Cronaca
Catania | Morte neonato nel 2016, fatta giustizia dopo 8 anni
Ciò che ha scatenato una serie di azioni irrefrenabili è stato il comportamento dei medici. Di fronte a un neonato, mio figlio, così scuro da sembrare carbonizzato, mi è stato detto di non intromettermi nei loro affari. Mi hanno consigliato di continuare la mia professione di ingegnere, poiché loro erano i medici e tutto era sotto controllo. È stato solo dopo tre giorni che hanno riconosciuto l’errore commesso”.
Queste sono le parole di Giuseppe Messina, un ingegnere di 44 anni di Gela e padre del piccolo Luigi, nato da un parto gemellare il 4 luglio 2016 e deceduto dieci giorni dopo in seguito a quanto è stato giudicato, in prima istanza, come omicidio colposo dal Tribunale di Catania. Il primario di Cardiochirurgia dell’ospedale San Vincenzo di Taormina, convenzionato con il Bambin Gesù di Roma, Salvatore Agati, e il cardiochirurgo dello stesso ospedale, Fabrizio Gandolfo, sono stati condannati a un anno e due mesi, con sospensione della pena. Durante lo stesso processo, un altro cardiologo, Marcello Campisi dell’ospedale Garibaldi Nesima, è stato invece assolto.
Il piccolo Luigi nacque con la sorella Ginevra il 4 luglio 2016 presso l’ospedale Garibaldi Nesima di Catania. A causa di problemi respiratori, venne immediatamente trasferito in terapia intensiva neonatale, dove rimase per alcuni giorni prima di essere rimosso dal ventilatore. Tuttavia, non riuscì a respirare autonomamente nemmeno per ventiquattro ore e dovette essere nuovamente intubato. I medici scoprirono che il bambino aveva il dotto arterioso di Botallo aperto e decisero di chiudere chirurgicamente l’arteria. Nonostante l’intervento, le condizioni del neonato si aggravarono e morì il 14 luglio.
Secondo i familiari, la responsabilità ricade sui cardiochirurghi che avrebbero eseguito male l’intervento, e che avrebbero potuto evitarlo con una terapia farmacologica.
“La forza per affrontare questa battaglia di otto anni è stata data a me e alla mia famiglia da mio figlio Luigi”, racconta Messina. “Senza di loro, sarebbe stato impossibile andare avanti. Abbiamo continuato a lottare per ottenere giustizia, affrontando anche le spese economiche che una tale battaglia comporta. Dopo tutto questo tempo, finalmente abbiamo ottenuto giustizia per il nostro bambino, che ora potrà riposare in pace. Abbiamo combattuto questa battaglia per Luigi e per tutti i bambini vittime di errori medici, affinché quanto accaduto a nostro figlio non si ripeta mai più. Nessuno ci restituirà Luigi, ma sentivamo il dovere di affrontare e vincere questa battaglia”.
Calabria
Emergenza migranti: Roccella Jonica accoglie 137 nuovi profughi
Recentemente, Roccella Jonica ha registrato un significativo aumento degli sbarchi di migranti, con due arrivi consecutivi che hanno coinvolto un totale di 137 persone. I profughi, provenienti da Iran, Iraq, Siria e Afghanistan, si trovavano a bordo di imbarcazioni partite dalla Turchia e in difficoltà a causa di guasti ai motori.
Le operazioni di soccorso, coordinate dalla Guardia Costiera, hanno permesso il salvataggio dei migranti, che sono stati successivamente sottoposti a controlli sanitari e di sicurezza. In seguito, su indicazione della Prefettura di Reggio Calabria, sono stati sistemati temporaneamente in una struttura di accoglienza allestita nella zona portuale. Qui, grazie all’intervento della Croce Rossa e di Medici Senza Frontiere, i profughi possono ricevere assistenza e supporto nei loro primi giorni di permanenza.
Questo episodio mette in luce le sfide crescenti legate alla gestione dei flussi migratori e l’importanza della cooperazione tra le autorità locali e le organizzazioni umanitarie.
Cronaca
Aumento delle Misure di Sicurezza nel Ghetto Ebraico di Roma in Risposta alle Tensioni Internazionali
In seguito alle crescenti preoccupazioni legate alla situazione in Medio Oriente e alle manifestazioni di stampo antisemita, le autorità di Roma hanno deciso di rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza nel ghetto ebraico e in altre aree sensibili frequentate dalla comunità ebraica. Le recenti manifestazioni pro Palestina, programmate in concomitanza con l’anniversario del 7 ottobre, avevano sollevato allerta e quindi la necessità di intensificare le precauzioni.
Già in precedenza, il livello di sicurezza nella zona era ritenuto molto alto, ma le nuove disposizioni mirano a garantire la protezione dei cittadini e a prevenire eventuali episodi di violenza o discriminazione. Questo intervento rappresenta un ulteriore passo da parte delle autorità per tutelare la comunità ebraica e mantenere la sicurezza pubblica in un contesto di crescente tensione sociale.
Cronaca
Aumento delle Misure di Sicurezza nel Ghetto Ebraico di Venezia
In risposta alle crescenti tensioni in Medio Oriente e alle manifestazioni antisemite che si sono verificate recentemente, le autorità di Venezia hanno deciso di intensificare le misure di sicurezza nel Ghetto ebraico, il più antico d’Europa.
Già da tempo, le forze dell’ordine avevano alzato il livello di vigilanza nella zona, principalmente a causa del conflitto israelo-palestinese. La Questura veneziana ha confermato che, nonostante l’aumento delle precauzioni, la situazione rimane sotto controllo. Le autorità stanno monitorando attentamente l’andamento degli eventi e collaborano attivamente con il Prefetto di Venezia per garantire la sicurezza dei cittadini e dei visitatori, proteggendo così un luogo di grande importanza storica e culturale.
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