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Cronaca

Verona | Duplice operazione della Polizia: oltre 130 agenti impegnati, 26 arresti e 7 divieti di dimora

La Polizia di Stato di Verona ha eseguito un’ordinanza che prevede 26 custodie cautelari in carcere e 7 divieti di soggiorno nella provincia di Verona per altrettanti indagati di origine marocchina, tutti con precedenti penali e privi di fissa dimora, oltre che irregolari sul territorio nazionale. Gli indagati fanno parte di una rete criminale ben organizzata e specializzata nella commissione di reati contro il patrimonio, spesso accompagnati da violenza.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Verona e avviata dalla sezione di p.g. del Compartimento Polizia Ferroviaria per Verona e il Trentino Alto Adige insieme alla squadra mobile di Verona nel novembre 2023, ha visto l’utilizzo di un modello investigativo innovativo. Questo approccio ha permesso di ottenere risultati significativi dopo dieci mesi di attività, durante i quali sono stati documentati numerosi episodi di scippi, rapine, accoltellamenti, minacce e violenze, tutti avvenuti nella stessa area: la stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova e Piazzale XXV Aprile, principali sedi operative del gruppo.

Durante i sei mesi di indagine, gli indagati hanno continuato a perpetrare crimini con impunità, mentre gli investigatori hanno raccolto e analizzato minuziosamente ogni singolo episodio. Il modus operandi del gruppo si è rivelato essere consolidato e spregiudicato, caratterizzato da un continuo via vai di persone e un forte senso di solidarietà tra gli stessi indagati, i quali si sostenevano e si spalleggiavano nella commissione dei reati.

Tra gli indagati figurano anche due giovani marocchini di 23 e 24 anni, già arrestati il 5 giugno scorso. I due erano coinvolti in un attacco violento contro un connazionale accusato di aver collaborato con la polizia per salvare un ragazzo somalo caduto in un canale. La vittima, legata e torturata, è stata aggredita e rapinata come punizione.

L’operazione ha inoltre rivelato la spregiudicatezza degli indagati anche nei confronti delle autorità di pubblica sicurezza, con alcuni di loro già destinatari di provvedimenti come il DASPO Willy, che non hanno esitato a violare continuando a compiere illeciti.

In parallelo all’operazione di polizia giudiziaria, è stata condotta anche un’azione mirata al rintraccio di stranieri irregolari per procedere alla loro espulsione dal territorio nazionale. L’operazione ha coinvolto 140 agenti della Polizia di Stato, della polizia ferroviaria e della squadra mobile di Verona, supportati da unità cinofile, reparti mobili e del volo.

Sono state emesse anche 44 misure di prevenzione, tra cui avvisi orali e DASPO Willy. Attualmente, 17 indagati sono ancora ricercati e verranno arrestati nelle prossime ore.

Calabria

Calabria | Stasi assolta dall’accusa di associazione a delinquere per traffico illecito di rifiuti

L’ex presidente facente funzioni della Regione Calabria, Antonella Stasi, ha ottenuto l’assoluzione dalle accuse di associazione a delinquere legate al traffico illecito di rifiuti. La decisione è stata presa dal giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro al termine di un processo che ha coinvolto anche altri otto co-imputati.

Le accuse, originariamente mosse dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nel marzo 2021, facevano riferimento a un presunto schema illecito connesso alla società Verdi Praterie, appartenente al gruppo Marrelli di Crotone. L’inchiesta, coordinata dalla DDA e condotta dalla Guardia di Finanza, ha evidenziato irregolarità nel tentativo di ottenere incentivi pubblici per la produzione di energia da fonti rinnovabili, oltre a segnalare un traffico non autorizzato di rifiuti.

Durante le indagini, sono state emesse misure cautelari, tra cui divieti di dimora e interdizioni professionali per alcuni degli imputati. Tuttavia, con l’esito del processo, queste accuse sono state definitivamente smentite.

L’indagine ha messo in luce violazioni legate all’allestimento di un impianto di biogas, con la segnalazione che la società avrebbe ricevuto indebitamente oltre 14 milioni di euro in incentivi pubblici tra il 2011 e il 2018.

