Una tragedia ha colpito una giovane donna di 29 anni di San Nicandro Garganico, in provincia di Foggia. La donna, che aveva appena partorito il suo bambino presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, è deceduta dopo dieci giorni a causa di complicazioni sopraggiunte dopo un parto cesareo d’urgenza.

Il parto, già preannunciatosi complesso per la posizione podalica del bambino e le precarie condizioni respiratorie della madre, si era reso necessario per salvare la vita di entrambi. L’intervento chirurgico ha permesso la nascita del piccolo, che ora è in buone condizioni di salute e ricoverato presso l’Unità di Neonatologia Terapia Intensiva Neonatale.

Tuttavia, le condizioni della donna sono precipitate nei giorni successivi al parto, fino al tragico decesso avvenuto dopo dieci giorni per una crisi respiratoria irreversibile.

“La donna risultava essere affetta da importanti patologie pregresse e coesistenti, che aumentano di molto il rischio chirurgico e possono persino pregiudicare il buon esito del parto stesso”, ha spiegato la struttura ospedaliera, esprimendo il proprio cordoglio alla famiglia per la grave perdita e sottolineando l’impegno profuso per salvare la vita della donna. “Nonostante gli intensi sforzi per mantenerla in vita”, ha concluso la nota, “è purtroppo deceduta”.

La notizia ha sconvolto la comunità di San Nicandro Garganico e l’intera provincia di Foggia, stringendosi attorno alla famiglia in questo momento di immenso dolore. La vicenda riaccende i riflettori sulle delicate tematiche legate alla mortalità materna e perinatale, sottolineando l’importanza di una sanità adeguata e di percorsi di cura attenti e tempestivi, soprattutto per le donne con gravidanze a rischio.

In migliaia, agricoltori e allevatori hanno protestato a Bari con trattori contro le emergenze che minacciano l’agricoltura pugliese: cinghiali che devastano campi e città, siccità che distrugge raccolti, e Xylella che ha devastato l’olivicoltura salentina.

I cartelli e gli striscioni recitano “Noi seminiamo, i cinghiali raccolgono”, “Il cinghiale campa, il campo crepa”, “Chiuso per cinghiali”, “No acqua no agricoltura”, “Puglia assetata”, “Senza acqua l’agricoltura muore”, “Sos siccità”.

Coldiretti Puglia sostiene gli agricoltori, con il supporto di esponenti delle istituzioni e sindaci con gonfaloni, mentre sul lungomare Nazario Sauro manifestano giovani e donne che hanno abbandonato campi e stalle.

Secondo Coldiretti, è urgente dichiarare lo stato d’emergenza in Puglia, con danni stimati oltre un miliardo di euro in poco più di due anni e una drastica riduzione dei raccolti. A causa della siccità e delle temperature anomale, molte clementine sono andate perdute, la produzione di grano è dimezzata, c’è meno foraggio nei pascoli e gli apicoltori hanno perso la metà del miele. Ma preoccupa soprattutto la previsione di un crollo del 50% nella raccolta delle olive per il prossimo anno.

“Senza acqua non c’è cibo per i cittadini. Campi e stalle sono stretti nella morsa dell’emergenza siccità a causa di una gestione fallimentare dell’acqua e della bonifica in Puglia, con mancanza di manutenzione e opere irrigue incomplete e precarie”, afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia. La situazione è aggravata anche dalla proliferazione incontrollata dei cinghiali.

“È urgente adottare in Puglia un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, secondo le misure del decreto interministeriale dell’anno scorso”, aggiunge Cavallo.

Sequestri improvvisi per estorcere denaro.

In un breve lasso di tempo, uomini armati hanno richiesto denaro ad imprenditori o loro familiari, minacciando conseguenze gravi. Due uomini di Andria sono stati arrestati dai carabinieri e accusati di tentato sequestro di persona a scopo estorsivo e tentata estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso.

Un uomo di 47 anni è stato arrestato, mentre un uomo di 55 anni, già detenuto da tempo, è stato colpito dal provvedimento in carcere. Durante le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, sono stati anche sequestrati diversi quintali di marijuana. L’ordinanza del tribunale di Bari è stata eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Barletta – Andria – Trani insieme ai colleghi dello squadrone eliportato carabinieri cacciatori Puglia. I dettagli dell’operazione, nota come Codice 666, saranno resi pubblici durante una conferenza stampa convocata per le 10:30 presso la procura di Bari.