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Attualità

Milano | Il paradosso degli attivisti: Multati per riqualificare lo spazio pubblico

Il 16 maggio, il gruppo di attivisti “Sai che puoi?” ha trasformato un parterre alberato di via Aselli 28, solitamente occupato da auto in sosta irregolare, restituendo quell’area ai cittadini e aggiungendo sdraio e nastri per prevenire ulteriori invasioni. Tuttavia, l’iniziativa ha portato a una multa di mille euro.

La multa è stata emessa per “deposito temporaneo di pacciamatura su marciapiede e area verde pubblico, finalizzato all’opera di rinaturalizzazione dell’area in questione”, oltre che per “occupazione suolo abusiva”. Questa situazione ha sollevato un importante dibattito sulla gestione dello spazio pubblico e la priorità data alla mobilità sostenibile.

Gli attivisti hanno denunciato il paradosso di essere multati per riqualificare un’area verde mentre le auto in sosta irregolare non subiscono sanzioni simili. Hanno sottolineato come l’intervento fosse autorizzato e mirato a migliorare il verde urbano, ma ciò non ha impedito l’emissione della multa.

La situazione ha evidenziato la necessità di una revisione delle politiche urbane e della cultura della mobilità a Milano. Gli attivisti chiedono un intervento urgente da parte delle autorità comunali e invitano il sindaco e la giunta a prendere posizione su quanto accaduto.

Per affrontare la multa e i potenziali costi legali di un ricorso, gli attivisti stanno chiedendo donazioni dalla comunità. Ogni contributo sarà utilizzato in modo trasparente e reso conto pubblicamente.

Questa vicenda sottolinea l’importanza della partecipazione civica nella definizione dello spazio pubblico e l’urgenza di promuovere una mobilità più sostenibile e consapevole delle sfide ambientali attuali.

Attualità

Rinoceronti radioattivi: ultima spiaggia contro il bracconaggio

I rinoceronti africani si trovano ad affrontare una lotta per la sopravvivenza su molteplici fronti: cambiamenti climatici, perdita dell’habitat e bracconaggio. Quest’ultimo, in particolare, rappresenta una seria minaccia per la loro esistenza, alimentata dalla domanda di corni in Asia per la medicina tradizionale.

Di fronte all’inefficacia di metodi tradizionali come il taglio o l’avvelenamento dei corni, un team di scienziati sudafricani ha ideato una soluzione estrema: il progetto Rhisotope. L’obiettivo? Rendere radioattivi i corni dei rinoceronti.

Come funziona?

I ricercatori iniettano nei corni dei rinoceronti isotopi radioattivi. Questi isotopi, pur non essendo dannosi per gli animali, diventano tossici per i potenziali acquirenti e facilmente individuabili dai controlli doganali grazie all’utilizzo di comuni contatori Geiger.

Il progetto presenta alcuni potenziali vantaggi:

  • Dissuasivo per i bracconieri: il rischio di esposizione a radiazioni dovrebbe scoraggiare il bracconaggio e il traffico di corni.
  • Facile da identificare: i corni radioattivi sono facilmente individuabili alle dogane, facilitando il sequestro e l’arresto dei trafficanti.
  • Durata prolungata: l’effetto dei radioisotopi dura circa cinque anni, riducendo la frequenza degli interventi rispetto al taglio dei corni (ogni 18 mesi).

Tuttavia, non mancano preoccupazioni e critiche:

  • Benessere animale: sebbene la dose di radioattività sia calibrata per essere innocua, alcuni temono possibili effetti negativi a lungo termine sulla salute dei rinoceronti.
  • Etica: l’utilizzo di isotopi radioattivi su animali selvatici solleva questioni etiche relative all’interferenza con il loro naturale benessere.
  • Efficacia a lungo termine: non è ancora chiaro se questa soluzione sia in grado di ridurre il bracconaggio in modo definitivo e permanente.

Il futuro del progetto

Al momento, il progetto Rhisotope è ancora in fase pilota, con solo 20 rinoceronti trattati. I ricercatori monitoreranno l’efficacia e la sicurezza del metodo per i prossimi sei mesi. Se i risultati saranno positivi, il progetto potrebbe essere esteso ad altre aree del Sudafrica e, in futuro, anche ad altri paesi.

Un dilemma complesso

La lotta contro il bracconaggio dei rinoceronti è un dilemma complesso che richiede soluzioni innovative e coraggiose. Il progetto Rhisotope rappresenta un tentativo estremo di scoraggiare questa attività illegale, ma solleva importanti questioni etiche e di benessere animale. Solo il tempo dirà se questa controversa soluzione si rivelerà efficace nel salvare i rinoceronti dall’estinzione.

