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Tecnologia

Guida autonoma: La tecnologia “Smart Roads” sta rivoluzionando le strade italiane

Le strade italiane stanno vivendo una rivoluzione grazie alla tecnologia “Smart Roads”, che sta rendendo possibile la guida autonoma in modo sempre più sicuro ed efficiente. Questa innovazione è resa possibile da una serie di dispositivi e sensori installati lungo le strade, in grado di rilevare e segnalare pericoli in anticipo alle auto, anche in situazioni di scarsa visibilità o perdita di segnale satellitare.

Una delle prime forme di strada “smart” è stata inaugurata sulla A4, tra Milano e Bergamo, dove una corsia dinamica viene gestita da un software che decide se ampliare o restringere la carreggiata in base ai flussi viari e alle segnalazioni degli utenti. Questo sistema ha già dimostrato di ridurre le emissioni di CO2 di circa 1,5 tonnellate per ogni ora di circolazione.

Più recentemente, è entrato in funzione il “Cooperative Intelligent Transport System” (C-ITS) su 52 km di autostrada A1 tra Firenze e Bologna, consentendo ai veicoli di comunicare con l’infrastruttura stradale e ricevere informazioni in tempo reale tramite il sistema integrato Car2X. Questo processo di digitalizzazione viaria accelererà la diffusione della guida autonoma, rendendo sempre più auto in grado di adottare le contromisure necessarie in base alle informazioni ricevute.

Il sistema funziona grazie a una serie di antenne lungo le strade, chiamate Roadside Unit, che acquisiscono informazioni dalle autovetture in transito e inviano avvisi riguardanti la viabilità in tempo reale. Questi avvisi includono informazioni su code, incidenti, cantieri, condizioni del manto stradale e visibilità, consentendo alle auto attrezzate di adottare le misure necessarie per garantire una guida sicura e fluida.

Questa tecnologia sta aprendo nuove prospettive per la guida autonoma e promette di rivoluzionare il modo in cui viaggiamo sulle strade italiane.

Tecnologia

L’incontro tra Elon Musk e Giorgia Meloni: un’alleanza per l’innovazione

Il CEO di Tesla ed ex proprietario di Twitter, Elon Musk, ha consegnato il prestigioso Global Citizen Award al Primo Ministro italiano, Giorgia Meloni, durante un evento di gala a New York. Questo incontro non solo ha messo in luce una crescente collaborazione tra i due leader, ma ha anche sollevato interrogativi sui legami tra politica e affari.

L’Atlantic Council, che ha organizzato la cerimonia, è noto per le sue discussioni su temi cruciali come economia, sicurezza e clima. Il presidente dell’organizzazione, John FW Rogers, ha un’importante carriera nel settore finanziario e nel governo, il che evidenzia la serietà e il peso politico dell’evento.

Musk e Meloni condividono una visione conservatrice e sono entrambi preoccupati per il calo della natalità in Occidente, un tema che Musk ha già affrontato pubblicamente. Tuttavia, oltre alle affinità politiche, è evidente che il loro rapporto si basa anche su interessi economici significativi. Meloni vede in Musk un’opportunità per modernizzare e innovare il panorama tecnologico italiano, spaziando dall’industria spaziale alle telecomunicazioni. In particolare, l’introduzione di Starlink potrebbe rappresentare una svolta per l’Italia, contribuendo a colmare il divario nelle infrastrutture digitali.

Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, Meloni ha incontrato anche altri leader del settore tecnologico, come Sundar Pichai di Alphabet e Sam Altman di OpenAI, evidenziando il suo impegno a promuovere lo sviluppo tecnologico nel suo paese. Le conversazioni si sono concentrate sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale e sulle strategie per affrontare le sfide globali.

Questa alleanza tra Musk e Meloni non solo evidenzia una convergenza di interessi politici e commerciali, ma segna anche un nuovo capitolo nella relazione tra tecnologia e governo, con l’Italia che si propone come un attore chiave nel futuro dell’innovazione.

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Tecnologia

OpenAI in cerca di un nuovo volto: il possibile cambio di logo suscita polemiche interne

Negli ultimi tempi, il mondo del design aziendale ha visto un forte spostamento verso stili sempre più minimalisti, e OpenAI, la società alla base di ChatGPT, non è rimasta immune a questa tendenza. Recentemente, l’azienda ha annunciato piani per un cambiamento significativo del suo logo, scatenando una serie di reazioni tra i suoi dipendenti.

Durante una riunione interna, OpenAI ha rivelato la proposta di un nuovo logo caratterizzato da una grande lettera “O” nera, priva di elementi distintivi. Questo design segna un netto contrasto rispetto all’attuale simbolo, un fiore geometrico che ha rappresentato l’azienda fino ad ora. La proposta ha generato una certa preoccupazione tra i lavoratori, con alcuni che l’hanno definita “inquietante” e priva di originalità.

Secondo fonti vicine all’azienda, il cambiamento sarebbe parte di un progetto di restyling durato circa un anno, coincidente con l’ingresso di nuovi designer nel team. Le motivazioni dietro questa mossa includerebbero anche problematiche legate ai diritti d’autore di alcuni caratteri tipografici, ma non sembrano riguardare il logo floreale, il quale è stato progettato internamente.

La scelta di OpenAI di abbandonare un simbolo riconoscibile in un periodo in cui l’azienda ha acquisito una notevole visibilità nel panorama tecnologico solleva interrogativi. Con la sua immagine che incarna l’innovazione nel campo dell’intelligenza artificiale generativa, un cambiamento così radicale potrebbe rivelarsi rischioso.

Ora resta da vedere se l’azienda andrà avanti con questo restyling controverso o se le critiche interne e il malcontento generale la porteranno a riconsiderare la sua decisione. Nel frattempo, OpenAI si trova ad affrontare anche sfide esterne, come l’attacco hacker subito da uno dei suoi account ufficiali su X, progettato per diffondere truffe legate alle criptovalute.

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Attualità

Valditara “Avvieremo sperimentazione dell’intelligenza artificiale a scuola”

“Siamo uno dei primi Paesi ad avere avviato quest’anno scolastico una sperimentazione nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la personalizzazione della didattica. Parte in 15 classi, in alcune regioni: Calabria, Lazio, Toscana, Lombardia. Se il modello funzionerà pensiamo di estenderlo ulteriormente proprio perchè la personalizzazione della didattica è uno dei must della mia azione di governo in materia di istruzione e credo che l’intelligenza artificiale adeguatamente guidata dal docente possa svolgere un ruolo significativo”. Lo ha affermato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, nel suo intervento al Forum TEHA a Villa d’Este, a Cernobbio.
– foto Agenzia Fotogramma –

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