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Google Translate Aggiunge le Lingue Grazie all’Intelligenza Artificiale: ci sono anche Lombardo, Ligure, Siciliano e Friulano

Google Translate continua a superare le barriere linguistiche per aiutare le persone a connettersi da ogni angolo del mondo e comprendere meglio il mondo che le circonda. Il colosso di Mountain View ha annunciato che, grazie all’intelligenza artificiale, il proprio servizio di traduzione ha potuto implementare 110 nuove lingue. Tra queste nuove aggiunte ci sono anche alcune lingue regionali e dialetti italiani, come il veneziano, il friulano, il siciliano, il lombardo e il ligure.

Translate: Più Lingue con l’Intelligenza Artificiale

Questa è l’espansione più ampia di sempre per Google Translate, considerando che nel 2022 Big G aveva introdotto 24 nuove lingue utilizzando la traduzione automatica ‘Zero-Shot’, una tecnica in cui un modello di apprendimento automatico impara a tradurre una lingua senza aver mai visto un esempio. Ora, questo ulteriore sviluppo massiccio è stato possibile grazie a Palm 2, il modello linguistico di grandi dimensioni di Google. Palm 2 è stato fondamentale per aiutare Translate ad apprendere in modo più efficiente lingue strettamente correlate tra loro, incluse lingue vicine all’hindi, come l’Awadhi e il Marwadi, e creoli francesi come quello delle Seychelles e il mauriziano.

Dal cantonese al Qʼeqchiʼ, le 110 nuove lingue presenti ora su Google Translate rappresentano più di 614 milioni di parlanti, aprendo la possibilità di traduzione a circa l’8% della popolazione mondiale. Alcune di queste lingue hanno oltre 100 milioni di parlanti, altre sono parlate da piccole comunità indigene, e alcune non hanno quasi madrelingua ma sono attivi sforzi di rivitalizzazione.

“Circa un quarto delle nuove lingue provengono dall’Africa,” spiegano da Google, “rappresentando la nostra più grande espansione di lingue africane fino ad oggi, tra cui Fon, Kikongo, Luo, Ga, Swati, Venda e Wolof”.

Cronaca

Udine | Guida Contromano in Autostrada con Tasso Alcolemico Elevato

Un episodio di grave pericolosità si è verificato domenica mattina sull’autostrada A23, nella provincia di Udine, dove un automobilista ha percorso dieci chilometri contromano. L’uomo alla guida, un cittadino italiano di 32 anni, si trovava al volante con un tasso alcolemico superiore di oltre quattro volte il limite consentito.

L’episodio è stato segnalato al centro operativo della polizia stradale poco dopo le 6:20. Sensori di sicurezza ubicati lungo la rete autostradale, telefonate degli utenti in transito e le immagini delle telecamere a circuito chiuso hanno evidenziato la presenza di un veicolo che percorreva la carreggiata sud dell’autostrada A23 in senso contrario di marcia, nel tratto tra Udine Sud e Udine Nord.

La vettura, una Smart di colore grigio, ha percorso la corsia di sorpasso per oltre dieci chilometri, sfiorando diversi veicoli e causando un piccolo incidente con lievi danni materiali. Fortunatamente, l’intervento tempestivo della Polizia Stradale della Sottosezione di Amaro ha evitato il peggio. Gli agenti, adottando la modalità “Safety Car”, sono riusciti a fermare in sicurezza la corsa della vettura nei pressi dell’area di parcheggio Cormor Ovest, nel territorio comunale di Treppo Grande.

L’automobilista è stato trovato in stato confusionale. Alla prova con l’etilometro è risultato positivo, confermando un tasso alcolemico superiore di oltre quattro volte il limite consentito dalla legge. Di conseguenza, gli è stata immediatamente ritirata la patente di guida, inflitta una sanzione amministrativa di 8.186 euro per aver percorso l’autostrada contromano, fermato il veicolo per tre mesi e segnalato per guida in stato di ebbrezza alcolica.

Questo grave comportamento avrebbe potuto causare incidenti con conseguenze ben più drammatiche. L’intervento della Polizia Stradale è stato provvidenziale per prevenire potenziali vittime e garantire la sicurezza degli altri utenti della strada.

