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Tv e Spettacolo

Fedez dimesso dall’ospedale

MILANO (ITALPRESS) – Fedez è stato dimesso dal Policlinico di Milano, dove era stato ricoverato a causa di un’emorragia. Su Instagram l’artista ha postato un selfie all’interno dell’ascensore con la scritta “Fit check outfit da dimissioni”. Fedez era stato ricoverato nei giorni scorsi per “l’ennesima emorragia interna – ha spiegato – dovuta al fatto che laddove sono stato operato per la rimozione del tumore sono più fragile nell’avere ulcere, emorragie e sanguinamenti. Fortunatamente rispetto alle emorragie precedenti il sanguinamento è stato minore”.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).

Musica

Vinicio Capossela lancia il tour “Conciati per le feste” e annuncia il nuovo album

Dopo il successo di “Tredici canzoni urgenti”, Vinicio Capossela torna con un nuovo progetto musicale: il tour “Conciati per le feste”, che prende il nome dal prossimo album in uscita il 25 ottobre per Warner Music Italy. Questo nuovo percorso artistico si snoderà attraverso concerti in Italia e in diverse città europee, iniziando con un’anteprima il 26 ottobre al Teatro Splendor di Aosta.

Il nuovo lavoro nasce da un’esperienza lunga due decenni, durante i quali Capossela ha affinato il suo repertorio esibendosi in occasione di concerti celebrativi legati alle festività. Il cantautore sottolinea come molte delle canzoni di questo progetto abbiano visto la luce esclusivamente in contesti dal vivo, legate a quel periodo dell’anno in cui si celebrano le feste invernali, con tutto il loro simbolismo legato alla rinascita e alla luce che torna a prevalere sull’oscurità.

Capossela spiega che l’ispirazione per registrare finalmente questi brani è venuta durante il periodo di isolamento dovuto alla pandemia, un momento in cui il tempo sembrava essersi fermato. Durante quel periodo, insieme a un gruppo di musicisti, ha deciso di dare una forma definitiva alle canzoni che fino a quel momento erano state un’esperienza effimera. Tuttavia, l’evoluzione rapida del mondo ha aggiunto nuove urgenze e tematiche, dando vita prima a “Tredici canzoni urgenti” e, ora, alla voglia di tornare a celebrare la festa.

Il tour e il nuovo album saranno una celebrazione collettiva, un invito a ritrovare la gioia di partecipare attivamente alla festa, un momento in cui ogni partecipante diventa protagonista. Capossela immagina questo ritorno alla festa come una forma di liberazione dal peso della quotidianità, con il suo carico di ansie e problemi. La “festa”, nel suo immaginario, è uno spazio magico e sospeso, in cui è possibile scoprire lati nascosti di se stessi e confrontarsi con nuove possibilità di vita.

Musicalmente, “Conciati per le feste” si ispira a una vasta gamma di generi e stili, che spaziano dallo swing al folklore italo-americano, con accenni a inni religiosi e atmosfere fiabesche. L’orchestrazione è ricca e variegata: ottoni, cori, tamburi e strumenti tipici delle feste creano un mix esplosivo che cattura l’essenza stessa del periodo festivo, con il suo alternarsi di allegria e malinconia.

Dopo l’anteprima di Aosta, il tour farà tappa in diverse città italiane, tra cui Cesena, Firenze, Bologna, Napoli, Roma e Milano, concludendosi con una serie di concerti natalizi a Taneto di Gattatico. Ma Capossela non si fermerà qui: sono già previsti anche numerosi appuntamenti internazionali in capitali europee come Bruxelles, Londra, Barcellona, Madrid e Berlino, portando così la magia della festa oltre i confini italiani.

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cinema

Comencini “Mi serviva tempo per fare un film su me e mio padre”

“E’ un film che avevo dentro di me da sempre. E’ un film difficile da fare, mi serviva del tempo per sentirmi abbastanza matura come regista per sentirmi all’altezza di farlo. E anche dal punto di vista personale, avevo bisogno di tempo per elaborare in maniera libera e serena tante cose del mio vissuto. Ci vuole del tempo anche per poter dire grazie. Durante il lockdown c’era una sensazione di angoscia diffusa, e anche l’idea che il cinema potesse un pò perdersi: in quei giorni ho sentito forte la necessità di mettere per iscritto questi ricordi che erano da sempre nella mia memoria. Dopo aver scritto la sceneggiatura, ho chiesto un parere, un consiglio a un mio maestro, Marco Bellocchio: gli ho chiesto di leggerla, lui l’ha letta e mi ha incoraggiata a fare il film al punto di volerlo produrre”. Così la regista Francesca Comencini oggi in conferenza stampa alla Mostra del cinema di Venezia per il suo film “Il tempo che ci vuole”, con Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano, presentato Fuori Concorso. Un’opera autobiografica incentrata sul rapporto tra la Francesca bambina, adolescente e giovane adulta, e suo padre Luigi, uno dei registi più importanti del cinema italiano.
“Il legame padre-figlia è assolutamente fondante nella vita di qualsiasi bambina e donna. E di fatto mi sono resa conto che nel cinema è stato trattato poco. Il tentativo del film è anche di raccontare questo legame così importante”, ha proseguito Comencini che poi ha sottolineato che “è ispirato dall’idea della fiaba. Nel momento in cui girava Pinocchio, mio padre era veramente felice e sprigionava la felicità di un sogno che aveva cullato per anni. Lui cercava dei codici di un racconto fiabesco italiano, con la società contadina, con la miseria, con la fantasia che si sprigiona dalla realtà. Era un uomo molto concreto, che conosceva tutti i mestieri del cinema e che aveva una fortissima connessione con il sè stesso bambino. Credeva nel fiabesco in maniera seria, per lui era una componente seria della vita”.
Nel film, Fabrizio Gifuni incarna il padre Luigi Comencini: “Ho fatto un lavoro di ricerca per interpretarlo. Mi sembrava insensato andare in una direzione fortemente evocativa, ma sarebbe stato insensato anche non tenere conto del corpo e della voce di Luigi. Evocare fantasmi è un gioco impossibile, da apprendisti stregoni. Comencini era un regista molto schivo, c’è poco materiale su di lui. Per avere maggiore idea su di lui bisogna riguardare l’inchiesta I bambini e noi: un lavoro insuperato e lì c’è Luigi perchè è in campo. Aveva una speciale qualità nell’ascolto, intervistava bambini di ogni classe sociale senza nessuna idea di partenza. Lui aveva un ascolto e un’empatia nei confronti dei bambini perchè si metteva al loro livello. Mi è stato molto utile. Poi ho interiorizzato il personaggio, non bisogna avere fretta, aspettare per arrivare fino a dove si può arrivare. Per me è stata poi la possibilità di vedere e rivedere film straordinari di un regista tra i più grandi che abbiamo mai avuto”. Il ruolo della stessa Francesca è affidato a Romana Maggiora Vergano, attrice che si è rivelata al grande pubblico con C’è ancora domani di Paola Cortellesi: “Mi sono sentita privilegiata e orgogliosa che Francesca mi avesse scelto. Questa storia ha un respiro universale, non è solo la storia di Francesca e suo padre. Sul copione non c’è scritto Francesca e Luigi, ma padre e figlia”.

