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Curiosità

LO SAI PERCHE’… si dice “Non capirci una mazza”?

L’espressione “non capirci una mazza”, usata per indicare una totale incomprensione, ha origini sorprendenti e affonda le sue radici nella tragedia del terremoto di Messina del 1908.

Il 28 dicembre 1908, un terremoto di magnitudo 7.1 sconvolse Messina, Reggio Calabria e i paesi limitrofi, causando circa 80.000 vittime e lasciando una città in macerie. In questo scenario apocalittico, il generale Francesco Mazza fu nominato Regio Commissario straordinario per gestire l’emergenza.

Tuttavia, la gestione di Mazza si rivelò fallimentare e caotica. Invece di concentrare gli sforzi sul soccorso dei feriti e sulla ricerca dei sopravvissuti, il generale emanò la bizzarra disposizione di recuperare i beni preziosi dalle macerie.

Caos, ruberie e una frase iconica:

Questa decisione surreale creò un clima di totale confusione e rabbia. I militari stessi si resero protagonisti di saccheggi, mentre i superstiti, disperati nella ricerca dei loro cari, vennero scambiati per sciacalli e addirittura fucilati.

L’incapacità di Mazza di gestire la situazione in modo efficace e umano diede origine alla celebre espressione “non capirci una mazza”. Un modo di dire nato dalla frustrazione e dal dolore di un popolo di fronte a una tragedia immane e a una leadership inadeguata.

Oltre la storia: il significato e l’uso di oggi:

L’espressione “non capirci una mazza” ha varcato i confini della Sicilia, diventando di uso comune in tutta Italia per indicare una totale mancanza di comprensione. Un modo ironico e sarcastico per sottolineare la confusione e l’incapacità di discernere di fronte a una situazione complessa.

Ancora oggi, l’espressione ci ricorda l’importanza di una leadership competente e capace di affrontare le crisi con umanità ed efficacia. Un monito a non ripetere gli errori del passato e a valorizzare la collaborazione e la solidarietà nei momenti più bui.

Curiosità

SAI PERCHE’…Alle donne compaiono le zampe di gallina?

Perché alcune persone sviluppano più rughe sul viso di altre? Oltre alla predisposizione genetica, influiscono le condizioni ambientali e lo stile di vita. Ma sembra che anche i microrganismi che abitano la pelle possano giocare un ruolo importante: secondo uno studio condotto dall’Università della California a San Diego in collaborazione con una rinomata azienda di cosmetici e pubblicato sulla rivista Frontiers in Aging, sarebbero loro i responsabili delle cosiddette “zampe di gallina”, le piccole rughe che si formano intorno agli occhi.

La ricerca, che ha isolato componenti specifiche del microbioma cutaneo che cambiano con l’età, ha evidenziato che un microbioma più diversificato è associato a un maggior numero di rughe intorno agli occhi. Utilizzando dati provenienti da 13 diversi studi condotti su 650 donne di età compresa tra i 18 e i 70 anni, si è scoperto che la composizione dei batteri sulla pelle può influenzare la formazione di segni di invecchiamento cutaneo, distinguendoli da quelli semplicemente correlati all’età.

Curiosamente, non è stata trovata una correlazione significativa tra i microrganismi presenti sulla pelle e il livello di idratazione della stessa.

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Curiosità

7 cose che (forse) non sai sul…Gelato

Il gelato, fresco e colorato, è un’icona dell’estate italiana, consumato in media per circa 10 chilogrammi all’anno per persona tra gelati artigianali e industriali. Ma è davvero un alimento salutare sotto il profilo nutrizionale? Cosa contiene esattamente quando lo gustiamo?

1. Composizione del Gelato

Il gelato ha una base comune di latte, acqua, zucchero, uova, e grassi animali o vegetali. Gli ingredienti variano a seconda se si tratta di gelato artigianale o industriale: i primi utilizzano principalmente grassi di origine animale come panna e uova, mentre i secondi preferiscono grassi vegetali come olio di cocco o di palma. La consistenza del gelato dipende anche dalla quantità di aria incorporata durante il processo di congelamento.

