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Cronaca

Bologna | Arrestato imprenditore e sequestrati beni per 2 milioni di euro

Nella mattinata odierna, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, unitamente al Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e con il supporto dei militari dei Comandi Provinciali di Lecco, Salerno e Verona, stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare personale in carcere e reale emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna.

In corso sono anche le perquisizioni in varie località delle province di Bologna, Lecco, Verona, Modena e Salerno.

Il destinatario del provvedimento cautelare è un imprenditore originario della provincia di Salerno e residente a Bologna, accusato di diversi reati insieme ad altre 15 persone coinvolte nelle indagini.

Sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna e il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, le indagini hanno permesso di delineare un intricato sistema di società e ditte individuali, principalmente nel settore della ristorazione, formalmente intestate a prestanome ma effettivamente controllate dall’imprenditore destinatario della misura cautelare.

Il principale indagato, già noto per precedenti penali e misure preventive, incluso il regime di Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza emesso dal Tribunale di Nocera Inferiore (SA) per sospetto coinvolgimento in organizzazioni criminali di stampo camorristico, avrebbe occultato beni e vantaggi economici intestandoli a familiari e complici per sfuggire alla legislazione antimafia.

Le indagini dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna hanno evidenziato diverse violazioni, tra cui il trasferimento fraudolento di fondi, illecite percezioni di finanziamenti pubblici, casi di usura ed estorsione ai danni di individui in difficoltà economica.

Al fine di garantire l’efficacia dell’operazione, è stato confiscato un patrimonio improporzionato rispetto alle dichiarate fonti di reddito degli indagati, comprendente quote sociali, attività aziendali, immobili e altri asset per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Tra i beni sottoposti a sequestro vi sono anche i proventi derivanti dall’affitto di un’attività di pizzeria e asporto situata nel centro di Bologna.

Cronaca

Lecce | Inviava gli ordini all’esterno con pc dalla cella: nuove accuse per Cristian Tarantino e Complici

Ieri, Cristian Tarantino, 36 anni, noto per il suo presunto legame con la Sacra Corona Unita, ha ricevuto una nuova ordinanza di custodia cautelare mentre si trovava in carcere. Secondo le accuse, Tarantino avrebbe continuato a dirigere operazioni intimidatorie anche dalla cella, avvalendosi di un computer nascosto per impartire ordini a suoi complici. Il gip del tribunale di Lecce ha emesso il provvedimento su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Lecce.

Oltre a Tarantino, l’ordinanza riguarda altri quattro individui: Omar De Simone (29 anni), Carmine Antonio Felini (21 anni), Daniele Poso (38 anni) e Antonio De Michele (26 anni). Tutti sono accusati di far parte di un’associazione mafiosa armata e di essere coinvolti in reati gravi come tentata estorsione, porto e detenzione illegali di armi da fuoco e danneggiamenti con esplosivi.

Le indagini, condotte dai carabinieri, hanno rivelato una serie di atti intimidatori verificatisi tra ottobre 2022 e le settimane recenti a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi. Il 22 luglio scorso, erano già stati arrestati De Simone, Felini, Poso e De Michele con un decreto di fermo, confermato successivamente.

Il gip del tribunale di Lecce, accogliendo la richiesta della DDA, ha deciso di estendere la misura cautelare in carcere anche a Tarantino. La DDA sottolinea come Tarantino sia gravemente indiziato di essere il capo e promotore dell’associazione mafiosa, con precedenti legami con il noto affiliato Raffaele Renna, e accusato di essere il mandante di gravi episodi di danneggiamento con esplosivo ed estorsione.

Questo nuovo sviluppo sottolinea l’intensificazione degli sforzi delle forze dell’ordine e della magistratura per contrastare le organizzazioni mafiose e le loro attività illecite. L’operazione riflette la determinazione a smantellare le reti di criminalità organizzata e a garantire che i responsabili di gravi reati affrontino le conseguenze delle loro azioni, anche quando tentano di continuare le loro operazioni dietro le sbarre.

