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L’Italia marcia su Parigi, Palmisano e Stano sognano il bis

di Giorgio La Bruzzo
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Accontentarsi mai. Tre anni fa, l’Italia marciava su Tokyo, piazzando un doppio colpo nella 20 km: Massimo Stano e Antonella Palmisano alzavano le braccia al cielo, mettendosi al collo entrambi l’oro olimpico. A Parigi l’obiettivo è ripetersi, e magari fare anche qualcosina di più visto che poi uniranno gli sforzi nell’inedita staffetta mista. L’atletica italiana, che dall’Olimpiade giapponese è ripartita più forte che mai, affida ai due pugliesi le prime speranze di medaglia: appuntamento l’1 agosto, prima gli uomini (7.30), poi le donne (9.20). “Fin qui non ho avuto intoppi, è quasi strano che sia filato tutto liscio – ammette da Casa Italia Antonella, a Parigi con i gradi di capitana della nazionale femminile di atletica – Daremo il massimo, questa squadra non ha paura di porsi dei limiti e vuole divertirsi”. Col marito Lorenzo Dessi al suo fianco, la quasi 33enne finanziera tarantina si è messa il peggio alle spalle: l’operazione all’anca sinistra è un lontano ricordo come dimostrano il bronzo mondiale dello scorso anno e il titolo europeo vinto a Roma il mese passato. “Dopo Tokyo sono più consapevole e anche qui le ambizioni sono alte, non vogliamo nasconderci, voglio difendere il mio titolo – mette in chiaro la Palmisano – Le rivali? La peruviana Kimberly- Garcia, la spagnola Maria Perez, l’australiana Montag e ci metto almeno una cinese. Ma sul podio si sale solo in tre”. Più tortuoso il cammino che ha portato Stano a Parigi, una corsa contro il tempo dopo la storta presa inciampando su una bottiglietta. “Se vuoi qualcosa devi prendertela con le unghia e con i denti – confessa il 32enne barese delle Fiamme Oro, pure lui a Casa Italia – A un certo punto questa Olimpiade è stata a rischio per me e io volevo arrivare qui solo se competitivo. Sono in una condizione discreta, non eccellente, vediamo che succede”. Rispetto a Tokyo “ci saranno mia moglie e i mie bambini. Questo mi darà una spinta in più. Voglio godermi ogni metro della gara”. Curiosi di scoprire un percorso che si annuncia affascinante fra Torre Eiffel e Trocadero, senza alcun timore del grande caldo previsto (“vale per tutti”) e col conterraneo Samele – bronzo nella sciabola – come esempio (“inossidabile, ci ha colpito la sua determinazione nell’andare a prendersi la medaglia a 37 anni”), i due marciatori azzurri si approcciano ai Giochi però con sensazioni diverse. Se Antonella spera “in una gara guidata dall’emozione, come quella che ho provato entrando nel Villaggio Olimpico”, Stano – look col baffo alla francese e alle prese col cinese (“col francese non sono mai stato bravo”) – cerca di essere più razionale. “Quella di Tokyo è stata una grande emozione ma ho solo una medaglia in più, riparto sempre da zero perchè l’anno dopo c’è un’altra gara da voler vincere. Mi sento cresciuto ma non arrivato”. Massimo, che ha avuto nel due volte iridato Yamanishi partner d’eccezione in allenamento, non si avventura in pronostici perchè “siamo tutti da podio, il livello è molto alto”. Ma l’atletica azzurra è in Francia per confermarsi. “Sono passati solo tre anni dall’ultima Olimpiade e siamo di nuovo qui a provare a stupire di nuovo il mondo – la promessa del presidente federale Stefano Mei – Agli Europei abbiamo visto la forza di questa squadra e sono certo che tutti siano pronti a dare il meglio. Credo che andremo a fare un’Olimpiade importante, che dovrà stabilizzare il nostro attuale valore, di una nazione che compete per i primi posti del medagliere. C’è la possibilità di vincere tra le sei e le otto medaglie, ma non sarà semplice”.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).

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Dia e Castellanos trascinano la Lazio, 2-1 al Verona

La Lazio batte il Verona 2-1 all’Olimpico grazie alle reti di Dia e Castellanos. Nel posticipo che chiude la quarta giornata di Serie A Marco Baroni – che prima di oggi aveva perso tutti e tre i precedenti in campionato contro i gialloblù – sale a 7 punti in classifica, uno in più della sua ex squadra. L’unica nota positiva della serata romana del Verona è rappresentata dalla reazione dopo il gol del vantaggio biancoceleste al 5′. Zaccagni premia l’inserimento centrale di Dia, che sposta la palla sul destro e calcia battendo Montipò sul suo palo. Dopo due minuti gli ospiti pareggiano: un tocco di prima di Kastanos manda in tilt la coppia centrale biancoceleste innescando Tengstedt che a tu per tu con Provedel non sbaglia. Al 20′ però la Lazio torna in vantaggio. Zaccagni crossa da calcio d’angolo nell’area piccola, Castellanos si libera della marcatura di Coppola e in caduta deposita in rete. Nella ripresa, al 62′, serve il miglior Montipò per negare il 3-1 ai padroni di casa. Il portiere respinge prima il tiro di Dia, poi è reattivo nel chiudere lo specchio a Tavares sulla respinta.

