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Cronaca

Cosenza | Spaccio di droga in centro e nell’hinterland, quattro misure.

Le forze dell’ordine hanno smantellato una rete di traffico di droga operante a Cosenza e nell’hinterland. Questa operazione è stata condotta dai carabinieri della Compagnia di Rende, con il prezioso supporto del Nucleo cinofili di Vibo Valentia e del Comando provinciale di Cosenza, in ottemperanza a quattro ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le indagini preliminari.

Nel corso dell’operazione, sono stati arrestati e condotti in carcere due individui di Cosenza: M.S., di 54 anni, che era già detenuto precedentemente per reati legati alla droga, e E.M. (29), il quale era agli arresti domiciliari a Fuscaldo. Un terzo soggetto, S.F., di 34 anni e residente a Castrolibero, è stato sottoposto all’obbligo di dimora nel suo comune di residenza. Infine, B.M., un uomo di 51 anni di Mendicino, è stato obbligato a presentarsi regolarmente presso la Procura.

Le indagini, originariamente avviate in relazione a un diverso reato, hanno permesso ai carabinieri del Nucleo operativo di Rende di ricostruire una serie di episodi di spaccio di cocaina e marijuana che coinvolgevano gli arrestati, avvenuti tra febbraio 2020 e maggio 2021. In molti casi, l’uomo incaricava la sua compagna di recarsi dagli spacciatori per acquistare la cocaina, tenendo acceso il cellulare in modo che lui potesse ascoltare in tempo reale le fasi della compravendita per garantirsi che il denaro pagato corrispondesse alla quantità di sostanza ricevuta.

Un particolare episodio, che ha ispirato il nome dell’operazione “Romeo e Giulietta,” prevedeva che la donna, sotto la finestra della casa di E.M., consegnasse il denaro e aspettasse la consegna della droga come in una scena romantica. In altri casi, l’uomo stesso procurava la marijuana da altri spacciatori e la cedeva poi al figlio, che al momento dei fatti era minorenne. Nel 2020, l’uomo era stato arrestato proprio per aver acquistato droga e poi cedutala al figlio.

Complessivamente, otto persone sono coinvolte nell’indagine. Nel corso dell’operazione, sono state eseguite perquisizioni personali e locali a carico di altre quattro persone residenti tra Cosenza e Castrolibero.

Calabria

Crotone | 31 arresti e dinamiche interne della ‘Ndrangheta allo scoperto

I Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone, con il supporto delle unità di Catanzaro, Vibo Valentia, Cosenza e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, hanno eseguito un’importante operazione antimafia, portando all’arresto di 31 persone. Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), prevede per 15 indagati la custodia cautelare in carcere, per 7 gli arresti domiciliari e per 9 l’obbligo di dimora. Gli individui coinvolti sono accusati di vari reati, tra cui associazione mafiosa, estorsione, usura, traffico di stupefacenti e reati legati alle armi e agli esplosivi.

Le indagini, avviate nell’ottobre del 2020 a seguito di un episodio estorsivo nei confronti di un imprenditore di Cutro, hanno progressivamente rivelato le dinamiche interne alla ‘ndrangheta nella zona di Cutro, con particolare riferimento alla famiglia Martino, legata al boss Nicolino Grande Aracri. Questa famiglia, attiva dopo l’arresto del boss, si contrappone alla cosca Ciampà-Dragone, tentando di affermarsi come un gruppo autonomo all’interno della ‘ndrangheta.

L’inchiesta si inserisce nel solco delle precedenti operazioni antimafia “Kyterion” e “Aemilia”, trovando conferme anche nelle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia. Gli investigatori hanno documentato l’esistenza di una rete di traffico di droga che operava principalmente lungo la direttrice Cutro-Cosenza-Catanzaro, con particolare attenzione al capoluogo calabrese. I proventi delle attività criminali servivano a sostenere economicamente gli affiliati e le famiglie dei detenuti.

L’indagine ha messo in luce il controllo capillare del territorio attraverso intimidazioni, estorsioni ai danni di imprenditori e attività usuraie. Sono stati inoltre scoperti due sequestri di armi avvenuti nel 2021 e nel 2022, confermando la disponibilità di armamenti da parte degli indagati. Anche le intercettazioni telefoniche e ambientali, unitamente alle operazioni di pedinamento e osservazione, hanno giocato un ruolo cruciale nella raccolta di prove.

Durante l’esecuzione delle misure cautelari, sono state condotte perquisizioni personali e domiciliari nei confronti degli indagati, aggiungendo ulteriori elementi all’inchiesta in corso.

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Cronaca

Lecce | Arrestato incensurato per detenzione di droga a Lecce: sequestrati 100 grammi di eroina

Nella giornata di ieri, la Polizia di Stato ha arrestato un uomo salernitano, incensurato e classe 1972, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato posto agli arresti domiciliari dopo essere stato fermato dagli agenti della Squadra Mobile durante un controllo antidroga nella periferia di Lecce.

Il sospetto è scattato quando i poliziotti hanno notato un veicolo che procedeva a velocità sostenuta. Decisi a fermarlo, hanno sottoposto il conducente a un controllo, ma l’uomo si è mostrato immediatamente irrequieto e insofferente. Ha dichiarato di essere un fotografo di ritorno da un incontro di lavoro a Taranto e di avere fretta, ripetendo insistentemente di dover proseguire il suo viaggio per impegni professionali.

Il nervosismo crescente dell’uomo ha spinto gli agenti a effettuare una perquisizione del veicolo. Dopo un’attenta ispezione, è stata trovata una quantità di quasi 100 grammi di eroina nascosta nell’imbottitura del sedile dell’auto, una sostanza nota per l’elevato potenziale di dipendenza.

L’uomo è stato condotto alla Questura di Lecce per gli accertamenti di rito e successivamente arrestato e posto agli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. È importante sottolineare che le indagini sono ancora in fase preliminare e gli esiti saranno valutati nel corso del processo, dove l’imputato potrà far valere la propria difesa.

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Cronaca

Torino | Sequestro preventivo di 74 milioni nell’inchiesta sull’eredità di Gianni Agnelli

La procura di Torino ha disposto un sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di 74,8 milioni di euro, nell’ambito dell’indagine legata alla gestione dell’eredità di Gianni Agnelli. Il provvedimento, emesso dal gip del tribunale torinese su richiesta della procura, coinvolge i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, oltre al commercialista Gianluca Ferrero e al notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen.

Il sequestro ha l’obiettivo di garantire la confisca, anche per equivalente, di beni mobili e immobili fino alla somma indicata. A eseguire il provvedimento è stato incaricato il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Torino.

Secondo la procura, i reati contestati comprendono la dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di artifici e la truffa ai danni dello Stato. Tuttavia, l’ufficio giudiziario ha sottolineato che vale la presunzione di innocenza per tutte le persone indagate, che potranno dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati in ogni fase del procedimento.

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TREND

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