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Curiosità

Il Metaverso: Funzionamento e Guida per Iniziare

Il metaverso è un concetto emergente che rappresenta una rete di ambienti virtuali immersivi e interattivi, dove le persone possono interagire, socializzare, lavorare e divertirsi. Sebbene il termine “metaverso” sia stato coniato da Neal Stephenson nel suo romanzo di fantascienza Snow Crash del 1992, oggi il termine viene utilizzato per descrivere un’ampia gamma di spazi virtuali e realtà aumentate. Ecco una panoramica su come funziona il metaverso e su come puoi entrarci.

1. Cos’è il Metaverso?

Il metaverso è un insieme di mondi virtuali interconnessi e persistenti che esistono online. In queste realtà, gli utenti possono vivere esperienze simili a quelle del mondo reale, ma in un ambiente digitale. I metaversi possono includere:

  • Spazi Virtuali: Ambienti digitali dove gli utenti possono interagire con elementi e altri utenti in tempo reale.
  • Realtà Aumentata (AR): Sovrapposizioni digitali del mondo reale, visibili attraverso dispositivi come smartphone o occhiali AR.
  • Realtà Virtuale (VR): Ambienti immersivi e completamente digitali accessibili tramite visori VR.
  • Economia Virtuale: Sistemi di scambio e commercio che utilizzano valute virtuali e beni digitali.

2. Come Funziona il Metaverso?

Il metaverso opera attraverso una combinazione di tecnologie e concetti:

  • Tecnologie di Realtà Virtuale e Aumentata: Utilizza dispositivi come visori VR, occhiali AR, e hardware di input per creare esperienze immersive. Questi dispositivi permettono agli utenti di navigare e interagire con l’ambiente virtuale.
  • Interoperabilità: Il metaverso prevede che diversi mondi virtuali possano interconnettersi, permettendo agli utenti di muoversi tra ambienti diversi con la stessa identità e risorse.
  • Blockchain e Criptovalute: Molti metaversi usano blockchain per gestire beni virtuali e transazioni, garantendo sicurezza e trasparenza. Le criptovalute e i token non fungibili (NFT) sono spesso utilizzati per acquistare e scambiare beni e servizi.
  • Social Networking: Gli utenti possono interagire socialmente attraverso avatar, chat, e altri strumenti di comunicazione. Le relazioni e le interazioni nel metaverso possono essere simili a quelle del mondo reale.

3. Come Entrare nel Metaverso

Entrare nel metaverso può variare a seconda della piattaforma o dell’ambiente virtuale che scegli di esplorare. Ecco alcuni passaggi generali:

A. Scegli una Piattaforma del Metaverso

Esistono diverse piattaforme e ambienti che fanno parte del metaverso. Alcuni esempi popolari includono:

  • Decentraland: Una piattaforma di realtà virtuale basata su blockchain dove gli utenti possono comprare, vendere e costruire su terreni virtuali.
  • The Sandbox: Un metaverso basato su blockchain che permette agli utenti di creare, possedere e monetizzare esperienze di gioco.
  • Meta (ex Facebook Horizon): Un ambiente VR che offre esperienze sociali e interattive.
  • Roblox: Una piattaforma di gioco che funge da metaverso, dove gli utenti possono creare e giocare a mondi virtuali creati dagli utenti.

B. Acquista l’Hardware Necessario

  • Visori VR: Per un’immersione totale, avrai bisogno di un visore VR come l’Oculus Quest, HTC Vive o PlayStation VR. Questi dispositivi offrono un’esperienza immersiva nel metaverso.
  • Dispositivi AR: Per la realtà aumentata, puoi usare smartphone o occhiali AR, come le Microsoft HoloLens.

C. Crea un Avatar

Molte piattaforme del metaverso ti permetteranno di creare un avatar, che è la tua rappresentazione digitale all’interno dell’ambiente virtuale. Gli avatar possono essere personalizzati per riflettere la tua identità o la tua immaginazione.