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Cronaca

Roma | Arrestato a Tor Bella Monaca un 53enne per violenze domestiche e porto abusivo di armi

I Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca hanno arrestato un 53enne, originario della provincia di Bari ma residente nella Capitale, gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in famiglia e detenzione abusiva di arma.
A seguito di una richiesta giunta al 112, i Carabinieri sono intervenuti in via dell’Archeologia dove ad attenderli vi era una donna 78enne che riferiva di subire, da qualche tempo, reiterate minacce di morte, violenze fisiche e offese verbali, per futili motivi, da parte del figlio. Questi comportamenti, a dire dell’anziana, sarebbero culminati, la notte precedente, in consistenti danneggiamenti degli arredi della loro abitazione da parte dell’uomo, in evidente stato di agitazione, che avrebbero costretto la donna ad uscire dall’abitazione e attendere i Carabinieri all’esterno del condominio.
I Carabinieri sono quindi intervenuti nell’appartamento e hanno identificato l’indagato che, anche davanti ai militari, ha continuato a rivolgere ulteriori minacce di morte alla madre.
La vittima ha formalizzato regolare denuncia-querela nei confronti del figlio e quindi i Carabinieri lo hanno arrestato. Immediati accertamenti nell’abitazione hanno permesso ai Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca di rinvenire due fucili da caccia, una pistola e 103 munizioni, regolarmente detenuti, ritirati cautelativamente (ex art.39 TULPS) unitamente al porto d’armi in corso validità. Sequestrati penalmente invece ulteriori due baionette e 244 munizioni calibro 9×21, illegalmente detenute.
L’arrestato è stato portato nel carcere di Regina Coeli e, ad esito dell’udienza, il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto per lui il divieto di avvicinamento alla persona offesa con dispositivo di controllo elettronico.

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Cronaca

Venezia | Gestore bar ruba foto private dal cellulare della dipendente e inizia a molestarla: “state attente”

Una vicenda preoccupante ha recentemente scosso la comunità di Cavallino Trespoli, in provincia di Venezia. Una giovane poco più che ventenne ha abbandonato il suo impiego in un bar locale a seguito di approcci sgraditi da parte di uno dei gestori. La ragazza, che aveva iniziato a lavorare in una struttura ricettiva a fine maggio, è stata vittima di comportamenti inappropriati e minacce, culminando in un’esperienza traumatica che l’ha costretta a lasciare il lavoro e a tornare a casa sua a Pordenone.

Molestie e Furto di Foto Private

L’uomo, un trentenne gestore del bar, avrebbe iniziato a rivolgere attenzioni non richieste alla giovane dipendente, che ha cercato di respingerle educatamente. Tuttavia, la situazione è precipitata quando l’uomo, approfittando di un momento di distrazione della ragazza, è riuscito a prendere il suo telefono, sbloccarlo e inviarsi delle foto personali della giovane. In un primo momento, il gestore ha negato il furto delle immagini, per poi scusarsi e affermare di averle cancellate.

Ritorno a Pordenone e Minacce

Sconvolta dall’accaduto e dalla mancanza di supporto da parte del direttore della struttura ricettiva, che aveva minimizzato la gravità della situazione, la ragazza ha deciso di lasciare il lavoro e tornare a Pordenone. Ma l’incubo non era ancora finito. A casa sua, la giovane è stata avvicinata dal fratello dell’uomo che l’aveva molestata, accompagnato da uno sconosciuto. I due l’hanno minacciata, intimandole di non raccontare a nessuno quanto accaduto.

Il Supporto Legale e la Reazione della Comunità

A due mesi di distanza, la ragazza è ancora profondamente scossa dall’esperienza. Silvia Sanzogni, l’avvocato della giovane, ha dichiarato: “È una situazione molto delicata. È stato un episodio sgradevole e non so se avrà la forza di sostenere un procedimento penale.” La ragazza ha deciso di raccontare la sua storia per mettere in guardia altre donne e incoraggiarle a proteggersi nei luoghi di lavoro.

Un Appello alla Vigilanza e al Sostegno

Questo episodio solleva importanti interrogativi sulla sicurezza e il supporto nei luoghi di lavoro, specialmente per i giovani e le donne. La speranza è che la testimonianza della giovane possa spingere le autorità e le strutture ricettive a prendere misure più efficaci per prevenire tali situazioni e offrire un ambiente sicuro per tutti i lavoratori.

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