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Campania

Catanzaro | Inchiesta Ospedale: sospesi un medico e 2 infermieri. Indagati un avvocato e un generale dei carabinieri TUTTI I NOMI

Il dirigente medico facente funzioni del reparto di Oculistica presso l’azienda ospedaliera universitaria “Dulbecco” di Catanzaro, Marco Scicchitano, insieme agli infermieri Annarita Procopio e Riccardo Sperlì, entrambi dipendenti della stessa azienda, e l’imprenditore Maurizio Gigliotti di Cosenza, sono stati oggetto di misure interdittive eseguite dalla Guardia di Finanza e dal Nas dei Carabinieri nell’ambito di un’inchiesta su una presunta associazione per delinquere finalizzata al peculato, alla truffa ai danni dello Stato e all’autoriciclaggio. Altri tre individui sono stati indagati nell’ambito della stessa inchiesta, ma non sono stati colpiti da misure interdittive: l’avvocato Antonio Torchia, l’amministratore unico di una clinica privata, Melania Musso, e Ugo Vescio, generale di brigata medico dei Carabinieri che ha operato in Calabria per anni.

Le misure interdittive sono state disposte dal GIP di Catanzaro su richiesta della Procura del capoluogo calabrese. In particolare, per Scicchitano, Procopio e Sperlì è stata emessa una sospensione di un anno dal pubblico ufficio e dal servizio, mentre per Gigliotti è stato imposto un divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per lo stesso periodo. Secondo l’ipotesi accusatoria, Scicchitano avrebbe omesso di versare all’azienda ospedaliera una parte dei compensi ricevuti per attività professionali in regime di intramoenia allargata, e con la complicità dei due infermieri, avrebbe eseguito interventi chirurgici privatamente, senza autorizzazione sanitaria specifica, utilizzando materiale sanitario sottratto all’azienda ospedaliera e autoriciclato. Inoltre, si sarebbe avvalso di false fatture emesse dall’imprenditore di fiducia per giustificare la disponibilità di dispositivi e materiale sanitario sottratti all’azienda ospedaliera.

Campania

Napoli | Arrestato 35enne con 462 grammi di Marijuana

Nella tarda serata di ieri, gli agenti del Commissariato di Pianura hanno arrestato un 35enne napoletano dopo un inseguimento in via Napoli. L’uomo, alla vista della polizia, ha tentato di fuggire, ma è stato prontamente bloccato.

Durante il controllo, i poliziotti hanno trovato nella sua borsa 9 bustine di marijuana, per un totale di circa 462 grammi, e 120 euro in contante. L’individuo, con precedenti di polizia, è stato arrestato con l’accusa di detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

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Campania

Sant’Anastasia (NA) | Bimbo cade dal balcone, operato, ora in rianimazione

Un bambino di cinque anni è ricoverato in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santobono di Napoli, dopo essere caduto dal balcone della sua abitazione al secondo piano di una palazzina a Sant’Anastasia, in provincia di Napoli. L’incidente è avvenuto ieri sera e il piccolo è stato immediatamente sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza durante la notte.

La prognosi del bambino rimane riservata, e i medici stanno monitorando attentamente la sua situazione. Al momento dell’incidente, il bambino era in compagnia della nonna e del fratellino di otto anni, mentre la madre era al lavoro e il padre si trovava all’estero per motivi di lavoro.

I carabinieri stanno conducendo le indagini per accertare le dinamiche dell’accaduto. Sebbene tutte le possibilità siano ancora al vaglio, la pista dell’incidente sembra essere la più probabile e si rafforza con il passare delle ore.

L’evento ha scosso profondamente la comunità locale, che si è stretta attorno alla famiglia del piccolo in segno di solidarietà. Il sindaco di Sant’Anastasia ha espresso vicinanza e sostegno alla famiglia, auspicando una pronta guarigione del bambino.

Le indagini proseguiranno per chiarire completamente le circostanze della caduta e determinare se vi siano stati eventuali elementi di negligenza o altre cause che abbiano contribuito all’incidente.

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Campania

Santa Maria Capua Vetere | Violenze in carcere risalenti al 2020, pm chiedono misure per altri 29 agenti

Prosegue l’indagine riguardante le violenze perpetrate dai poliziotti penitenziari contro i detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020, durante il lockdown per il Covid-19. La Procura di Santa Maria Capua Vetere, dopo mesi di lavoro sottotraccia, ha avanzato nuove richieste di misure cautelari per altri 29 agenti, distribuiti tra Secondigliano, Santa Maria Capua Vetere e Avellino.

Le richieste includono misure come gli arresti domiciliari e i divieti di dimora, ma il giudice per le indagini preliminari, Alessia Stadio, le ha tutte rigettate. In risposta, la Procura ha presentato ricorso al tribunale del Riesame di Napoli, contestando la decisione del gip.

Il presidente dell’Unione Sindacale Polizia Penitenziaria (Uspp), Giuseppe Moretti, e il segretario regionale Ciro Auricchio, hanno espresso perplessità sulle nuove richieste della Procura. “Abbiamo sempre creduto nella giustizia,” hanno dichiarato all’Ansa, “tuttavia, i provvedimenti richiesti appaiono incomprensibili, considerando che sono trascorsi quattro anni e mezzo dall’evento in questione e che la polizia penitenziaria ha continuato a lavorare con professionalità e zelo per l’assolvimento dei propri compiti istituzionali.”

L’inchiesta, che si trova ora nella sua seconda fase, si concentra su ulteriori responsabilità all’interno del corpo di polizia penitenziaria. Le violenze del 6 aprile 2020 avevano suscitato un’ondata di indignazione e portato a un’indagine approfondita per accertare le responsabilità individuali e collettive.

L’intervento della Procura mira a far luce sugli eventi e a garantire che gli eventuali abusi di potere non rimangano impuniti. La decisione finale del tribunale del Riesame di Napoli sarà determinante per il prosieguo dell’inchiesta e per stabilire se ci saranno ulteriori sviluppi giudiziari nei confronti dei 29 agenti coinvolti.

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