foto: xp2/Italpress

(ITALPRESS).

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Tv e Spettacolo

Al via su Rai 3 “A casa di Maria Latella”, Raggi tra i primi ospiti

Parafrasando la celebre commedia di Giuseppe Patroni Griffi, si potrebbe definire il nuovo programma di Maria Latella (Rai3, dal 10 settembre) “Metti una sera… dopo cena”. E’, infatti, nell’orario in cui solitamente si fa uno spuntino dopo il cinema o il teatro che “A casa di Maria Latella” andrà in onda (la seconda serata) con gli ospiti serviti a tavola con un primo piatto e un dessert. E, naturalmente, con una bella chiacchierata su un tema di politica, economia o di attualità. Saranno quattro, scelti non a caso ma con qualcosa da dire (a vario titolo) sul tema trattato e, possibilmente, con almeno una presenza femminile e quella di un 30-35enne, «una generazione – dice la giornalista – a cui non viene sempre data voce con il rischio di perderci un pezzo di mondo».
Latella torna in Rai (su Rai3, da dove era partita più di vent’anni fa) dopo una lunga militanza su Sky e proprio quando dalla Rai si preferisce uscire piuttosto che entrare: «Mi piace fare le cose in controtendenza. E, poi, credo che il servizio pubblico sia essenziale per la crescita di questo Paese. Sono figlia di insegnanti e mi è stato raccontato che il maestro Manzi è stato un fenomeno che ha cambiato la faccia dell’Italia. Non dico che tutto debba tornare a quella dimensione ma una sera possiamo parlare di un tema che riguarda tante famiglie e farlo con persone che sanno di cosa si parla».
Nella prima puntata il tema sarà quello del problema degli affitti a Milano e a parlarne a tavola con la padrona di casa (la location è un vero appartamento nel palazzo in cui Latella vive a Roma) saranno Ferruccio De Bortoli, lo scrittore Jonathan Bazzi e il comico Edoardo Ferrario. A leggere, anzi a declamare, il menù sarà sempre un attore (si parte con Paola Minaccioni) e, a fine serata, arriverà un ospite a sorpresa che sarà protagonista di un faccia a faccia con Latella: si comincia con Virginia Raggi che, promette la giornalista, «si toglierà qualche sassolino». Sempre, però, con il tono colloquiale che caratterizzerà il programma: «Amo chiacchierare e mi piace farlo a tavola. Vengo da una famiglia del Sud, ricordo ancora le donne anziane che chiacchieravano sedute fuori alla porta di casa. Noi italiani abbiamo questa capacità di raccontarci ed è un peccato perderla. Spesso i ritmi sincopati dei talk show non consentono di sviluppare le conversazioni; a tavola, invece, c’è tempo anche per battute che altrove non verrebbero in mente. Racconteremo agli spettatori anche che cosa mangiamo».
Il direttore dell’Approfondimento Rai Paolo Corsini conferma: «Con “A casa di Maria Latella” vogliamo innovare il tradizionale talk-show, ne abbiamo già tanti. Evitiamo la logica del pollaio e cerchiamo di tirare fuori conversazioni tranquille, dando priorità ai temi e agli ospiti. In questo modo il programma va a rafforzare la già ricca offerta di Rai3». Certo, ammette, «la serata del martedì è già ben presidiata ma esserci è un dovere del servizio pubblico. E, anche se c’è un minimo di sovrapposizione con altri programmi, non siamo preoccupati».
Dopo avere commentato l’ipotesi che nei mesi estivi la voleva come sostituta di Serena Bortone («Ho sentito delle voci come voi ma, dopo avere fatto per tanti anni il sabato e la domenica su Sky Tg24, ho deciso che avrei salvaguardato la vita familiare stando a casa il weekend») e assicurato di «non avere visto alcun paletto finora, riparliamone tra un anno»), Latella conclude affermando che le piacerebbe ospitare alla sua tavola e intervistare Maria Rosaria Boccia anche se «mi ha già preceduto il quotidiano La Stampa».

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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