si sono subito attivati per prestare soccorso, eseguendo le manovre salvavita necessarie e contattando gli operatori dei servizi di emergenza per ricevere assistenza telefonica. Hanno anche utilizzato un defibrillatore semiaautomatico (DAE) presente nella struttura, un dispositivo fondamentale in situazioni di emergenza come questa.

I soccorsi sono giunti rapidamente sul posto con un’ambulanza e un’automedica, continuando le manovre di rianimazione per stabilizzare le condizioni dell’uomo. Dopo aver ricevuto le cure iniziali, il 57enne è stato trasportato all’ospedale di Desenzano per ulteriori accertamenti.

Tuttavia, un imprevisto ha complicato la situazione: il macchinario della TAC presso l’ospedale era fuori servizio, costringendo i sanitari a trasferire il paziente all’ospedale di Brescia. Qui, fortunatamente, il 57enne è stato ricoverato in terapia intensiva, ma si è mostrato cosciente e, secondo le ultime notizie, fuori pericolo.

Questo evento sottolinea l’importanza della preparazione e della prontezza di reazione in situazioni di emergenza. L’azione tempestiva di De Jesus e Breda, unita alla disponibilità del defibrillatore, ha senza dubbio salvato una vita. In contesti sportivi come quello del padel, è essenziale che le strutture siano attrezzate e che ci sia personale formato per affrontare eventuali emergenze, garantendo così la sicurezza di tutti i frequentatori.

Cronaca

Psicologo Condannato per Abusi su Paziente Sotto Ipnosi

Un grave caso di abuso professionale ha portato alla condanna di uno psicologo di 55 anni, originario di Vibo Valentia e residente a Rimini. L’uomo è stato giudicato colpevole di aver abusato sessualmente di una paziente durante due sedute terapeutiche, avvenute alla fine del 2019. La condanna, emessa in primo grado, prevede una pena di 4 anni di reclusione.

La vicenda ha avuto inizio quando la vittima, una giovane donna di 25 anni, ha presentato una denuncia contro il suo terapeuta, accusandolo di comportamenti inappropriati durante le sessioni di terapia. Secondo quanto riportato, l’abuso sarebbe avvenuto attraverso tecniche di iperventilazione, digitopressione e ipnosi, lasciando la donna in una condizione di vulnerabilità.

Le indagini condotte dalla Procura hanno incluso una perizia psichiatrica per valutare lo stato mentale della giovane. Un consulente nominato ha confermato la veridicità delle affermazioni della paziente, stabilendo che quanto riportato non fosse il frutto di un sogno o di una fantasia. Durante le sedute, la donna sarebbe stata in uno stato di inferiorità psichica, rendendo gli abusi ancora più gravi.

Oltre alla condanna penale, il professionista dovrà sostenere anche le spese legali e risarcire la parte lesa con una somma di 28 mila euro. Questo caso solleva interrogativi importanti riguardo alla sicurezza dei pazienti in contesti terapeutici e alla responsabilità degli operatori della salute mentale. La condanna rappresenta un passo significativo nella lotta contro gli abusi nei rapporti di fiducia tra terapeuti e pazienti.

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Cronaca

Operazione della Guardia di Finanza contro la Contraffazione a Gallipoli

Nell’ambito di un’operazione volta a intensificare i controlli economici sul territorio, la Compagnia di Gallipoli della Guardia di Finanza ha portato a termine un’importante indagine nel settore della contraffazione. Coordinata dal Comando Provinciale di Lecce, l’operazione ha disarticolato un’organizzazione illecita attiva nei comuni di Gallipoli e Taviano.

Grazie a indagini approfondite e a un’accurata attività di raccolta di informazioni, i finanzieri hanno effettuato controlli su diverse attività commerciali, sia fisse che itineranti, che apparivano apparentemente lecite. Questi controlli hanno portato al sequestro di oltre 2.400 articoli, tra cui abbigliamento e giocattoli, tutti riconducibili a noti marchi di lusso come Prada, Louis Vuitton, Gucci e Chanel, oltre a prodotti di aziende famose come Disney, Funko e Marvel, ritenuti contraffatti.

