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Calabria

Lamezia Terme (CZ) | ‘Ndrangheta, le richieste della Dda nel processo “Imponimento”


Il processo “Imponimento”, istruito dalla Dda di Catanzaro contro la consorteria Anello-Fruci di Filadelfia, ha raggiunto un punto di svolta cruciale. Questa rete criminale, il cui potere si estende dalla provincia di Vibo al comprensorio di Lamezia Terme, è coinvolta anche con le cosche Tripodi di Porto Salvo, Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia, Cracolici di Maierato e Bonavota di Sant’Onofrio.

Durante l’udienza presso il Tribunale di Lamezia Terme, il pubblico ministero Antonio De Bernardo ha richiesto 71 condanne, con pene che variano dai 30 anni di reclusione a un anno e sei mesi. In particolare, sono stati chiesti 21 anni di reclusione per l’ex assessore regionale ed ex sindaco di Pizzo Francescantonio Stillitani e per suo fratello Emanuele Stillitani, accusati, tra le altre cose, di concorso esterno in associazione mafiosa per aver intrapreso, in qualità di imprenditori nel settore turistico, relazioni di interesse con le cosche di ‘ndrangheta. Questo scambio reciproco avrebbe favorito anche la carriera politica dell’ex assessore regionale. La pena più severa, 30 anni di reclusione, è stata richiesta per Tommaso Anello, considerato il capo della consorteria. Imputato anche Mario Galati, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Polia, nei suoi confronti è stata richiesta una pena di 2 anni di reclusione. Sono stati richiesti 21 anni per Giovanni Anello, ex assessore del Comune di Polia, considerato un “professionista di riferimento” e “intermediario della cosca”. Per l’ex consigliere comunale di Cenadi, Giovanni Deodato, sono stati chiesti 11 anni di reclusione.

Anche esponenti delle forze dell’ordine sono coinvolti, come Pietro Verdelli, assistente capo della Polizia di Stato, per il quale sono stati chiesti 12 anni, e Franco Pontieri, appuntato scelto della Guardia di Finanza, per il quale la Dda ha chiesto 3 anni di reclusione.

Le accuse mosse dalla Dda di Catanzaro comprendono associazione mafiosa, corruzione elettorale, corruzione aggravata dalle finalità mafiose, concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, estorsione, danneggiamento, usura, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, coltivazione di sostanze stupefacenti, associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, turbata libertà degli incanti, alterazione delle aste pubbliche, falso, truffa, detenzione illegale di armi.

Numerose sono le parti civili costituite nel processo, tra cui la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Interno, il ministero dell’Economia e delle Finanze, il ministero dell’Ambiente, il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, la Regione Calabria, la Provincia di Vibo Valentia, l’Agenzia delle entrate, l’associazione Antiracket e antiusura della Provincia di Vibo Valentia, e molti Comuni e privati.

