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Cronaca

Matteo Messina Denaro | Ecco come 10 anni fa si muoveva indisturbato. Dalle commissioni in banca all’acquisto di un auto

Matteo Messina Denaro è in coma irreversibile, al capezzale la figlia

Ci sono cittadini, apparentemente rispettabili, che operano in uffici pubblici e ospedali, con un passato giudiziario inappuntabile. Tuttavia, scavando più a fondo, emergono legami con la criminalità organizzata o comunque contatti con individui poco raccomandabili. Questo è quanto si è appreso dall’ultimo blitz che ha portato all’arresto di tre presunti complici del defunto boss Matteo Messina Denaro, scomparso lo scorso settembre. Secondo la Procura, c’è ancora un diffuso e totale silenzio attorno alla figura di Messina Denaro, tanto che nessuno, neanche professionisti come medici, operatori sanitari o impiegati di segreteria con cui il capomafia potrebbe aver avuto contatti durante la sua lunga latitanza, ha fornito informazioni volontariamente.

Nonostante questa “omertà trasversale”, gli inquirenti sono riusciti, con un’indagine meticolosa, a portare avanti le indagini. Senza l’ausilio di intercettazioni, ma tramite l’analisi di documenti, inclusi numerosi appunti e messaggi di Messina Denaro, sono stati individuati collegamenti tra persone, numeri di telefono e spostamenti, che hanno condotto agli arresti di questa mattina. Tra i detenuti c’è l’architetto Massimo Gentile, originario di Erice ma dal 2019 impiegato comunale a Lambiate, nel Monzese, dove si occupa dei procedimenti relativi ai lavori pubblici. È stato arrestato anche il tecnico radiologo Cosimo Leone, impiegato presso l’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, cognato di Gentile, e il giovane Leonardo Salvatore Gulotta.

L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova, che hanno richiesto la custodia cautelare in carcere per i tre. L’ordinanza è stata emessa dal gip Alfredo Montalto.

Massimo Gentile, iscritto all’Ordine degli architetti dal 2001 ma sospeso nel 2016 per motivi disciplinari, è risultato coinvolto in diverse attività sospette. Si è scoperto che nel 2017 lavorava a Campobello di Mazara, in una ditta intestata alla moglie di Andrea Bonafede, un altro associato del boss. Gentile è anche parente di Salvatore Gentile, il marito ergastolano della maestra Laura Bonafede, con la quale Messina Denaro aveva una relazione. Inoltre, Gentile avrebbe avuto contatti con criminali mafiosi come Nicolò Polizzi e Cataldo La Rosa.

L’inchiesta su Gentile è partita dall’analisi dei documenti rinvenuti nell’ultimo nascondiglio di Messina Denaro. Sembra che il capomafia abbia acquistato una Fiat 500 e una moto Bmw utilizzando l’identità di Gentile. È stato Gentile stesso a occuparsi della demolizione della moto nel dicembre 2016. Altre attività sospette includono la vendita della Fiat 500 alla madre di Andrea Bonafede e l’acquisto della moto da una persona di Castelvetrano nel 2007.

Gli investigatori ritengono che Gentile sia stato coinvolto nelle attività del boss, facilitando la sua latitanza attraverso l’uso di identità fittizie e l’acquisto di beni utilizzati da Messina Denaro.

Cronaca

Mumbai | Matrimonio da Cento Milioni di Dollari per il Figlio di Akesh Ambani, l’uomo più ricco d’aria

A Mumbai, Akesh Ambani, figlio dell’uomo più ricco dell’Asia, Muskesh Ambani, ha sposato Shloka Mehta in una cerimonia sontuosa dal valore di cento milioni di dollari. L’evento ha visto un lusso sfrenato e la presenza di numerosi ospiti vip. Muskesh Ambani, magnate del petrolio e delle telecomunicazioni, possiede un patrimonio stimato di 50 miliardi di dollari.

