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Cronaca

Locorotondo (BA) | Carabiniere violentemente aggredito da un pregiudicato: denunciato

A Locorotondo, in provincia di Bari, un carabiniere è stato violentemente aggredito mentre cercava di fermare una lite e calmare una persona in forte stato di agitazione. La scena dell’assalto, in cui l’agente viene colpito ripetutamente al volto con calci e pugni, è stata filmata e diffusa sui social, suscitando indignazione generale. Il sindacato di polizia ha espresso grande preoccupazione per l’episodio, giudicandolo inaccettabile, e ha sollecitato un incontro urgente con il Governo per discutere misure a protezione delle forze dell’ordine.

Secondo il segretario del sindacato, Antonio Serpi, la recente riforma Cartabia ha allargato le possibilità per gli imputati di evitare il carcere, anche in casi di violenza contro pubblici ufficiali, riducendo così le conseguenze per chi attacca i rappresentanti delle forze dell’ordine. Serpi ha anche manifestato timori riguardo a future riforme che potrebbero mettere a rischio la sicurezza degli operatori di polizia, come l’ipotetica legge che favorirebbe il sovraffollamento delle carceri. Il sindacato ha concluso ribadendo l’urgenza di un intervento legislativo per garantire la protezione adeguata agli agenti.

Cronaca

Bolzano | Rubano al “New Yorker” di via Museo ed aggrediscono gli agenti tentando la fuga

Nella mattina di ieri, un rapido intervento delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di due individui coinvolti in un furto presso il negozio di abbigliamento “NEW YORKER” situato in via Museo. La segnalazione, giunta tramite il numero di emergenza “112 NUE”, ha messo in allerta la Polizia di Stato, che ha immediatamente inviato le squadre della “Volanti” sul luogo dell’incidente.

Grazie alle descrizioni fornite dalla titolare del negozio e dalle indicazioni dei passanti, gli agenti sono riusciti a localizzare i sospetti in Galleria Europa. Alla vista della polizia, i due malfattori hanno reagito in modo violento, lanciando sgabelli di un bar contro gli agenti nel tentativo di fuggire. L’inseguimento è proseguito fino a via Piave, dove uno dei sospetti ha aggredito una poliziotta. Quest’ultima, per difendersi, ha utilizzato lo spray urticante, costringendo l’aggressore a desistere. L’altro complice, durante le operazioni di arresto, ha sferrato un calcio a un poliziotto, tentando senza successo di scappare.

Identificati come F.M. J., di 19 anni, e A.A., di 18 anni, entrambi cittadini tunisini, i due uomini erano già noti alle forze dell’ordine per precedenti penali e irregolarità sul territorio. Gli agenti, grazie alle testimonianze raccolte subito dopo l’incidente, hanno ricostruito i dettagli del furto: i due avevano riempito uno zaino con capi di abbigliamento e, alla richiesta della dipendente del negozio di pagare, avevano reagito con aggressività e minacce prima di fuggire.

I due ladri sono stati arrestati con l’accusa di rapina e violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Dopo le formalità di rito, sono stati trattenuti nelle Camere di Sicurezza della Questura, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il Questore della Provincia di Bolzano, Paolo Sartori, ha emesso nei loro confronti un Decreto di Espulsione dal Territorio Nazionale, che entrerà in vigore al termine della loro detenzione.

Il Questore Sartori ha sottolineato l’aumento della violenza in reazione ai furti, mettendo in evidenza la necessità di trattare tali crimini con la massima severità attraverso arresti ed espulsioni. “È inaccettabile che i soggetti sorpresi a rubare reagiscano con violenza, mettendo in pericolo la sicurezza dei lavoratori e delle forze dell’ordine,” ha dichiarato Sartori.

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Cronaca

Pirateria informatica | Operazione “Coin-up 80”, sequestro nazionale di 12.000 console di gioco

La Guardia di Finanza di Torino ha recentemente concluso un’importante operazione investigativa contro la contraffazione e la pirateria informatica, denominata “Coin-Up 80”. Coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, l’operazione ha mirato a combattere la distribuzione illecita di console di gioco contenenti videogiochi piratati.

