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Cronaca

Sardegna | Eseguite 11 misure per rilascio patenti nautiche

Nella mattinata di ieri, il personale militare del Nucleo Speciale d’Intervento del Comando Generale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera di Roma, composto da 50 uomini e donne, ha eseguito 11 misure cautelari nei confronti di 10 soggetti residenti in Sardegna e 1 in Umbria. Le misure includono 1 custodia cautelare in carcere, 5 arresti domiciliari con divieto di comunicazione con non conviventi, e 5 obblighi di presentazione presso gli uffici di polizia giudiziaria.

Questi provvedimenti del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, su richiesta della Procura, derivano da accertamenti amministrativi condotti dall’Ufficio Circondariale marittimo di Carloforte sul rilascio irregolare di numerose patenti nautiche per imbarcazioni da diporto. Le indagini sono state condotte dal Nucleo Speciale di Intervento con il supporto della Guardia Costiera di Cagliari e Olbia.

Secondo l’ipotesi investigativa, un militare di Carloforte avrebbe abusato della propria posizione, chiedendo compensi in denaro o altre utilità in cambio del rilascio irregolare delle patenti. Sono stati ipotizzati reati come corruzione propria, violazione dei doveri d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico. Alcuni beneficiari delle patenti non avevano sostenuto gli esami necessari o effettuato le visite mediche prescritte, mettendo a rischio la sicurezza della navigazione.

Le indagini sono supportate dall’analisi dei dispositivi informatici sequestrati, intercettazioni telefoniche, movimenti bancari e contenuto di chat, dalle quali emergerebbe che le patenti nautiche venivano rilasciate in cambio di pagamenti in contanti, bonifici bancari o versamenti su conti postali.

Come risultato delle indagini, sono già state poste sotto sequestro circa cinquanta patenti nautiche, la maggior parte delle quali consegnate volontariamente dagli indagati.

Cronaca

Torino | Sospesa licenza di un bar ristorante

Il Questore di Torino ha disposto la sospensione della licenza di un ristorante caffetteria situato in Corso Vercelli per un periodo di 15 giorni, con chiusura immediata dell’esercizio. Questa decisione è stata presa in seguito ai risultati dei controlli effettuati dal Commissariato di Pubblica Sicurezza Dora Vanchiglia, che hanno evidenziato gravi problematiche di sicurezza e ordine pubblico legate al locale.

Le ispezioni condotte negli ultimi tempi hanno rivelato una frequente presenza di individui con precedenti penali e comportamenti problematici, soprattutto durante le ore notturne. Tra gli episodi più significativi, si è registrata una violenta rissa alla fine di agosto, durante la quale un giovane è stato arrestato per resistenza e lesioni aggravate. Quattro agenti sono rimasti lievemente feriti durante l’intervento. Pochi giorni prima, un altro alterco all’interno del locale aveva causato contusioni multiple a un cittadino straniero.

In aggiunta agli incidenti di violenza, sono stati riscontrati anche problemi di natura amministrativa e igienico-sanitaria. I controlli hanno messo in luce carenze nella gestione dell’esercizio, tra cui la mancanza di un listino prezzi e di una corretta trasmissione telematica dei dati fiscali. Sono state inoltre notate delle irregolarità igieniche, come confermato da verifiche effettuate dalla Polizia Locale e dalla Guardia di Finanza.

Il ristorante, situato in una zona già nota per la sua delicatezza in termini di sicurezza, ha mostrato una persistente turbativa dell’ordine pubblico. Per queste ragioni, il Questore ha ritenuto necessario adottare una misura cautelare, sospendendo l’attività per 15 giorni a partire dall’11 settembre 2024. Il provvedimento mira a garantire la sicurezza pubblica e a contrastare il fenomeno di degrado associato all’esercizio commerciale.

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Cronaca

Milano | Omicidio Sulejmanovic: arrestati due uomini coinvolti nell’agguato di aprile

La Polizia di Stato di Milano, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini, accusati di aver partecipato all’omicidio di Jhonny Sulejmanovic. L’assassinio risale alla notte tra il 25 e il 26 aprile 2023, quando un gruppo di sei persone ha assalito il furgone in cui la vittima dormiva con la moglie, sparando diversi colpi di pistola.

Le indagini, avviate subito dopo l’omicidio, avevano già portato all’arresto di tre uomini a giugno, mentre il quarto sospettato rimane ancora latitante. Ora, grazie a ulteriori approfondimenti, gli investigatori hanno identificato il quinto membro del commando e il conducente dell’automobile usata per compiere l’attacco. Quest’ultimo ha atteso i cinque assalitori durante l’esecuzione dell’agguato e ha garantito la loro fuga immediata.

L’omicidio di Sulejmanovic è stato il culmine di un’aggressione brutale. Giunti in via Varsavia a bordo di un’automobile nera, i sei aggressori hanno frantumato i vetri del furgone con mazze di ferro, per poi colpire la vittima con almeno tre proiettili. Prima di fuggire, il gruppo ha sparato anche colpi intimidatori verso i familiari della vittima, giunti sul posto nel tentativo di fermare l’attacco.

Le indagini hanno rivelato che il movente dell’omicidio risiede in una lite tra la vittima e due dei suoi aggressori, avvenuta poche ore prima del delitto. La complessa operazione investigativa ha permesso di ricostruire nei minimi dettagli la dinamica dell’aggressione e di identificare tutti i componenti del gruppo omicida.

Uno dei due uomini arrestati è stato già trasferito presso la Casa Circondariale Francesco di Cataldo a Milano, mentre il secondo rimane latitante ed è attivamente ricercato a livello internazionale.

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Cronaca

Lecce | Arrestato all’alba il latitante Giovanni Parlageli, esponente del clan Tornese-Padovano

Nelle prime ore del mattino, la Polizia di Stato ha catturato Giovanni Parlageli, latitante dal maggio 2023 e figura di spicco del clan mafioso Tornese–Padovano. L’operazione è stata condotta dalla Squadra Mobile e dalla Sisco di Lecce, in collaborazione con la Sezione Tecnologica Applicata alle Investigazioni (STAI) del Servizio Centrale Operativo, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce.

Parlageli, classe 1981, era destinatario di una misura cautelare in carcere ed è gravemente indiziato di associazione mafiosa, tra altri reati. L’arresto segna un duro colpo al clan mafioso e rappresenta un significativo risultato nella lotta alla criminalità organizzata.

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