  1. Antonio Anania, 42 anni, di Curinga (chiesti 21 anni di reclusione)
  2. Bruno Simone Anania, 32 anni, di Curinga (chiesti 3 anni)
  3. Giuseppe Anania, 57 anni, di Curinga (chiesti 6 anni e 6000 euro di multa) 
  4. Giovanni Anello, 31 anni, di Filadelfia (chiesti 21 anni) 
  5. Giuseppe Anello, 39 anni, di Filadelfia (chiesti 7 anni e 7000 euro di multa)
  6. Roberto Anello, 36 anni, di Filadelfia (chiesti 7 anni e 7000 euro)
  7. Rocco Anello, 32 anni, di Filadelfia (chiesti 24 anni) 
  8. Tommaso Anello, 59 anni, di Filadelfia (chiesti 30 anni) 
  9. Antonio Attisani, 52 anni, di Francavilla Angitola (chiesti 15 anni e 15mila euro)
  10. Antonio Attisani, 29 anni, di Filadelfia (chiesti 3 anni)
  11. Nazzareno Bellissimo, 41 anni, di Monterosso (chiesti 21 anni e 27mila euro) 
  12. Giuseppe Bertucci, 48 anni, di Gerocarne (chiesti 4 anni e 6 mesi e 1.500 euro)
  13. Raffaele Mariano Bertucci, 59 anni, di Spadola (chiesti 4 anni)
  14. Domenico Calabria, 54 anni, di Rombiolo (chiesti 4 anni e 6 mesi)
  15. Francesco Caridà, 55 anni, di Pizzo (chiesti 20 anni)
  16. Antonio Cerra, 34 anni, di Lamezia (chiesti 6 anni e 3000 euro) 
  17. Damiano Ciancio, 52 anni, di Dasà (chiesti 4 anni e 6 mesi e 1.500 euro)
  18. Domenico Ciconte, 55 anni, di Sorianello (chiesti 16 anni)
  19. Francesco Conidi, 33 anni, di Polia (chiesti 12 anni)
  20. Salvatore Contartese, 46 anni, di Limbadi (chiesti 4 anni e 6 mesi e 1.500 euro)
  21. Bruno Cortese, 68 anni, di Capistrano, ex consigliere comunale (chiesti 2 anni)
  22. Francesco Cortese, 51 anni, di Monterosso (chiesti 3 anni e 6 mesi e 5000 euro)
  23. Francesco Cosmano, 36 anni, di Filadelfia (chiesti 8 anni e 8000 euro)
  24. Giuseppe Costantino, 40 anni di Filadelfia, (chiesti 15 anni)
  25. Francesco Crigna, 53 anni, di Parghelia (chiesti 7 anni)
  26. Vincenzo Cutrullà, 62 anni, di Pizzo (chiesti 18 anni)
  27. Antonio Defina, 73 anni, di Sant’Onofrio (chiesti 4 anni e 6 mesi e 1.500 euro)
  28. Giovanni Damiano Deodato, 69 anni, di Cenadi (Cz) ex consigliere comunale (chiesti 11 anni)
  29. Andrea Dominelli, 35 anni, di Chiaravalle (chiesti 6 anni)
  30. Gennaro D’Urso, 70 anni di Sant’angelo a Fasanella (Sa) (chiesti 3 anni e 900 euro) 
  31.  Giovanni Fabiano, 55 anni, di Chiaravalle (chiesti 12 anni)
  32. Antonio Facciolo, 64 anni, di Vibo (chiesti 26 anni)
  33. Giuseppe Fortuna, (chiesti 10 anni e 10mila euro)
  34. Nazzareno Franzè, 71 anni, di Cessaniti (chiesti 4 anni e 6 mesi e 1.500 euro)
  35. Mario Galati, 64 anni, di Polia responsabile dell’Utc (chiesti 2 anni)
  36. Gaetano Gori, 38 anni, di Cardinale (Cz) (chiesto un anno e 6 mesi)
  37. Teodoro Grizzaffi, 54 anni, Svizzera (chiesti 6 anni e 6mila euro) 
  38.  Ariosto Guzzo, 41 anni, di Maida (chiesti 8 anni e 12mila euro)
  39. Giuseppe Iozzo, 41 anni, di Monterosso (chiesti 8 anni e 3000 euro)
  40. Mario Izzo, 64 anni, di Chiaravalle (chiesti 12 anni)
  41. Domenico Paolo Malta, 34 anni, di Maierato (chiesti 2 anni)
  42. Antonio Mazzotta, 26 anni, di Curinga (chiesti 4 anni e 6 mesi) 
  43.  Pasquale Mazzotta, 53 anni, di Francavilla (chiesti 4 anni e 6 mesi e 1.500 euro)
  44. Giuseppe Mercuri, 47 anni, di Limbadi (chiesti 4 anni)
  45. Maurizio Michienzi, 52 anni, di Filadelfia (chiesti 16 anni)
  46. Cosimo Monteleone, 69 anni, di Polia (chiesti 6 anni)
  47. Alfredo Papa, 65 anni, di Lucera (Fg) (chiesti 7 anni)
  48. Francesco Perugino, 63 anni, di Maida (chiesti 15 anni)
  49. Salvatore Pilieci, 41 anni, di Capistrano (chiesti 2 anni)
  50. Franco Pontieri, 50 anni, di Nocera (chiesti 3 anni)
  51. Rosario Pugliese, alias Cassarola, 57 anni, di Vibo (chiesti 9 anni e 9000 euro)
  52. Michelino Rizzo, 40 anni, di Filogaso (chiesti 4 anni e 1.000 euro)
  53. Pasquale Rondinelli, 43 anni, di Filadelfia (chiesti 26 anni)
  54. Vincenzo Rondinelli, 45 anni, di Filadelfia (chiesti 18 anni)
  55. Filippo Ruggiero, 66 anni, di san Gregorio, ex sindaco (chiesti 9 anni e 9000 euro)
  56. Domenico Ruscio, 39 anni, di Filadelfia (3 anni) e 6 mesi (chiesti 5000 euro)
  57. Gaetano Ruscio, 39 anni, di Filadelfia (chiesti 18 anni)
  58. Mario Serratore, 48 anni, di Filadelfia (chiesti 4 anni e 6 mesi e 1.500 euro) 
  59.  Pasquale Scordo, 80 anni, di Tropea (chiesti 7 anni) 
  60.  Emanuele Stillitani, 68 anni, di Pizzo (chiesti 21 anni)
  61. Francescantonio Stillitani, 70 anni, di Pizzo (chiesti 21 anni)
  62. Salvatore Sisca, 39 anni, di Filadelfia (chiesti 4 anni) 
  63. Maria Alfonsina Stuppia, 58 anni, di Pizzo (chiesti 3 anni e 900 euro)
  64. Andrea Simone Suriano, 46 anni, di Piscopio (VV) (chiesti 4 anni e 6 mesi)
  65. Francesco Antonio Tedesco, 55 anni, di Ionadi, ex consigliere comunale Vibo (chiesti 18 anni)
  66. Alessandro Teti, 53 anni, di Cenadi, ex sindaco (chiesti 6 anni)
  67. Giuseppe Tonietti, 53 anni, di Pizzo (chiesti 3 anni e 6 mesi e 900 euro) 
  68.  Domenico Tripodi, 59 anni, di Portosalvo (Vv) (chiesti 12 anni e 20mila euro)
  69. Pietro Verdelli, 49 anni, di Figline Vigliaturo (Cs), assistente di polizia, (chiesti 12 anni) 
  70. Oreste Vona, 45 anni, di Petilia Policastro (Kr) (chiesti 4 anni e 6 mesi)
  71. Salvatore Zungri, 59 anni, di Rizziconi (Rc) (chiesti 18 anni)


