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Politica

Gentiloni “Da disinformazione online pericolo per le democrazie”

“La nostra democrazia si basa su un confronto pacifico tra idee. Si tratta di convincere una maggioranza a sostenere questa o quella politica non attraverso la paura o l’intimidazione, ma attraverso il potere della persuasione – un soft power per eccellenza”. Lo ha detto il commissario Europeo per gli Affari Economici e Monetari Paolo Gentiloni durante il suo intervento a Venezia, alla quinta conferenza del Soft Power Club, organizzata da Francesco Rutelli. “La persuasione – ha proseguito Gentiloni – può assumere varie forme. Aristotele le aveva identificate più di duemila anni fa: logos – fare appello alla ragione, utilizzando fatti e prove; pathos – fare appello alle emozioni; ethos – fare leva sul carattere e sulla credibilità di una persona. Nelle speranze di molti, l’ascesa dei social media avrebbe dovuto democratizzare l’accesso alle informazioni e fornire un nuovo mercato digitale delle idee. Oggi vediamo fin troppo chiaramente che questa visione era a dir poco ingenua. La diffusione della disinformazione online ha prodotto l’incapacità di mettersi d’accordo persino sui fatti di base, con algoritmi che premiano chi fa appello alle nostre emozioni peggiori – alla paura, all’odio. I progressi dell’intelligenza artificiale ci permettono di disporre di video deepfake indistinguibili dalla realtà. E questi progressi sono troppo spesso sfruttati da attori malintenzionati, intenzionati a seminare discordia nelle nostre società. Questa maggiore polarizzazione rischia di creare campi contrapposti che vivono nelle proprie torri d’avorio, incapaci di trovare un terreno comune”.
Per Paolo Gentiloni “questa preoccupante tendenza è particolarmente evidente negli Stati Uniti, ma non va sottovalutata anche in Europa. La fiducia, come ha detto Robert Putnam, è una componente essenziale della coesione sociale. Se non ci si può più fidare di ciò che si vede e si sente, anche questo può iniziare a incrinarsi. Questi sviluppi, se non controllati, rischiano in definitiva di minare le nostre democrazie. Infatti, l’86% degli intervistati nell’ultimo sondaggio di Eurobarometro ha rilevato che la rapida diffusione della disinformazione è un grosso problema per la democrazia. che fare? Credo che dobbiamo tornare ad Aristotele e al valore dell’ethos. Le nostre istituzioni rimarranno credibili se saranno in grado di affrontare le grandi sfide economiche e sociali del nostro tempo: crescita sostenibile, clima, sicurezza, IA. Vorrei citare l’AI Act, che ha reso l’UE la prima giurisdizione al mondo a regolamentare l’intelligenza artificiale e a richiedere, tra l’altro, un’etichetta chiara per i contenuti audio e video artificiali o manipolati. Dare l’esempio è fondamentale per mantenere la capacità di persuasione e quindi esercitare il nostro soft power. Le altre giurisdizioni prestano molta attenzione a ciò che facciamo in Europa. Lo abbiamo visto chiaramente anche nella nostra legislazione sul clima: negli ambiziosi obiettivi per il 2030 e il 2050 che molti Paesi hanno emulato, e nell’introduzione storica di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, che ora viene preso in considerazione anche da diversi Paesi importanti. Per questo – ha concluso Gentiloni – è importante che la prossima Commissione abbia un programma ambizioso, che rafforzi la posizione economica europea all’interno e quella geopolitica all’estero. Con il potere di persuasione, che deriva dai nostri valori e dalle nostre politiche, l’UE può continuare a svolgere il suo ruolo di soft power preminente a livello mondiale”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

Politica

Mattarella “L’Europa deve colmare il divario di innovazione”

“L’Europa deve riorientare profondamente i suoi sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento al XVII Simposio COTEC Europa, a Las Palmas de Gran Canaria.
“Un bilancio demografico con sempre meno giovani certamente costituisce motivo di allarme per il futuro: è dalle nuove generazioni che arriva la spinta al cambiamento e all’innovazione ma, mentre è utile porre in atto ogni possibile correttivo per invertire un trend così squilibrato, occorre nel contempo attivare politiche nei settori della formazione e della ricerca che affrontino il problema del divario tecnologico”, ha aggiunto il capo dello Stato.

“Per restare competitivi servono risorse. Anzitutto fondi per i nostri sistemi educativi – e in Italia permane un significativo deficit di istruzione nell’ambito delle lauree Stem – e per la ricerca, oltre a intese che assicurino l’approvvigionamento delle materie prime indispensabili per la produzione delle nuove tecnologie – ha sottolineato Mattarella -. La sovranità in campo tecnologico si nutre di questi fatti e di cooperazione, perchè non è indifferente la questione della internazionalizzazione della ricerca e degli investimenti relativi, della tutela del valore strategico di alcuni ambiti”.
“L’Europa deve spingere sull’acceleratore, attuando misure che consentano di promuovere la sua capacità industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico”, ha detto ancora il presidente.