Tre minuti dopo Baroni deve spendere un doppio cambio: fuori Castellanos (fastidio all’adduttore) e Isaksen, dentro Castrovilli e Tchaouna. Il giovane francese entra bene in partita e cerca più volte il tiro: la prima conclusione finisce alta di poco, la seconda viene neutralizzata da Montipò in corner. All’83’ la squadra biancoceleste va a centimetri dal gol: Dia guida la transizione e serve la palla del 3-1 a Zaccagni che davanti a Montipò tocca di punta senza riuscire a trovare la porta. La Lazio non la chiude, ma riduce al minimo i rischi e porta a casa il risultato: nel prossimo turno gli uomini di Baroni faranno visita alla Fiorentina, mentre il Verona dovrà vedersela in casa col Torino.
– Foto Ipa Agency –

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Parma ribaltato, l’Udinese vola in testa alla classifica

Il Parma domina nel primo tempo, l’Udinese ribalta tutto nel giro di mezz’ora e vince la partita per 3-2 nel segno di Thauvin (doppietta). E’ questo il film del match del Tardini, che consegna la leadership (solitaria) della Serie A ai friulani dopo una rimonta da sogno.
Pecchia cambia nuovamente il trequartista e si affida a Cancellieri, che si accentra alle spalle di Bonny, mentre Runjaic si copre con un centrocampo più fisico. Spingono subito i padroni di casa e, dopo due minuti, passano: sul corner di Mihaila, la difesa dell’Udinese non è reattiva e Delprato insacca alle spalle di Okoye.

I friulani reagiscono con Thauvin, ma continuano ad esporsi alle ripartenze avversarie: ottima la gara di Man e Mihaila, mentre Bernabè troneggia a centrocampo. La miglior occasione degli ospiti è un autogol sfiorato: Chichizola fa un miracolo, evitando l’autorete di Coulibaly. Nei minuti finali c’è solo il Parma, che spinge e passa al 42′: imbucata di Man e grande movimento di Bonny, che non lascia scampo a Okoye. Runjaic reagisce nella ripresa con un doppio cambio, visto il 2-0: fuori Giannetti e Payero, dentro Kabasele ed Ekkelenkamp per cambiare passo. La mossa funziona perchè, dopo soli quattro minuti, l’Udinese accorcia con Lucca: cross di Kamara e perfetta incornata della punta. Dopo il gol Pecchia si copre: fuori Cancellieri e dentro Mandela Keita, acquisto più caro nella storia recente del Parma (12 milioni).

La mossa di Pecchia però non funziona e, anzi, l’Udinese pareggia subito dopo aver sostituito (a sorpresa) Lucca: su un cross dalla destra, Davis svetta e batte Chichizola, ma si vede “soffiare” la paternità della rete dal tocco sulla linea del compagno Thauvin. La frittata è fatta per i ducali, che restano anche in dieci: gara-shock di Mandela Keita, che sbaglia ogni scelta e nell’arco di diciotto minuti viene espulso per doppia ammonizione. La partita subisce così la sua definitiva svolta e, al 78′, l’Udinese passa in vantaggio: Davis fa la sponda, Ekkelenkamp impegna Chichizola e Thauvin insacca a porta vuota la sua doppietta.

La rete viene inizialmente annullata per un offside dubbio, ma il Var interviene e ristabilisce il gol. I friulani si portano così sul 3-2 e mettono in ghiaccio la gara, visto che il Parma perde Mihaila per infortunio. Tre punti preziosissimi per Runjaic, che sale a quota 10 e fa la storia: la sua Udinese è la capolista solitaria della Serie A dopo quattro giornate, mentre continua a raccogliere meno di quanto meriterebbe il Parma, che si ferma a quota 4 dopo il crollo fisico e mentale nel secondo tempo.
– foto Ipa Agency –

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Cannavaro “Conte ha riacceso Napoli ma l’Inter rimane favorita”

“Il Napoli è una squadra forte. L’anno scorso è stata una stagione particolare. Antonio Conte è stato bravo a ridare fiducia ai giocatori e a ricompattare lo spogliatoio e sono arrivate vittorie di carattere”. Così Fabio Cannavaro, capitano della Nazionale azzurra campione del mondo 2006, ospite di “Radio Anch’io Sport” su Rai Radio 1, sul Napoli capolista e sull’impatto del nuovo allenatore sulla panchina del club partenopeo.

“Il Napoli ha un vantaggio rispetto alle altre: gioca una volta a settimana. Ha speso tanto, ha preso giocatori importanti con una base già molto forte. Li ho affrontati con l’Udinese, avevo visto un valore pazzesco. L’anno scorso era solo questione di testa. L’Inter è avvantaggiata, perchè anche loro hanno una struttura già collaudata. Sarà una bella sfida, in attesa di altre squadre”, ha aggiunto Cannavaro.

“Il calcio sta soffrendo la mancanza di attaccanti puri: c’è più organizzazione, ora si gioca più di reparto. Mancano però gli attaccanti di una volta”, ha continuato l’ex difensore di Parma, Napoli, Inter, Juventus e Real Madrid, vincitore del Pallone d’Oro nel 2006, che nella scorsa stagione ha guidato dalla panchina, nelle ultime partite, l’Udinese verso la permanenza in Serie A.

“Il mio futuro? Passo tanto tempo a guardare partite: è giusto tenersi aggiornato. La mia idea è quella di cercare di tornare in panchina. Aspetto: so che non è facile, perchè c’è tanta concorrenza, ma l’importante è farsi trovare pronti”, ha concluso Cannavaro.
– foto Ipa Agency –

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