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Curiosità

SAI CHE… E’ stato scoperto un nuovo pianeta “vicino” alla Terra?

Un’importante scoperta astronomica ha catturato l’attenzione della comunità scientifica: è stato identificato un nuovo pianeta, denominato Barnard b, situato a soli sei anni luce dalla Terra. Questo pianeta roccioso ha attratto l’interesse degli scienziati per la sua peculiarità di completare un’orbita attorno alla sua stella in un tempo incredibilmente breve, appena 3,15 giorni terrestri.

La scoperta è stata realizzata grazie all’uso dei telescopi europei VLT in Cile, tra i più avanzati al mondo. Questo annuncio segna la conclusione di un lungo periodo di incertezze: nel 2018 era stato segnalato un pianeta simile attorno alla stessa stella, ma le successive osservazioni avevano messo in dubbio tale scoperta. I ricercatori, tra cui un team di astrofisici italiani, hanno condotto studi approfonditi negli ultimi cinque anni, confermando ora l’esistenza di Barnard b.

Con una massa equivalente a un terzo di quella terrestre, Barnard b si trova a una distanza molto ravvicinata dalla sua stella, risultando venti volte più vicino rispetto a Mercurio dal Sole. Questo fattore contribuisce a una temperatura superficiale estremamente elevata, che si attesta intorno ai 125 gradi Celsius, rendendo impossibile la presenza di acqua liquida sulla sua superficie.

La stella che ospita Barnard b, scoperta nel 1926 dall’astronomo Edward E. Barnard, è nota per la sua velocità nel cielo. Essa si muove rapidamente rispetto ad altre stelle, complicando le ricerche astrali. Sebbene il nuovo pianeta abbia caratteristiche particolari, ci sono indizi che potrebbero suggerire la presenza di ulteriori pianeti in questo sistema, che saranno oggetto di future indagini.

La scoperta di Barnard b non solo arricchisce la nostra conoscenza del sistema stellare vicino alla Terra, ma rappresenta anche un passo importante nella caccia agli esopianeti. Con migliaia già identificati e miliardi ancora da scoprire, l’astronomia continua a svelare i misteri dell’universo, spingendo la frontiera della conoscenza sempre più avanti.


Curiosità

SAI CHE… Da chi provengono i Misteriosi Suoni della Fossa delle Marianne?

Dopo anni di incertezze, gli scienziati hanno finalmente chiarito l’origine di alcuni strani rumori provenienti dalla Fossa delle Marianne, il punto più profondo degli oceani. Questi suoni, noti come “biotwang”, erano stati registrati per la prima volta nel 2014 e avevano suscitato grande curiosità, essendo stati paragonati ai suoni di astronavi dei film di fantascienza.

Recentemente, l’analisi di oltre 200.000 ore di registrazioni acustiche tramite strumenti di intelligenza artificiale ha rivelato che i misteriosi rumori non sono altro che le chiamate delle balene di Bryde, cetacei che possono raggiungere i 17 metri di lunghezza. La scoperta è stata confermata dopo che diversi esemplari di questa specie sono stati osservati mentre emettevano il caratteristico suono.

Nonostante la fonte sia stata identificata, rimane ancora da chiarire il motivo per cui queste balene producono tali suoni peculiari. I ricercatori ipotizzano che il “biotwang” possa fungere da richiamo per permettere agli esemplari di localizzarsi tra loro, simile a un gioco di “Marco Polo” sottomarino. Inoltre, è emerso un picco di registrazioni nel 2016, coincidente con un incremento della popolazione di balene nella zona, probabilmente legato agli effetti dell’El Niño.

Questa scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione della vita marina, ma offre anche nuove prospettive sulla comunicazione tra le diverse specie di cetacei e il loro adattamento agli ambienti oceanici.

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Curiosità

SAI CHE… Un Buco Nero Piccolissimo è stato “visto” a 5000 anni luce da noi?

Un recente studio ha rivelato la possibile esistenza di un buco nero di dimensioni sorprendenti, il più piccolo mai osservato finora. Situato a circa 5.825 anni luce dalla Terra, il misterioso oggetto è stato identificato grazie all’osservazione di una stella gigante rossa, la quale presenta un’orbita peculiare che sembra suggerire l’influenza di un compagno invisibile.

Ciò che rende questo scoperta particolarmente affascinante è il fatto che dalla posizione del buco nero non proviene alcuna luce. Gli scienziati hanno calcolato che l’oggetto potrebbe avere una massa di soli 3,6 volte quella del Sole, un valore che sfida le teorie correnti sulla formazione dei buchi neri. Tradizionalmente, buchi neri di massa così ridotta non dovrebbero esistere, creando un’interessante discrepanza nota come “lower mass gap”.

Pubblicato sulla rivista Nature, lo studio sottolinea che il buco nero, denominato G3425, potrebbe fornire importanti indizi sulla comprensione dei buchi neri di piccola massa e sul loro ruolo nell’universo. Il regolare movimento della stella attorno a G3425 indica che il sistema potrebbe essere rimasto stabile per un lungo periodo, a differenza di quanto si verifica normalmente dopo un’esplosione di supernova.

Utilizzando i dati forniti dalla missione Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea, che traccia in 3D il movimento delle stelle nella nostra galassia, gli astronomi sono stati in grado di mappare questa interessante coppia celeste. L’individuazione di ulteriori buchi neri di massa ridotta potrebbe rivelare nuove informazioni fondamentali sul processo di formazione e sull’evoluzione dei buchi neri binari, ampliando così la nostra comprensione dell’universo.

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Curiosità

SAI CHE… In Germania c’è la Tomba di un Uomo Sepolto per Impedirne la “Risurrezione”?

In un sito archeologico vicino a Quedlinburg, nella regione della Sassonia-Anhalt in Germania, è stata recentemente scoperta una tomba che solleva interrogativi inquietanti sul pensiero e le pratiche funerarie dell’epoca. Gli archeologi hanno trovato un uomo sepolto con pesanti pietre sul petto, una misura adottata per prevenire il suo ritorno tra i vivi, un fenomeno temuto durante i secoli XVI e XVII in Europa.

Questa scoperta è avvenuta in un antico sito del XVII secolo, noto come “galgenberg” o “collina del patibolo”, dove sono state rinvenute almeno 16 tombe e due fosse d’ossa, utilizzate per ospitare resti disturbati da sepolture successive. Il ritrovamento si inserisce in un contesto culturale in cui le credenze sui “revenant” – anime di defunti che, per varie ragioni, si pensava potessero tornare in vita – erano diffuse. La presenza delle pietre sul corpo di quest’uomo suggerisce che la comunità temesse fortemente la sua possibile risurrezione.

Mentre alcuni scheletri rinvenuti nel sito mostrano segni di esecuzioni brutali, il corpo dell’uomo sepolto con le pietre non presenta evidenti tracce di violenza, lasciando aperta la questione sulle circostanze della sua morte. A differenza di lui, un altro defunto trovato in una bara di legno sembra aver ricevuto un trattamento più rispettoso, suggerendo che potesse trattarsi di una persona che si è tolta la vita. In quel periodo, i suicidi venivano frequentemente sepolti in luoghi di esecuzione, considerati al di fuori della comunità cristiana.

Questa scoperta non solo illumina pratiche funerarie antiche, ma riflette anche le paure e le credenze di una società che cercava di affrontare l’ignoto della morte e dell’aldilà. Gli archeologi continueranno a studiare il sito per raccogliere ulteriori informazioni sulla vita e la morte di coloro che vi sono stati sepolti.

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