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Politica

Tajani “Su Ius scholae nessuna marcia indietro, è scelta di buon senso”

“Io non faccio nessuna marcia indietro. La scelta sullo Ius Scholae è una scelta di buon senso. Ho dato mandato ai gruppi di fare uno studio sulla questione della cittadinanza e sulle normative e orientare una proposta di legge. E prima di presentare la proposta in Parlamento lo presenterò alla maggioranza, perchè un centrodestra moderno deve porsi questo problema. Non possiamo regalare il voto dei nuovi italiani alla sinistra”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo alla VII edizione della kermesse “La Piazza – Il bene comune” di Affari Italiani. “Stiamo lavorando per la pace – ha proseguito Tajani nel corso del suo intervento -. Auspico che ci possa essere una conferenza di pace alla quale possono partecipare anche Cina e Russia”. “Siamo a fianco dell’Ucraina senza se e senza ma – ha ribadito poi – . Abbiamo già inviato quasi completamente il nono pacchetto di sostegno militare. Gli accordi sono quelli che le armi italiane si possono usare in territorio ucraino. Così come non invieremo militari in Russia, non si devono usare le nostre armi in territorio russo. Ma devono essere armi che possono essere usate all’interno dell’Ucraina per difendere l’integrità e la libertà dell’Ucraina”. Quindi, “la Russia non può partecipare” alla conferenza per la pace “ponendo delle condizioni secondo le quali l’Ucraina deve accettare la resa perchè una conferenza di pace non può essere la resa dell’Ucraina”, ha concluso il ministro.

– Foto Agenzia Fotogramma –

Politica

Scuola, Mattarella “Ricostruire patto educativo famiglie-insegnanti”

“La scuola educa a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, sviluppa il senso di comunità, fa sperimentare la convivenza. Talvolta, questo nostro tempo dominato dall’assillo del presente, del qui e ora, rischia di far dimenticare che l’impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica. Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, e idee, cura, attenzioni. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Convitto nazionale di Cagliari per “Tutti a scuola”, l’iniziativa per l’inaugurazione dell’anno scolastico.

“I giovani sono più avanti nella conoscenza digitale. Ne hanno fatto strumento di vita quotidiana. Tante volte nonni e genitori chiedono loro aiuto e consiglio e quelli che non lo fanno scoprirebbero un mondo prezioso se iniziassero – ha aggiunto il capo dello Stato -. I ragazzi apprendono da noi, dalla nostra esperienza, e noi impariamo da loro. Per essere produttivo deve essere uno scambio alla pari. La tecnologia e il suo uso non devono diventare una barriera di incomunicabilità, un territorio recintato, distinto, divisivo, tra mondo giovanile e società degli adulti. Non possiamo e non dobbiamo abbandonare i ragazzi a una chiusura solitaria, in un mondo dominato dalla tecnologia in cui talvolta rischiano di essere imprigionati. Lo smartphone è uno strumento che aiuta nella vita quotidiana, ma non è, non rappresenta la vita, che è molto più complessa, ricca, emozionante. Non possiamo correre il rischio che lo strumento tecnologico, in continua evoluzione, assorba la quasi totalità delle attenzioni, delle relazioni, della vita. Anche in questo il sistema educativo ha un compito decisivo”.

Per Mattarella “la scuola è un percorso di convivenza, di legalità, di libertà. Libertà di pensiero, di scelte, certo. Ma anche libertà da quegli ostacoli – di natura materiale o psicologica – che impediscono la corretta maturazione delle coscienze – ha detto il presidente -. Abbiamo ascoltato con profonda emozione il dialogo tra la signora Manes e il giovane attore che impersona suo figlio Andrea, vittima innocente del cyberbullismo. Ringrazio ancora la signora Manes per il suo impegno educativo, che ha dato una svolta condivisa al suo immenso dolore. Purtroppo, nonostante i tanti sforzi, bullismo e cyberbullismo sono tuttora diffusi tra i nostri giovani.