2. Gelati Artigianali vs Industriali

I gelati artigianali tendono ad essere più cremosi grazie ai grassi animali, mentre quelli industriali sono più compatti con l’uso di grassi vegetali. Entrambi non richiedono conservanti grazie alla bassa temperatura che ne impedisce la proliferazione batterica.

3. Gusti alla Frutta e Ingredienti

I gelati alla frutta sono meno calorici poiché contengono meno panna e latte. Gli aromi e gli estratti per il gusto vengono aggiunti con polpa di frutta, succo o paste concentrati. I coloranti possono essere utilizzati per migliorare l’aspetto del gelato, mentre biscotti, cialde e granelle arricchiscono la versione industriale.

4. Consumo Raccomandato

Dal punto di vista nutrizionale, il gelato è un dolce ricco di zuccheri e grassi, quindi va consumato con moderazione. Specialmente per chi ha diabete, sovrappeso o alto colesterolo, il consumo deve essere limitato. Si consiglia di non superare tre porzioni di gelato a settimana per evitare eccessi calorici.

5. Contenuto Calorico

Rispetto ad altri dolci, il gelato contiene meno calorie, specialmente se si opta per un sorbetto che ha meno panna e latte. Tuttavia, non è un alimento completo e non sostituisce la frutta o altri cibi nutrienti nella dieta quotidiana.

6. Sostituzione di Pasti

Non è consigliabile sostituire un pasto completo con il gelato, anche se può essere un’opzione veloce e piacevole durante le vacanze estive. Il gelato è meno bilanciato in termini di nutrienti rispetto a un pasto standard, quindi il consumo eccessivo può portare a uno squilibrio nella dieta.

7. Momento Ideale per Consumarlo

Il gelato è ottimo come snack o merenda, mentre dopo i pasti è consigliabile moderare le quantità per mantenere un bilancio nutrizionale adeguato. Una porzione di circa 80 grammi (due palline) è considerata appropriata come dessert dopo un pasto.

In sintesi, il gelato rappresenta un piacere estivo da gustare con moderazione, bilanciando il suo consumo con una dieta equilibrata e variata.

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Curiosità

SAI CHE….Esiste un giorno “giusto” per pesarsi ed avere una visione più reale?

Secondo alcuni ricercatori, esiste un giorno ideale per salire sulla bilancia e avere una visione più realistica del proprio peso: il mercoledì. Questa teoria si basa su uno studio della Cornell University che suggerisce che il peso corporeo tende a essere più alto il lunedì, dopo eventuali stravizi del fine settimana, e raggiunge un temporaneo minimo il venerdì. Pertanto, a metà settimana, il peso registrato è considerato più rappresentativo e coerente.

Tuttavia, questa regola non si applica uniformemente a tutti. Chi si allena di più durante il fine settimana e mantiene una dieta equilibrata potrebbe registrare un peso minore il lunedì. Inoltre, per chi cerca di raggiungere o mantenere il peso forma, pesarsi quotidianamente potrebbe essere una strategia più efficace. Studi condotti presso le Università di Pittsburgh e della California, San Francisco, hanno evidenziato che le persone in sovrappeso che si sono pesate quotidianamente hanno ottenuto risultati di dimagrimento superiori rispetto a coloro che lo hanno fatto con minore frequenza nel corso di un anno di monitoraggio.

Anche la Cornell University ha confermato che l’autopesatura quotidiana può essere efficace, motivando le persone a rimanere fedeli ai propri obiettivi di peso. È importante notare che le variazioni di peso giornaliere non devono essere considerate definitive, poiché sono influenzate da fattori come variazioni ormonali e ritenzione idrica. Tuttavia, monitorare regolarmente il peso può aiutare a mantenere un’impostazione disciplinata e a prendere decisioni informate per il raggiungimento dei propri obiettivi di salute.

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