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Attualità

San Giorgio di Nogaro (UD) | Avviata Raccolta fondi per la famiglia Max Macoratti: il 27enne morto in un incidente

Max Macoratti, giovane di 27 anni, ha perso la vita in un tragico incidente stradale la sera del 22 giugno. L’incidente, che ha coinvolto anche il figlioletto di 4 anni e altre due persone rimaste ferite, ha scosso profondamente la comunità locale.

Il figlio di Max, Nathan, ha subito un delicato intervento alla testa, e ora amici e conoscenti si mobilitano per supportare la famiglia. Gli amici della classe ’96 di San Giorgio di Nogaro hanno avviato una raccolta fondi online sulla piattaforma GoFundMe per sostenere Vanessa, la compagna di Max, e il piccolo Nathan.

In un messaggio commovente, gli organizzatori della raccolta fondi hanno scritto: “Siamo profondamente addolorati dalla tragica scomparsa di Max. Per chi lo conosceva, era una persona buona, onesta, operosa e innamorata della sua famiglia. Con questa raccolta fondi vogliamo essere vicini e dare un sostegno all’amata compagna Vanessa, l’amato figlio Nathan e tutti i familiari. Un sincero grazie a chiunque vorrà contribuire alla causa”.

La comunità è invitata a partecipare e a offrire il proprio aiuto per alleviare le difficoltà di Vanessa e Nathan in questo momento così difficile.

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Cronaca

Maxi truffa da 2 milioni di euro sul superbonus in Veneto, Friuli, Lombardia, Emilia e Piemonte VIDEO

Video GDF

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno scoperto una truffa ai danni di circa 2.000 persone in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. La truffa, orchestrata da una società trevigiana, è avvenuta tra il 2020 e il 2022 e ha coinvolto cittadini interessati ad accedere al superbonus edilizio del 110%, previsto dal “Decreto Rilancio”.

Il modus operandi della truffa

La società, che si presentava come un “general contractor” in grado di gestire l’intero iter per accedere alle agevolazioni fiscali (superbonus, ecobonus, bonus facciate, bonus ristrutturazioni, sismabonus), adottava due principali condotte illecite:

  1. Promessa di servizi mai forniti: La società offriva un pacchetto “chiavi in mano”, garantendo di occuparsi di tutto, dall’esecuzione dei lavori alla cessione dei crediti d’imposta. Tuttavia, dopo aver incassato il pagamento per lo studio di fattibilità, non forniva i servizi promessi, impedendo ai clienti di ottenere i benefici fiscali.
  2. Cessione del credito d’imposta: La società enfatizzava la cessione del credito d’imposta come unica forma di pagamento a fine lavori, omettendo di informare i clienti che la restituzione del denaro versato anticipatamente, tra 300 e 2.500 euro, sarebbe avvenuta solo a lavori ultimati.

Indagini e perquisizioni

Le indagini condotte dal Gruppo di Treviso hanno coinvolto circa 350 clienti e portato alla perquisizione della sede del “general contractor”, oltre alle abitazioni degli amministratori e degli agenti di vendita. È emerso che l’impresa trevigiana non ha mai iniziato un solo lavoro, confermando la natura truffaldina dell’operazione.

Risultati e conseguenze

Il danno complessivo è stato stimato in circa 2 milioni di euro, corrispondenti agli importi versati dai clienti per gli studi di fattibilità. La società è attualmente in stato d’insolvenza, aggravata da comportamenti illeciti degli amministratori. Gli stessi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Treviso per truffa.

Intervento della Guardia di Finanza

Grazie alla collaborazione delle vittime, che hanno presentato numerosi esposti e denunce, la Guardia di Finanza di Treviso è riuscita a far luce sulle pratiche ingannevoli della società. L’intervento ha permesso di tutelare i cittadini, gli operatori economici onesti e il mercato.

Questo caso mette in evidenza l’importanza della vigilanza e della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine per contrastare le frodi in materia di agevolazioni fiscali.

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