Occorre rinnovare un’azione rivolta a reprimere e anzitutto a prevenire, incidendo sulle cause profonde – frustrazione, mancanza di modelli positivi, paura del futuro – che provocano momenti così gravi e inaccettabili. Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili”.
“C’è oggi disagio tra giovani e giovanissimi – ha sottolineato Mattarella -. E’ un disagio che si mescola e si sovrappone alle loro qualità straordinarie e a grandi generosità di cui sono capaci. Non è sempre facile interpretare: a volte la cortina dell’incomunicabilità è talmente spessa che, per genitori e insegnanti, diventa difficile anche solo parlarne. Occorre rompere il muro delle solitudini e del silenzio. Andare incontro. Ascoltare. Offrire possibilità. Costruire occasioni di dialogo, di socialità, di crescita insieme. Senza dialogo, senza umanità, senza empatia, non ci sarà progresso tecnologico che possa esaudire il desiderio di una vita piena, ricca di relazioni, di affetti, di emozioni, di soddisfazioni. Il disagio giovanile è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l’impegno e i mezzi a disposizione. Senza indulgenze o lassismi, che sono peraltro diseducativi, ma senza nemmeno nutrire l’illusione che tutto possa essere risolto attraverso un’ottica esclusivamente securitaria”.

Per il capo dello Stato “la scuola è decisiva. La scuola è per tutti e di tutti. Va pertanto continuata l’opera per rimuovere gli ostacoli, di natura economica, sociale e culturale, che impedisce ai giovani di frequentarla o di sfruttare pienamente le sue opportunità. L’abbandono scolastico è una piaga ancora aperta, nonostante l’impegno e la dedizione di molti insegnanti. L’integrazione scolastica deve continuare a crescere nonostante le difficoltà. Vi sono vari e diversi fronti da curare con impegno e attenzione costanti: nei confronti dei portatori di disabilità, nei confronti dei meno abbienti, nei confronti degli immigrati”.

“E’ un impegno che viene richiesto dalla Costituzione. Ma è anche un investimento per la società del futuro. Ogni risorsa spesa in educazione la ritroveremo moltiplicata nel bene della collettività – ha detto ancora il presidente -. Purtroppo molte scuole, e intere aree, risultano carenti di mezzi adeguati. A questo scopo va utilizzata al meglio l’occasione offerta dal grande Piano di ripresa europeo, noto come PNRR, e che già ci aiuta a incrementare la sicurezza degli edifici scolastici. E’ necessario proseguire su questo percorso virtuoso, facendo dell’Europa un investitore centrale nei settori strategici che aprono al futuro. La scuola è certamente uno di questi. E l’Europa è l’orizzonte della nostra scuola. Agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente – ha proseguito il capo dello Stato -. Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia. La scuola può molto, ma non può tutto. Una partecipazione attiva e positiva delle famiglie è essenziale nel processo educativo. Purtroppo si registrano segnali che il patto educativo tra famiglie e insegnanti sia a volte incrinato. Occorre ricostruirlo ovunque. Con pazienza e fiducia.

I genitori devono essere sempre attenti a non trasferire le loro ansie di successo sui ragazzi. Devono vedere nei docenti non una controparte ma interlocutori che aiutano nella formazione, evitando di trasmettere ai ragazzi un senso di indifferenza o addirittura di superiorità rispetto alle regole che ne distruggerebbe il futuro – ha concluso il capo dello Stato -. Qualche insuccesso, i richiami aiutano a crescere. Non si dà una mano ai ragazzi se si imposta una dinamica di scontro con la scuola o di sfrenata competizione tra gli stessi studenti”.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

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Politica

Tajani “Sui missili ogni Paese per sè, ora una conferenza di pace”

“Ogni Paese decide come far utilizzare i propri aiuti militari in un rapporto bilaterale con Kiev. Esiste una posizione della Nato che dice che l’Alleanza non è impegnata nella guerra, e gli americani mi sembrano molto prudenti”. Così, in una intervista al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che aggiunge: “Noi abbiamo fornito a Kiev aiuti senza riserve, militari, civili, finanziari, adesso stiamo per inviare la seconda batteria di Samp T per difendere la popolazione ucraina. Zelensky non ha mai chiesto più di quello che facciamo. E noi del resto non abbiamo le armi inglesi e americane.

