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Cronaca

Maxiprocesso alla mafia dei Nebrodi | 65 condanne in appello, riduzioni di pena e assoluzioni

Ieri sera, nell’aula bunker del carcere di Gazzi a Messina, è stata emessa la sentenza finale del maxiprocesso d’appello riguardante la cosiddetta mafia dei pascoli nei Nebrodi. Questa inchiesta ha svelato un vasto sistema di truffe perpetrate dai clan mafiosi locali, che avrebbero sottratto milioni di euro di fondi pubblici destinati all’agricoltura, attraverso frodi ai danni dell’Unione Europea e dell’Agea.

Il verdetto ha portato a 65 condanne, con il caso di Gino Calcò Labruzzo che ha visto confermata integralmente la sentenza di primo grado. Per gli altri 64 imputati sono state emesse diverse riduzioni di pena, con alcune abbattute in misura significativa. Inoltre, ci sono stati 18 assoluzioni totali e 6 prescrizioni complete, assieme a numerose assoluzioni e prescrizioni parziali.

Il processo ha confermato, come già stabilito in primo grado, l’accusa di associazione per delinquere semplice per il gruppo Faranda-Crascì, considerato vicino ai Bontempo Scavo, mentre è stata confermata la configurazione mafiosa per il gruppo dei Batanesi. La condanna più pesante è stata inflitta a Sebastiano Bontempo, che dovrà scontare 20 anni e 6 mesi di reclusione. La pena per Salvatore Aurelio Faranda è stata ridotta a 20 anni, rispetto ai 30 iniziali.

L’ex sindaco di Tortorici, Emanuele Galati Sardo, ha visto la sua condanna ridursi da 6 anni e 2 mesi a 3 anni e un mese, a seguito di prescrizioni, sebbene sia stato parzialmente accolto l’appello del pm per due ulteriori capi d’imputazione.

Il processo rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e le frodi ai danni delle istituzioni pubbliche, con un’attenzione particolare alle strutture mafiose radicate nei territori rurali.

Cronaca

Trapani | Operazione Antimafia: Dieci Arresti per Associazione Mafiosa, Estorsione e Scambio Elettorale

La Polizia di Stato di Trapani, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Palermo, ha eseguito un’importante operazione contro la criminalità organizzata, arrestando dieci persone. L’ordinanza cautelare restrittiva, emessa dal Giudice per le indagini preliminari, riguarda soggetti residenti in provincia di Trapani accusati di reati di associazione mafiosa, estorsione aggravata, scambio elettorale politico-mafioso e spaccio di stupefacenti. Tra le accuse anche il traffico di influenze, la violazione di segreto d’ufficio e la detenzione illegale di armi.

L’indagine

L’inchiesta, avviata nel maggio 2021 dalla Squadra mobile di Trapani con la collaborazione di Palermo e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha rivelato una riorganizzazione delle famiglie mafiose di Alcamo e Calatafimi, dopo l’arresto di alcuni storici esponenti. In particolare, sarebbe stato individuato il nuovo vertice della famiglia di Alcamo in un pregiudicato locale, che avrebbe gestito il gruppo con l’aiuto di diversi complici. Lo stesso sarebbe accaduto a Calatafimi, con un altro pregiudicato a capo della famiglia mafiosa locale.

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Estorsioni e minacce

Le investigazioni hanno permesso di ricostruire diversi episodi di estorsione a danno di imprenditori locali. Tra questi, un imprenditore di Castellammare, attivo nella distribuzione alimentare e immobiliare, e due imprenditori di Alcamo, nel settore edilizio e automobilistico. Le vittime erano state costrette a pagare somme fino a 50.000 euro per evitare ritorsioni. Ulteriori episodi estorsivi hanno riguardato il titolare di un maneggio ad Alcamo, costretto ad abbandonare la propria attività, e un buttafuori di Trapani, obbligato a cedere il suo lavoro al figlio di un noto pregiudicato.

Scambio elettorale e affari mafiosi

L’indagine ha inoltre documentato un sistema di scambio elettorale politico-mafioso. La famiglia mafiosa avrebbe condizionato il voto locale in favore di un candidato alcamese del movimento politico “VIA”, con il coinvolgimento di un ex senatore, accusato di aver pagato 3.000 euro per ottenere il sostegno mafioso durante le elezioni regionali siciliane del 2022.

