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Emilia Romagna

Rimini | Trasforma la mansarda del padre anziano in serra per la marijuana

Il personale della Questura di Rimini ha fatto una scoperta sorprendente: una coltivazione artigianale di marijuana allestita nella mansarda di un appartamento. Il responsabile, un uomo di 57 anni, è stato arrestato mentre utilizzava il sottotetto della casa del padre ottantaseienne. La segnalazione della sorella alla Polizia di Stato ha portato alla luce l'”hobby” dell’uomo. Venerdì sera, le Volanti sono state chiamate poiché la sorella non riusciva ad accedere all’appartamento del padre anziano e invalido, assistito dal fratello che non era presente in quel momento.

Quando gli agenti sono arrivati intorno alle 20, nella zona del parco della Cava, il 57enne è rientrato a casa. Al momento dell’apertura della porta, il personale della Questura si è trovato di fronte a una situazione di estremo degrado e scarsa igiene. Preoccupati per la salute dell’anziano, gli agenti hanno chiesto di ispezionare l’intera struttura. Il figlio ha tentato di minimizzare la situazione, ma il suo nervosismo eccessivo ha attirato l’attenzione degli agenti, soprattutto quando hanno deciso di controllare il piano superiore.

Saliti le scale, gli agenti hanno avvertito l’odore della marijuana e hanno proceduto con una perquisizione approfondita. Nella stanza del 57enne hanno trovato barattoli di vetro contenenti stupefacente per un peso totale di 1,160 chili, oltre a una piccola quantità di hashish e un bilancino di precisione. Ma le sorprese non finivano qui: la mansarda era stata trasformata in una serra con tre impianti coibentati, illuminazione, areazione, riscaldamento e un sofisticato sistema di irrigazione per la coltivazione delle piante.

Tutto il materiale è stato sequestrato e il 57enne è stato arrestato. Durante il processo immediato svoltosi sabato mattina, sono emersi messaggi sul cellulare dell’uomo che indicavano un’attività di spaccio. Dopo una notte in camera di sicurezza, l’uomo è stato processato.

Cronaca

Rimini | Omicidio Pierina Paganelli: trovata una t-shirt forse indossata dall’indagato

Nuovi sviluppi stanno emergendo nel caso dell’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa il 3 ottobre 2023 a Rimini. La Procura della Repubblica di Rimini ha acquisito elementi significativi che saranno presentati ai giudici del Riesame di Bologna. Tra le novità più rilevanti, la squadra mobile ha trovato una t-shirt che potrebbe essere stata indossata dal presunto assassino la sera del delitto.

Oggi si tiene l’udienza relativa alla posizione di Louis Dassilva, il 34enne senegalese accusato dell’omicidio e in carcere dal 16 luglio. Durante l’udienza, il sostituto procuratore Daniele Paci e i legali di Dassilva, avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, che si avvalgono della consulenza della psicologa forense Roberta Bruzzone, discuteranno se vi sono motivi sufficienti per mantenere Dassilva in custodia preventiva.

La Procura di Rimini ha presentato una relazione preliminare che include dettagli sui cellulari di Dassilva e sui suoi contatti con Manuela Bianchi, la nuora di Pierina Paganelli. La relazione sottolinea come Dassilva e Bianchi avessero continuato la loro relazione anche dopo l’omicidio, fino a dieci giorni prima dell’arresto del 34enne. Gli investigatori hanno scoperto che Dassilva aveva lasciato una bottiglia di vino vuota davanti alla porta del garage di via del Ciclamino, dove è avvenuto il delitto. Questa bottiglia era stata usata da Dassilva e Bianchi durante un incontro clandestino e lasciata appositamente nel luogo dove Manuela l’avrebbe vista.

Questi nuovi dettagli alimentano ulteriormente il dibattito sul caso e potrebbero avere un impatto significativo sulle decisioni future del tribunale riguardo alla detenzione preventiva di Dassilva. L’indagine continua e i prossimi sviluppi potrebbero chiarire ulteriormente il ruolo del presunto killer e la dinamica dell’omicidio.

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Cronaca

Salsomaggiore Terme (PR) | Arrestato 42enne: Revocato l’Affidamento ai Servizi Sociali

I Carabinieri di Salsomaggiore Terme hanno arrestato un 42enne straniero, già noto alle forze dell’ordine per una serie di precedenti che vanno dagli atti persecutori alle lesioni, fino all’utilizzo indebito di carte di credito. L’uomo era stato ammesso all’affidamento in prova ai servizi sociali dal Tribunale di Sorveglianza, con l’obbligo di seguire un percorso riabilitativo e rispettare precise prescrizioni, tra cui il divieto di reiterare i reati.