Mi auguro che una seria conferenza di pace si possa tenere prima della fine dell’anno”. Sui missili a lungo raggio all’Ucraina per colpire in territorio russo sembra vicino un via libera di Londra: “E’ una posizione britannica, io penso che si debba fermare l’avanzata russa: quando Borrell ha detto una cosa simile a quella sta che valutando Starmer il Consiglio affari esteri Ue non ha dato seguito a queste dichiarazioni. Noi abbiamo un Parlamento e un accordo ben preciso”, ribadisce Tajani, che alla domanda su cosa pensi della denuncia di Washington e Londra su una fornitura di 200 missili dall’Iran a Mosca in cambio di tecnologia nucleare, risponde: “C’è un documento del G7 per quello che sta facendo l’Iran, una condanna forte sulla fornitura di armi a Mosca, che è una violazione del diritto internazionale e una minaccia alla sicurezza europea. Ma questo messaggio lo giriamo anche alla Cina, di non fornire armi o tecnologia alla Russia, ma anzi di chiedere a Mosca di fare dei passi per concludere la guerra e rinunciare all’occupazione dell’Ucraina”.

Oggi a Roma, oltre al premier britannico, arriva anche il ministro del Commercio estero cinese: “Noi vogliamo lavorare su un piano commerciale di uguaglianza, chiediamo parità di accesso per i nostri prodotti sui mercati della Cina – spiega Tajani -. Le nostre imprese devono concorrere a parità di condizioni. Per arrivare a questi obiettivi a Bruxelles sosteniamo i dazi che propone la Commissione Ue, a tutela delle competitività delle nostre imprese. Puntiamo a un clima di collaborazione positiva, ad una reale reciprocità, per evitare azioni di dumping e anche ostacoli talvolta incomprensibili da parte di Pechino. Tutto questo non pregiudica i nostri buoni rapporti, come dimostrano il viaggio di Meloni e quello prossimo, a fine anno, di Mattarella, al quale parteciperò anche io”.

Poi, in merito alla richiesta di condanna per Salvini, commenta: “E’ una richiesta incredibile, senza presupposti giuridici: cercare di indirizzare il diritto penale per attaccare il governo mi pare fuori da ogni logica, lo abbiamo già visto con Berlusconi. Dobbiamo andare avanti con la riforma della giustizia”. E alla domanda su quali siano realmente i rapporti fra la famiglia Berlusconi e il governo, risponde: “Molto positivi, al di là di tante indiscrezioni. Non esiste un atteggiamento di ostilità del gruppo Berlusconi nei confronti del governo. Sui diritti civili ogni imprenditore può esprimere una propria opinione, il che non significa nulla di strategico. Anche l’incontro con Draghi non ha retroscena particolari: un grande gruppo imprenditoriale chiede stabilità e si aggiorna sugli scenari internazionali, niente più che questo. Il partito è completamente autonomo e indipendente, nessuna intrusione è mai avvenuta”.

Infine, in merito alla circostanza che si sia schierato in modo anticipato contro la tassazione sugli extraprofitti, dichiara: “Mi hanno fatto una domanda e ho risposto; il dossier non è sul tavolo per lo stesso ministro dell’Economia. Un contributo aggiuntivo delle banche o di chiunque altro per il debito pubblico deve essere eventualmente frutto di un confronto, non di un’imposizione. Io difendo il tessuto economico del mio Paese, il nostro vero motore per la crescita e la riduzione del debito. Poi rivendico il mio diritto di avere un’opinione netta su questo argomento e non faccio gli interessi di nessuno, non faccio vacanze di lusso, nè ho vantaggi da parte di nessuno”.
– foto Agenzia Fotogramma –

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Economia

Economia | FI chiede di prorogare la detassazione al 50% delle imposte prevista per impatriati

Forza Italia ha proposto un’emendamento al decreto omnibus in discussione al Senato che mira a prorogare fino al 2027 la misura di detassazione al 50% delle imposte per i lavoratori che trasferiscono la loro residenza in Italia. La proposta non si limita ai lavoratori in generale, ma include anche gli sportivi che firmeranno contratti con squadre italiane entro la stessa scadenza.

Dario Damiani, capogruppo di Forza Italia in commissione Bilancio, ha spiegato che l’obiettivo dell’emendamento è estendere una misura già in vigore, pensata per incentivare il trasferimento di residenza nel nostro Paese. La detassazione, infatti, rappresenta un’importante agevolazione per attrarre talenti e professionisti, sostenendo così il settore sportivo e altri ambiti economici.

La proposta, se accettata, potrebbe avere un impatto significativo sulla politica fiscale italiana, rendendo il Paese più competitivo a livello internazionale e favorendo l’ingresso di nuove risorse nel mercato del lavoro e nello sport.

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