Droga e armi

Le operazioni hanno anche rivelato un traffico di droga, gestito in parte grazie a fornitori albanesi, e il possesso di armi da parte del gruppo criminale. Durante una perquisizione, uno dei membri del sodalizio è stato arrestato con oltre 9 chili di marijuana e due fucili a canne mozze, provento di furto.

Oltre agli arresti, sono stati eseguiti otto decreti di perquisizione nei confronti di altre persone indagate per reati connessi. Tuttavia, le responsabilità penali dei coinvolti saranno accertate nelle successive fasi del processo.

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Cronaca

Varese | Maxi sequestro da 23 milioni per contrabbando di orologi di lusso

La Guardia di Finanza di Varese ha eseguito un sequestro preventivo del valore di 23 milioni di euro, disposto dal Tribunale di Busto Arsizio, nei confronti di tre persone fisiche e due società di spedizioni, tutte coinvolte in un vasto sistema di contrabbando aggravato. Il provvedimento segue un precedente sequestro di un milione di euro eseguito lo scorso novembre.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Busto Arsizio e avviate grazie alla denuncia di un dipendente di una delle società coinvolte, hanno permesso di smascherare un complesso sistema di contrabbando presso l’aeroporto di Milano-Malpensa. L’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Varese in collaborazione con l’Ufficio delle Dogane di Malpensa, ha portato all’identificazione di un meccanismo illecito che ha consentito, tra il 2020 e il 2022, l’importazione di 64.000 orologi di lusso (tra cui Rolex, Bulgari, Chopard, Cartier, IWC e Panerai) per un valore complessivo di 103 milioni di euro.

Gli orologi, provenienti da Hong Kong, venivano accompagnati da false fatture e formalmente destinati a una base militare americana, esente da dazi e IVA. In realtà, la base militare non era a conoscenza delle spedizioni e la merce non vi è mai giunta. Gli orologi venivano così importati illegalmente in Italia, eludendo il pagamento di dazi doganali e IVA per poi essere rivenduti “in nero” a prezzi inferiori, alterando la concorrenza leale e danneggiando gli imprenditori onesti del settore.

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Le modalità di importazione, ricostruite dalla Guardia di Finanza, hanno rivelato la doppia frode: da un lato la falsa dichiarazione del valore della merce, dall’altro l’indicazione fraudolenta del destinatario finale. Il totale dei diritti di confine evasi ammonta a circa 23 milioni di euro, di cui 22,9 milioni di IVA e 50.000 euro di dazi doganali.

Il Giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo per equivalente delle somme corrispondenti ai diritti evasi, colpendo non solo i conti personali degli indagati ma anche quelli delle società di spedizioni coinvolte.

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Cronaca

Roma | 28 chilogrammi di cocaina nel telaio di un’auto: arrestato “corriere”

Un’importante operazione antidroga è stata condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, che hanno intercettato un ingente carico di cocaina destinato a rifornire le principali piazze di spaccio della Capitale. L’intervento è avvenuto presso la barriera autostradale A12 Roma-Tarquinia, nell’ambito di un servizio di controllo economico del territorio.

Le Fiamme Gialle del 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Roma, durante un controllo su un’autovettura con targa francese che procedeva a velocità sostenuta verso Roma, hanno scoperto due doppifondi nascosti nei longheroni del telaio del veicolo. All’interno erano occultati 27 panetti contenenti oltre 28 chilogrammi di cocaina.

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Il conducente, un cittadino rumeno, è stato arrestato in flagranza di reato con l’accusa di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato immediatamente trasferito al carcere di Regina Coeli, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Roma.

Secondo le stime degli investigatori, il carico di droga, se immesso sul mercato, avrebbe potuto generare un profitto superiore ai 3 milioni di euro. I provvedimenti di arresto e sequestro, eseguiti in flagranza di reato, sono stati già convalidati dall’Autorità Giudiziaria.

Questa operazione si inserisce nel quadro delle attività di contrasto ai traffici illeciti messe in campo dalla Guardia di Finanza di Roma, a tutela della sicurezza economica e della legalità sul territorio. Tuttavia, il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e, come previsto dalla legge, vige la presunzione di innocenza fino al giudizio definitivo.

Un altro importante colpo messo a segno nella lotta contro il narcotraffico nella Capitale.

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