L’inchiesta, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Torino, ha avuto come obiettivo principale il contrasto alla commercializzazione di console di gioco su cui erano precaricati milioni di videogame piratati, molti dei quali risalenti agli anni ’80 e ’90. Questo fenomeno, noto come “retrogaming”, sta vivendo una crescente popolarità, rendendo i giochi d’epoca molto richiesti sul mercato.

Nel corso delle indagini, che hanno visto perquisizioni in diverse località italiane, tra cui Torino, Vercelli, Milano, Bergamo, Varese, Bologna, Verona, Venezia, Napoli, Caserta e Bari, sono state sequestrate circa 12.000 console di gioco. Questi dispositivi contenevano oltre 47 milioni di videogiochi piratati, con un valore complessivo stimato di oltre 47,5 milioni di euro.

Le console sequestrate, sia portatili che da collegare a uno schermo, erano prive delle licenze necessarie e richiamavano le storiche “retroconsole” senza avere alcuna autorizzazione ufficiale. I prodotti erano stati importati dalla Cina e distribuiti tramite siti internet di aziende italiane e punti vendita fisici in numerose province del paese, compresi centri commerciali e marketplace internazionali.

Le console sono risultate non conformi agli standard di sicurezza, mancando della marchiatura “CE” e presentando problemi di assemblaggio e qualità, nonché batterie non certificate. Questo solleva preoccupazioni per la sicurezza dei consumatori, dato che tali dispositivi non rispettano le normative europee in materia di sicurezza.

Nove individui italiani sono stati identificati come responsabili e denunciati per reati tra cui introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, frode commerciale, ricettazione e violazione del diritto d’autore. Le console sequestrate, nonché i materiali non conformi alle normative ambientali, sono state distrutte seguendo le procedure di smaltimento corrette.

Questa operazione rappresenta un importante passo nella lotta contro le frodi commerciali e la contraffazione, sottolineando l’impegno della Guardia di Finanza nella protezione del mercato e dei consumatori. L’attività prosegue nell’ambito delle operazioni di controllo e repressione delle frodi economiche, contribuendo a garantire la legalità e la sicurezza nel settore del commercio.

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Cronaca

Milano | Omicidio di via Varsavia, eseguita ordinanza di custodia cautelare a carico di altri due uomini

La Polizia di Stato, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Milano, ha eseguito oggi un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini accusati di essere coinvolti nell’omicidio di Sulejmanovic Jhonny, avvenuto tra la notte del 25 e del 26 aprile di quest’anno. Questo nuovo sviluppo segue l’emissione di misure cautelari per altri quattro indagati il 21 giugno scorso. Di questi, tre sono già stati arrestati, mentre uno è ancora ricercato.

L’omicidio è avvenuto a seguito di un’aggressione violenta perpetrata da un gruppo di sei persone. Gli assalitori, a bordo di un’auto nera, hanno attaccato il furgone in cui la vittima e la moglie stavano dormendo, infrangendo i vetri con mazze di ferro e sparando almeno tre colpi d’arma da fuoco contro Sulejmanovic. Prima di fuggire, hanno anche sparato colpi in aria per intimidire i familiari della vittima, accorsi sul luogo dell’aggressione.

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Milano, hanno permesso di ricostruire dettagliatamente l’evento e di identificare inizialmente quattro membri del gruppo omicida. Il movente del delitto è stato rintracciato in una lite avvenuta poche ore prima tra due degli assalitori e la vittima, supportata dai suoi familiari. Ulteriori prove raccolte successivamente hanno portato all’identificazione di un quinto membro del gruppo e alla scoperta che il sesto, che era alla guida dell’auto nera, ha atteso sul posto e ha garantito la fuga dei complici dopo il delitto.

Attualmente, uno dei due uomini destinatari della misura cautelare è stato trasferito alla Casa Circondariale Francesco di Cataldo, mentre l’altro è ancora ricercato a livello internazionale. Il caso resta nella fase delle indagini preliminari e gli indagati rimangono presunti colpevoli fino a una sentenza definitiva di condanna.

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