“Le dinamiche internazionali sono sempre state segnate dalle nuove tecnologie” e “la supremazia tecnologica è una componente rilevante nel rapporto tra Stati”, ha proseguito il capo dello Stato. “In questa corsa, l’Europa deve poter competere a parità di condizioni e si impone, in questo senso, la capacità di dar vita a ‘campionì europei, espressione di sovranità condivisa”.
Per Mattarella “sovranità tecnologica non significa chiusura, arroccamento o protezionismo, atteggiamenti che finirebbero per indebolire e marginalizzare ulteriormente l’Europa, gli Stati dell’Unione Europea. Al contrario, è un cantiere in cui potenziare la ricerca, per affrontare con coraggio la transizione digitale, cogliendo i vantaggi dell’intelligenza artificiale nella gestione dei cambiamenti epocali che essa produce”.

“L’apertura e la capacità di inclusione proprie alla cooperazione scientifica internazionale sono fattori essenziali perchè l’accesso all’innovazione non resti prerogativa esclusiva di alcuni Paesi, contribuendo allo sviluppo e alla crescita equa e collettiva”, ha aggiunto il capo dello Stato.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

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Politica

Maltempo, Musumeci “La prevenzione va fatta per tempo e dalle Regioni”

“Per rispetto verso gli alluvionati non intendo polemizzare. Sono un ministro, non è il momento dei contrasti. Ma non ho mai parlato di responsabilità. Ho ribadito che continueremo ad avere eventi calamitosi finchè non si attuerà una seria prevenzione strutturale da parte di tutte le Regioni”. Così, in una intervista al Corriere della Sera il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, rispondendo alle accuse di “sciacallaggio”.
“Schlein, che conosce bene quel territorio per essere stata assessore regionale alla materia, farebbe bene a far sapere quanti e quali interventi ha realizzato durante il suo mandato”, aggiunge Musumeci, sottolineando che le casse di espansione “sono un prezioso strumento di prevenzione.

Ma vanno realizzate prima dell’alluvione, cioè nella gestione ordinaria, che spetta alle Regioni, e non a quella straordinaria, affidata al commissario per la ricostruzione Figliuolo. Abbiamo chiesto alla Regione quali infrastrutture abbia realizzato almeno nell’ultimo decennio, per individuare ulteriori obiettivi e risorse rispetto ai 596 milioni di euro che ha ricevuto dal 2013. Per collaborare serve confronto e rispetto reciproco”.“Il governo – prosegue Musumeci – è presente con i fatti concreti… Ci dica il sindaco Lepore quanto e come ha speso per la prevenzione infrastrutturale nel suo territorio. I cittadini hanno diritto di sapere come sono stati protetti dalle insidie del territorio. Non c’è nulla di scandaloso. E’ facile a pochi giorni dalla scadenza elettorale dire come in queste ore che è colpa del governo nazionale, altro che scaricabarile!”.

“Una cosa è la ricostruzione – spiega -, altra è la prevenzione ordinaria, ad esempio degli ultimi 20 anni che spetta alle Regioni con il denaro dello Stato, che non è mancato in base ai numeri che mi riferiscono gli uffici”. “Solo con il governo Meloni – aggiunge – abbiamo già stanziato per l’Emilia-Romagna 30,5 milioni per interventi già programmati, oltre 61 per quelli da programmare e 17 milioni per il dissesto in una Regione già vulnerabile: è fra quelle che negli ultimi 10 anni hanno registrato il maggior consumo di suolo e la maggiore cementificazione. Capisco che manca poco al voto e ogni occasione è utile per attaccare il governo Meloni, ma rivendico il diritto di replica”. Ed alla domanda se con l’autonomia differenziata andrà peggio, risponde: “E’ stata chiesta dall’Emilia-Romagna insistentemente. E’ una loro bandiera, che poi sia stata ammainata di fronte alla determinazione del nostro governo è un problema di coerenza che non mi riguarda. Le Regioni, anche senza autonomia, hanno già i fondi: ogni presidente di Regione è anche commissario per la lotta al dissesto idrogeologico”.

– foto Agenzia Fotogramma –

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Attualità

La Russa “Non sono complottista, centrodestra non è accerchiato”

“Io non sono un complottista, non lo sono mai stati, credo che sia più corretto parlare di un’evoluzione di eventi. Succede una cosa e poi magari qualcuno cerca di utilizzarla. Ma quello non è un complotto, un complotto è quando la cosa viene pensata prima, organizzata nei dettagli”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, su Raitre, intervistato da Piero Chiambretti.
“Normalmente non sono un complottista e non mi sento accerchiato, e non sono convinto, magari qualcuno sì, anche nel centrodestra, che il centrodestra sia accerchiato – ha aggiunto -. Vedo che qualunque cosa sia stata detta e fatta, finchè il popolo dà un consenso a una linea politica trasparente e chiara il complotto non solo non esiste, ma se anche esistesse non avrebbe effetto”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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