D. Registrati e Accedi

Registrati sulla piattaforma scelta, creando un account. Alcune piattaforme richiedono anche la configurazione di un portafoglio digitale per gestire valute e beni virtuali.

E. Esplora e Interagisci

Una volta che sei all’interno del metaverso, puoi esplorare ambienti virtuali, partecipare a eventi, socializzare con altri utenti e utilizzare le risorse disponibili. Molte piattaforme offrono tutorial e guide per aiutarti a orientarti.

4. Considerazioni Finali

Il metaverso è un campo in continua evoluzione con enormi potenzialità e sfide. La sua crescita futura dipenderà dall’adozione delle tecnologie emergenti, dall’evoluzione dei modelli economici e dalla regolamentazione del cyberspazio. Entrare nel metaverso oggi ti offre una finestra su un futuro potenzialmente trasformativo, ma è importante essere consapevoli delle implicazioni sociali, economiche e tecnologiche di queste nuove realtà digitali.

Curiosità

SAI CHE…E’ importantissimo respirare col naso? Ecco perchè

Respirare con il naso è importante: prima di arrivare ai polmoni, l’aria che entra nelle narici viene filtrata, umidificata e termoregolata in modo da raggiungere la temperatura di 35 gradi, ideale per la funzionalità respiratoria e polmonare e tutto questo avviene proprio grazie alla specifica struttura del naso. Durante l’inspirazione, i piccoli peli che si trovano all’interno delle narici e il sistema mucociliare simulano il rilascio di molecole antibatteriche, una vera e propria barriera protettiva che abbatte la carica di polveri e batteri presenti nell’aria prima che arrivi agli alveoli polmonari.

Sono alcuni dei temi trattati dall’otorinolaringoiatra Giovanni Felisati, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress. “E’ importante respirare col naso perchè l’aria che noi respiriamo viene termoregolata dalle strutture nasali e quindi arriva in migliori condizioni ai bronchi, che necessitano di avere un’aria filtrata e termoregolata. Ma il naso serve anche perchè ha una funzione estetica al centro della faccia, ha una funzione olfattiva che oggi è sempre più importante, ha una funzione di difesa perchè fa da filtro”.

Respirare con la bocca, “ad esempio per un bambino, determina un’alterazione di sviluppo del palato. Ma tutti noi respirando male, viviamo male: probabilmente abbiamo un cattivo sonno e una cattiva qualità della vita”, ha spiegato. “Un naso che sta bene deve essere una via di mezzo fra un tunnel in cui l’aria passa completamente libera e un termosifone. Dobbiamo volere che il nostro naso respiri bene, per avere una migliore qualità della vita e anche in prospettiva per avere una longevità sana”.

Può succedere che, col passare dell’età, una persona possa respirare peggio? “Sulla respirazione ci sono tante cose che possono impattare, l’unica soluzione è capire dov’è il problema”, ha sottolineato. Sulle abitudini quotidiane, “oggi si parla sempre di più dei lavaggi nasali: non credo che tutti si debbano lavare il naso, però quando c’è un problema tenerlo pulito è una buona cosa e, se c’è un’allergia, bisogna curarlo. Se invece ci sono delle anomalie anatomiche, forse la chirurgia è meglio farla prima e non dopo”.

– Fonte foto: Freepik –

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Curiosità

Sai quale parte del Cervello Stimola la Curiosità?

Un team di ricercatori della Columbia University ha fatto una scoperta significativa riguardo alla curiosità umana, identificando per la prima volta le aree del cervello coinvolte in questo fondamentale impulso. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), gli scienziati hanno analizzato i livelli di ossigeno nelle diverse regioni cerebrali per misurare l’attività durante l’esperimento.