Nonostante le diffide ricevute, due giorni fa il 42enne, in uno stato di alterazione psicofisica, ha aggredito un conoscente, colpendolo alla testa con un oggetto contundente. La vittima, ferita, ha richiesto l’intervento dei Carabinieri, che, ricostruita la dinamica, hanno informato l’Autorità Giudiziaria.

Il Magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia, dopo aver valutato i fatti, ha ritenuto inadeguata la misura alternativa e ha disposto la custodia cautelare in carcere. L’uomo è stato arrestato presso la sua abitazione e condotto in carcere.

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Cronaca

Bologna | Fermato un minorenne che accoltello un 16enne

Un ragazzo di 16 anni è morto a causa delle ferite riportate durante un’aggressione a coltellate, avvenuta ieri sera in via Piave, nella zona Saffi a Bologna. Un altro giovane, di 17 anni, è rimasto ferito in quella che sembra essere stata una rissa tra minorenni. Un adolescente è stato fermato dalla polizia, che ha anche recuperato e sequestrato l’arma utilizzata.

Il sedicenne deceduto è morto durante il trasporto all’ospedale Maggiore. L’allarme è stato dato intorno alle 22:30, quando alcuni residenti hanno sentito delle grida di aiuto provenire dalla strada. Secondo la ricostruzione della Questura, la lite è iniziata per motivi banali tra adolescenti dello stesso quartiere, con provocazioni che si sono estese anche sui social. Il conflitto è cominciato nel parco del Velodromo e, dopo un breve inseguimento in via Piave, un giovane italiano ha estratto un coltello, ferendo a morte un ragazzo italo-africano e ferendo un altro giovane di origini bengalesi. L’aggressore si è poi allontanato ma è stato fermato dalla polizia.

Gli agenti sono intervenuti subito dopo la segnalazione di un’aggressione tra più persone. Entrambi i feriti, il ragazzo di origine centrafricana e quello bengalese, sono stati portati al Maggiore: il primo è deceduto, mentre il secondo è stato dimesso con ferite lievi e una prognosi di 10 giorni. L’indagine ha portato rapidamente all’identificazione del presunto colpevole, un sedicenne italiano incensurato, che è stato arrestato su disposizione della Procura dei minori e si trova ora nel centro di giustizia minorile di via del Pratello.

La madre del ragazzo ucciso, Fallou Sall, ha dichiarato: “È morto per difendere un amico”. “Fallou ha cercato di intervenire per proteggere un suo amico e ha perso la vita. Gli avevo sempre detto di chiamare la polizia in situazioni di pericolo, ma non di intervenire direttamente”. In casa, i genitori, di origine senegalese, sono sconvolti e increduli: “Era amato da tutti, sempre solare. Ora non tornerà più”.

Gli amici di Fallou lo ricordano come un ragazzo carismatico e allegro. Un suo compagno di scuola, intervistato al telegiornale di E’tv, ha dichiarato: “Non posso crederci, solo dieci giorni fa abbiamo fatto gli esami insieme”. Alcuni amici dell’istituto Belluzzi-Fioravanti si sono radunati al parco del Velodromo, dove si pensa sia iniziata la lite. “Abbiamo saputo stamattina cosa era successo da una storia su Instagram di un amico presente”, ha raccontato uno di loro. In una dedica si legge: “Fratello mio, non dimenticherò mai le risate e la persona meravigliosa che eri. Hai lasciato un vuoto che nessuno potrà colmare, sarai sempre nostro fratello, anche da lassù”. Poco prima dell’omicidio, la stessa vittima aveva postato una storia su Instagram in cui appariva seduto su una panchina, probabilmente nello stesso parco dove è avvenuta la tragedia.

Alcuni residenti di via Piave hanno raccontato di aver udito urla strazianti provenire dalla strada: “Ci siamo affacciati e abbiamo visto un corpo a terra, in una pozza di sangue”. Un altro residente ha confermato che il parco è spesso frequentato da gruppi di giovani, e anche se ogni tanto si sentono litigi, è la prima volta che accade un fatto così grave.

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