Le prossime udienze vedranno impegnato un ampio collegio difensivo, composto dagli avvocati Aldo Ferraro, Sergio Rotundo, Giovanni Merante, Maria Antonietta Iorfida, Francesco Lione, Rosa Giorno, Giuseppe Grande, Giuseppe Di Renzo, Giuseppe Bagnato, Francesco Muzzopappa, Giovanni Vecchio, Giosuè Monardo, Salvatore Sorbilli, Nicola Cantafora, Salvatore Staiano, Santino Cortese, Vincenzo Gennaro, Francesco Sorrentino, Pietro Proto, Stefano Luciano, Diego Brancia, Eugenio Felice Perrone, Vincenzo Cicino, Giovanni Russomanno, Vincenzo Belvedere, Domenico Anania, Francesco Gambardella, Antonio Zoccali, Raffaele Carullo, Vincenzo Fulvio Attisani, Ottavio Porto, Francesco Mancuso, Francesco Calabrese, Giuseppe Torchia, Raffaele Carullo, Massimiliano Carnevale, Armando Veneto, Clara Veneto, Maria Prestanicola, Vincenzo Ranieri, Stefano Nimpo e Anselmo Scappatura, insieme ad Antonino Cosentino.

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Paola (CS) | Processo “Marlane Bis”: disposta l’archiviazione per gli imputati 

Il gip di Paola, Carla D’Acunzo, ha deciso di archiviare il procedimento riguardante il caso “Marlane Bis”, che coinvolgeva ex dirigenti e impiegati dell’industria tessile Marlane di Praia a Mare, accusati di omicidio colposo e lesioni colpose. Questa decisione implica che non si svolgerà alcun processo per sette individui, tra cui l’attuale proprietario del Gruppo Marzotto.

Le accuse originano da denunce presentate sette anni fa da ex operai e familiari di lavoratori deceduti, che sostenevano che le patologie tumorali riscontrate fossero conseguenti all’esposizione a sostanze chimiche utilizzate nella produzione tessile. Tuttavia, il giudice ha ritenuto che non ci fossero elementi sufficienti per stabilire un nesso diretto tra le malattie e le sostanze in questione, oltre a concludere che non fosse necessario condurre ulteriori indagini.

Il collegio difensivo degli imputati era composto da un gran numero di avvocati, che hanno sostenuto l’innocenza dei loro assistiti. Le accuse di questo secondo procedimento ricalcavano in gran parte quelle del primo, che si era già concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati per reati simili, evidenziando una continuità nei risultati giudiziari.