Tra gli illustri presenti c’erano l’ex primo ministro del Regno Unito Tony Blair, l’amministratore delegato di Google Sundar Pichai, star dello sport indiano e i più importanti attori di Bollywood. Per l’addio al celibato dello sposo, è stato costruito un luna park appositamente a St. Moritz, tra le nevi. Durante la celebrazione, si sono esibiti artisti del calibro di The Chainsmokers e Chris Martin dei Coldplay.

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Cronaca

Fermato dalla polizia perchè girava con la riproduzione di una spada di un noto videogame

Un uomo del Regno Unito è stato arrestato e condannato a quattro mesi di carcere per aver portato in giro una replica della Spada Suprema di “The Legend of Zelda”, che aveva una vera lama.

Anthony Bray, 48 anni di Nuneaton, Warwickshire, è stato fermato dalla polizia l’8 giugno mentre camminava per strada con la spada in mano. Secondo la polizia, la spada, sebbene di dimensioni simili a un coltello, era dotata di una vera lama, il che contravviene alle leggi britanniche sul possesso di armi.

Bray ha affermato agli agenti di aver acquistato la replica online come antistress e che non aveva intenzione di usarla come arma. Tuttavia, il solo fatto di portare in pubblico una lama affilata è considerato reato, indipendentemente dalle intenzioni.

“Esistono altri modi per alleviare lo stress che non comportano il portare in giro lame da 15 centimetri”, ha commentato un sergente della polizia di Warwickshire. “E sarebbe bastato evitare di camminare per strada con la spada in bella vista. Con un po’ di buon senso, Bray avrebbe potuto evitare completamente questo problema”.

Oltre alla pena detentiva, Bray dovrà pagare una multa di 154 sterline (circa 180 euro).

Questo episodio serve da monito per tutti coloro che collezionano repliche di armi o oggetti che potrebbero essere scambiati per armi vere. È importante ricordare che le leggi sul possesso di armi variano da paese a paese, e che è sempre meglio informarsi prima di portare con sé oggetti che potrebbero essere considerati illegali.

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Cronaca

Firenze | Rivolta nel Carcere di Sollicciano: Proteste e Fiamme Dopo il Suicidio di un Detenuto

Forti proteste sono scoppiate nel carcere fiorentino di Sollicciano, coinvolgendo i reclusi di due sezioni della giudiziaria. Le tensioni hanno portato all’accensione di fiamme all’interno della struttura, spingendo la prefettura e la questura a intervenire. Attualmente, le forze di polizia sono posizionate all’esterno del carcere.

La rivolta sembra essere stata scatenata dal suicidio di un giovane detenuto ventenne, di origine tunisina. Il giovane si sarebbe impiccato nella sua cella mentre il suo compagno di cella era in sala colloqui. Il detenuto avrebbe dovuto terminare di scontare la sua pena nel novembre 2025.

Tra le cause del dissenso, oltre al tragico evento, ci sarebbero anche le condizioni della struttura carceraria. Cinquanta detenuti hanno presentato un esposto alla procura lamentando la presenza di cimici e la mancanza di acqua. Dalle finestre del carcere è stato calato uno striscione con la scritta “Suicidio carcere aiuto help”, segno evidente del disagio e della disperazione dei detenuti.

Luca Maggiora, presidente della Camera Penale di Firenze, ha commentato in una nota: “Si tratta dell’ennesimo atto di una drammatica e lunghissima strage che si sta perpetrando negli istituti di pena italiani”. Per venerdì è stata indetta una conferenza stampa di fronte al carcere di Sollicciano, per discutere della situazione e cercare soluzioni immediate.

Le autorità competenti sono state allertate e sono in corso le valutazioni per gestire la situazione critica. La prefettura e la questura stanno monitorando da vicino gli sviluppi, mentre le forze di polizia sono pronte a intervenire per garantire la sicurezza all’interno e all’esterno del carcere.

La situazione nel carcere di Sollicciano è estremamente delicata e richiede un intervento urgente per affrontare le cause della protesta e migliorare le condizioni di vita dei detenuti.

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