Liguria

La Spezia | Detenuto ammesso al lavoro tenta di far entrare in cella droga e telefono

Aveva con sé, nascosto nell’ano, degli involucri con droga ed un telefono cellulare ma l’incauto nascondiglio non è sfuggito agli attenti controlli della Polizia Penitenziaria. È accaduto ieri sera nel carcere della Spezia, e darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Vincenzo Tristaino, segretario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, commenta: “Questo risultato è stato ottenuto grazie al monitoraggio dei poliziotti che, all’atto dei controlli durante il rientro in carcere, hanno constatato una particolare agitazione del detenuto, che risultava positivo anche a seguito di un controllo delle unità cinofile della Guardia di Finanza. Condotto in Ospedale, a seguito di accertamenti radiologici, venivano rinvenuti tre corpi estranei, due contenenti droga ed uno un microcellulare”. “Il SAPPE”, conclude il sindacalista, “si complimenta con il personale di Polizia Penitenziaria della Spezia che, nonostante le tante quotidiane criticità, porta avanti in maniera indefessa la legalità all’interno del carcere”.

Il Segretario Generale SAPPE Donato Capece evidenzia che “il problema dell’introduzione di droga e telefoni in carcere è da tempo noto e conosciamo bene la sua portata che, al giorno d’oggi è davvero significativa e continua a crescere giorno dopo giorno. In particolare, per quanto concerne i telefonini ci preoccupa non solo il loro utilizzo per scopi illeciti all’esterno del carcere, come più volte riscontrato nelle attività di indagine che vengono svolte quotidianamente nei penitenziari e sul territorio nazionale, ma anche il vero e proprio commercio che è presente all’interno delle mura dove uno smartphone ceduto tra detenuti moltiplica vertiginosamente il proprio valore, diventando fonte di ingenti guadagni illeciti per chi riesce a gestirne il commercio”. Il leader del SAPPE rammenta che per introdurre droga e telefonini in altre carceri italiane sono stati spesso usati anche i droni, “a conferma di tutte le ipotesi investigative circa l’ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza. Il compiacimento del SAPPE va al personale del Reparto di Polizia Penitenziario della Spezia”. Per questo l’auspicio del leader nazionale del SAPPE “è che l’Amministrazione Penitenziaria potenzi i momenti di formazione ed aggiornamento professionale della Polizia Penitenziaria e che anche il Reparto della Spezia possa disporre di un numero sufficiente di poliziotti, adeguatamente preparati, formati e specializzati ed esperti anche nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che repressiva, nonché di avere anche in Liguria un Reparto di unità cinofile del Corpo per le esigenze operative degli istituti di pena liguri”.   

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