Durante lo studio, 32 partecipanti hanno osservato immagini distorte di oggetti e animali familiari, chiamate texforms, e hanno valutato la loro curiosità e fiducia nell’identificazione di tali immagini. Incrociando le valutazioni dei partecipanti con le scansioni fMRI, i ricercatori hanno identificato un’attività significativa in tre aree principali del cervello:

  1. Corteccia Occipitotemporale: Associata alla visione e al riconoscimento.
  2. Corteccia Prefrontale Ventromediale (vmPFC): Coinvolta nella percezione di valore e fiducia.
  3. Corteccia Cingolata Anteriore: Responsabile della raccolta di informazioni.

La vmPFC svolge un ruolo cruciale come “ponte” tra la certezza percepita dalla corteccia occipitotemporale e la sensazione di curiosità, agendo come un grilletto che stimola il desiderio di esplorare. I ricercatori hanno osservato che maggiore era l’incertezza sui soggetti mostrati, maggiore era la curiosità dei partecipanti. Questo suggerisce che l’input percettivo viene elaborato attraverso rappresentazioni neurali fino a evocare curiosità.

La scoperta non solo aiuta a comprendere meglio il funzionamento del cervello umano, ma potrebbe anche facilitare lo sviluppo di terapie per condizioni come la depressione cronica, dove la curiosità e l’esplorazione sono spesso compromesse. I ricercatori sono interessati ad esplorare ulteriormente la curiosità generale, sociale e scientifica, approfondendo le sue origini biologiche e i suoi effetti sul comportamento umano.

Jacqueline Gottlieb, neuroscienziata coinvolta nello studio, sottolinea che la curiosità umana ha “origini biologiche profonde” e che “quello che distingue la curiosità umana è la nostra spinta a esplorare molto più ampiamente rispetto ad altri animali, spesso solo per il piacere di scoprire.”

Questa ricerca offre nuove prospettive sul modo in cui la curiosità emerge e viene stimolata, con potenziali applicazioni nel miglioramento della nostra comprensione della mente umana e nella creazione di interventi terapeutici mirati.

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Curiosità

LO SAI CHE…Beethoven perse l’udito a causa del…vino

L’analisi di due ciocche di capelli del compositore Ludwig van Beethoven ha rivelato livelli estremamente alti di piombo, una sostanza presente nel vino che egli beveva, presumibilmente consumando una bottiglia al giorno. Questo avvelenamento da piombo probabilmente ha contribuito alla perdita dell’udito e ai problemi di salute che Beethoven ha sperimentato durante la sua vita.

Uno studio recente, condotto da ricercatori della Mayo Clinic e di Harvard, ha esaminato attentamente due ciocche di capelli autenticati appartenenti a Beethoven. Utilizzando la spettrometria di massa, gli studiosi hanno confermato la presenza di livelli significativamente elevati di piombo nelle ciocche, oltre ai livelli aumentati di arsenico e mercurio. Questi risultati suggeriscono che il compositore potesse avere nel suo sangue livelli di piombo sufficientemente alti da causare disturbi gastrointestinali, renali e riduzione dell’udito, ma non abbastanza da essere una causa diretta della sua morte.

È noto che Beethoven fosse un grande consumatore di vino, bevendo approssimativamente una bottiglia al giorno. Tuttavia, il vino dell’epoca era spesso conservato in recipienti contenenti piombo, e Beethoven, come molti altri, usava il diacetato di piombo per addolcire il vino. Questa pratica potrebbe aver contribuito all’avvelenamento da piombo che ha afflitto il compositore.

Sebbene sia chiaro che Beethoven abbia sofferto a causa dell’avvelenamento da piombo, la causa esatta della sua morte rimane oggetto di dibattito. Alcune prove suggeriscono che potrebbe essere stata influenzata dalla sua presunta epatite B, una malattia per la quale aveva fattori di rischio genetici, insieme all’abuso di alcolici. Questo potrebbe aver contribuito alla cirrosi epatica diagnosticata al momento della sua morte.

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