La vicenda ha sollevato discussioni sul tema della responsabilità delle aziende in relazione alla salute dei lavoratori e sull’uso di sostanze chimiche nelle industrie. Sebbene il processo non si svolgerà, la questione resta di grande rilevanza sociale e giuridica, evidenziando la necessità di un continuo monitoraggio delle condizioni di lavoro e della salute degli operai nel settore tessile.

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Crotone | 31 arresti e dinamiche interne della ‘Ndrangheta allo scoperto

I Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone, con il supporto delle unità di Catanzaro, Vibo Valentia, Cosenza e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, hanno eseguito un’importante operazione antimafia, portando all’arresto di 31 persone. Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), prevede per 15 indagati la custodia cautelare in carcere, per 7 gli arresti domiciliari e per 9 l’obbligo di dimora. Gli individui coinvolti sono accusati di vari reati, tra cui associazione mafiosa, estorsione, usura, traffico di stupefacenti e reati legati alle armi e agli esplosivi.

Le indagini, avviate nell’ottobre del 2020 a seguito di un episodio estorsivo nei confronti di un imprenditore di Cutro, hanno progressivamente rivelato le dinamiche interne alla ‘ndrangheta nella zona di Cutro, con particolare riferimento alla famiglia Martino, legata al boss Nicolino Grande Aracri. Questa famiglia, attiva dopo l’arresto del boss, si contrappone alla cosca Ciampà-Dragone, tentando di affermarsi come un gruppo autonomo all’interno della ‘ndrangheta.

L’inchiesta si inserisce nel solco delle precedenti operazioni antimafia “Kyterion” e “Aemilia”, trovando conferme anche nelle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia. Gli investigatori hanno documentato l’esistenza di una rete di traffico di droga che operava principalmente lungo la direttrice Cutro-Cosenza-Catanzaro, con particolare attenzione al capoluogo calabrese. I proventi delle attività criminali servivano a sostenere economicamente gli affiliati e le famiglie dei detenuti.

L’indagine ha messo in luce il controllo capillare del territorio attraverso intimidazioni, estorsioni ai danni di imprenditori e attività usuraie. Sono stati inoltre scoperti due sequestri di armi avvenuti nel 2021 e nel 2022, confermando la disponibilità di armamenti da parte degli indagati. Anche le intercettazioni telefoniche e ambientali, unitamente alle operazioni di pedinamento e osservazione, hanno giocato un ruolo cruciale nella raccolta di prove.

Durante l’esecuzione delle misure cautelari, sono state condotte perquisizioni personali e domiciliari nei confronti degli indagati, aggiungendo ulteriori elementi all’inchiesta in corso.

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Reggio Calabria | Sgominata organizzazione dedita al furto di macchine operatrici e attrezzature da cantiere

Un’importante operazione condotta dalla Polizia Stradale di Reggio Calabria ha portato all’esecuzione di nove misure cautelari nei confronti di un gruppo accusato di associazione per delinquere finalizzata al furto di macchine operatrici e veicoli commerciali. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica locale, hanno rivelato un’ampia rete di furti e rivendita di attrezzature rubate in vari paesi dell’Est Europa e del Nord Africa.

Le indagini sono partite da un furto avvenuto nel novembre 2018, quando una macchina operatrice è stata sottratta da un cantiere per i lavori di ristrutturazione dell’Autostrada A2. Successivamente, il veicolo è stato ritrovato a Reggio Calabria all’interno di un autocarro rubato. Nel corso degli anni, altri furti simili hanno coinvolto diverse attrezzature, inclusi mezzi di proprietà comunale, evidenziando un modus operandi sistematico.

Grazie a tecniche investigative avanzate, gli agenti hanno identificato un gruppo criminoso responsabile di circa 80 furti, che ha operato non solo in Calabria, ma anche in Toscana ed Emilia Romagna, accumulando un valore complessivo dei beni rubati di oltre 1,7 milioni di euro.

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha accolto la richiesta di misure cautelari, ordinando la custodia domiciliare per i nove indagati, mentre altre 40 persone sono state segnalate come coinvolte nell’attività criminale. L’operazione ha visto il coinvolgimento di circa 50 agenti della Polizia Stradale e delle Squadre di Polizia Giudiziaria di diverse province, dimostrando l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta contro il crimine organizzato.

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