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Politica

Politica | Alessandra Todde in aula: “sarò la Presidente di tutti”


Essere la prima donna presidente della Regione rappresenta un fatto storico, e lo è soprattutto perché da ora in avanti questa sarà considerata una conquista di civiltà consolidata e non più un evento eccezionale”.

Queste sono le prime parole pronunciate dalla neo governatrice della Sardegna, Alessandra Todde, durante la presentazione delle sue dichiarazioni programmatiche, che ha luogo questa mattina nell’Aula del Consiglio regionale a Cagliari.

“Nel mio intervento, che durerà circa 50 minuti, desidero sottolineare che oggi sono la presidente di tutto il popolo sardo”, chiarisce Todde. “Sono la presidente di coloro che hanno votato per noi e di coloro che hanno scelto proposte alternative, anche di coloro che hanno deciso di non partecipare al voto”.

Per tutti, aggiunge, “io e la Giunta che mi onoro di presiedere ci impegniamo a lavorare ogni giorno con passione, integrità e trasparenza, ponendo sempre al primo posto il benessere e la prosperità di chi abita la Sardegna”.

La presidente sottolinea l’importanza del dialogo: “La campagna elettorale è terminata. Nonostante le difficoltà, ho sempre mantenuto chiara la distinzione tra il piano politico e quello personale. Sul piano politico, sono sempre aperta al confronto, in modo leale e costruttivo”.

Todde esprime fiducia nella sua squadra: “Conta molto la squadra che mi accompagnerà in questo viaggio. Non si tratta solo di professionisti ed esperti nei loro campi, ma di persone innamorate della Sardegna, determinate a mettere a disposizione le proprie competenze per il bene comune”.

“Il nostro unico obiettivo sarà perseguire l’interesse del popolo sardo”, promette Todde. “Questo significa creare opportunità di lavoro dignitoso, garantire un’istruzione di qualità, promuovere la nostra cultura e le nostre tradizioni, proteggere la salute dei cittadini e l’integrità del nostro territorio mentre ci aprimo al mondo. Significa anche ascoltare, essere presenti e rispondere costantemente e concretamente alle necessità di ogni comunità, sia delle città che dei piccoli comuni, affinché nessuno si senta trascurato”.

Attualità

Detenute madri | Nessun rinvio di pena. Montaruli: “Ricordiamo che tra i primi diritti dei minori c’è quello di non essere utilizzati strumentalmente”

La nuova disposizione del ddl sicurezza, in discussione nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, ha eliminato l’obbligo automatico del rinvio della pena per le donne incinte o con figli sotto l’anno. La norma, ora facoltativa, è stata accolta con favore dalla Lega e da Matteo Salvini, che la considerano un deterrente contro le donne criminali che, approfittando della gravidanza, commettono reati senza paura di conseguenze. Forza Italia, invece, ha espresso dubbi sulla norma e si è astenuta sugli emendamenti che avrebbero modificato questa disposizione, annunciando la presentazione di un emendamento per ripristinare l’obbligo automatico del rinvio della pena in Aula.

Fratelli d’Italia, tramite Augusta Montaruli, ha criticato le opposizioni che si oppongono alla norma citando la tutela dei bambini, sostenendo che i minori non devono essere strumentalizzati per evitare l’esecuzione della pena. Mara Carfagna di Azione ha definito la norma “crudele”, mentre Michela De Bise ha accusato chi manda i bambini in carcere di vigliaccheria.

Le opposizioni nel complesso hanno attaccato questa e altre misure contenute nel pacchetto Piantedosi, descritto dal Pd con Matteo Mauri come vuoto e pericoloso. Una delle nuove disposizioni inserite è l’aggravante per i reati commessi sui treni o nelle vicinanze delle stazioni della metro, criticata dal M5S come propaganda in salsa Salvini.

Il dibattito si è esteso anche all’articolo riguardante l’impiego di minori nell’accattonaggio, con tutte le proposte di modifica respinte. Resta anche l’innalzamento dell’età da 14 a 16 anni per cui si punisce l’impiego di minori e l’aumento della pena massima da tre a cinque anni per questa condotta.

Il dibattito riprenderà domani con l’esame dell’emendamento del governo che mira a stringere le regole sulla cannabis light. Nel frattempo, la Lega continua a sostenere la castrazione chimica per pedofili e stupratori seriali, sottolineando che devono essere non solo incarcerati ma anche curati come malati.

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Basilicata

Basilicata | Consiglio regionale approva surroga dei 4 consiglieri nominati assessori dal presidente della Giunta Bardi

Il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato all’unanimità, con 16 voti favorevoli su 16 presenti, la surroga dei quattro consiglieri nominati assessori dal presidente della Giunta di centrodestra, Vito Bardi (Forza Italia).

I “supplenti” che prenderanno temporaneamente il posto dei “titolari” in Giunta sono Francesco Fanelli della Lega, subentrato a Pasquale Pepe (vicepresidente e assessore alle Infrastrutture), Alessandro Galella e Rocco Leone di Fratelli d’Italia, che hanno preso il posto degli assessori Carmine Cicala (Agricoltura) e Cosimo Latronico (Sanità e Pnnr), e Fernando Picerno di Forza Italia, che ha sostituito l’assessore Francesco Cupparo (Attività produttive).

L’unico assessore esterno è Laura Mongiello di Italia Viva, cui è stata assegnata la delega all’Ambiente da parte di Bardi.

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Calabria

Autonomia differenziata | Sindaci chiedono al governatore di “sostenere” il referendum abrogativo, ma si è preferito rinviare alla prossima settimana

Autonomia differenziata e fusione dei comuni sono stati i temi principali della seconda giornata dell’assemblea annuale Anci Calabria a Lorica, in Sila. La partecipazione dei sindaci è stata limitata anche ieri mattina, nonostante un ricco programma di panel e interventi prima del Consiglio conclusivo. Alla fine si è deciso di posticipare il documento unitario annunciato al prossimo venerdì 19 luglio, quando il Consiglio dell’Anci Calabria si riunirà nella sede regionale di Lamezia Terme per formulare una proposta unitaria sull’autonomia differenziata. Il Consiglio ha incaricato la presidente dell’Anci Calabria, Rosaria Succurro, di dialogare con tutte le parti per raggiungere una posizione il più possibile condivisa riguardo alla legge sull’autonomia differenziata.

All’assemblea regionale dell’Anci Calabria hanno partecipato 296 sindaci e si sono tenute nove tavole rotonde su vari argomenti: transizione digitale e prevenzione dei crimini informatici, efficientamento energetico, politiche sociali, ambiente e risorse idriche, autonomia differenziata, unione, fusione e scioglimento dei comuni, valorizzazione e potenziamento delle risorse umane negli enti locali, sport come strumento di tutela della salute, e agricoltura, commercio, turismo e peculiarità dei borghi. I sindaci dei capoluoghi di provincia Nicola Fiorita (Catanzaro), Franz Caruso (Cosenza), Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria), Vincenzo Voce (Crotone) ed Enzo Romeo (Vibo Valentia) hanno preferito anticipare il dibattito con una nota stampa articolata, proponendo all’associazione dei sindaci calabresi di chiedere al presidente della giunta e del consiglio regionale di indire un referendum abrogativo, seguendo l’esempio di Campania, Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Sardegna, o di impugnare la “Calderoli” davanti alla Consulta, seppur solo in punti specifici.

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