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Campania

Ischia | Sequestrate 400 nasse non segnalate

Circa 400 nasse, non segnalate, sono state calate in alcuni dei luoghi più preziosi dell’area marina protetta Regno di Nettuno, in particolare nel tratto di mare tra Ischia e Vivara e nelle vicinanze della spiaggia del Pozzo Vecchio a Procida.

Una massiccia operazione della Guardia Costiera di Ischia, guidata dal Tenente di Vascello Antonio Magi, in collaborazione con il personale dell’area marina protetta, ha portato al recupero di questo materiale, non adeguatamente segnalato né autorizzato.

Le nasse sono state recuperate dai fondali della zona B del Regno di Nettuno, dove la pesca è consentita solo sotto specifiche condizioni di sostenibilità, e sono state trovate proprio ai margini dell’area B.n.t., dove la pesca professionale è completamente vietata. La zona coperta dalle nasse, senza soluzione di continuità, comprendeva circa due miglia nautiche, pari a circa 30 campi di calcio.

Le nasse sono state sequestrate e consegnate all’ente parco, che si occuperà della loro distruzione. Al momento, sono in corso indagini per individuare i responsabili di questo illecito, i quali sono ancora sconosciuti. Le nasse erano state calate solo poche ore prima del recupero.

Questa operazione segue una serie di azioni simili condotte nei mesi scorsi da Circomare e Regno di Nettuno, volte a proteggere lo sfruttamento sostenibile delle risorse marittime in conformità con le leggi vigenti. “Ancora una volta, la collaborazione con la Guardia Costiera ha dato i suoi frutti”, commenta Antonino Miccio, direttore del Regno di Nettuno. “È importante sottolineare che la stragrande maggioranza dei piccoli pescatori locali rispetta pienamente le normative e gli ecosistemi marini. Tuttavia, continueremo ad essere rigorosi nei confronti di chi non comprende l’importanza di preservare la biodiversità del nostro mare, anche attraverso una pesca sostenibile e rispettosa delle regole.”

Attualità

Napoli, il Miracolo di San Gennaro: il Sangue si è sciolto

Oggi, come ogni anno, si è ripetuto il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro, un evento atteso con grande devozione dai fedeli napoletani. L’annuncio, dato dall’arcivescovo don Mimmo Battaglia alle 10, ha confermato che il sangue custodito nell’ampolla si era già sciolto prima dell’inizio della cerimonia. Il fenomeno, avvenuto nella Cattedrale di Napoli, ha attirato un gran numero di fedeli e personalità illustri, tra cui rappresentanti del mondo religioso e civile.

La tradizione vuole che questo evento miracoloso si ripeta tre volte l’anno: il 19 settembre, giorno del martirio del santo; il 16 dicembre, anniversario dell’intervento miracoloso contro l’eruzione del Vesuvio del 1631; e il primo sabato di maggio, in ricordo della traslazione delle sue reliquie. Secondo la leggenda, la prima liquefazione sarebbe avvenuta nel IV secolo, mentre le prime testimonianze storiche risalgono al 1389.

Nonostante vari tentativi scientifici di spiegare la liquefazione, per i napoletani resta un simbolo di protezione divina. Il modo in cui si presenta il sangue, che passa dallo stato solido a liquido, viene interpretato come un segno di buon auspicio per la città. Tuttavia, se il miracolo non dovesse avvenire o si verificasse con ritardo, viene letto come presagio di sventura.

Il rito è carico di significato non solo religioso, ma anche culturale, consolidando il legame tra la comunità napoletana e il suo patrono. Questo evento continua a rappresentare un punto fermo nella vita spirituale della città, che, anno dopo anno, si raccoglie con fede e speranza di fronte a una tradizione secolare.

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Campania

Napoli | Duro colpo al clan Fabbrocino: 13 arresti per estorsione, sequestrate due società

Su delega del Procuratore Distrettuale di Napoli, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Il provvedimento ha riguardato 13 persone, di cui 12 sono state sottoposte alla custodia cautelare in carcere e una all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Gli indagati sono accusati di associazione di tipo mafioso, detenzione e porto illegale di armi, estorsione e tentata estorsione, e trasferimento fraudolento di valori. I reati sono aggravati dall’intento di favorire gli interessi del clan Fabbrocino, attivo a Palma Campania e nelle aree circostanti, sfruttando la forza intimidatoria del gruppo criminale.

Le indagini hanno rivelato che le attività estorsive sarebbero state compiute ai danni di vari imprenditori, al fine di permettere loro di continuare le proprie attività commerciali. Nell’operazione, sono state anche sequestrate due società ritenute riconducibili al clan Fabbrocino.

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Campania

Avellino | Egiziano a bordo di una costosa Mountain Bike, era rubata: restituita al proprietario

Ieri, grazie alla stretta collaborazione tra un cittadino di Avellino e la Polizia di Stato, è stato possibile recuperare una costosa Mountain Bike rubata e denunciare il responsabile. Il furto era avvenuto venerdì 13 settembre, quando la bici era stata sottratta da un garage nel centro della città.

Un cittadino ha notato un uomo a bordo di una Mountain Bike Trek di alto valore e ha allertato le forze dell’ordine, fornendo informazioni decisive per l’intervento. Gli agenti sono così riusciti a fermare un cittadino egiziano e a rinvenire la bici, che è stata subito restituita al legittimo proprietario. L’uomo fermato è stato denunciato alla Procura della Repubblica per il reato di ricettazione, e le indagini proseguono per chiarire ulteriori dettagli sul furto.

Questo episodio mette in luce ancora una volta l’importanza della collaborazione tra i cittadini e le forze dell’ordine per garantire la sicurezza e il rispetto delle leggi. La Questura di Avellino ha colto l’occasione per invitare la cittadinanza a segnalare tempestivamente qualsiasi attività sospetta, sottolineando che anche piccoli contributi possono fare una grande differenza nella lotta alla criminalità.

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