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Andria | Obbliga la moglie a prostituirsi, arrestato

Un grave caso di sfruttamento e maltrattamenti è stato scoperto ad Andria, dove un uomo di circa 40 anni è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di aver costretto la moglie a prostituirsi per mesi. Le indagini, coordinate dalla Procura di Trani, hanno rivelato una situazione di violenza domestica prolungata, in cui la donna era vittima di continui abusi fisici e psicologici.

L’uomo, che ha precedenti penali per reati simili, avrebbe obbligato la moglie a incontrare diversi clienti al giorno, gestendo personalmente ogni aspetto della sua attività forzata. Era lui a tenere l’agenda degli appuntamenti, a fissare le tariffe – che variavano dai 20 ai 50 euro – e a condurla nei luoghi prestabiliti per gli incontri. In alcuni casi, gli incontri avvenivano persino nella loro abitazione, dove la donna era costretta a subire queste umiliazioni senza poter opporsi.

L’arresto è avvenuto dopo un’approfondita indagine della squadra mobile di Andria, che ha raccolto prove sufficienti per accusare l’uomo di induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, oltre che di maltrattamenti. La donna, vittima di un sistema di controllo oppressivo e violento, non è mai riuscita a ribellarsi alle minacce e alle percosse del marito.

Il tribunale ha disposto per l’uomo la custodia cautelare in carcere, vista la gravità dei reati e il rischio di reiterazione del comportamento. Questo caso mette in luce una situazione drammatica di violenza e sfruttamento che spesso si consuma nel silenzio delle mura domestiche, ricordando l’importanza di vigilare e intervenire per proteggere le vittime di abusi.

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Genova | Patteggia anche Aldo Spinelli, tre anni e due mesi di reclusione

Dopo Giovanni Toti e Paolo Emilio Signorini, anche per l’ultimo imputato eccellente si avvicina l’uscita di scena. Fino all’ultimo la trattativa, l’accordo da limare, alla fine gli avvocati di Aldo Spinelli e lo stesso terminalista 84enne hanno detto sì alla proposta di patteggiamento dei pubblici ministeri. Una pena concordata per corruzione  a tre anni e due mesi, con la confisca delle somme di denaro sequestrate, 400mila euro. Come per gli altri, anche per lui l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e il divieto di trattare con l’amministrazione pubblica.

Se anche il giudice dell’udienza preliminare Matteo Buffoni darà l’ok, Spinelli eviterà il processo che avrebbe dovuto iniziare il prossimo 5 novembre, li. L’ex presidente di Regione Giovanni Toti e l’ex presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini hanno deciso di patteggiare nei giorni scorsi, per tutti e tre il giudice Buffoni è chiamato a fissare l’udienza in cui si deciderà se avallare o meno l’accordo tra procura e imputati. All’ultimo si è accodato Spinelli, accusato di aver corrotto Toti e Signorini, finanziamenti elettorali, soldi e regali in cambio di favori sulle banchine all’ombra della lanterna. Il rinnovo trentennale della concessione di terminal
Rinfuse, l’affare di Punta dell’Olmo, il tombamento di calata Concenter e l’area dell’ex carbonile Enel.

“Avremmo voluto affrontare il dibattimento certi di dimostrare nei fatti l’innocenza di Aldo Spinelli” – dichiarano gli Avvocati Alessandro Vaccaro ed Andrea Vernazza suoi legali – ma la prospettiva di affrontare – peraltro come unico imputato – un processo che si sarebbe protratto per anni, su consiglio dei difensori ha fatto prevalere la volontà primaria del nostro assistito di preservare le aziende e la famiglia dal danno mediatico che ne sarebbe derivato.
Per questa ragione – concludono i difensori – seppur a malincuore Aldo Spinelli ha deciso di accettare la proposta di patteggiamento avanzata dalla Procura che, nel contempo, riconosce che tutte le pratiche amministrative oggetto del procedimento penale siano state corrette e legittime nel rispetto dell’interesse pubblico.

