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Campania

Castellammare di Stabia (NA) | Chiamano i carabinieri per tentato suicidio ma attaccato al cornicione c’era un ladro

Ieri sera a Castellammare di Stabia (Napoli), una situazione apparentemente tragica si è rivelata essere un tentativo di fuga criminale.

La centrale operativa dei carabinieri è stata allertata per un presunto tentato suicidio, con segnalazioni di un uomo sul cornicione di un appartamento al terzo piano di via San Catello. Quando le forze dell’ordine sono arrivate sul posto, hanno trovato una scena caotica: urla di disperazione e di rabbia provenienti dal vicinato. Sull’orlo del cornicione, aggrappato con tutte le sue forze, c’era un uomo di circa quarant’anni. Intanto, dalle finestre e dalla strada circostante, la gente chiedeva a gran voce ai carabinieri di arrestarlo. I vigili del fuoco sono stati chiamati mentre i militari cercavano di capire cosa stesse succedendo.

Si è scoperto che non si trattava di un tentativo di suicidio, ma di un tentato furto. L’uomo aggrappato al cornicione era Armando Cimmino, 36enne di Casola di Napoli, già noto alle forze dell’ordine. Poco prima, aveva fatto irruzione nell’appartamento di un pensionato settantenne, mettendo a soqquadro la casa alla ricerca di oggetti di valore. Sorpreso dai vicini, Cimmino aveva cercato di fuggire attraverso la finestra, ma l’altezza lo aveva bloccato.

Il proprietario dell’appartamento, che al momento si trovava a Sorrento, è tornato e insieme ai carabinieri ha esaminato l’interno della casa. La camera da letto da cui l’uomo era fuggito era chiusa a chiave dall’interno. I vigili del fuoco sono intervenuti per salvare l’uomo aggrappato al cornicione, mentre i carabinieri lo hanno arrestato sul posto.

Armando Cimmino è attualmente in attesa di giudizio e deve rispondere dell’accusa di tentato furto.

Attualità

Napoli, il Miracolo di San Gennaro: il Sangue si è sciolto

Oggi, come ogni anno, si è ripetuto il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro, un evento atteso con grande devozione dai fedeli napoletani. L’annuncio, dato dall’arcivescovo don Mimmo Battaglia alle 10, ha confermato che il sangue custodito nell’ampolla si era già sciolto prima dell’inizio della cerimonia. Il fenomeno, avvenuto nella Cattedrale di Napoli, ha attirato un gran numero di fedeli e personalità illustri, tra cui rappresentanti del mondo religioso e civile.

La tradizione vuole che questo evento miracoloso si ripeta tre volte l’anno: il 19 settembre, giorno del martirio del santo; il 16 dicembre, anniversario dell’intervento miracoloso contro l’eruzione del Vesuvio del 1631; e il primo sabato di maggio, in ricordo della traslazione delle sue reliquie. Secondo la leggenda, la prima liquefazione sarebbe avvenuta nel IV secolo, mentre le prime testimonianze storiche risalgono al 1389.

Nonostante vari tentativi scientifici di spiegare la liquefazione, per i napoletani resta un simbolo di protezione divina. Il modo in cui si presenta il sangue, che passa dallo stato solido a liquido, viene interpretato come un segno di buon auspicio per la città. Tuttavia, se il miracolo non dovesse avvenire o si verificasse con ritardo, viene letto come presagio di sventura.

Il rito è carico di significato non solo religioso, ma anche culturale, consolidando il legame tra la comunità napoletana e il suo patrono. Questo evento continua a rappresentare un punto fermo nella vita spirituale della città, che, anno dopo anno, si raccoglie con fede e speranza di fronte a una tradizione secolare.

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Campania

Napoli | Duro colpo al clan Fabbrocino: 13 arresti per estorsione, sequestrate due società

Su delega del Procuratore Distrettuale di Napoli, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Il provvedimento ha riguardato 13 persone, di cui 12 sono state sottoposte alla custodia cautelare in carcere e una all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Gli indagati sono accusati di associazione di tipo mafioso, detenzione e porto illegale di armi, estorsione e tentata estorsione, e trasferimento fraudolento di valori. I reati sono aggravati dall’intento di favorire gli interessi del clan Fabbrocino, attivo a Palma Campania e nelle aree circostanti, sfruttando la forza intimidatoria del gruppo criminale.

Le indagini hanno rivelato che le attività estorsive sarebbero state compiute ai danni di vari imprenditori, al fine di permettere loro di continuare le proprie attività commerciali. Nell’operazione, sono state anche sequestrate due società ritenute riconducibili al clan Fabbrocino.

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Campania

Avellino | Egiziano a bordo di una costosa Mountain Bike, era rubata: restituita al proprietario

Ieri, grazie alla stretta collaborazione tra un cittadino di Avellino e la Polizia di Stato, è stato possibile recuperare una costosa Mountain Bike rubata e denunciare il responsabile. Il furto era avvenuto venerdì 13 settembre, quando la bici era stata sottratta da un garage nel centro della città.

Un cittadino ha notato un uomo a bordo di una Mountain Bike Trek di alto valore e ha allertato le forze dell’ordine, fornendo informazioni decisive per l’intervento. Gli agenti sono così riusciti a fermare un cittadino egiziano e a rinvenire la bici, che è stata subito restituita al legittimo proprietario. L’uomo fermato è stato denunciato alla Procura della Repubblica per il reato di ricettazione, e le indagini proseguono per chiarire ulteriori dettagli sul furto.

Questo episodio mette in luce ancora una volta l’importanza della collaborazione tra i cittadini e le forze dell’ordine per garantire la sicurezza e il rispetto delle leggi. La Questura di Avellino ha colto l’occasione per invitare la cittadinanza a segnalare tempestivamente qualsiasi attività sospetta, sottolineando che anche piccoli contributi possono fare una grande differenza nella lotta alla criminalità.

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