L’assoluzione di Antonella Stasi e degli altri imputati rappresenta un momento significativo per la politica calabrese, sollevando interrogativi sull’integrità delle pratiche aziendali nel settore energetico e sulla necessità di garantire una maggiore trasparenza nelle procedure di assegnazione degli incentivi pubblici. Questo caso rimane emblematico delle sfide che la Calabria deve affrontare nella lotta contro l’illegalità e nella promozione di un ambiente più sostenibile e conforme alle normative.

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Calabria

Crotone | Processo per presunto traffico illecito di rifiuti: tutti assolti

Questa mattina, il Giudice per l’udienza preliminare, Sara Merlini, ha emesso una sentenza che segna un punto di svolta per gli imputati coinvolti nel processo legato all’inchiesta “Le Verdi Praterie”. Sono stati assolti da tutte le accuse i soci, manager e dipendenti della società, che si trovavano sotto inchiesta per presunti reati di traffico di rifiuti e truffa ai danni del Gestore dei Servizi Elettrici.

La decisione del gup non si è limitata all’assoluzione: è stata anche disposta la revoca del sequestro dei beni, compresi quelli immobiliari e mobili registrati, che torneranno agli aventi diritto. Questa notizia rappresenta un grande sollievo per Antonella Stasi Marrelli, presidente del Gruppo Marrelli, che ha descritto i difficili tre anni trascorsi dalla morte del marito e l’impatto devastante che l’inchiesta ha avuto sulla sua azienda.

In un toccante intervento, Stasi Marrelli ha raccontato delle sofferenze affrontate dalla sua azienda, costretta a chiudere l’impianto biogas e fermare il caseificio. L’accusa di traffico di rifiuti ha comportato la perdita di fiducia da parte di clienti e fornitori, portando a licenziamenti e a un grave indebitamento. Nonostante ciò, la resilienza del gruppo ha permesso di resistere alle avversità.

Oggi, con l’assoluzione, l’imprenditrice ha dichiarato di sentirsi finalmente sollevata, pronta a ripartire insieme ai suoi collaboratori e a rimettere in moto l’economia locale. Ha evidenziato, però, l’ingiustizia subita, che ha influito negativamente sullo sviluppo dell’azienda. La sentenza di oggi è vista come un segnale di speranza non solo per la sua famiglia e i dipendenti, ma anche per altri imprenditori calabresi che si trovano ad affrontare difficoltà simili.

Il futuro per “Le Verdi Praterie” appare ora più luminoso, con la volontà di ricostruire e rilanciare un’impresa che ha una lunga storia di successi e una forte connessione con il territorio.

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Cronaca

Borore (NU) | Sequestro di 1.900 piante di marijuana, convalidato arresto

I Carabinieri della Compagnia di Macomer hanno portato a termine un’importante operazione che ha portato al sequestro di 1.900 piante di marijuana in un’area agricola di Borore, in Sardegna. La piantagione illegale è stata scoperta grazie a un’attenta attività di osservazione e indagine da parte delle forze dell’ordine.

Un 38enne originario di Pattada è stato colto in flagranza di reato mentre si prendeva cura delle piante, che si trovavano a pochi passi dall’abitato. I Carabinieri della Stazione di Silanus e di Borore hanno effettuato una perquisizione che ha rivelato un sofisticato sistema di irrigazione a goccia utilizzato per alimentare la coltivazione.

Le piante, con un’altezza compresa tra 120 e 200 centimetri, erano pronte per essere raccolte e, secondo le stime, il valore della marijuana sul mercato illegale avrebbe potuto superare il milione di euro. Grazie al supporto del RIS di Cagliari, è stato possibile confermare che si trattava di canapa illegale.

Dopo l’arresto, il 38enne è stato portato davanti al Giudice del Tribunale di Oristano, che ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari. Questo episodio sottolinea l’importanza del controllo del territorio da parte dei Carabinieri, che continuano a dimostrare la loro efficacia nella lotta contro il traffico di sostanze stupefacenti.

Il procedimento penale nei confronti dell’indagato è ancora in fase di indagini preliminari, e la sua responsabilità sarà valutata nel corso del processo, nel quale potrebbero emergere ulteriori sviluppi investigativi. La collaborazione con l’autorità giudiziaria si è rivelata cruciale per le operazioni tempestive e per la gestione della situazione.

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