Le indagini hanno rivelato che molti dei capi di abbigliamento sequestrati erano stati prodotti in Cina e importati in Italia, dove venivano rifiniti con l’apposizione di etichette e marchi falsi. Inoltre, i giocattoli presentavano marchi CE contraffatti, atti a ingannare i consumatori sulla qualità e sulla sicurezza dei prodotti.

Durante le operazioni, sono stati trovati anche loghi e marchi falsi pronti per essere applicati a ulteriori capi di abbigliamento in fase di lavorazione. Grazie a queste scoperte, quattordici individui sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Lecce con l’accusa di commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione.

Le attività della Guardia di Finanza non si fermano qui: le indagini continuano con l’obiettivo di smantellare l’intera catena logistica e organizzativa coinvolta nella contraffazione, esaminando anche possibili violazioni delle normative doganali e tributarie.

Questo tipo di commercio illecito non solo danneggia le aziende legittime, ma ha anche un impatto significativo sull’economia nazionale, causando perdite fiscali che si traducono in una diminuzione delle risorse per i servizi pubblici. L’impegno della Guardia di Finanza nel combattere la contraffazione è cruciale per tutelare l’economia e garantire un mercato più equo e trasparente per i consumatori.

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Campania

Arrestata la Madre Superiora della Curia Vescovile di Ariano Irpino per Furto di Gioielli

Un episodio incredibile ha scosso la Curia Vescovile di Ariano Irpino, dove la madre superiora è stata arrestata per il furto di gioielli e oggetti d’oro, tra cui ex voto di valore spirituale e simbolico. La notizia è emersa dopo che il vescovo della diocesi ha presentato una denuncia ai Carabinieri, insospettito dalla scomparsa di numerosi oggetti in diverse parrocchie della zona.

Il provvedimento di arresto, eseguito venerdì 11 ottobre, ha portato la religiosa agli arresti domiciliari presso un monastero a San Cesareo, alle porte di Roma, sulla base di un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Tivoli. La suora è accusata di furto pluriaggravato, con particolare riferimento alla sottrazione di beni destinati alla pubblica venerazione, aggravato anche da atti di violenza sulle cose.

Le indagini hanno rivelato prove schiaccianti contro la madre superiora, scoperte durante le perquisizioni dei locali a lei riservati all’interno della Curia. Si è appreso che la religiosa si sarebbe appropriata di diversi gioielli, accedendo alle stanze con le chiavi di cui era in possesso, nelle parrocchie di Santa Maria delle Fratte, Sant’Euplio, Santa Maria Assunta, San Sossio Baronia, Santa Maria della Neve, San Nicola Vescovo, San Giovanni Battista, e Madonna del Carmine, tutte nella diocesi di Ariano Irpino.

Tra gli oggetti rubati, figurava anche una reliquia di San Nicola di Bari, custodita in un medaglione di metallo, il cui valore trascende il semplice aspetto materiale. Dopo il furto, la madre superiora avrebbe ceduto i gioielli a vari esercizi commerciali, ottenendo circa 80.000 euro, somme che sono state trasferite all’estero.

Una parte del metallo prezioso è stata fusa e trasformata in lingotti, sequestrati durante le indagini, mentre altri oggetti e ex voto in argento sono stati ritrovati nascosti nella stanza occupata dalla religiosa ad Ariano Irpino e nella cesta della biancheria sporca nel monastero di San Cesareo.

Questo caso ha sollevato interrogativi profondi sulla fiducia all’interno delle istituzioni religiose e sull’importanza di controlli e vigilanza per proteggere beni che non solo possiedono un valore economico, ma rappresentano anche un patrimonio culturale e spirituale per la comunità.

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