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Curiosità

Esiste una pianta che quando falciata diventa Super infestante

La Solanum elaeagnifolium, una pianta infestante originaria degli Stati Uniti e ora diffusa in varie parti del mondo, compresa l’Italia, è diventata oggetto di un nuovo studio pubblicato su Scientific Reports che mette in guardia contro le pratiche di falciatura troppo frequenti.

Secondo la ricerca condotta presso la University of Texas, l’analisi si è concentrata sull’effetto della falciatura su questa pianta in diversi campi nei pressi di Edinburg. È emerso che la Solanum elaeagnifolium ha dimostrato una notevole capacità di adattamento dopo la falciatura ripetuta. Tra le risposte osservate, la pianta ha approfondito le radici e aumentato il numero di spine, utilizzate come difesa contro i bruchi che si nutrono di essa.

Inoltre, la pianta ha mostrato un aumento della tossicità dei suoi fiori in risposta alla falciatura, il che potrebbe complicare ulteriormente il controllo della sua diffusione. Non solo, le piante falciate hanno prodotto più semi, alcuni dei quali hanno germinato precocemente, assicurando una propagazione continua nonostante i tentativi di eradicazione.

Questo studio evidenzia un fenomeno preoccupante: più si interviene con la falciatura, più la Solanum elaeagnifolium sviluppa meccanismi di difesa e riproduzione, trasformandosi in una “superinfestante”. Questo scenario solleva la necessità di rivalutare le strategie di gestione delle infestanti, considerando approcci più efficaci e sostenibili per limitare il loro impatto negativo sull’ambiente e sull’agricoltura.

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Beccaria, rintracciato uno dei tre giovani evasi: trovato nella sua abitazione il 17enne di Pavia

È stato rintracciato uno dei tre giovani evasi dal carcere minorile Beccaria di Milano. Si tratta di un 17enne residente a Pavia, che è stato trovato dalle forze dell’ordine nella sua abitazione, dove si era nascosto dopo la fuga. Le ricerche, iniziate subito dopo l’evasione avvenuta lo scorso weekend, si sono concentrate sulla sua cerchia familiare e sulle sue abitudini, portando gli investigatori a localizzarlo rapidamente.

L’evasione dal Beccaria ha destato preoccupazione a livello nazionale, poiché i tre ragazzi, tutti minorenni, erano stati condannati per reati gravi, tra cui furto e aggressione. Le indagini sono ancora in corso per rintracciare gli altri due giovani, le cui tracce sembrano portare fuori dalla Lombardia.

Il 17enne fermato è stato trasferito nuovamente in custodia e sarà sottoposto a nuove misure di sicurezza più rigide, in attesa di ulteriori sviluppi. La sua cattura rappresenta un primo passo importante verso il ripristino dell’ordine dopo un evento che ha messo in evidenza le falle nel sistema di sicurezza del carcere minorile.

La fuga e l’allarme: L’evasione è avvenuta nella notte di sabato scorso, quando i tre giovani sono riusciti a forzare una porta di servizio e a eludere la sorveglianza. L’allarme è scattato solo dopo diverse ore, permettendo ai ragazzi di guadagnare un considerevole vantaggio. Le autorità stanno attualmente valutando eventuali complicità interne o esterne che potrebbero aver facilitato la loro fuga.

Le indagini continuano: La Polizia di Pavia, insieme alle squadre investigative di Milano, è ancora al lavoro per rintracciare gli altri due giovani evasi. Gli investigatori stanno seguendo diverse piste, monitorando contatti telefonici e movimenti sospetti, ma al momento non è stato rilasciato alcun dettaglio ufficiale sul possibile luogo in cui potrebbero trovarsi.

Il Ministro della Giustizia ha espresso preoccupazione per quanto accaduto, chiedendo una revisione delle misure di sicurezza nei carceri minorili per prevenire ulteriori episodi simili.

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