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Attualità

Com’è fatta la Syntrichia Caninervis: la pianta che potrebbe crescere su Marte

Il muschio del deserto Syntrichia caninervis emerge come una possibile soluzione rivoluzionaria per la colonizzazione di Marte e altri ambienti estremi. Questa pianta, nota per la sua eccezionale resistenza ambientale, è stata oggetto di uno studio condotto da ricercatori cinesi che hanno testato la sua capacità di sopravvivere in condizioni estreme simili a quelle marziane.

Caratteristiche e Resistenza

  1. Tolleranza al Freddo: Le piante di Syntrichia caninervis sono state esposte a temperature estreme, fino a -196°C, per periodi variabili. Non solo sono sopravvissute, ma hanno anche mostrato una capacità di rigenerazione rapida dopo il disgelo, specialmente se disidratate prima del congelamento.
  2. Resistenza alle Radiazioni: Questo muschio ha dimostrato di resistere a dosi letali di radiazioni gamma, addirittura con dosi che promuovono la crescita anziché danneggiarla. Questa capacità lo rende uno degli organismi più tolleranti alle radiazioni conosciuti.
  3. Simulazione di Condizioni Marziane: Utilizzando un simulatore atmosferico, simile alle condizioni di Marte (atmosfera a base di anidride carbonica, temperature estreme, radiazioni UV elevate), il muschio disidratato ha mostrato una rigenerazione completa entro un mese. Anche se meno efficaci, le piante non disidratate hanno comunque dimostrato una sopravvivenza sotto queste condizioni.

Implicazioni per la Vita su Marte

Il potenziale del Syntrichia caninervis come pianta pioniera su Marte è significativo. La sua resistenza potrebbe essere sfruttata per stabilire le prime basi biologiche sostenibili sul pianeta rosso, aprendo la strada a esperimenti di bioingegneria per rendere Marte abitabile per piante commestibili e, di conseguenza, per l’uomo.

Mentre rimangono sfide significative da affrontare per la coltivazione su suoli marziani, come la fertilità del terreno e l’adattabilità delle piante alla produzione alimentare, il muschio Syntrichia caninervis offre una speranza concreta per il futuro dell’esplorazione e della colonizzazione umana di Marte. La sua straordinaria resilienza è un passo avanti cruciale verso la realizzazione di habitat autosufficienti e sostenibili al di fuori della Terra.

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Attualità

I pazienti che tornano a camminare grazie a protesi bioniche comandate dal cervello

Sette pazienti amputati hanno riacquistato la capacità di camminare con movimenti naturali e fluidi, grazie a una rivoluzionaria protesi di gamba completamente controllata dal sistema nervoso. Questo traguardo straordinario, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Medicine, rappresenta un passo avanti fondamentale nel campo della riabilitazione neuroprotesica.

La particolarità di questa protesi risiede nell’utilizzo di una innovativa interfaccia neurale che la collega direttamente al sistema nervoso dei pazienti. Grazie a questo collegamento, i pazienti sono in grado di comandare la protesi con il pensiero, proprio come se fosse un’estensione naturale del loro corpo.

L’intervento chirurgico a cui i pazienti sono stati sottoposti ha permesso di preservare la percezione della posizione dell’arto nello spazio, un fattore cruciale per un movimento fluido e coordinato.

I test condotti sui pazienti hanno dimostrato l’efficacia della protesi in diverse situazioni:

  • Camminata su terreno piano e pendenza: la protesi ha consentito di camminare con una velocità del 41% superiore rispetto alle protesi tradizionali, avvicinandosi a quella di persone senza amputazioni.
  • Salita e discesa di scale e rampe: i pazienti hanno affrontato questi ostacoli con maggiore sicurezza e fluidità.
  • Superamento di ostacoli: la protesi ha permesso di aggirare gli ostacoli con facilità, grazie a una migliore percezione dello spazio circostante.
  • Movimenti naturali: i pazienti hanno compiuto azioni come puntare i piedi verso l’alto durante la salita delle scale o coordinare i movimenti della protesi con quelli dell’arto intatto, in modo del tutto naturale.
  • Forza nella salita da terra: i pazienti sono stati in grado di rialzarsi da terra con la stessa forza di persone non amputate.

I risultati ottenuti con questa nuova generazione di protesi aprono nuove strade per il futuro della riabilitazione neuroprotesica. La possibilità di controllare la protesi con il pensiero rappresenta un enorme passo avanti per la qualità della vita dei pazienti amputati, offrendo loro una maggiore autonomia e indipendenza.

Oltre al miglioramento funzionale, questa tecnologia rivoluzionaria ha un impatto positivo anche sul piano psicologico. I pazienti, infatti, si sentono più “completi” e in grado di ritrovare una connessione naturale con il proprio corpo.

La strada verso la diffusione su larga scala di queste protesi bioniche è ancora lunga, ma i risultati ottenuti sono estremamente promettenti e rappresentano un faro di speranza per migliaia di persone che hanno subito amputazioni agli arti inferiori.

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